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Giurisprudenza Civile

Compenso del professionista: ridotto per risultato parziale

Una società di consulenza finanziaria ha visto ridursi il proprio compenso del professionista, una cospicua ‘Success Fee’, poiché il risultato ottenuto per la cliente, poi fallita, non era pienamente conforme a quanto pattuito. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che in un’obbligazione di risultato, l’adempimento parziale giustifica una riduzione della parcella, dato che il mandato non era stato eseguito integralmente.

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Compenso professionista concordato: quando è negato?

La richiesta di compenso di un professionista per l’assistenza in un concordato preventivo è stata respinta a causa di una prestazione negligente. La Corte di Cassazione ha confermato che gravi mancanze, come non rilevare ammanchi di magazzino o rapporti con parti correlate, rendono la prestazione inutile e giustificano il mancato pagamento del compenso al professionista del concordato, accogliendo l’eccezione di inadempimento sollevata dalla curatela fallimentare.

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Integrazione del contraddittorio: rinvio Cassazione

La Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria in un caso di opposizione a esecuzione immobiliare. Rilevando la mancata notifica del ricorso a due società intervenute nei gradi di merito, ha ordinato l’integrazione del contraddittorio. Ha inoltre rinviato la trattazione in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite su una questione pregiudiziale relativa alla validità del ‘mutuo solutorio’.

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Spese di lite litisconsorte: quando non si pagano

La Corte di Cassazione ha stabilito che un soggetto, pur essendo parte necessaria del processo (litisconsorte necessario), non può essere condannato al pagamento delle spese di lite se non ha svolto un’effettiva attività difensiva di ‘resistenza’ o di opposizione. La sola qualità di litisconsorte, senza una concreta soccombenza, non giustifica l’addebito delle spese. Nel caso specifico, una debitrice era stata chiamata in un giudizio di opposizione promosso da un altro debitore, ma si era limitata a rimettersi alla decisione del giudice, senza sostenere l’opposizione. La Corte ha quindi annullato la sua condanna al pagamento delle spese, compensandole per l’intero giudizio.

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Notifica verbale violazione: obbligatoria anche in solido

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6389/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di sanzioni per violazioni del codice della strada. Anche se il rappresentante legale di una società, obbligata in solido per l’infrazione commessa da un suo dipendente, è presente al momento della contestazione orale, la notifica del verbale scritto è un atto imprescindibile. La sua omissione impedisce l’esercizio del diritto di difesa e rende nullo l’intero procedimento sanzionatorio. La Corte ha cassato la sentenza del Tribunale di Verona, che aveva invece ritenuto sufficiente la presenza del rappresentante legale, sottolineando che la consegna o notifica successiva del verbale è un requisito non derogabile.

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Legittimazione attiva opposizione: chi può agire?

La Corte di Cassazione affronta il tema della legittimazione attiva opposizione all’esecuzione. Una società di cartolarizzazione si opponeva a un precetto notificato a una banca, sostenendo di essere cessionaria dei suoi crediti. La Suprema Corte ha dichiarato l’opposizione inammissibile, specificando che la cessione dei crediti non comporta la successione nei debiti. Pertanto, solo il soggetto a cui è indirizzato l’atto di precetto ha il diritto di opporsi, non un terzo estraneo al rapporto debitorio.

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Pignoramento luoghi del debitore: la guida definitiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di una debitrice contro un’esecuzione forzata, chiarendo il concetto di ‘pignoramento luoghi del debitore’. La Corte ha stabilito che un cantiere edile, anche se situato su una via pubblica, è considerato un ‘luogo appartenente al debitore’ ai sensi dell’art. 513 c.p.c., se in esso viene esercitata stabilmente l’attività d’impresa. Di conseguenza, il pignoramento dei beni mobili presenti in tale luogo è legittimo, senza necessità di ulteriori formalità relative alla disponibilità diretta dei beni o al consenso di terzi detentori.

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Interpretazione contratto assicurativo: il ricorso

Un assicurato ha contestato l’interpretazione del contratto assicurativo “all risks” fornita dalla compagnia e confermata dai giudici di merito. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che la scelta di un’interpretazione plausibile tra più opzioni non è sindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia palesemente illogica o scorretta.

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Lite temeraria: le sanzioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, qualificandolo come un caso di lite temeraria. A causa dell’abuso del processo, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese legali, a un risarcimento per responsabilità processuale aggravata, a una sanzione pecuniaria e al versamento di un ulteriore contributo unificato. La Corte ha inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per la valutazione di eventuali reati.

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Licenziamento per insubordinazione: CCNL non vincola

Un lavoratore, licenziato per grave insubordinazione, era stato reintegrato in appello poiché il CCNL prevedeva il licenziamento solo per insubordinazione seguita da violenza fisica. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che le previsioni del CCNL sul licenziamento per insubordinazione sono solo esemplificative. Il giudice di merito deve valutare autonomamente la gravità della condotta per verificare se essa leda irrimediabilmente il rapporto di fiducia, anche in assenza di vie di fatto, giustificando così il recesso.

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Inammissibilità ricorso cassazione: le rationes decidendi

Una cittadina ha richiesto il risarcimento danni a un Comune per un incidente causato dalle condizioni di una strada. La domanda è stata respinta in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, sottolineando che la sentenza d’appello si basava su due autonome ragioni (rationes decidendi): il caso fortuito e la condotta colposa della danneggiata. Poiché il ricorso non ha efficacemente contestato entrambe le motivazioni, l’impugnazione è risultata inammissibile, confermando la decisione precedente.

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Rinuncia al ricorso in Cassazione: effetti pratici

Una cittadina, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per danni contro un Comune per un marciapiede dissestato, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, raggiunge un accordo transattivo con l’ente e deposita un atto di rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, accogliendo la rinuncia, dichiara estinto il processo, sottolineando che tale atto non necessita dell’accettazione della controparte per essere efficace.

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Ricorso inammissibile: no a rivalutazione dei fatti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un autista per il ricalcolo di straordinari e indennità. La Corte ha stabilito che il ricorso non sollevava questioni di legittimità, ma mirava a una rivalutazione dei fatti già accertati in appello, un’operazione non consentita in sede di Cassazione. Il lavoratore è stato condannato a pagare le spese legali.

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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha confermato che la richiesta di ricalcolo di una pensione, sebbene già in erogazione, è soggetta al termine di decadenza triennale. Di conseguenza, il diritto agli arretrati è limitato al triennio precedente l’azione giudiziaria. La sentenza chiarisce l’applicazione della cosiddetta ‘decadenza ricalcolo pensione’, specificando che solo l’azione in tribunale, e non la domanda amministrativa, può interrompere tale termine.

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Gestione Separata avvocati: obblighi e sanzioni

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una professionista che aveva ricevuto un avviso di addebito per contributi non versati alla Gestione Separata per l’anno 2010. La Corte ha confermato l’obbligo di iscrizione e versamento per gli avvocati non iscritti alla Cassa Forense che producono un reddito professionale. Tuttavia, ha accolto il ricorso riguardo le sanzioni, annullandole per il periodo in questione in applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto l’incertezza normativa pregressa.

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Prova indispensabile appello: Cassazione e novità

A una lavoratrice era stata riconosciuta una pensione anticipata secondo una normativa di favore. L’Istituto Previdenziale ha impugnato la decisione, ma le sue nuove prove sono state respinte in appello perché presentate tardivamente. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la documentazione costituiva una prova indispensabile in appello e doveva essere ammessa. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Indennità di fine rapporto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto del Tribunale di Roma che negava a un’agenzia marittima l’indennità di fine rapporto da una compagnia di navigazione. Il rapporto, durato dal 1966 al 2010 e regolato da due contratti successivi, era stato oggetto di una novazione nel 1991. La Cassazione ha ritenuto la motivazione del Tribunale ‘apparente’ e illogica, in quanto trattava il rapporto in modo contraddittorio. Inoltre, ha stabilito che il Tribunale ha errato nel non applicare gli Accordi Economici Collettivi di settore, che prevedono condizioni più favorevoli per l’agente rispetto al Codice Civile, riconoscendo l’indennità anche senza la prova di un aumento della clientela.

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Retribuzione feriale: indennità incluse nelle ferie

Un lavoratore del settore trasporti ha contestato la riduzione del suo stipendio durante le ferie a causa dell’esclusione di alcune indennità. La Corte di Cassazione, in linea con il diritto dell’Unione Europea, ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le voci retributive intrinsecamente connesse alle mansioni svolte, come l’indennità per l’assenza dalla residenza e quella di utilizzazione professionale. La Corte ha chiarito che una paga ridotta durante le ferie potrebbe scoraggiare il lavoratore dal goderne, violando il suo diritto a un riposo effettivo e pienamente retribuito. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello, che aveva dato ragione all’azienda, è stata annullata.

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Retribuzione feriale: indennità incluse, dice la Corte

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità continuative e connesse alla prestazione lavorativa, come quella di utilizzazione professionale e di assenza dalla residenza per i macchinisti. Escluderle creerebbe un deterrente illegittimo alla fruizione delle ferie, in contrasto con il diritto dell’Unione Europea. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva negato tale diritto ai lavoratori, è stata di conseguenza annullata con rinvio.

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Retribuzione feriale: le indennità vanno incluse

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità intrinsecamente connesse alle mansioni svolte, come l’indennità per assenza dalla residenza e quella di utilizzazione professionale. Accogliendo il ricorso di un macchinista contro una società di trasporti, la Corte ha affermato che una paga ridotta durante le ferie può avere un effetto dissuasivo, violando il diritto UE. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

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