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Giurisprudenza Civile

Spese straordinarie figli: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7169/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di spese straordinarie per i figli di genitori separati. Il caso riguardava la richiesta di rimborso da parte di una madre per le ingenti spese universitarie e altre sostenute per il figlio. La Corte d'Appello le aveva negate, ritenendole prevedibili dato l'alto status socio-culturale dei genitori. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, chiarendo che la prevedibilità di una spesa va valutata al momento in cui l'assegno di mantenimento è stato originariamente determinato (nel caso di specie, molti anni prima), e non in un momento successivo. Pertanto, costi significativi e non ipotizzabili all'epoca, come l'iscrizione a un'università privata fuori sede, costituiscono spese straordinarie da ripartire tra i genitori.
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Regolamento di confini: stato dei luoghi vs catasto
In una causa di regolamento di confini, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una proprietaria, confermando la decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva correttamente determinato il confine basandosi sullo stato di fatto dei luoghi (un muro di contenimento) e sull'usucapione di una porzione di terreno, anziché sui dati catastali, ritenuti residuali e imprecisi. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso che chiedeva un riesame dei fatti e ha ritenuto infondata la censura sulla tardività dell'eccezione di usucapione, confermando che in un'azione di regolamento di confini, lo stato reale e il possesso consolidato prevalgono sulle mappe.
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Estinzione del giudizio: la rottamazione quater
Una società di riscossione ricorreva in Cassazione contro la parziale ammissione di un suo credito nel passivo di un fallimento. Durante il processo, la società fallita aderiva alla "rottamazione quater", una definizione agevolata dei debiti. Di conseguenza, entrambe le parti chiedevano di chiudere la causa. La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando come l'adesione a tali procedure risolva le liti pendenti.
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Giudicato esterno: come annulla una sentenza di merito
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a una presunta servitù di passaggio, annullando la decisione di merito a causa di un giudicato esterno formatosi successivamente. Un'impresa aveva citato in giudizio due privati per ottenere il rispetto di una servitù e il risarcimento danni. Mentre il giudizio era pendente in Cassazione, un'altra sentenza relativa alla stessa servitù, ma tra l'impresa e la dante causa dei privati, è divenuta definitiva, negando l'esistenza della servitù stessa. La Suprema Corte ha affermato che il giudicato esterno è rilevabile d'ufficio e prevale, portando a dichiarare inammissibile la domanda originaria per evitare giudicati contrastanti.
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Usucapione bene pubblico: la Cassazione decide
Una società agricola ha perso una porzione di terreno a seguito di una domanda di usucapione da parte di una cooperativa. In Cassazione, la società ha sostenuto l'impossibilità dell'usucapione bene pubblico, in quanto il terreno apparteneva al patrimonio indisponibile di un ente. La Corte ha rigettato il ricorso, non perché l'usucapione sia sempre possibile, ma perché la questione della natura indisponibile del bene, richiedendo un accertamento di fatto, non era stata sollevata tempestivamente nei precedenti gradi di giudizio, risultando quindi inammissibile.
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Ampliamento servitù: domanda inammissibile in appello
Una proprietaria terriera citava in giudizio i vicini per aver allargato una strada interpoderale a danno della sua proprietà. I convenuti chiedevano in via riconvenzionale la costituzione di una servitù coattiva, domanda respinta in primo grado perché il loro fondo non era intercluso. In appello, modificavano la domanda chiedendo un ampliamento servitù. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha dichiarato inammissibile il ricorso, stabilendo che la modifica della domanda in appello, basata su presupposti di fatto e di diritto diversi, non è consentita.
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Retratto agrario: la prova e il litisconsorzio
Un caso di retratto agrario giunge in Cassazione. La Corte d'Appello aveva negato il diritto per insufficienza di prova sulla mancata vendita di fondi nel biennio precedente. La Suprema Corte, tuttavia, non decide nel merito ma emette un'ordinanza interlocutoria, rilevando un vizio di procedura: la mancata notifica del ricorso a tutte le parti necessarie (litisconsorzio necessario). Di conseguenza, ordina la rinnovazione della notifica per garantire l'integrità del contraddittorio prima di procedere all'esame del caso.
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Ineleggibilità avvocati: poteri commissione elettorale
Un'ordinanza interlocutoria delle Sezioni Unite della Cassazione affronta il tema dell'ineleggibilità degli avvocati nelle elezioni forensi. Il caso riguarda la decisione di una commissione elettorale di dichiarare ineleggibili alcuni candidati dopo la conclusione delle votazioni. Il Consiglio Nazionale Forense aveva annullato tale delibera. La Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza della questione sui poteri della commissione elettorale post-voto, ha rigettato le istanze di sospensione e ha rinviato la causa a una pubblica udienza per la decisione nel merito.
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Inquadramento dirigenti sanitari: la Cassazione decide
Un gruppo di manager sanitari, trasferiti dal Servizio Sanitario Nazionale al Ministero della Salute, ha contestato il proprio inquadramento professionale, ritenendolo una demotivazione. Essi sostenevano che il loro ruolo precedente fosse equivalente a quello dei dirigenti di seconda fascia del Ministero. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, in caso di trasferimento tra amministrazioni pubbliche, il dipendente è soggetto al quadro normativo e contrattuale dell'ente ricevente. La Corte ha sottolineato che la posizione di dirigente di seconda fascia richiede il superamento di uno specifico concorso pubblico, che gli appellanti non avevano sostenuto, legittimando così il loro specifico inquadramento dirigenti sanitari.
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Commissione elettorale avvocati: poteri e limiti
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il caso di elezioni di un Ordine Forense annullate dal Consiglio Nazionale Forense per conflitti di interesse. La Corte non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza, sollevando una questione di diritto fondamentale: può una commissione elettorale avvocati deliberare sull'ineleggibilità di un candidato dopo la conclusione del voto? La futura sentenza avrà un impatto decisivo sulle procedure elettorali professionali.
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Deposito telematico fascicolo: la Cassazione decide
Un contribuente si è visto rigettare l'appello perché il giudice credeva non avesse ridepositato il proprio fascicolo. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, provando che il deposito telematico del fascicolo era avvenuto correttamente. La causa è stata rinviata al Tribunale per una nuova valutazione basata su un palese errore di percezione del giudice.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Una società di servizi idrici, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza che la condannava a rimborsare somme per la depurazione delle acque, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, condannando la società al pagamento delle spese legali a favore della controparte costituitasi. L'ordinanza chiarisce un punto fondamentale: la rinuncia al ricorso non comporta il raddoppio del contributo unificato, misura sanzionatoria prevista solo per i casi di rigetto o inammissibilità dell'impugnazione.
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Prescrizione polizza vita: la Cassazione decide rinvio
In un caso riguardante la riscossione di una polizza vita, negata da una compagnia assicurativa per decorrenza dei termini, la Corte di Cassazione emette un'ordinanza interlocutoria. A seguito di una sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale (n. 32/2024) che ha dichiarato illegittima la prescrizione polizza vita biennale, ripristinando quella decennale, la Suprema Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo per permettere alle parti di discutere alla luce del nuovo quadro normativo, senza decidere nel merito.
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Usucapione comproprietario: quando è esclusa la prova
Una comproprietaria costruisce su un cortile comune e rivendica la proprietà esclusiva tramite usucapione del comproprietario. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, confermando l'ordine di demolizione. La Corte chiarisce che, affinché l'usucapione tra comproprietari sia valida, il possesso deve essere esclusivo e palesemente incompatibile con i diritti degli altri, impedendo loro l'uso del bene. La semplice costruzione su una porzione di cortile, lasciando accessibile il resto, non soddisfa questo requisito.
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Competenza tabellare: rinvio tra sezioni in Cassazione
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha affrontato una questione di competenza tabellare. La Terza Sezione Civile, investita di un ricorso, ha rilevato che le tematiche sollevate appartenevano alla competenza della Prima Sezione Civile. Di conseguenza, ha disposto il rinvio del caso a nuovo ruolo e la sua trasmissione alla sezione specializzata per la trattazione, senza entrare nel merito della controversia.
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Azione revocatoria: onere della prova sul debitore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 7121/2024, ha affrontato un caso di azione revocatoria su una compravendita immobiliare tra coniugi. I creditori avevano impugnato l'atto, ritenendolo lesivo delle loro ragioni. La Corte ha stabilito che, in un'azione revocatoria, l'onere di provare che la vendita era l'unico mezzo per estinguere debiti scaduti grava sul debitore. Non avendo fornito prove sufficienti, il ricorso del debitore è stato respinto e la vendita è stata dichiarata inefficace nei confronti dei creditori.
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Giudicato amministrativo sfavorevole: no risarcimento
Una dirigente pubblica, dopo aver ottenuto sentenze favorevoli dal TAR per un incarico, non eseguite dall'Amministrazione, aveva avviato una causa per risarcimento danni. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha successivamente annullato tali sentenze. La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, stabilisce che il giudicato amministrativo sfavorevole finale elimina la base della pretesa risarcitoria, poiché fa venire meno l'elemento del 'danno ingiusto'. Di conseguenza, la domanda di risarcimento è stata respinta.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
Una società di servizi idrici, dopo aver presentato ricorso in Cassazione, vi rinuncia. La Suprema Corte dichiara estinto il giudizio e chiarisce un importante principio: in caso di rinuncia al ricorso, la parte ricorrente deve rimborsare le spese legali alla controparte costituitasi, ma non è tenuta al versamento del raddoppio del contributo unificato, in quanto tale misura sanzionatoria non si applica a questa fattispecie.
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Ritardo cancellazione ipoteca: onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7118/2024, ha stabilito che in caso di richiesta di risarcimento danni per ritardo cancellazione ipoteca, spetta al debitore dimostrare il momento esatto in cui ha richiesto il consenso alla banca. In assenza di tale prova, non è possibile addebitare alla banca un ritardo colpevole. La vicenda riguarda dei garanti ipotecari che, dopo aver estinto un debito, non sono riusciti a vendere l'immobile a causa del presunto ritardo della banca nel fornire il consenso alla cancellazione, perdendo così la caparra e subendo un danno. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando la decisione d'appello che negava il risarcimento per difetto di prova.
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Onere della prova in appello: chi produce i documenti?
Una società ottiene un'ingiunzione di pagamento per un abbonamento non pagato. Il cliente si oppone e, in appello, il Tribunale gli dà ragione perché la società non ha ri-depositato il contratto. La Cassazione ribalta la decisione, chiarendo che l'onere della prova in appello grava sull'appellante, che deve fornire tutti gli elementi a sostegno della sua impugnazione, inclusi i documenti già prodotti in primo grado dalla controparte.
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