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Giurisprudenza Civile

Tardività appello: ricorso non autosufficiente

Un lavoratore si è visto dichiarare inammissibile il ricorso in Cassazione contro la sua esclusione da un progetto lavorativo. La Corte ha confermato la decisione di tardività dell’appello, sottolineando che il ricorrente non ha rispettato il principio di autosufficienza, non avendo fornito le prove documentali necessarie a dimostrare un presunto errore del sistema telematico di deposito atti.

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Sopravvenuta carenza di interesse: ricorso inammissibile

Una società propone ricorso in Cassazione contro avvisi di pagamento, sostenendo la mancata notifica delle cartelle esattoriali. Durante il giudizio, le cartelle sottostanti vengono annullate da altre sentenze. La Corte di Cassazione, pur rilevando la tardività della documentazione prodotta dalla società, interpreta la sua istanza come una manifestazione di sopravvenuta carenza di interesse e dichiara il ricorso inammissibile, compensando le spese.

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Contribuzione società dilettantistica: i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6263/2025, affronta il tema della contribuzione per società dilettantistica. Viene respinto il ricorso di un’associazione sportiva sulla qualificazione di alcuni rapporti come subordinati, ma accolto quello dell’ente previdenziale. La Corte chiarisce che l’esenzione fiscale per i compensi sportivi non si applica automaticamente ai contributi se l’attività degli istruttori ha carattere professionale, richiedendo una valutazione nel merito che la Corte d’Appello aveva omesso.

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Demansionamento pubblico impiego: quando è legittimo?

Un dipendente pubblico, assunto come “Assistente”, ha citato in giudizio il Ministero per demansionamento, sostenendo di svolgere esclusivamente compiti di un “Operatore” di livello inferiore. La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei gradi precedenti, stabilendo che non si configura demansionamento nel pubblico impiego se le mansioni assegnate, sebbene più semplici, rientrano nella stessa area funzionale definita dal contratto collettivo. Tale assegnazione rappresenta un legittimo esercizio dello ius variandi del datore di lavoro pubblico.

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Tempo vestizione: onere della prova e retribuzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’infermiera che chiedeva la retribuzione per il cosiddetto ‘tempo vestizione’. La decisione conferma che l’onere della prova spetta al lavoratore, il quale deve dimostrare che il tempo per indossare la divisa sia impiegato al di fuori dell’orario di lavoro per disposizioni aziendali. In questo caso, le prove documentali, come i cartellini marcatempo, non supportavano la tesi della lavoratrice, mostrando anzi una notevole flessibilità oraria.

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Giudicato interno e spese legali: la Cassazione rinvia

Un contribuente impugna un estratto di ruolo per prescrizione, vincendo in primo grado. Appella poi la sola decisione sulle spese legali. In Cassazione, emerge una questione cruciale: l’eventuale inammissibilità originaria dell’azione. La Corte si interroga sulla formazione del giudicato interno su tale punto, mai esaminato prima. Rilevando che la questione è già pendente dinanzi alle Sezioni Unite, la Corte sospende il procedimento in attesa della loro decisione, evidenziando la complessità del concetto di giudicato interno.

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Perdita di chance: quando è risarcibile? La Cassazione

Una pubblica amministrazione era stata condannata dalla Corte d’Appello a risarcire una dipendente per perdita di chance, avendola esclusa da una selezione per ruoli dirigenziali. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo due principi chiave: in primo luogo, non si può lamentare l’esclusione da una procedura per cui mancano i requisiti fondamentali di partecipazione (in questo caso, la qualifica dirigenziale); in secondo luogo, il diritto al risarcimento per perdita di chance sorge solo in presenza di una concreta ed elevata probabilità di successo, non di una mera possibilità.

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Rinnovazione ipoteca: chi paga se scade il termine?

Una società di servizi finanziari ha omesso di effettuare la rinnovazione di un’ipoteca per conto di una società immobiliare sua cliente, causando l’estinzione della garanzia. La Corte di Cassazione ha confermato la piena responsabilità della società mandataria, condannandola al risarcimento del danno, quantificato nell’intero valore del credito perso. È stato respinto l’argomento secondo cui l’Agenzia delle Entrate avesse un obbligo di procedere d’ufficio alla rinnovazione ipoteca.

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Comando dipendente pubblico: nessun risarcimento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6279/2025, ha stabilito che la posizione di un dipendente pubblico in comando presso un’altra amministrazione costituisce un interesse legittimo e non un diritto soggettivo. Di conseguenza, la revoca anticipata dell’incarico da parte dell’ente di destinazione non dà diritto al lavoratore di ottenere un risarcimento del danno. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva invece riconosciuto tale diritto, riaffermando che l’interesse primario tutelato è quello dell’ente di destinazione al buon andamento della propria organizzazione.

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Provvigione mediatore non iscritto: diritto negato

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione che nega il diritto alla provvigione a un professionista per un’intermediazione immobiliare, in quanto non iscritto all’apposito albo. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di iscrizione non è in contrasto con il diritto europeo e non può essere aggirato definendo l’attività come un semplice mandato. La mancanza di tale requisito comporta la nullità del contratto e la perdita di qualsiasi diritto al compenso, confermando la solidità del principio di legalità per la professione di mediatore.

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Retribuzione ferie: sì alle indennità accessorie

Un macchinista ha citato in giudizio la sua azienda, una società di trasporti ferroviari, per ottenere l’inclusione di due indennità (di utilizzazione professionale e di assenza dalla residenza) nel calcolo della sua retribuzione ferie. Dopo una decisione sfavorevole in appello, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore. Sulla base del diritto dell’Unione Europea, la Corte ha stabilito che qualsiasi elemento della retribuzione intrinsecamente collegato alle mansioni svolte, la cui mancata corresponsione potrebbe dissuadere dal godere delle ferie, deve essere incluso nella paga feriale. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Contratto autonomo di garanzia: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni garanti che contestavano la qualificazione del loro impegno come contratto autonomo di garanzia anziché come fideiussione. L’ordinanza chiarisce che la reinterpretazione del contratto è una questione di fatto non ammissibile in sede di legittimità, condannando i ricorrenti al pagamento di sanzioni per lite temeraria.

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Ricorso inammissibile: requisiti di specificità

Un garante ha presentato ricorso in Cassazione contro una società di leasing per una fideiussione legata a contratti non pagati. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla violazione del principio di autosufficienza: il ricorrente non ha adeguatamente riportato nel suo atto gli elementi e i documenti essenziali, come i contratti di fideiussione, impedendo alla Corte di valutare le censure. L’esito sottolinea l’impossibilità per la Cassazione di riesaminare i fatti del caso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese legali.

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Conguaglio servizio idrico: rinvio alle Sezioni Unite

Una società di gestione idrica ha impugnato in Cassazione la sentenza di un tribunale che aveva dichiarato illegittime le somme richieste a un’utenza commerciale a titolo di partite pregresse. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso. La ragione risiede nel fatto che le questioni di diritto relative al conguaglio servizio idrico sono già state rimesse alle Sezioni Unite per una pronuncia definitiva. Pertanto, la Corte ha rinviato la causa a nuovo ruolo, in attesa del verdetto delle Sezioni Unite per garantire uniformità giurisprudenziale.

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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione tra un errore di fatto revocatorio e un errore di giudizio. Il caso nasce da una controversia tra un avvocato e un medico legale, in cui l’avvocato, dopo aver perso in tutti i gradi di giudizio, ha tentato la revocazione sostenendo che la Corte non avesse letto correttamente i suoi atti. La Corte ha stabilito che la presunta omessa lettura di documenti processuali non costituisce un errore di fatto, bensì una critica all’attività valutativa del giudice, e come tale non può fondare una richiesta di revocazione.

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Prescrizione del credito pignorato: le regole

La Corte di Cassazione chiarisce le regole sulla prescrizione del credito pignorato. In un caso riguardante la liquidazione della quota di un socio escluso, pignorata da suoi creditori, la Corte ha stabilito che la notifica dell’atto di pignoramento interrompe la prescrizione. Successivamente, l’avvio del giudizio di accertamento dell’obbligo del terzo crea un’interruzione permanente fino alla sentenza definitiva. La Corte ha quindi respinto il ricorso della società, confermando che il diritto di credito non era prescritto.

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Appalto a corpo: niente extra per più rifiuti

Una società in fallimento, che gestiva la raccolta rifiuti per un comune, ha richiesto un compenso extra per aver gestito una quantità di rifiuti superiore a quella prevista. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d’appello, ha stabilito che in un contratto di appalto a corpo, le quantità indicate come meramente indicative non modificano il prezzo fisso pattuito. La richiesta di un corrispettivo maggiore basata sull’aumento del lavoro è stata respinta, chiarendo che il prezzo rimane invariato.

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Contratti bancari: Cassazione su usura e anatocismo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due fideiussori contro una banca, confermando la validità dei contratti bancari in questione. L’ordinanza chiarisce principi fondamentali in materia di usura, anatocismo e onere della prova. La Corte ha stabilito che la verifica del superamento del tasso soglia va effettuata separatamente per gli interessi corrispettivi e moratori, senza sommarli. Ha inoltre ribadito che la richiesta di esibizione documentale in giudizio è subordinata a una preventiva richiesta stragiudiziale alla banca, come previsto dal Testo Unico Bancario. Infine, ha dichiarato inammissibili le censure basate su questioni non sollevate nei precedenti gradi di giudizio o su valutazioni di merito non sindacabili in sede di legittimità.

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Debiti fuori bilancio: nullità dell'accordo transattivo

Un consorzio industriale ha citato in giudizio un comune per ottenere il pagamento di somme dovute in base a un accordo transattivo relativo a servizi pregressi. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità dell’accordo, in quanto riguardava debiti fuori bilancio e non era stato approvato dal Consiglio Comunale, unico organo competente in materia, ma solo dalla Giunta. La mancanza della delibera consiliare e della relativa copertura finanziaria ha reso l’atto insanabilmente nullo.

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Licenziamento illegittimo: si applica l'art. 18

La Corte di Cassazione ha stabilito che se la comunicazione di fine rapporto di un contratto a progetto, poi convertito in tempo indeterminato, viene qualificata come un vero e proprio atto di recesso, si configura un licenziamento illegittimo. In questo caso, al lavoratore spetta la tutela reale della reintegrazione nel posto di lavoro prevista dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, e non la mera indennità economica prevista per la conversione dei contratti a termine. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che, pur riconoscendo la natura di licenziamento dell’atto, aveva erroneamente applicato la sanzione meno favorevole per il dipendente.

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