LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?
Una società propone ricorso in Cassazione ma successivamente vi rinuncia. Le controparti non accettano la rinuncia, insistendo per il pagamento delle spese. La Corte Suprema, pur dichiarando estinto il giudizio a seguito della rinuncia al ricorso, condanna la società rinunciante a pagare tutte le spese legali del procedimento, applicando il principio secondo cui la mancata accettazione comporta l'addebito dei costi.
Continua »
Calcolo TFR: quali voci includere? La Cassazione chiarisce
Due ex dipendenti di un ente ospedaliero hanno contestato il calcolo del TFR, sostenendo la mancata inclusione di alcune indennità. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7590/2024, ha rigettato il ricorso, fornendo importanti chiarimenti sulla base di computo del trattamento di fine rapporto. L'analisi si è concentrata sulla natura dell'indennità integrativa speciale e sui limiti procedurali per le nuove contestazioni in appello, offrendo una guida precisa per il corretto calcolo TFR.
Continua »
Espromissione nulla: no al credito nel fallimento
Un professionista chiede l'ammissione al passivo fallimentare di un suo credito, basato su un accordo di espromissione. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando la nullità dell'accordo a causa di una condizione meramente potestativa, come già stabilito da una precedente sentenza passata in giudicato. Viene inoltre respinta la domanda subordinata per ingiustificato arricchimento, in quanto non esperibile quando la pretesa contrattuale principale è rigettata per nullità del titolo.
Continua »
Prescrizione crediti INPS: 5 o 10 anni?
Una società si opponeva a un'iscrizione ipotecaria per crediti previdenziali, sostenendone l'avvenuta prescrizione quinquennale. La Corte di Cassazione, pur rigettando il ricorso dell'Agente di riscossione per motivi specifici, ha ribadito un principio fondamentale sulla prescrizione crediti INPS: se la cartella di pagamento non viene impugnata nei termini, il diritto alla riscossione si prescrive nel termine ordinario di dieci anni e non più in quello breve di cinque.
Continua »
Opposizione stato passivo: termini per i documenti
Un professionista ha presentato opposizione allo stato passivo di un consorzio in liquidazione per vedersi riconoscere un credito. La sua domanda è stata rigettata in primo grado e la Corte di Cassazione ha confermato la decisione. L'ordinanza sottolinea un principio fondamentale: nell'opposizione allo stato passivo, i documenti a sostegno della domanda devono essere depositati contestualmente al ricorso introduttivo, a pena di inammissibilità. La produzione successiva di prove documentali non è consentita, neanche per replicare alle difese della procedura.
Continua »
Danno da occupazione illegittima: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7553/2024, ha affrontato il caso di un danno da occupazione illegittima di un immobile. Una curatela fallimentare contestava la condanna al risarcimento in favore della proprietaria dell'immobile, occupato da beni mobili del soggetto fallito dopo la risoluzione del contratto di locazione. La Corte ha rigettato il ricorso, qualificando la responsabilità come extracontrattuale e non contrattuale. Ha inoltre stabilito che, per ottenere il risarcimento, il proprietario deve allegare la concreta possibilità di sfruttamento economico del bene persa a causa dell'occupazione, non essendo sufficiente la mera indisponibilità. Il valore locativo del bene è stato ritenuto un criterio valido per la liquidazione del danno.
Continua »
Privilegio associazione professionale: la Cassazione
Un'associazione professionale ha richiesto il riconoscimento del privilegio per un credito derivante da un incarico di progettazione nell'ambito del fallimento di una S.p.A. Il tribunale di primo grado aveva negato il privilegio, ammettendo il credito solo in via chirografaria. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che il privilegio per associazione professionale spetta se si fornisce la prova rigorosa che la prestazione sia stata svolta personalmente e prevalentemente da un professionista specifico, anche se il rapporto è formalmente intestato all'associazione. La Corte ha cassato il decreto per motivazione contraddittoria e ha rinviato la causa al tribunale per una nuova valutazione.
Continua »
Consegna anticipata immobile: quando è risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7548/2024, ha stabilito che la consegna anticipata di un immobile, prevista in un contratto preliminare, non autorizza il promissario acquirente a un'occupazione illimitata. Se l'acquirente prolunga la detenzione oltre lo scopo pattuito (es. verifiche), contestando vizi solo alla scadenza del termine per il rogito, tale condotta è abusiva e fonte di risarcimento del danno per occupazione senza titolo, anche se ottiene una riduzione del prezzo per i vizi stessi.
Continua »
Prove in appello: limiti e inammissibilità
In una causa nata per l'installazione di un citofono, la Cassazione conferma la decisione di merito. Il caso diventa l'occasione per ribadire i rigidi limiti alla produzione di nuove prove in appello, specialmente dopo la riforma del 2012. La Corte sottolinea che non è sufficiente che la prova sia 'indispensabile', ma occorre dimostrare l'impossibilità di produrla prima per causa non imputabile. L'appello viene quindi rigettato, consolidando un'interpretazione restrittiva delle norme procedurali.
Continua »
Probatio diabolica: prova attenuata con dante causa
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7539/2024, chiarisce un importante principio in materia di prova della proprietà. In un'azione di rivendicazione, la rigorosa "probatio diabolica" a carico di chi agisce è attenuata se entrambe le parti derivano il loro titolo da un dante causa comune. In questo caso, il rivendicante deve solo provare la validità del proprio titolo di acquisto e di quello dei suoi predecessori fino al comune autore, senza dover risalire a un acquisto a titolo originario. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva erroneamente richiesto la prova piena, riaffermando un principio consolidato. Ha inoltre rigettato il ricorso incidentale volto a far riconoscere un vincolo pertinenziale non chiaramente stabilito.
Continua »
Interventore adesivo dipendente: quando può impugnare?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società di riscossione, intervenuta nel giudizio come interventore adesivo dipendente. La Corte chiarisce che l'interventore non ha un'autonoma legittimazione a impugnare la sentenza se la parte principale, in questo caso l'ente impositore, non ha presentato a sua volta impugnazione, prestando così acquiescenza alla decisione.
Continua »
Usucapione interruzione: azione amministrativa e termini
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza una causa sulla questione dell'usucapione interruzione. Il caso riguarda la possibilità che una domanda di demolizione di un'opera abusiva, presentata al giudice amministrativo, possa interrompere il termine necessario per acquisire un diritto per usucapione. Riconoscendo la complessità e la rilevanza della questione, i giudici hanno ritenuto opportuno un approfondimento in pubblica udienza prima di emettere una decisione finale.
Continua »
Prova del credito: onere probatorio del professionista
Un ex amministratore di una società in amministrazione straordinaria ha chiesto di essere ammesso al passivo per compensi professionali. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione del tribunale. La corte ha ribadito che la prova del credito spetta interamente al creditore, che deve dimostrare non solo il titolo dell'incarico, ma anche l'effettivo svolgimento delle prestazioni e il diritto al compenso, specialmente quando l'incarico è conferito a sé stesso. La valutazione delle prove da parte del giudice di merito è insindacabile in Cassazione se non per vizi specifici.
Continua »
Prezzo appalto: la fattura non basta a provarlo
Un appaltatore ha visto respinto il suo ricorso per il pagamento integrale di lavori edili. La Corte di Cassazione ha confermato che la sola fattura emessa non è sufficiente a dimostrare il prezzo appalto concordato. In assenza di un accordo provato, è corretto determinare il compenso utilizzando i prezzari regionali come riferimento, garantendo un prezzo congruo. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale dell'appaltatore sia quello incidentale del committente, stabilendo principi chiari sulla prova del credito e sulla liquidazione delle spese legali.
Continua »
Privilegio professionista: sì allo studio associato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7531/2024, ha stabilito che un credito vantato da uno studio professionale associato può godere del privilegio professionista in un fallimento. È necessario, però, fornire una prova rigorosa che la prestazione sia stata svolta in modo personale e prevalente da un singolo associato. La Corte ha cassato la decisione del tribunale di merito che aveva negato il privilegio basandosi su una motivazione apparente e senza valutare adeguatamente le prove fornite, rinviando il caso per un nuovo esame.
Continua »
Giudicato esterno: quando una causa è già decisa?
Un proprietario di un appartamento ha intentato una seconda causa per la rimozione di un pluviale condominiale dal proprio balcone, dopo che una prima azione era stata respinta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, applicando il principio del giudicato esterno, poiché il nucleo fondamentale della controversia era già stato deciso in modo definitivo nel precedente giudizio, rendendo irrilevante la diversa qualificazione giuridica della nuova domanda.
Continua »
Eccezione di pagamento: quando va sollevata?
Un ente di assistenza si oppone a un decreto ingiuntivo per fatture non pagate a un'agenzia di somministrazione. La controversia si concentra sulla tardività dell'eccezione di pagamento. La Corte di Cassazione chiarisce che l'eccezione di pagamento, essendo 'in senso stretto', deve essere formulata nel primo atto difensivo, ovvero l'atto di opposizione, e non può essere introdotta successivamente. La Corte ha quindi respinto il ricorso del debitore confermando la decisione d'appello che aveva ritenuto inammissibile la richiesta di scomputare somme non eccepita tempestivamente.
Continua »
Prelazione agraria: termini per il pagamento del prezzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7524/2024, ha ribadito la rigida distinzione tra i termini per il pagamento del prezzo in caso di esercizio della prelazione agraria e quelli previsti per il riscatto. Il mancato versamento del prezzo entro il termine di legge comporta la decadenza dal diritto, senza possibilità di invocare normative più favorevoli o accordi non formalizzati. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di due agricoltori che, pur avendo manifestato l'intenzione di esercitare la prelazione, non avevano provveduto al pagamento, perdendo così definitivamente il diritto.
Continua »
Improcedibilità del ricorso: l’onere della prova
Un ente pubblico ha impugnato una sentenza d'appello relativa a un contratto di locazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso perché l'ente non ha depositato la prova della notifica della sentenza impugnata, un onere fondamentale per dimostrare la tempestività dell'appello. La decisione sottolinea il rigore delle norme procedurali, che prevalgono sul merito della controversia.
Continua »
Omessa pronuncia del giudice: il caso in Cassazione
Un professionista si oppone allo stato passivo di un fallimento per due distinti crediti. Il Tribunale si pronuncia solo su uno, ignorando l'altro. La Cassazione rileva l'errore di omessa pronuncia, cassa il decreto e rinvia il caso per un nuovo esame che valuti entrambe le domande.
Continua »