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Giurisprudenza Civile

Informazione privilegiata: la prova per presunzioni
La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione per abuso di informazione privilegiata, stabilendo che la prova dell'illecito può essere raggiunta anche attraverso un solido quadro di presunzioni. Nel caso di specie, un investitore aveva acquistato azioni di una società target poco prima dell'annuncio pubblico di un'acquisizione, dopo aver avuto contatti con una figura chiave dell'operazione. La Corte ha ritenuto che la coincidenza temporale, la natura dell'investimento e i rapporti tra le parti costituissero elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, sufficienti a fondare la condanna, respingendo il ricorso dell'investitore.
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Giudicato e ius superveniens: la legge non cambia
La Corte di Cassazione ha stabilito che una nuova legge (ius superveniens) non può modificare la natura di un diritto già accertato con sentenza passata in giudicato. Nel caso specifico, una società era stata condannata al pagamento di 'retribuzioni'. In fase di quantificazione, non ha potuto invocare una legge successiva che prevedeva un'indennità risarcitoria forfettaria, poiché il giudicato aveva già cristallizzato la natura retributiva del credito, vincolando il giudice della quantificazione. La discussione verte sul delicato equilibrio tra giudicato e ius superveniens.
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Indennità dipendenti pubblici in emergenza: la Cassazione
Un dipendente pubblico, temporaneamente assegnato a un commissariato per un'emergenza ambientale, ha richiesto l'indennità di amministrazione prevista per il personale della Presidenza del Consiglio. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto il caso di particolare rilevanza, rinviando la decisione a una pubblica udienza per approfondire due questioni chiave: quale contratto collettivo si applica in questi casi e chi sia il soggetto corretto da citare in giudizio (legittimazione passiva).
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Retribuzione ferie: calcolo e indennità variabili
Una società di trasporti ha impugnato una sentenza che includeva diverse indennità variabili nel calcolo della retribuzione durante le ferie dei suoi dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la retribuzione ferie deve comprendere qualsiasi compenso collegato all'esecuzione delle mansioni, per non scoraggiare il godimento delle ferie, in linea con il diritto europeo. La Corte ha inoltre respinto le eccezioni sulla prescrizione dei crediti.
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Riqualificazione rapporto di lavoro: no indennizzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1134/2024, ha confermato un importante principio in tema di riqualificazione rapporto di lavoro. Il caso riguardava un collaboratore di un'emittente radiotelevisiva il cui contratto, formalmente autonomo, è stato dichiarato di natura subordinata. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'azienda, stabilendo che l'indennizzo forfettizzato previsto dall'art. 32 della L. 183/2010 non si applica in questi casi, poiché l'uso fraudolento di una collaborazione autonoma è considerato più grave della semplice apposizione di un termine illegittimo a un contratto di lavoro subordinato.
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Norme tecniche di attuazione: prevalenza sul grafico
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia edilizia, le norme tecniche di attuazione scritte di un piano urbanistico prevalgono sulle indicazioni grafiche contenute nelle tavole planovolumetriche, specialmente se una clausola del piano stesso stabilisce tale gerarchia. Il caso riguardava una società costruttrice che aveva edificato un immobile superando l'altezza massima consentita dalle norme scritte, basandosi su un disegno che sembrava permetterlo. La Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la sua condanna al risarcimento del danno per la violazione delle altezze massime.
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Retribuzione pausa pranzo: la decisione della Cassazione
Alcuni lavoratori hanno ottenuto il diritto al compenso per il prolungamento dell'orario di lavoro di 30 minuti, corrispondente a una pausa pranzo non goduta. L'azienda ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la valutazione dei fatti del giudice di merito. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione precedente, poiché il ricorso mirava a un riesame del merito e non a una violazione di legge. Viene così consolidato il principio sulla retribuzione pausa pranzo quando questa non viene effettivamente fruita.
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Divisore 173: si applica anche ai lavoratori turnisti?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1132/2024, ha stabilito che il divisore 173, previsto dal CCNL per calcolare la retribuzione oraria, si applica a tutti i lavoratori, inclusi i turnisti con un orario mensile inferiore a 173 ore. Un'azienda ceramica aveva impugnato la decisione della Corte d'Appello che la condannava a pagare le differenze retributive a una lavoratrice turnista, sostenendo che il divisore dovesse essere riproporzionato. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, affermando che il divisore 173 è un parametro convenzionale generalizzato, volto a garantire la 'mensilizzazione' dello stipendio e a compensare la maggiore gravosità del lavoro a turni.
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Interesse ad agire: quando un’azione è ammissibile
Un uomo intenta una causa per accertare una presunta frode su assegni familiari commessa da un'altra persona. Le corti, fino alla Cassazione, respingono la sua richiesta per mancanza di un concreto e attuale interesse ad agire, sottolineando che tale requisito è indispensabile per poter procedere con un giudizio e serve a evitare azioni legali meramente ipotetiche o esplorative.
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Subappalto: quando il committente non è responsabile?
In un caso di subappalto, la Corte di Cassazione ha negato il diritto di un subappaltatore a essere pagato direttamente dal committente, in assenza di un contratto diretto tra loro. L'ordinanza chiarisce che l'onere di provare tale contratto spetta al subappaltatore e che la responsabilità solidale del committente, prevista per i crediti dei lavoratori, non si estende ai corrispettivi commerciali tra imprese.
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Onere della prova appalto: chi deve provare i fatti?
Un'impresa edile richiedeva il saldo per lavori di ristrutturazione. Il committente si opponeva, contestando vizi e sostenendo che il ponteggio non fosse stato fornito dall'impresa. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, ha chiarito l'onere della prova appalto: se un'opera (il ponteggio) è indispensabile per i lavori, spetta al committente, che nega il pagamento, dimostrare che sia stata fornita da un soggetto terzo e non dall'appaltatore.
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Correzione errore materiale: quando è ammessa?
La Corte di Cassazione interviene per correggere una propria precedente ordinanza, stabilendo che l'omessa pronuncia sulla distrazione delle spese legali in favore dell'avvocato antistatario costituisce un errore materiale correggibile. La richiesta di correzione è stata accolta in quanto la distrazione delle spese, se ritualmente richiesta, è un atto dovuto dal giudice. La Corte ha invece respinto la richiesta di liquidare ulteriori compensi per una fase cautelare, non rientrando tale valutazione nella procedura di correzione errore materiale.
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Simulazione vendita: prova e diritti degli eredi
In una causa di divisione ereditaria, gli eredi contestavano una vendita di quote societarie tra il padre defunto e un fratello, sostenendo fosse una donazione mascherata. La Cassazione ha confermato che si trattava di una simulazione vendita, chiarendo un punto cruciale: gli eredi che agiscono per tutelare la propria quota di legittima sono considerati 'terzi' e possono quindi provare la simulazione con ogni mezzo, inclusi testimoni e presunzioni, senza i limiti previsti per le parti contrattuali. La Corte ha però annullato la sentenza per un errore di calcolo nel conguaglio divisionale, rinviando il caso alla Corte d'Appello per la correzione.
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Donazione remuneratoria: quando è revocabile?
Il caso analizza una richiesta di revoca di una donazione per ingratitudine. I giudici di merito avevano qualificato l'atto come donazione remuneratoria, e quindi irrevocabile. La Corte di Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso, ha cassato la sentenza, precisando i rigorosi criteri necessari per provare la natura remuneratoria di una donazione, che non può basarsi su generici rapporti di amicizia ma deve fondarsi su uno specifico e determinante sentimento di riconoscenza per i servizi resi.
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Provvedimento cautelare autonomo: la guida completa
Un condominio ottiene un provvedimento d'urgenza contro un usufruttuario per delle infiltrazioni. L'usufruttuario si oppone lamentando un vizio di notifica dell'atto iniziale. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, stabilendo che il provvedimento cautelare autonomo è un procedimento distinto e indipendente dal successivo giudizio di merito. Di conseguenza, un vizio procedurale nella fase cautelare non inficia la validità della successiva sentenza di merito, che si fonda su un'autonoma domanda e su un pieno contraddittorio.
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Interruzione usucapione: solo il titolare può agire
Una coppia avviava una causa per ottenere la proprietà di alcuni immobili per usucapione. I proprietari si opponevano, sostenendo che il possesso era stato interrotto da una precedente azione legale di rivendica, sebbene promossa da terzi e successivamente rigettata. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1118/2024, ha stabilito che l'interruzione usucapione è efficace solo se l'azione giudiziale proviene dal vero titolare del diritto e non da un terzo estraneo. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello e rinviato la causa per un nuovo esame.
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Usucapione fondo agricolo: coltivare non basta
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito che la mera coltivazione di un terreno non è sufficiente a dimostrare il possesso necessario per l'usucapione fondo agricolo. I giudici hanno annullato la decisione di merito che aveva riconosciuto la proprietà a chi semplicemente coltivava il fondo, chiarendo che sono necessari atti inequivocabili di possesso "uti dominus", come la recinzione del terreno, che manifestino l'intenzione di escludere il proprietario. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Servitù di passaggio: quando il permesso non è diritto
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni proprietari che rivendicavano una servitù di passaggio su un fondo vicino. La Corte ha stabilito che il passaggio, avvenuto per decenni, si basava su un mero permesso di cortesia concesso al precedente affittuario e non su un possesso utile all'usucapione. È stata inoltre confermata la condanna dei ricorrenti per lite temeraria, avendo insistito in pretese infondate pur essendo a conoscenza della natura provvisoria del permesso.
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Inquadramento lavorativo: prevale il Regolamento?
Un dipendente ha richiesto un superiore inquadramento lavorativo. La controversia verteva sulla fonte normativa applicabile: il regolamento organico aziendale o il contratto collettivo nazionale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che privilegiava il regolamento aziendale, poiché la sua applicabilità non era stata contestata in giudizio dall'azienda stessa. La Corte ha sottolineato come la classificazione del personale possa essere disciplinata dal regolamento interno, mentre il trattamento economico può rinviare al CCNL. Sono stati rigettati sia il ricorso principale dell'azienda che quello incidentale del lavoratore, evidenziando l'importanza delle allegazioni e del principio di non contestazione nel processo per determinare il corretto inquadramento lavorativo.
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Candidatura con riserva avvocati: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 1113/2024, ha rimesso alla pubblica udienza una questione cruciale sull'eleggibilità degli avvocati nei Consigli dell'Ordine. Il caso riguarda la legittimità di una candidatura con riserva, ovvero la possibilità per una Commissione Elettorale di ammettere provvisoriamente un candidato e decidere sulla sua eleggibilità solo dopo lo scrutinio. Data l'assenza di precedenti specifici e la rilevanza della questione, le Sezioni Unite mirano a una pronuncia con valore di principio.
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