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Giurisprudenza Civile

Esenzione Bolar: limiti per produttori di principi attivi
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18372 del 2024, ha stabilito i limiti di applicazione dell'esenzione Bolar per i produttori di principi attivi farmaceutici. Il caso riguardava due società che producevano e offrivano in vendita un principio attivo ancora coperto da brevetto, sostenendo che tale attività fosse lecita in quanto finalizzata a consentire a terzi di ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio per farmaci generici. La Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che l'esenzione Bolar per un produttore terzo presuppone una richiesta preventiva e specifica da parte del genericista. La produzione e l'offerta proattiva, slegate da una committenza, costituiscono contraffazione di brevetto.
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Infedeltà patrimoniale: confisca e prescrizione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26415/2024, ha confermato la confisca di un immobile oggetto del reato di infedeltà patrimoniale, nonostante l'intervenuta prescrizione. La Corte ha stabilito che, quando l'atto dispositivo dannoso costituisce di per sé il reato ('reato contratto'), il profitto confiscabile è l'intero bene e non un guadagno netto. Viene inoltre ribadito che la confisca diretta, a differenza di quella per equivalente, è una misura con finalità ripristinatoria e può essere disposta anche in caso di estinzione del reato, a patto che la responsabilità sia stata accertata in un precedente grado di giudizio.
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Responsabilità datore di lavoro per infortunio
Un lavoratore subisce l'amputazione di un arto a seguito di un incidente con un muletto in magazzino. Il Tribunale afferma la responsabilità del datore di lavoro ai sensi dell'art. 2049 c.c. per le omissioni del delegato alla sicurezza. La sentenza analizza come il giudicato penale influenzi la causa civile e dettaglia il calcolo del risarcimento, sottraendo gli importi già versati da INAIL e a titolo di provvisionale.
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Caduta scale bagnate: onere della prova del danno
Una donna cade sulle scale condominiali bagnate a causa delle pulizie in corso e cita in giudizio il Condominio per ottenere il risarcimento dei danni. Il Tribunale di Torino ha respinto la domanda, sottolineando che l'attrice non ha adempiuto al proprio onere della prova. Non è stato sufficiente dimostrare la caduta e la presenza di acqua, ma era necessario provare il nesso causale, ovvero che la caduta sia stata provocata specificamente dalla scivolosità del pavimento, con una descrizione dettagliata della dinamica. In assenza di tale prova, la richiesta di risarcimento è stata rigettata.
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Vendita immobile irregolare: chi paga la sanatoria?
Un'azienda acquista un immobile commerciale scoprendo un'irregolarità edilizia. La sentenza analizza la responsabilità del venditore. Il Tribunale riconosce il rimborso dei costi per la sanatoria ma nega il risarcimento per i danni da ritardo, evidenziando il principio di autoresponsabilità dell'acquirente che era a conoscenza del problema. In caso di vendita immobile irregolare, la garanzia del venditore copre i costi per regolarizzare, ma l'accettazione del rischio da parte del compratore può escludere altri danni.
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Cassetta di sicurezza: la detenzione delle chiavi basta?
In una controversia tra coniugi, il Tribunale ha stabilito che la titolarità di una cassetta di sicurezza è provata esclusivamente dal contratto stipulato con la banca, non dalla mera detenzione delle chiavi. Una coniuge si era opposta alla richiesta di restituzione delle chiavi al marito, unico intestatario, invocando il principio 'possesso vale titolo'. L'opposizione è stata respinta perché tale principio non si applica in questo contesto, distinguendo nettamente tra la proprietà della cassetta e quella del suo contenuto.
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Effetto solutorio del pegno: la Cassazione decide
Una società ha fornito un pegno a garanzia di un prestito specifico per un'altra entità. La banca creditrice, dopo aver escusso il pegno, ha utilizzato i fondi per coprire un debito diverso, impedendo al garante di esercitare il suo diritto di surroga. La Corte di Cassazione ha confermato l'"effetto solutorio del pegno", equiparando l'escussione a un pagamento. Di conseguenza, ha annullato la decisione della Corte d'Appello, riaffermando il diritto del garante al risarcimento del danno subito.
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Opposizione all’esecuzione: motivi autonomi e soccombenza
La Corte di Cassazione respinge il ricorso in un caso di opposizione all'esecuzione, chiarendo che ogni motivo di contestazione è autonomo. Anche se un bene specifico risulta impignorabile, il giudice deve esaminare gli altri motivi, come la validità del titolo esecutivo. Questa dinamica può portare a una soccombenza reciproca, con conseguente compensazione delle spese legali.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se mancano i fatti
Un creditore ha presentato un ricorso per cassazione contro la cancellazione di un'ipoteca. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l'atto non conteneva una chiara e completa esposizione dei fatti di causa, requisito fondamentale previsto dal codice di procedura civile. Anche il ricorso incidentale del proprietario dell'immobile è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse, essendo egli risultato pienamente vittorioso nel precedente grado di giudizio.
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Inadempimento locazione: chi ha la colpa?
Un conduttore sospendeva il pagamento del canone a causa di vizi dell'immobile che ne limitavano il godimento. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, stabilendo che l'inadempimento del conduttore (mancato pagamento) era più grave di quello del locatore (aver taciuto i vizi). La sentenza sottolinea come l'autoriduzione del canone debba essere proporzionata e conforme a buona fede, chiarendo la gerarchia delle colpe in un caso di inadempimento locazione reciproco.
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Legittimazione ex amministratore per rimborso IVA
Una società, sebbene cancellata dal registro delle imprese, ha richiesto un rimborso IVA agendo tramite il suo ex legale rappresentante. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sulla legittimazione ex amministratore in questi casi, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Invece di decidere, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per approfondire la questione e risolvere l'incertezza legale.
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Equo indennizzo: il valore della causa è decisivo
La Corte di Cassazione ha stabilito che una società ha diritto all'equo indennizzo per l'eccessiva durata di un processo fallimentare, anche se economicamente solida. La Corte ha rigettato il ricorso del Ministero della Giustizia, chiarendo che un credito di circa 5.230 euro non costituisce una pretesa di valore irrisorio, escludendo così la presunzione di insussistenza del pregiudizio.
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Condizione sospensiva: contratto inefficace?
La Corte di Cassazione ha confermato l'inefficacia di un contratto di compravendita di azioni a causa del mancato avveramento della condizione sospensiva entro il termine pattuito. La Corte ha stabilito che, una volta scaduto il termine, il contratto diventa definitivamente inefficace e il comportamento successivo delle parti non può essere interpretato come una proroga tacita della condizione, a meno che non si configuri un nuovo accordo. È stata inoltre respinta l'applicazione della finzione di avveramento, poiché non è stata provata una condotta colposa della controparte volta a impedire l'evento prima della scadenza.
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Litisconsorzio necessario servitù: la Cassazione dubita
Un erede ricorre in Cassazione contro una sentenza d'Appello che aveva dichiarato la nullità del giudizio di primo grado per mancata integrazione del contraddittorio. Il caso riguarda l'usucapione di una servitù di passaggio su un fondo in comproprietà. La Corte, riscontrando un contrasto giurisprudenziale sulla necessità del litisconsorzio necessario servitù in tali casi, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione più approfondita.
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Prova simulazione assoluta: onere del compratore
Un creditore ha agito in giudizio sostenendo che una vendita immobiliare effettuata dai suoi debitori fosse fittizia. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha stabilito che in un'azione per la prova della simulazione assoluta, spetta all'acquirente dimostrare l'effettivo pagamento del prezzo. La semplice dichiarazione di pagamento nell'atto notarile non è sufficiente a vincere la presunzione di simulazione, specialmente in presenza di altri indizi come un contratto di comodato che lasciava il bene nella disponibilità dei venditori.
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Pagamento creditore apparente: la Cassazione decide
Un'azienda ha pagato il costo di un muro di confine al proprio venditore anziché al vicino che lo ha costruito. La Cassazione ha stabilito che tale pagamento non è liberatorio, escludendo l'ipotesi di pagamento a creditore apparente per mancanza di diligenza da parte del debitore. La Suprema Corte ha inoltre accolto il ricorso sulle spese legali, affermando che la compensazione richiede ragioni gravi ed eccezionali.
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Riunione ricorsi: la Cassazione unisce cause identiche
Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha disposto la riunione di due ricorsi proposti contro la stessa sentenza della Corte d'Appello. La controversia di merito riguarda il risarcimento danni richiesto da un gruppo di medici specializzandi per la tardiva attuazione di direttive comunitarie. La decisione, di natura puramente processuale, si fonda sull'applicazione dell'art. 335 c.p.c., che impone la trattazione congiunta di tutte le impugnazioni relative al medesimo provvedimento per garantire un giudizio coerente.
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Risarcimento specializzandi: Cassazione e prescrizione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18344/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la tardiva attuazione di direttive comunitarie sulla remunerazione. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, secondo cui il diritto al risarcimento specializzandi si prescrive in dieci anni, con decorrenza dal 27 ottobre 1999. I ricorrenti sono stati inoltre condannati per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia.
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Acquisto in buona fede: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che riconosceva la proprietà di due dipinti a un acquirente, nonostante la loro provenienza illecita. La sentenza ribadisce i criteri per l'acquisto in buona fede di beni mobili, sottolineando come la valutazione della diligenza dell'acquirente sia un accertamento di fatto insindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato. La presenza di un intermediario esperto, il pagamento di un prezzo congruo e la notorietà delle opere sono stati considerati elementi sufficienti a escludere la colpa grave dell'acquirente.
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Omessa pronuncia: la Cassazione cassa la sentenza
Un committente cita in giudizio l'appaltatore per vizi in un'opera di ristrutturazione. L'appaltatore, a sua volta, chiama in causa il direttore dei lavori per essere manlevato da ogni condanna. La Corte d'Appello condanna l'appaltatore ma omette di decidere sulla domanda di garanzia. La Corte di Cassazione, rilevando l'errore di omessa pronuncia, cassa la sentenza e rinvia il caso al giudice d'appello per una nuova valutazione che includa la domanda di garanzia.
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