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Giurisprudenza Civile

Appalto non genuino: la Cassazione chiarisce
Un lavoratore, formalmente dipendente di una cooperativa ma operante presso una ASL, ha ottenuto il riconoscimento delle differenze retributive, sostenendo che il contratto fosse un appalto non genuino. Con l'ordinanza 20200/2024, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della ASL, confermando la condanna. Il punto cruciale è stata la dimostrata assenza di un'autonoma organizzazione e di un rischio d'impresa in capo alla cooperativa, elementi essenziali per la validità di qualsiasi appalto, anche quelli "labour intensive".
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Appalto non genuino: quando è illecito? Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'azienda sanitaria pubblica, confermando che il contratto con una cooperativa era un appalto non genuino. Anche negli appalti "labour intensive", è essenziale che l'appaltatore mantenga un'organizzazione autonoma e si assuma il rischio d'impresa, altrimenti si configura una somministrazione illecita di manodopera. L'inammissibilità deriva dal tentativo di far riesaminare i fatti del merito, non consentito in sede di legittimità.
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Sanzione disciplinare: illegittima se la condotta è giustificata
Una società sanitaria ha imposto una sanzione disciplinare di 3 giorni di sospensione a una dipendente per aver nutrito dei gatti al di fuori dell'area designata. La lavoratrice ha dimostrato che la sua azione era finalizzata a catturare una gatta per la sterilizzazione, un compito legato alla sua gestione della colonia felina aziendale. La Corte d'Appello ha confermato la sentenza di primo grado che annullava la sanzione disciplinare, ritenendo la condotta della dipendente giustificata e non punibile, in quanto mirata a un obiettivo legittimo e connesso alle sue mansioni.
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Occupazione appropriativa: risarcimento e responsabilità
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di occupazione appropriativa, in cui un terreno privato è stato irreversibilmente trasformato per la costruzione di alloggi pubblici senza un decreto di esproprio. La Corte ha confermato la responsabilità solidale del Comune e della cooperativa edilizia esecutrice dei lavori, rigettando le loro eccezioni sulla prescrizione e sulla legittimazione attiva degli eredi del proprietario. È stato stabilito che il risarcimento deve coprire l'intero valore venale del bene e non solo un diritto di superficie.
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Assegno ad personam: garantita la retribuzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20197/2024, ha confermato il diritto all'assegno ad personam per i dipendenti pubblici trasferiti tramite mobilità a un'altra amministrazione con un trattamento economico inferiore. La Corte ha stabilito che la riforma introdotta con la legge n. 246/2005 non ha abolito il principio di irriducibilità della retribuzione, ma ha solo chiarito che il nuovo rapporto di lavoro sarà regolato, per il futuro, dalle norme dell'ente di destinazione. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto a un assegno riassorbibile per colmare la differenza retributiva.
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Appalto non genuino: la condanna del committente
Una lavoratrice, formalmente dipendente di una cooperativa ma operante presso un'azienda sanitaria, ha ottenuto il riconoscimento di un appalto non genuino. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna dell'azienda sanitaria al risarcimento del danno, stabilendo che anche in un appalto "leggero" (labour intensive) è indispensabile che l'appaltatore mantenga una propria autonomia organizzativa e si assuma il rischio d'impresa. Il ricorso del committente, volto a una rivalutazione dei fatti, è stato dichiarato inammissibile.
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Appalto non genuino: Cassazione e onere organizzativo
Una lavoratrice, formalmente dipendente di una cooperativa ma operante presso un'azienda sanitaria, ha ottenuto il risarcimento del danno per l'accertamento di un appalto non genuino. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'azienda sanitaria, confermando che per la genuinità di un appalto, anche se "leggero" o ad alta intensità di manodopera, è indispensabile che l'appaltatore disponga di un'autonoma organizzazione e si assuma il rischio d'impresa, elementi che la corte di merito aveva ritenuto mancanti nel caso di specie.
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Definizione bonaria: rinvio per favorire l’accordo
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio del giudizio tra un ente fiscale e una società privata. La decisione è stata presa a seguito della richiesta congiunta delle parti, motivata dall'esistenza di trattative per una definizione bonaria della controversia, al fine di raggiungere una soluzione transattiva.
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Disconoscimento sottoscrizione: la firma non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20182/2024, ha stabilito che se il nuovo proprietario di un immobile (avente causa) effettua il disconoscimento della sottoscrizione del suo dante causa su un contratto di locazione, e la controparte non avvia un'istanza di verificazione, il documento perde ogni efficacia probatoria. Di conseguenza, il contratto di locazione, che richiede la forma scritta, deve considerarsi nullo, con obbligo di rilascio dell'immobile da parte del conduttore.
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Caparra confirmatoria: recesso e rinuncia al ricorso
Un caso di preliminare di vendita d'azienda finito in Cassazione. La controversia riguardava il recesso del venditore e il suo diritto a trattenere la caparra confirmatoria per mancato pagamento di una rata. Tuttavia, la Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte di entrambe le parti, senza decidere nel merito.
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Conflitto di interessi: annullamento contratto immobiliare
La Corte di Cassazione conferma l'annullamento di un contratto di cessione immobiliare per conflitto di interessi. La vicenda riguarda una cooperativa che ha trasferito un immobile a un'altra società sulla base di una delibera votata da amministratori che erano anche soci della beneficiaria. La Corte chiarisce che si applica l'art. 1394 c.c. (rappresentanza) e non l'art. 2391 c.c. (societario) poiché la delibera era stata annullata in autotutela dal commissario liquidatore, privando il contratto della sua base autorizzativa.
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Incarico aggiuntivo: onere della prova e compenso
Un dirigente pubblico ha richiesto un cospicuo compenso per un incarico aggiuntivo di direttore di una rivista, svolto per oltre un decennio. La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione fondamentale risiede nella genericità delle allegazioni del ricorrente, che non ha fornito prove sufficienti sulla qualità e quantità del lavoro svolto, rendendo impossibile per i giudici quantificare un eventuale compenso. La sentenza sottolinea il principio fondamentale dell'onere della prova a carico di chi avanza una pretesa economica.
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Abuso del diritto: l’inerzia non basta per il canone
Un conduttore, citato in giudizio per anni di canoni di locazione non pagati, invoca l'abuso del diritto da parte del locatore a causa della sua prolungata inerzia. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, stabilendo che il semplice ritardo nella richiesta di pagamento, senza altre circostanze specifiche che generino un legittimo affidamento, non costituisce abuso del diritto, soprattutto se tale difesa viene sollevata per la prima volta in sede di legittimità. Il debito del conduttore viene quindi confermato.
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Consegna Aliud Pro Alio: la Cassazione chiarisce
Un'azienda edile ha contestato una fornitura di pedane in legno, ritenendole inadatte all'uso pattuito e invocando la cosiddetta consegna aliud pro alio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: se il bene consegnato appartiene allo stesso genere di quello ordinato, anche se di qualità inferiore o con caratteristiche diverse, si tratta di un vizio e non di una consegna di 'qualcosa per qualcos'altro'. L'ordinanza chiarisce che per la risoluzione generale del contratto è necessaria una diversità radicale del bene, non solo qualitativa. La Corte ha inoltre confermato che le fatture accompagnatorie, se firmate dal destinatario, costituiscono piena prova del contratto.
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Responsabilità del preponente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione esamina un caso di responsabilità del preponente. Un'impresa nautica è stata ritenuta responsabile per l'affondamento di un'imbarcazione, causato da un incendio durante il trasferimento ad opera di marinai da essa incaricati. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'impresa, confermando che chi si avvale dell'opera di terzi, anche non dipendenti, ne assume il rischio e risponde dei danni causati, in base al principio di 'occasionalità necessaria'.
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Canone a scaletta: valido nelle locazioni commerciali?
La Corte di Cassazione ha confermato la piena legittimità della clausola di "canone a scaletta" nei contratti di locazione ad uso diverso dall'abitazione. Tale pattuizione, che prevede un importo del canone crescente nel tempo secondo scadenze predeterminate, è valida a meno che la parte che ne contesta la nullità non dimostri che essa avesse il solo scopo di eludere i limiti di aggiornamento ISTAT previsti dalla legge. Nel caso di specie, il ricorso della società conduttrice è stato rigettato.
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Composizione collegiale: Cassazione annulla decreto
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza della Corte d'Appello che liquidava il compenso a degli amministratori giudiziari. La decisione è stata annullata perché emessa da un giudice singolo (composizione monocratica) anziché da un collegio di tre giudici, come richiesto dalla legge per questa materia. La Suprema Corte ha stabilito che la violazione delle norme sulla composizione collegiale del giudice comporta la nullità assoluta del provvedimento. Inoltre, ha ritenuto scusabile l'errore procedurale dei ricorrenti, che avevano inizialmente seguito il rito penale basandosi su precedenti decisioni.
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Contributi socio srl: quando gli utili sono esclusi
La Corte di Cassazione ha stabilito che i profitti derivanti dalla mera partecipazione in una società a responsabilità limitata non sono soggetti a contribuzione previdenziale se il socio non svolge un'attività lavorativa abituale e prevalente all'interno della stessa. L'ordinanza analizza il caso di un agente di commercio, chiarendo che i suoi utili da socio srl costituiscono reddito di capitale e non d'impresa, escludendoli dalla base imponibile per i contributi INPS. Questa decisione rafforza il principio secondo cui la qualifica di socio non implica automaticamente l'obbligo di versare i contributi socio srl sui dividendi.
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Compenso medici penitenziari: no adeguamento automatico
Un gruppo di medici penitenziari, dopo il trasferimento dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ha richiesto l'adeguamento biennale del compenso previsto dalla normativa precedente. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il nuovo inquadramento giuridico è regolato dalla contrattazione collettiva, che non prevede tale automatismo. Anche la domanda per ingiustificato arricchimento è stata giudicata inammissibile.
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Recesso contratto preliminare: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione conferma la legittimità del recesso dal contratto preliminare da parte del promissario acquirente a causa di un grave vizio dell'immobile. Un tasso di umidità superiore ai limiti di legge, che rende la proprietà inidonea all'uso abitativo, costituisce un inadempimento grave del venditore, giustificando la risoluzione del contratto e la restituzione del doppio della caparra versata. La sentenza chiarisce che la gravità dell'inadempimento va valutata in relazione all'interesse della parte non inadempiente.
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