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Giurisprudenza Civile

Mutuo di scopo: quando un prestito è nullo?

Un imprenditore ottiene un mutuo ipotecario e utilizza immediatamente la somma per estinguere un debito preesistente della sua società verso la stessa banca. Successivamente, contesta la validità del contratto, sostenendo che si trattasse di un fittizio mutuo di scopo, nullo per mancanza di causa, poiché non ha mai avuto la reale disponibilità del denaro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. È stato stabilito che il contratto era un mutuo ordinario e non un mutuo di scopo, in quanto la destinazione delle somme è stata una libera scelta del mutuatario, come dimostrato da una sua disposizione scritta, e non una condizione essenziale del contratto.

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Inammissibilità Ricorso: la Cassazione e i requisiti

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso contro una sentenza di azione revocatoria. La decisione si basa su motivi procedurali, come la commistione dei motivi di ricorso e l’applicazione del principio della ‘doppia conforme’, che impedisce il riesame dei fatti quando due sentenze di merito sono concordi. La Corte ha sanzionato la società ricorrente per lite temeraria, sottolineando l’importanza dei requisiti di ammissibilità del ricorso.

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Onere della prova provvedimento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7387/2025, ha chiarito un principio fondamentale sull’onere della prova di un provvedimento amministrativo. La Suprema Corte ha cassato la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato la nullità di alcune fideiussioni basandosi su un provvedimento della Banca d’Italia, considerandolo erroneamente un fatto notorio. È stato stabilito che un atto amministrativo non rientra nel principio “iura novit curia” e non può essere considerato un fatto notorio; pertanto, la parte che intende avvalersene ha l’onere di produrlo formalmente in giudizio.

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Penale estinzione anticipata: è usura? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7384/2025, ha stabilito che la penale per l’estinzione anticipata di un mutuo non può essere sommata agli interessi per verificare il superamento del tasso soglia di usura. La Corte ha chiarito che tale penale non costituisce una remunerazione per il credito, ma un corrispettivo per il recesso anticipato dal contratto, avente quindi una funzione diversa e meramente eventuale. Il ricorso della società mutuataria è stato respinto.

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Firma Falsa Conto Cointestato: la banca paga?

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un conto cointestato svuotato da un coniuge tramite una firma falsa dell’altro. La Corte ha confermato la condanna in solido della banca e del coniuge che ha commesso il prelievo. È stato chiarito che, in caso di disconoscimento della firma, l’onere di provarne l’autenticità spetta a chi vuole avvalersi del documento, in questo caso la banca. La richiesta di manleva della banca verso il cointestatario è stata respinta.

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Cessione d'azienda e fideiussione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che in una cessione d’azienda, il contratto di fideiussione non si trasferisce automaticamente all’acquirente. La sentenza chiarisce che la norma sulla successione dei contratti (art. 2558 c.c.) si applica solo ai contratti a prestazioni corrispettive, escludendo quindi la fideiussione, che è un contratto con obbligazioni a carico di una sola parte. Questa decisione sottolinea l’importanza di analizzare la natura di ogni singolo contratto nell’ambito di operazioni di cessione d’azienda e fideiussione.

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Servitù di veduta: la prova per l'usucapione

Una recente sentenza della Cassazione chiarisce i requisiti per l’acquisto di una servitù di veduta per usucapione. Il caso riguarda una disputa tra vicini a seguito della sopraelevazione di un muro comune e la creazione di una nuova finestra. La Corte ha rigettato il ricorso dei proprietari che sostenevano di aver usucapito il diritto, sottolineando che non avevano fornito prove sufficienti dell’esistenza pregressa di opere visibili e permanenti, come una terrazza con parapetto, destinate all’esercizio della veduta. La decisione ribadisce che l’onere della prova grava su chi intende far valere il diritto.

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Compensazione spese legali: quando è legittima?

Una cittadina ottiene la dichiarazione di prescrizione dei propri debiti contributivi, ma la Corte d’Appello decide per la compensazione delle spese legali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, rigetta il ricorso della cittadina, confermando che la compensazione spese legali è legittima in presenza di complessi e significativi contrasti giurisprudenziali che creano un’obiettiva incertezza sul diritto.

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Onere della prova: la contestazione deve essere specifica

Una società di trasporti ha citato in giudizio un ente pubblico per ottenere il pagamento di conguagli relativi a un servizio. L’ente si è difeso tardivamente e in modo generico. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ente, ribadendo che la contestazione dei fatti deve essere specifica e tempestiva. Inoltre, ha chiarito che l’onere della prova per i fatti impeditivi, come un presunto limite chilometrico, grava sulla parte che li eccepisce, in questo caso l’ente pubblico.

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Responsabilità amministratori: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un consigliere di amministrazione non esecutivo di un importante istituto di credito, sanzionato dall’Autorità di Vigilanza per gravi carenze nella gestione dei rischi e nei controlli interni. La sentenza conferma la piena responsabilità degli amministratori anche se privi di deleghe operative, sottolineando il loro dovere di agire in modo informato e di attivarsi per prevenire criticità. Viene inoltre ribadita la natura amministrativa, e non penale, di tali sanzioni, con importanti conseguenze sul piano delle garanzie processuali e dell’applicazione del principio del ‘favor rei’.

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Credito prededucibile: quando il compenso è funzionale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6059/2025, chiarisce i requisiti per il riconoscimento del credito prededucibile del professionista che ha assistito un’impresa in un concordato preventivo poi sfociato in fallimento. La Corte ha stabilito che la prededuzione non è automatica, ma richiede una valutazione ‘ex ante’ da parte del giudice sulla concreta funzionalità della prestazione agli scopi della procedura concorsuale, come la conservazione del valore aziendale. Annullata la decisione del Tribunale che aveva concesso la prededuzione ‘de plano’ senza un’adeguata verifica.

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Credito prededucibile: quando è ammesso nel fallimento?

La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per il riconoscimento di un credito prededucibile a favore del professionista che ha assistito un’impresa in una procedura di concordato preventivo, poi sfociata in fallimento. L’ordinanza sottolinea che la prededucibilità non è automatica, ma richiede una valutazione ‘ex ante’ della funzionalità della prestazione rispetto agli obiettivi della procedura concorsuale, come la conservazione del valore aziendale. La Corte ha cassato la decisione del tribunale di merito per motivazione contraddittoria, rinviando la causa per un nuovo esame basato su questi principi.

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Notifica atti amministrativi: Cassazione annulla sanzione

La Corte di Cassazione ha annullato una pesante sanzione per insider trading inflitta a un manager residente all’estero. La decisione non si basa sul merito dell’accusa, ma su un vizio procedurale fondamentale: l’errata notifica degli atti amministrativi iniziali. La Corte ha stabilito che il Regolamento UE per la notifica di atti civili e commerciali non si applica ai procedimenti sanzionatori della pubblica amministrazione, poiché questi rientrano nella categoria esclusa degli atti compiuti ‘iure imperii’. Tale vizio, violando il diritto di difesa, non è sanabile e comporta la nullità dell’intero provvedimento sanzionatorio.

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Divieto di espulsione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Giudice di Pace che convalidava un decreto di espulsione a carico di un cittadino straniero con una richiesta di protezione internazionale pendente. La Suprema Corte ha ribadito il principio del divieto di espulsione in pendenza del procedimento, come sancito dalla legge, cassando la decisione e rinviando il caso per un nuovo esame.

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Eccezione di inadempimento: onere della prova

La Corte di Cassazione chiarisce che, in caso di eccezione di inadempimento sollevata dalla curatela fallimentare, spetta al professionista creditore dimostrare di aver eseguito correttamente la propria prestazione. La Corte ha rigettato il ricorso di un professionista che richiedeva il pagamento per perizie immobiliari ritenute inesatte, confermando che l’onere della prova dell’esatto adempimento grava su chi agisce per il pagamento.

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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo

In un caso davanti alla Corte di Cassazione, la parte che aveva presentato appello ha deciso di ritirarlo. Questa rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, ha portato la Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio. Le spese legali sono state compensate tra le parti, come concordato nell’atto di rinuncia.

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Rinvio dell'udienza: la Cassazione decide così

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio dell’udienza relativa a un ricorso tra uno studio professionale e una società in fallimento. La decisione di posticipare la trattazione è stata motivata dalla necessità di esaminare il caso congiuntamente ad altri ricorsi pendenti che vertono sulle medesime questioni giuridiche, al fine di garantire uniformità di giudizio.

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Compenso professionale concordato: quando è unico?

Un professionista chiede il pagamento per un incarico legato a un concordato preventivo. La Cassazione conferma la decisione di merito che ha ridotto il compenso professionale concordato, ritenendo che due incarichi formalmente separati costituissero in realtà un unico mandato, già in gran parte retribuito.

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Ricorso: il termine breve per impugnare e i rischi

La Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile un ricorso a causa di un errore formale del ricorrente. Quest’ultimo, pur avendo menzionato nel suo atto di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello, non ha poi depositato la copia notificata nei termini di legge. La Corte ha ribadito che la dichiarazione di avvenuta notifica fa scattare il termine breve per impugnare e impone al ricorrente l’onere di produrre la relativa prova, pena l’improcedibilità del ricorso. La decisione sottolinea il principio di autoresponsabilità delle parti nel processo civile.

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Risarcimento frode sportiva: onere della prova

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di risarcimento frode sportiva derivante da un noto scandalo calcistico. La Corte ha rigettato le richieste di due società, una per un vizio procedurale di tardiva riassunzione del giudizio, l’altra per non aver provato il nesso di causalità tra la frode e la retrocessione subita. L’ordinanza chiarisce che spetta al danneggiato dimostrare che, senza l’illecito, l’esito del campionato sarebbe stato diverso, e ribadisce l’inammissibilità della richiesta di danni da parte del socio per un pregiudizio diretto alla società (danno riflesso).

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