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Giurisprudenza Civile

Garanzia vizi della cosa venduta, denuncia tempestiva e dettagliata

La sentenza affronta il tema della garanzia per i vizi della cosa venduta, confermando che grava sul compratore l’onere di provare l’esistenza dei vizi e che la denuncia degli stessi deve essere tempestiva e dettagliata. Inoltre, si evidenzia che il giudice non è vincolato alla richiesta di CTU e che la prova testimoniale deve vertere su fatti obiettivi.

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Distinzione tra mansioni aggiuntive e mansioni concordate

La sentenza chiarisce la distinzione tra mansioni aggiuntive e attività rientranti nelle mansioni concordate, con impatto sulla quantificazione del compenso variabile. Si sottolinea inoltre la rilevanza della prova documentale nell’ambito del contenzioso lavorativo, in particolare per quanto riguarda la corretta interpretazione delle clausole contrattuali.

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Nullità della rinuncia abdicativa di terreni

La sentenza affronta il tema dell’ammissibilità e dei limiti dell’istituto della rinuncia abdicativa della proprietà nel nostro ordinamento. Si evidenzia come tale istituto, non suscettibile di applicazione analogica, sia ammesso solo in casi tipici e non sia invocabile al solo fine di trasferire in capo all’ Erario i costi di gestione dei beni.

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Sanzioni amministrative e lavoro straordinario

La sentenza afferma che il termine per la contestazione di una violazione amministrativa decorre dal momento in cui l’accertamento è completato, non dalla data del fatto. Inoltre, la mancata registrazione del lavoro straordinario sul libro unico del lavoro, pur se retribuito, è soggetta a sanzione, indipendentemente da evasioni contributive o retributive.

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Responsabilità datore di lavoro per esposizione all'amianto

La sentenza conferma i principi di diritto in tema di responsabilità del datore di lavoro per la sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolare in relazione all’esposizione ad agenti nocivi. Viene inoltre ribadita l’applicabilità del termine di prescrizione più lungo previsto per il reato di omicidio colposo in caso di decesso del lavoratore e la correttezza della liquidazione del danno da perdita del rapporto parentale secondo le tabelle di Milano.

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Responsabilità per incendio in area camper

La sentenza ha stabilito che la responsabilità per i danni causati da un incendio, divampato in un’area camper privata, deve essere attribuita al proprietario del mezzo dal quale è scaturito l’incendio stesso, in quanto custode del mezzo e della bombola che stava utilizzando. La Corte ha escluso l’applicazione della disciplina sulla circolazione stradale, in quanto l’evento non è eziologicamente riconducibile alla circolazione del mezzo, ma all’utilizzo improprio di una bombola di gas durante la sosta. La responsabilità è stata affermata sulla base della regola del “più probabile che non”, propria del processo civile, in assenza di prova del nesso di causalità tra condotta ed evento dannoso “oltre ogni ragionevole dubbio”, richiesta in sede penale.

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Distinzione tra detenzione di immobile e occupazione senza titolo

La sentenza chiarisce la distinzione tra la detenzione di un immobile e l’occupazione senza titolo, chiarendo come la mera consegna delle chiavi non configuri automaticamente l’occupazione abusiva. Inoltre, si evidenzia l’importanza della prova del danno in caso di lavori di ristrutturazione non autorizzati, ribadendo che la perizia di parte non è sufficiente a dimostrarne l’esistenza e l’entità. Infine, si ribadisce il principio secondo cui la causale del bonifico bancario costituisce un elemento indiziario che, se supportato da altri elementi, può provare l’esistenza di un prestito.

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Condanna dei proprietari di un immobile per danni da esplosione

La sentenza in esame affronta il tema della responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) in relazione ad un’esplosione verificatasi in un immobile. La Corte, pur non potendo attribuire efficacia extrapenale alla sentenza di proscioglimento emessa in sede penale, riconosce la sussistenza di gravi difformità e violazioni normative nell’impianto del gas, imputabili ai proprietari-locatori, che hanno determinato un incremento del rischio. Pertanto, pur non potendo escludere altre concause, la Corte ritiene che la responsabilità per i danni debba essere attribuita, anche a titolo di concorso, ai proprietari.

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Notifica PEC da indirizzo non presente nei registri pubblici

La sentenza conferma il principio secondo cui la notifica PEC è valida anche se l’indirizzo non è presente nei registri pubblici, purché il destinatario abbia avuto conoscenza legale dell’atto e la possibilità di difendersi.

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Inammissibilità dell'appello per difetto di specificità

La sentenza si focalizza sul principio di specificità dei motivi di appello, affermando che il generico dissenso rispetto alla decisione di primo grado non è sufficiente. L’appellante deve indicare con precisione le ragioni per cui ritiene errate le valutazioni del Tribunale, supportando le proprie argomentazioni con riferimenti a fattispecie giuridiche e prove concrete.

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Restituzione somme per contratto di mutuo

La Corte, in riforma della sentenza di primo grado, ha accertato la sussistenza di un contratto di mutuo tra le parti e ha condannato il debitore alla restituzione delle somme dovute, oltre interessi. La qualificazione del rapporto giuridico data dal giudice di merito vincola il giudizio in appello.

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Intestazione immobile al coniuge e donazione indiretta

L’intestazione di un bene a un solo coniuge, a fronte del pagamento di una parte del prezzo da parte dell’altro coniuge, può configurare una donazione indiretta se sussiste l’animus donandi, inteso come volontà di arricchire il donatario senza corrispettivo. In tal caso, l’onere di provare l’assenza di spirito di liberalità incombe al coniuge che ha effettuato il pagamento.

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Procacciatore d'affari, prescrizione e onere della prova

La sentenza conferma il principio secondo cui il diritto alla provvigione del procacciatore d’affari è soggetto a prescrizione quinquennale. Inoltre, l’attività di mediazione, se svolta in modo professionale e continuativo, richiede l’iscrizione al ruolo, pena l’insussistenza del diritto alla provvigione.

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Appalto opere secondo le direttive del committente

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado che aveva rigettato sia l’opposizione a decreto ingiuntivo che la domanda riconvenzionale in un caso di appalto caratterizzato da opere difformi rispetto al progetto. La Corte ha ritenuto che, essendo l’appalto a corpo ed essendo state accertate difformità riconducibili ad errori di progettazione, l’appaltatore non fosse responsabile, avendo eseguito le opere secondo le direttive del committente.

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Mutuo, regime di capitalizzazione composta degli interessi

La sentenza chiarisce che la mancata indicazione nel contratto di mutuo del regime di capitalizzazione composta degli interessi non comporta nullità del contratto. Si evidenzia che il maggior carico di interessi nel piano di ammortamento alla francese non deriva da anatocismo, ma dalla scelta concordata del piano di rimborso del capitale.

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Divisione ereditaria e prelevamenti tra coeredi

La sentenza chiarisce la normativa in tema di divisione ereditaria, con particolare riguardo ai diritti e agli obblighi dei coeredi in relazione ai beni comuni, compresi i frutti civili. Viene inoltre analizzato il meccanismo dei prelevamenti e delle imputazioni, nonché la rilevanza della domanda di rendiconto nel giudizio divisionale.

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Amministratori privi di deleghe o non operativi e obbligo di vigilanza

In base alla giurisprudenza di legittimità, a seguito della riforma delle società di capitali del 2003, gli amministratori privi di deleghe (o non operativi) non sono più sottoposti ad un generale obbligo di vigilanza, tale da trasmodare di fatto in una responsabilità oggettiva, per le condotte dannose degli altri amministratori, ma rispondono solo quando non abbiano impedito fatti pregiudizievoli di quest’ultimi in virtù della conoscenza ― o della possibilità di conoscenza, per il loro dovere di agire informati ex art. 2381 c.c. ― di elementi tali da sollecitare il loro intervento alla stregua della diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze (Cass. 31 agosto 2016, n. 17441).

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Validità della notifica a società cancellata dal registro imprese

La sentenza affronta il tema della validità della notifica a società cancellata dal registro imprese e dell’onere della prova in capo all’imprenditore in merito alla sussistenza dei requisiti dimensionali per l’esonero dalla procedura di liquidazione. Viene inoltre ribadito il principio di rilevanza della data di cancellazione dal registro delle imprese rispetto a quella effettiva di cessazione dell’attività.

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Risoluzione del contratto di appalto per gravi difetti

La Corte ha confermato la sentenza di primo grado che aveva risolto il contratto di appalto per gravi difetti di realizzazione, condannando l’appaltatore al risarcimento del danno. La Corte ha ribadito che in caso di vizi che rendano la cosa inidonea all’uso o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, il committente può richiedere la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento del danno.

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Riconoscimento indennizzo per talidomide

La sentenza ribadisce che la prova del nesso causale tra l’assunzione di talidomide da parte della madre durante la gravidanza e le malformazioni del figlio deve essere rigorosa. Si precisa inoltre che la conoscenza ai fini della prescrizione non si presume ma deve essere effettiva e riconducibile ad una diagnosi medica.

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