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Giurisprudenza Civile

Abuso del diritto: richiesta documenti e condanna

Un cliente ha richiesto documenti a una banca agendo in via monitoria. Il Tribunale ha revocato il decreto ingiuntivo, ravvisando un abuso del diritto. La richiesta era stata inviata a un ufficio incompetente e il cliente, pur informato, non ha corretto l’errore, violando il dovere di buona fede. La condotta è stata sanzionata con la condanna per responsabilità aggravata.

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Liquidazione compenso perito: calcolo e criteri

Un perito si oppone al compenso liquidato dal Tribunale per un’attività di traduzione e trascrizione, ritenendolo inadeguato. Il giudice accoglie parzialmente l’opposizione, ridefinendo i criteri per la liquidazione compenso perito. La sentenza chiarisce che il calcolo deve basarsi sulle ore effettive di lavoro (vacazioni) e non sul termine concesso, aumentando significativamente l’importo da 88 euro a oltre 880 euro.

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Titolo esecutivo rilascio: quando manca e perché

Un uomo appella la reiezione della sua richiesta di sospendere un’esecuzione di rilascio dalla sua ex casa coniugale. L’immobile è di proprietà di una società di cui lui e la sua ex moglie sono soci. Il Tribunale accoglie il reclamo e sospende l’esecuzione, stabilendo che l’ex moglie, agendo in nome proprio, non possiede un valido titolo esecutivo per il rilascio. Il proprietario effettivo (la società) non era parte nel procedimento di divorzio e quindi non ha un titolo esecutivo contro l’occupante.

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Onere della prova: fatture non bastano in giudizio

Il Tribunale di Torino ha accolto l’opposizione a un decreto ingiuntivo di oltre 286.000 euro, revocandolo. La decisione si fonda sul principio dell’onere della prova: la società creditrice, pur avendo emesso fatture per servizi di spedizione, non è riuscita a dimostrare l’effettiva esecuzione delle prestazioni. La sentenza ribadisce che le fatture, da sole, non costituiscono prova sufficiente del credito nel giudizio di opposizione, e che i documenti auto-prodotti dal creditore mancano di valore probatorio.

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Formalizzazione domanda asilo: ordine alla Questura

Un cittadino straniero, dopo vani tentativi di accedere agli uffici della Questura, ha ottenuto dal Tribunale un ordine per la formalizzazione della domanda di asilo. Il giudice ha stabilito che l’amministrazione non ha discrezionalità nel ricevere le istanze e che il ritardo, dovuto a questioni organizzative, causa un danno grave e irreparabile (impossibilità di lavorare, accedere a cure, rischio di espulsione), violando un diritto soggettivo fondamentale.

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Responsabilità commercialista: quando l'errore non paga

Una sentenza del Tribunale di Torino analizza la responsabilità del commercialista per il tardivo deposito di un ricorso tributario. Il Giudice ha escluso il diritto al risarcimento del cliente, poiché una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) ha accertato che il ricorso era comunque infondato e sarebbe stato respinto. L’errore del professionista (il ritardo) non è stato considerato la causa del danno, in quanto il pregiudizio economico sarebbe sorto ugualmente a causa dell’infondatezza dell’impugnazione.

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Sanzione disciplinare: rifiuto turno è insubordinazione

Un lavoratore ha impugnato una sanzione disciplinare (una multa) ricevuta per essersi rifiutato di svolgere un turno di sabato, assegnato dal datore di lavoro come modifica dell’orario ordinario. Il lavoratore ha sostenuto che si trattasse di una mera richiesta e ha addotto motivi personali. Il Tribunale ha respinto il ricorso, stabilendo che la modifica del turno rientra nel legittimo potere organizzativo dell’azienda e non richiede il consenso del dipendente. Il rifiuto è stato quindi considerato un atto di insubordinazione, che giustifica la sanzione disciplinare.

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Azione revocatoria: vendita tra coniugi inefficace

Una società creditrice ha agito in giudizio per far dichiarare inefficace la vendita di una quota immobiliare tra un debitore e il proprio coniuge. La vendita era avvenuta poco dopo la notifica di un decreto ingiuntivo. Il Tribunale ha accolto la domanda, ritenendo sussistenti i presupposti dell’azione revocatoria: il pregiudizio per il creditore (eventus damni) e la consapevolezza di tale pregiudizio da parte di entrambi i coniugi (scientia damni), desunta dal rapporto di coniugio e dalla stretta vicinanza temporale tra la notifica del debito e l’atto di compravendita.

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Licenziamento investigatori privati: quando è giusto?

Un dipendente responsabile della ristorazione a bordo di un treno è stato licenziato per giusta causa dopo che investigatori privati hanno scoperto che aveva intascato 8,50 euro da una vendita senza emettere scontrino. L’impiegato ha impugnato il licenziamento, contestando la legittimità dell’uso di investigatori privati e la proporzionalità della sanzione. Il Tribunale di Torino ha confermato il licenziamento, stabilendo che il ricorso a investigatori per accertare illeciti a danno del patrimonio aziendale è legittimo anche in assenza di un sospetto specifico preesistente. La Corte ha inoltre ritenuto che il furto, a prescindere dall’esiguità della somma, costituisca una grave violazione del rapporto di fiducia che giustifica il recesso.

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Contributo di solidarietà: il giudicato si estende

Un pensionato ha ottenuto la restituzione del contributo di solidarietà trattenuto dalla sua pensione per il periodo da giugno 2022 a novembre 2023. Il Tribunale ha stabilito che una precedente sentenza, ormai definitiva, che aveva già dichiarato illegittima la stessa trattenuta, estende i suoi effetti anche ai periodi successivi. La decisione si basa sul principio del giudicato, che impedisce di ridiscutere la legittimità di un atto già accertata tra le stesse parti.

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Cessione del credito: prova e oneri per il creditore

Una società di factoring ha citato in giudizio un’azienda sanitaria pubblica per ottenere il pagamento di crediti ceduti. Il Tribunale di Torino ha accolto la domanda solo in minima parte, sottolineando che l’onere della prova principale per la cessione del credito e per il credito sottostante grava sul cessionario. Il tribunale ha stabilito che la produzione dei contratti di cessione, delle fatture e delle prove di consegna è fondamentale per dimostrare il diritto al pagamento.

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Cessione del credito: nullo se l'oggetto è incerto

Un’acquirente si oppone a un decreto ingiuntivo sostenendo di aver estinto il debito con una cessione del credito. Il Tribunale rigetta l’opposizione, dichiarando nulla la cessione del credito per indeterminatezza dell’oggetto, poiché il contratto non specificava il credito ceduto, confermando l’obbligo di pagamento.

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Interruzione prescrizione: come si calcolano i termini

Un debitore si oppone a un pignoramento sostenendo la prescrizione dei crediti. Il Tribunale di Torino analizza gli atti interruttivi prodotti dal creditore, accogliendo parzialmente l’opposizione. La sentenza chiarisce l’onere della prova in materia di interruzione prescrizione, annullando solo il credito per cui non è stata provata un’interruzione tempestiva e confermando la legittimità dell’esecuzione per gli altri.

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Responsabilità dei soci per il debito tributario della società estinta

Responsabilità dei soci limitatamente responsabili per il debito tributario della società estintasi per cancellazione dal registro delle imprese: la verifica del presupposto dell’avvenuta riscossione in base al bilancio finale di liquidazione, concernendo un elemento che deve essere dedotto nella fase di accertamento da indirizzarsi direttamente nei confronti dei soci, non può avere ingresso nel giudizio di impugnazione introdotto dalla società avverso l’avviso di accertamento ad essa originariamente notificato.

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Responsabilità medica nesso causale: il caso analizzato

Una figlia cita in giudizio una struttura sanitaria per il decesso della madre, attribuendolo a una gestione errata della terapia anticoagulante. Il Tribunale rigetta la domanda. Una perizia tecnica (CTU) ha dimostrato l’assenza del nesso causale: anche se i medici avessero somministrato la terapia omessa, il decesso non sarebbe stato evitato a causa delle gravi patologie preesistenti della paziente. La sentenza chiarisce i confini della responsabilità medica nesso causale e l’onere della prova a carico del danneggiato.

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Liquidazione compensi avvocato: l'errore si corregge

Un avvocato omette per errore di richiedere i compensi per la fase delle indagini preliminari in un caso di patrocinio a spese dello Stato. Il GIP rigetta la successiva richiesta correttiva, ma il Tribunale di Torino accoglie l’opposizione. La sentenza stabilisce che una mera svista non costituisce rinuncia al diritto al compenso. Questo caso chiarisce che è possibile integrare una richiesta di liquidazione compensi avvocato se l’omissione è frutto di un errore palese e non di una volontà di rinuncia.

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Riservato dominio: riduzione della penale eccessiva

In una causa per inadempimento di un contratto preliminare di vendita di un chiosco con patto di riservato dominio, il Tribunale ha confermato la risoluzione del contratto a causa del mancato pagamento delle rate da parte dell’acquirente. Tuttavia, ha ridotto l’indennità che il venditore poteva trattenere dalle rate già pagate, ritenendo la clausola penale manifestamente eccessiva ai sensi dell’art. 1526 c.c. e bilanciando l’equità tra le parti. L’acquirente è stato condannato a restituire il bene e a pagare gli oneri tributari arretrati.

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Indennità di occupazione: quando è dovuta?

Una società continua a occupare i locali commerciali dopo la scadenza del contratto di affitto di ramo d’azienda. Il Tribunale, respingendo l’opposizione al decreto ingiuntivo, ha chiarito che l’indennità di occupazione è dovuta per legge (art. 1591 c.c.) fino all’effettiva riconsegna, a prescindere dalla cessazione del contratto. La decisione si fonda anche su una confessione stragiudiziale dell’occupante.

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Fideiussione omnibus: la nullità parziale non salva

Il Tribunale di Torino si è pronunciato su un’opposizione a decreto ingiuntivo basata sulla presunta nullità di una fideiussione omnibus. La sentenza chiarisce la distinzione temporale per l’applicazione della nullità parziale legata allo schema ABI: la prova dell’intesa anticoncorrenziale è presunta solo per i contratti antecedenti al provvedimento della Banca d’Italia del 2005. Per quelli successivi, l’onere della prova ricade sul garante. Inoltre, il Tribunale ha stabilito che la clausola ‘a semplice richiesta’ è sufficiente a impedire la decadenza del creditore ai sensi dell’art. 1957 c.c. Di conseguenza, pur revocando il decreto ingiuntivo originario a causa di pagamenti parziali avvenuti in corso di causa, ha condannato i garanti al pagamento del debito residuo.

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Obblighi informativi: la revoca per grave violazione

Il Tribunale di Torino ha concesso a un’impresa un termine per presentare una proposta di soluzione alla crisi, imponendo precisi obblighi informativi mensili. A seguito del mancato rispetto di tali obblighi per due scadenze consecutive, il Tribunale ha assegnato un termine perentorio all’impresa per fornire giustificazioni, riservandosi di revocare il provvedimento originario a causa della grave violazione riscontrata.

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