LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Regolamento di competenza: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il regolamento di competenza sollevato d'ufficio da un giudice di pace. La Corte chiarisce che tale strumento è utilizzabile solo per conflitti su materia o territorio inderogabile, non quando la questione riguarda una competenza territoriale derogabile, la cui prima decisione diventa vincolante per il giudice successivo.
Continua »
Regolamento competenza d’ufficio: il termine perentorio
Una società di noleggio auto veniva citata in giudizio da una consumatrice. Il primo tribunale si dichiarava incompetente in favore di un altro, sulla base di una clausola contrattuale. Il secondo giudice, dopo un rinvio della prima udienza, sollevava d'ufficio un conflitto di competenza, ritenendo la clausola nulla. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il regolamento competenza d'ufficio perché proposto tardivamente. Il potere del giudice di sollevare il conflitto si consuma alla prima udienza, anche se di mero rinvio, a meno che non vi sia una riserva espressa per decidere sulla questione.
Continua »
Distacco del lavoratore: legittimo nel gruppo di imprese
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento di un lavoratore che aveva rifiutato un provvedimento di distacco. La Corte ha stabilito che, nell'ambito di un gruppo di imprese, l'interesse al distacco del lavoratore è presunto se funzionale agli obiettivi del gruppo. Inoltre, il consenso del lavoratore per mutamento di mansioni è necessario solo se tale mutamento lede la sua professionalità, e la prova di tale pregiudizio spetta al lavoratore stesso.
Continua »
Detenzione per ospitalità: quando non c’è possesso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21803/2024, ha chiarito la distinzione tra possesso e detenzione per ospitalità in ambito familiare. Nel caso esaminato, un fratello aveva convissuto per decenni con la sorella. Alla morte di lei, l'erede ha cambiato le serrature. La Corte ha stabilito che la lunga convivenza non costituiva possesso, ma mera detenzione per ospitalità, data la relazione di parentela e la situazione di bisogno del fratello. Di conseguenza, il cambio delle serrature non è stato considerato un atto di spoglio illegittimo.
Continua »
Patto di famiglia: quando un accordo non lo è?
Una complessa controversia nata da un accordo di riorganizzazione aziendale tra familiari giunge in Cassazione. La questione centrale è se tale accordo debba essere qualificato come patto di famiglia, con la conseguente necessità della forma dell'atto pubblico a pena di nullità. La Corte d'Appello aveva escluso tale qualificazione, ritenendo l'accordo valido. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, data la rilevanza e complessità delle questioni giuridiche sollevate, in particolare sulla natura del patto di famiglia e su una garanzia atipica (fideiussio indemnitatis), ha rimesso la trattazione della causa alla pubblica udienza per un esame più approfondito.
Continua »
Servitù per destinazione del padre di famiglia: la prova
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che riconosceva una servitù per destinazione del padre di famiglia. Il caso riguardava un diritto di passaggio su una stradella creatasi quando due fondi, ora di proprietari diversi, appartenevano a un unico soggetto. La Corte ha stabilito che il giudice di rinvio ha correttamente valutato l'insieme di tutte le prove disponibili, incluse le dichiarazioni dei venditori originari, senza limitarsi a singoli elementi, per accertare la situazione di fatto esistente al momento della divisione dei fondi.
Continua »
Diritto di veduta: chi ha l’onere della prova?
Analisi di una decisione della Cassazione sul diritto di veduta. Una proprietaria fa causa alla vicina per una costruzione troppo vicina a una finestra. La Corte Suprema stabilisce che chi lamenta la violazione del diritto di veduta ha l'onere di provare l'esistenza di un titolo legale (es. contratto o usucapione) che lo costituisce, non essendo sufficiente la mera esistenza dell'apertura.
Continua »
Onere della prova: multa valida se il verbale è logico
Un automobilista ha impugnato una multa per sorpasso, sostenendo che l'onere della prova spettasse al Comune. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il verbale della polizia fa fede se la sua ricostruzione è coerente e logica, e non è sufficiente per l'opponente fornire una versione dei fatti meno convincente. La Corte ha ribadito che non spetta a lei una nuova valutazione dei fatti.
Continua »
Prescrizione decennale obbligo: quando si applica?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 21793/2024, chiarisce che l'impegno scritto di un venditore a eliminare i difetti di un immobile dà vita a una nuova obbligazione autonoma. Questa è soggetta alla prescrizione decennale ordinaria e non a quella biennale prevista per il contratto d'appalto. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del venditore, confermando che la qualificazione giuridica dell'accordo come obbligazione di risultato rientra nel potere del giudice di merito.
Continua »
Distanze tra costruzioni: la legge nazionale prevale
La Corte di Cassazione ha affermato la prevalenza della normativa nazionale sulle distanze tra costruzioni rispetto ai regolamenti edilizi locali. Un proprietario aveva citato in giudizio la vicina perché il suo edificio non rispettava la distanza minima dal confine. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, applicando una norma locale che consentiva deroghe. La Cassazione ha cassato la sentenza, stabilendo che il D.M. 1444/1968, che impone una distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate, prevale su qualsiasi norma locale contrastante e si applica automaticamente, anche nei rapporti tra privati. I regolamenti locali non possono ridurre tale distanza, ma solo aumentarla.
Continua »
Usucapione speciale: la prova dell’attività agricola
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21789/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per l'accertamento dell'usucapione speciale di un terreno agricolo. La Corte ha stabilito che, ai fini dell'applicazione dell'art. 1159 bis c.c., non è sufficiente che il fondo sia catastalmente rustico o destinato ad uso agricolo dal piano urbanistico. È invece indispensabile fornire la prova di un'effettiva e concreta destinazione del terreno all'attività agricola, intesa come attività produttiva. Nel caso di specie, il terreno era utilizzato solo come deposito di macchinari, un uso ritenuto non idoneo a integrare il requisito richiesto dalla norma.
Continua »
Nozione di veduta: quando si viola la distanza?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21778/2024, ha chiarito la nozione di veduta, specificando che un semplice spazio a piano terra, come un cortile non delimitato da parapetto, non costituisce veduta illegittima. Il caso riguardava una disputa tra proprietari confinanti, in cui uno negava l'accesso al fondo per lavori, lamentando la presenza di una veduta illegale. La Corte ha stabilito che per aversi veduta è necessaria un'opera costruita appositamente per consentire un affaccio comodo e sicuro, escludendo quindi la violazione delle distanze nel caso di specie e rigettando il ricorso.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è legittima?
Una cittadina vince un appello relativo alla condanna alle spese di primo grado ma il giudice d'appello dispone la compensazione delle spese del secondo grado. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso della cittadina, chiarendo che la compensazione spese legali era giustificata da una pluralità di ragioni. Poiché la ricorrente non le ha contestate tutte, il suo ricorso non può essere accolto.
Continua »
Responsabilità soci società estinta: la Cassazione attende
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso riguardante la responsabilità soci società estinta per debiti fiscali. La questione centrale, sulla quale esistono interpretazioni contrastanti, è se l'amministrazione finanziaria debba provare che i soci abbiano effettivamente ricevuto somme dalla liquidazione per poter agire nei loro confronti. In attesa di un pronunciamento chiarificatore delle Sezioni Unite, a cui la questione è già stata rimessa, il giudizio è stato rinviato a nuovo ruolo.
Continua »
Revoca concordato: Cassazione conferma il fallimento
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di costruzioni contro la sentenza che ne aveva dichiarato il fallimento. La decisione si fonda sulla conferma della revoca del concordato preventivo, originariamente disposta per il mancato rispetto dei termini perentori per il deposito della documentazione e per la presenza di un sequestro penale sui beni aziendali. La Corte ha ritenuto sufficiente a sostenere la decisione la mancata decadenza dai termini, rendendo inammissibili le altre censure.
Continua »
Licenziamento proporzionalità: quando è illegittimo?
Una società automobilistica ha licenziato un dipendente per violazioni procedurali. La Corte d'Appello ha ritenuto il licenziamento illegittimo per mancanza di proporzionalità, considerando la lunga anzianità di servizio e l'assenza di precedenti disciplinari. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso dell'azienda e ribadendo che la valutazione sulla proporzionalità del licenziamento è una questione di fatto riservata ai giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per vizi specifici non sollevati nel caso di specie.
Continua »
Rinuncia al ricorso: guida all’estinzione del giudizio
Una società in liquidazione, dopo aver presentato ricorso in Cassazione, vi ha formalmente rinunciato. A seguito della rinuncia al ricorso e dell'accettazione di una delle controparti, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio. La Corte ha stabilito che non vi fosse luogo a provvedere sulle spese tra le parti che hanno definito il loro rapporto processuale e ha escluso l'obbligo per la ricorrente di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.
Continua »
Bancarotta patrimoniale: fondo e distrazione di beni
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'imputata condannata per bancarotta patrimoniale. La Corte ha stabilito che la segregazione di beni immobili in un fondo patrimoniale, seguita dal loro trasferimento a una nuova società, costituisce un'operazione distrattiva idonea a configurare il reato. La natura di 'reato di pericolo' della bancarotta rende irrilevante la potenziale esperibilità dell'azione revocatoria da parte degli organi fallimentari, in quanto il reato si perfeziona con la sola messa in pericolo della garanzia patrimoniale dei creditori.
Continua »
Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura?
Un creditore richiede la liquidazione giudiziale di una società debitrice per un cospicuo credito non pagato, attestato da un decreto ingiuntivo. La debitrice si oppone, sostenendo che il debito non sussiste e che il decreto è stato notificato in modo irregolare. La Corte d'Appello, riformando la decisione di primo grado, ritiene plausibile l'esistenza del credito, inammissibile l'opposizione della debitrice e provato il suo stato di insolvenza sulla base di pignoramenti falliti e dati finanziari negativi, aprendo così la procedura di liquidazione giudiziale.
Continua »
Usura bancaria: il calcolo TAEG non cumula interessi
La Corte d'Appello di Napoli ha respinto l'appello di un debitore che contestava un'ingiunzione di pagamento per usura bancaria. La Corte ha stabilito che, ai fini della verifica del superamento del tasso soglia, è metodologicamente errato sommare algebricamente gli interessi corrispettivi con gli interessi di mora nel calcolo del TAEG, data la loro diversa natura. L'appello è stato ritenuto infondato per la genericità delle allegazioni e l'erroneità del calcolo proposto.
Continua »