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Giurisprudenza Civile

Responsabilità dirigenziale: omesso controllo e sanzione
La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare della sospensione a una dirigente pubblica per omessa vigilanza sulle procedure di inserimento dati. La mancata supervisione ha causato la prescrizione di numerose sanzioni amministrative, con un grave danno potenziale per l'ente. La sentenza ribadisce che la valutazione sulla proporzionalità della sanzione spetta al giudice di merito e che la responsabilità dirigenziale include il dovere attivo di organizzare e controllare i processi lavorativi.
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Vendita aliud pro alio: quando si applica?
Una società costruttrice acquista un terreno per un progetto turistico, ma scopre che la sua edificabilità è parziale e le concessioni sono irregolari. La Corte di Cassazione ha stabilito che non si tratta di vendita aliud pro alio, ma di mancanza di qualità essenziali, applicando quindi il breve termine di prescrizione di un anno dalla consegna. La domanda dell'acquirente è stata respinta. È stata invece accolta la domanda riconvenzionale dei venditori per l'inadempimento della società costruttrice a un collegato contratto di appalto.
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Conservazione miglior trattamento: ferie e CCNL
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di alcuni lavoratori a mantenere il numero di giorni di ferie previsto dal precedente CCNL, in quanto più favorevole rispetto a quello successivo. L'ordinanza sottolinea l'importanza delle clausole di salvaguardia e del principio di conservazione del miglior trattamento nel passaggio tra contratti collettivi, rigettando il ricorso dell'azienda che sosteneva l'applicazione del nuovo regime meno vantaggioso.
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Pausa retribuita: a chi spetta l’onere della prova?
Una guardia giurata ha citato in giudizio la propria azienda per il mancato godimento della pausa di dieci minuti prevista per turni superiori alle sei ore. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8626/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'onere della prova. Spetta al lavoratore dimostrare di aver lavorato oltre sei ore consecutive senza fruire della pausa retribuita. Spetta invece al datore di lavoro, che si difende sostenendo di aver concesso un riposo compensativo alternativo, fornire la prova di tale concessione. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente addossato l'intero onere probatorio sul lavoratore.
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Legittimazione ex soci: il caso della società estinta
La Corte di Cassazione ha stabilito che gli ex soci di una società estinta hanno la legittimazione a proseguire un giudizio iniziato dalla società, anche se il diritto controverso (un credito) era stato ceduto a terzi prima della cancellazione della società dal registro delle imprese. La Corte ha chiarito che la posizione di 'sostituto processuale', assunta dalla società cedente ai sensi dell'art. 111 c.p.c., si trasferisce agli ex soci per successione universale (art. 110 c.p.c.), indipendentemente dalla titolarità sostanziale del credito e dall'aver ricevuto o meno beni in sede di liquidazione. Di conseguenza, la sentenza della Corte d'Appello, che aveva negato la legittimazione ex soci, è stata cassata con rinvio.
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Anatocismo bancario e vecchi contratti: parla la Corte
Una società contesta l'applicazione di anatocismo bancario e commissioni di massimo scoperto su un conto corrente anteriore al 2000. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide il caso ma lo rimette a pubblica udienza. L'obiettivo è risolvere un contrasto giurisprudenziale sulla validità dell'adeguamento dei vecchi contratti alle nuove regole sull'anatocismo: è sufficiente la comunicazione della banca o serve una nuova pattuizione scritta? La decisione futura avrà un impatto significativo su numerosi rapporti bancari.
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Risoluzione di diritto: quando si qualifica la domanda
In un caso riguardante un contratto preliminare di vendita immobiliare, la Corte di Cassazione ha stabilito che la domanda di risoluzione va qualificata come risoluzione di diritto, e non giudiziale, quando nell'atto introduttivo si fa esplicito riferimento a una diffida ad adempiere rimasta inadempiuta. La Corte ha chiarito che il giudice deve interpretare la volontà sostanziale della parte, andando oltre il tenore letterale delle conclusioni, senza incorrere nel vizio di ultrapetizione. Il ricorso del promissario acquirente, inadempiente all'obbligo di presentare un progetto edilizio, è stato quindi respinto.
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Accessione del possesso e regime tavolare: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8621/2024, ha stabilito che l'istituto dell'accessione del possesso è compatibile con il regime tavolare, anche in assenza di una formale intavolazione (registrazione) del diritto. Il caso riguardava l'acquirente di un immobile che intendeva usucapire delle porzioni condominiali inglobate nel suo appartamento dai precedenti proprietari. La Corte ha chiarito che, per unire il proprio possesso a quello del dante causa, è sufficiente un titolo astrattamente idoneo a trasferire il diritto, la cui analisi è fondamentale per verificare il collegamento tra i due possessi. La sentenza della Corte d'Appello è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Perdita di chance e selezione pubblica: la Cassazione
Un professionista ha citato in giudizio il Ministero degli Affari Esteri per il risarcimento del danno da perdita di chance, sostenendo di essere stato illegittimamente escluso da un incarico di missione in Liberia. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha respinto il ricorso. Ha stabilito che, sebbene l'amministrazione debba agire secondo principi di imparzialità e correttezza, la procedura di selezione era stata sostanzialmente legittima. Non essendo stata provata un'irregolarità decisiva né una concreta probabilità di successo per il ricorrente, la domanda di risarcimento per perdita di chance è stata rigettata.
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Mobilità volontaria: sì al mantenimento anzianità
Un infermiere, trasferito per mobilità volontaria da un'ASL a un istituto scolastico, si è visto negare il riconoscimento dell'anzianità di servizio maturata. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8599/2024, ha stabilito che la mobilità volontaria si configura come una cessione del contratto di lavoro, non come una nuova assunzione. Pertanto, il lavoratore ha diritto alla conservazione dell'anzianità e del trattamento economico acquisito, annullando la decisione della Corte d'Appello.
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Spese di lite: chi paga se il credito è prescritto?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8587/2024, ha stabilito un importante principio in materia di ripartizione delle spese di lite. Se una cartella di pagamento viene annullata per prescrizione dovuta all'inerzia dell'agente della riscossione, solo quest'ultimo è tenuto al pagamento dei costi legali. L'ente impositore, come un Comune, non può essere condannato se non ha causato la prescrizione. La decisione si fonda sul principio di causalità, distinguendo nettamente le responsabilità in base alla fase in cui si è verificata l'inerzia che ha portato all'estinzione del credito.
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Punteggio servizio militare: sì nelle graduatorie
Un docente si è visto annullare un contratto a tempo determinato dopo che l'amministrazione scolastica aveva rettificato il suo punteggio, escludendo i 12 punti per il servizio militare obbligatorio non prestato in costanza di servizio. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8586/2024, ha ribaltato la decisione della Corte d'Appello, stabilendo che il punteggio servizio militare deve essere sempre riconosciuto nelle graduatorie, in quanto le norme primarie (come l'art. 485, co. 7, D.Lgs. 297/1994) hanno portata generale e non possono essere derogate da fonti secondarie come i decreti ministeriali. La Corte ha affermato che il servizio reso alla patria è valido 'a tutti gli effetti', inclusa la valutazione nelle selezioni pubbliche come le graduatorie scolastiche.
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Interpretazione del contratto: ricorso inammissibile
Una proprietaria chiedeva il riconoscimento di una servitù di passaggio e parcheggio su un cortile adiacente. I giudici di merito hanno qualificato il diritto come meramente personale e non reale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che non è possibile contestare l'interpretazione del contratto fatta dal giudice di merito semplicemente proponendo una lettura alternativa, senza specificare quale canone ermeneutico sia stato violato. La ricorrente è stata condannata anche per responsabilità aggravata.
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Inquadramento superiore: no all’automatismo nel pubblico
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8585/2024, ha stabilito che nel pubblico impiego non è possibile ottenere un inquadramento superiore in modo automatico, neanche se si svolgono mansioni di livello più elevato. Il caso riguardava alcuni dipendenti, assunti come autisti, che chiedevano il riconoscimento della qualifica superiore di 'autista soccorritore'. La Corte ha chiarito che il passaggio a un'area superiore è subordinato al superamento di procedure selettive, come previsto dalla legge. Lo svolgimento di mansioni superiori può giustificare solo differenze retributive, ma non la promozione automatica, confermando la rigidità delle regole di accesso e progressione nelle pubbliche amministrazioni.
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Cessione del credito: limiti e poteri del cessionario
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del cessionario di un credito. In un caso relativo a un contratto preliminare di compravendita di quote societarie, la Corte ha stabilito che la cessione del credito alla restituzione della caparra non conferisce al cessionario la legittimazione a chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento. Tale azione rimane di competenza esclusiva del cedente, titolare della posizione contrattuale. La sentenza ha quindi dichiarato inammissibile il ricorso del cessionario su questo punto, distinguendo nettamente tra cessione del credito e cessione del contratto.
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Ratifica delibera condominiale: la Cassazione decide
Un condomino impugna una delibera assembleare. La Cassazione, confermando la decisione di merito, stabilisce la piena validità della ratifica delibera condominiale con cui l'assemblea chiarisce una precedente nomina dell'amministratore e ne sana l'operato processuale. Viene ribadito il potere dell'assemblea di interpretare le proprie decisioni e di agire con effetto retroattivo per sanare vizi di rappresentanza.
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Trascrizione domanda nullità e diritti dei terzi
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8580/2024, chiarisce gli effetti della trascrizione della domanda di nullità di un contratto di compravendita immobiliare sui diritti dei sub-acquirenti. Il caso riguarda una catena di vendite successive a un primo atto nullo per violazione di una prelazione agraria. La Corte ha stabilito che la trascrizione della domanda giudiziale di nullità, se effettuata entro cinque anni dalla trascrizione dell'atto nullo, rende inopponibili ai vincitori della causa tutti gli acquisti successivi, anche se trascritti prima della domanda stessa. Di conseguenza, i diritti dei sub-acquirenti vengono meno, e la loro pretesa di acquisto per usucapione abbreviata è stata respinta a causa dell'interruzione del possesso da parte dell'azione legale. La sentenza conferma il principio della "prenotazione" degli effetti della sentenza grazie alla trascrizione domanda nullità.
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Litisconsorzio necessario: agenzie escluse dal giudizio
Un lavoratore, impiegato presso un'azienda sanitaria tramite agenzie di somministrazione, ha contestato la legittimità dei contratti a termine. La Corte d'Appello gli ha riconosciuto un risarcimento. L'azienda ha fatto ricorso in Cassazione lamentando la mancata partecipazione delle agenzie al giudizio d'appello (litisconsorzio necessario). La Suprema Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che, essendosi formato un giudicato interno sull'assenza di domande contro le agenzie, la loro presenza non era più necessaria.
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Licenziamento giusta causa: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza qui in esame, interviene sul tema del licenziamento per giusta causa, ribadendo la necessità di una valutazione rigorosa della proporzionalità tra la condotta del lavoratore e la sanzione espulsiva. Il caso riguardava un dipendente allontanato per presunte mancanze disciplinari. La Corte ha ritenuto che non ogni inadempimento giustifica la massima sanzione, richiedendo un'analisi caso per caso.
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Obbligo informativo banca: la clausola che fa la differenza
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una banca per la violazione di un obbligo informativo banca di natura contrattuale. L'istituto non aveva comunicato tempestivamente ai clienti la significativa variazione del livello di rischio di obbligazioni, poi risultate in default. La Corte ha ritenuto che la clausola specifica inserita negli ordini di acquisto, che impegnava la banca a informare su tali variazioni, costituisse un'obbligazione autonoma e il suo inadempimento, giudicato di non scarsa importanza, giustificasse la risoluzione dei contratti di investimento e la restituzione delle somme.
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