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Giurisprudenza Civile

Revoca patrocinio a spese dello Stato: quale reddito?

Il Tribunale ha annullato la revoca del patrocinio a spese dello Stato a una cittadina, stabilendo un principio chiave: le variazioni di reddito avvenute durante un procedimento legale diventano rilevanti solo per l’anno successivo. In questo caso, un aumento di reddito nel 2022 non poteva giustificare la revoca del beneficio per un giudizio conclusosi nello stesso anno, poiché la sua rilevanza si sarebbe manifestata solo nel 2023.

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Incapacità testatore: onere della prova e validità

Il Tribunale di Sondrio ha respinto il reclamo dei parenti di un defunto che contestavano la validità di un testamento olografo a favore di un vicino. La decisione ribadisce che l’onere di provare l’incapacità testatore al momento della stesura del testamento spetta a chi impugna l’atto. Nel caso di specie, le prove mediche e le circostanze di fatto, come la gestione autonoma delle proprie finanze da parte del defunto e i rapporti tesi con i parenti, hanno dimostrato la sua piena capacità di intendere e di volere, confermando la validità del testamento.

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Legittimazione passiva: banca non responsabile

Un’ordinanza del Tribunale di Sondrio ha chiarito il concetto di legittimazione passiva in ambito bancario. Una società ha citato in giudizio la propria banca per problemi relativi a carte di credito, ma il ricorso è stato respinto. Il giudice ha stabilito che la banca, agendo solo come intermediaria (o ‘collocatrice’) del prodotto, non ha legittimazione passiva. L’azione legale andava rivolta alla società emittente delle carte, unica titolare del rapporto contrattuale. La decisione sottolinea l’importanza di citare in giudizio il soggetto corretto per evitare il rigetto della domanda.

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Inadempimento professionale: come si calcola il danno?

Una società committente si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di competenze professionali, lamentando un inadempimento professionale da parte dei progettisti. Il Tribunale, avvalendosi di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ha riscontrato un inadempimento parziale relativo al progetto strutturale e al piano di manutenzione. Di conseguenza, ha quantificato il danno subito dalla committente e lo ha posto in compensazione con il credito dei professionisti, revocando il decreto ingiuntivo e condannando la società al pagamento della sola somma residua.

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Misure protettive: la conferma nel concordato

Il Tribunale di Sondrio ha confermato le misure protettive richieste da una società nell’ambito di una procedura di concordato semplificato. Il decreto chiarisce che le misure sono efficaci dalla data di pubblicazione della domanda nel Registro delle Imprese e che il giudice deve confermarle o revocarle entro 30 giorni. La durata è stata fissata in 125 giorni, calcolando il periodo residuo rispetto ai 12 mesi massimi, avendo la società già usufruito di 240 giorni di protezione in una precedente procedura.

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Interesse ad agire: accordo esecutivo lo fa venir meno

Un proprietario agisce in giudizio per la demolizione di un muro illegittimo, nonostante un precedente ordine di demolizione e un successivo accordo transattivo sulla sua esecuzione. Il Tribunale rigetta la domanda per carenza di interesse ad agire, poiché l’attore non otterrebbe alcuna utilità pratica aggiuntiva da una nuova pronuncia, avendo già gli strumenti per ottenere il risultato desiderato.

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Disconoscimento fideiussione: firma generica non basta

Il Tribunale di Sondrio ha rigettato l’opposizione a un decreto ingiuntivo basato su una fideiussione. La corte ha stabilito che il disconoscimento della firma da parte del garante era inammissibile perché formulato in modo generico. Inoltre, ha respinto le accuse di dolo e errore, attribuendo la mancata comprensione del contratto alla negligenza del firmatario. La sentenza ha confermato la validità della garanzia personale anche in presenza di un’altra garanzia pubblica.

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Contratto autonomo di garanzia: differenze e limiti

Una società e il suo garante hanno citato in giudizio un istituto di credito, contestando la nullità per anatocismo di clausole presenti in un contratto di conto corrente e in un mutuo con ammortamento alla francese. Il Tribunale ha respinto le domande, chiarendo la legittimità della capitalizzazione degli interessi di mora dopo la riforma del 2016 e l’assenza di anatocismo intrinseco nell’ammortamento alla francese. Di particolare rilievo è l’analisi sul contratto autonomo di garanzia, con la quale il giudice ha affermato il diritto del garante di sollevare eccezioni sulla nullità del contratto principale, accogliendo però la domanda riconvenzionale della banca e condannando i ricorrenti al pagamento del debito.

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Rimborso spese legali dipendente pubblico: quando spetta?

Un agente di polizia locale, assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio, ha citato in giudizio il suo ex datore di lavoro, il Comune, per ottenere il rimborso delle spese legali. Il tribunale ha respinto la richiesta, stabilendo che le azioni dell’agente, pur avvenute durante il suo periodo di servizio, non erano state compiute nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche, ma come “privato cittadino” in una disputa personale. Di conseguenza, mancava il nesso di causalità necessario per il diritto al rimborso spese legali del dipendente pubblico.

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Incarico professionale: la responsabilità del committente

Il caso analizza la responsabilità di un committente nel pagamento delle parcelle di un professionista (coordinatore della sicurezza) incaricato dal responsabile dei lavori. Nonostante il committente avesse un contratto generale con un altro tecnico, il Tribunale ha confermato l’obbligo di pagamento diretto, ritenendo l’incarico professionale un contratto autonomo e distinto. La sentenza chiarisce che la nomina diretta da parte del responsabile dei lavori crea un rapporto obbligatorio tra committente e professionista, a prescindere da altri accordi.

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Donazione indiretta e polizza vita: lesione legittima

Un figlio cita in giudizio la sorella sostenendo che i premi di una polizza vita, pagati dalla madre defunta a beneficio della sorella, costituissero una donazione indiretta lesiva della sua quota di legittima. Il Tribunale di Sondrio accoglie la domanda, affermando che i premi versati devono essere inclusi nel calcolo del patrimonio ereditario (riunione fittizia). Di conseguenza, ha ordinato alla sorella di reintegrare la quota del fratello con un pagamento corrispondente alla lesione subita.

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Clausola vessatoria: quando è valida se illeggibile?

Una società di telecomunicazioni appella una sentenza che l’aveva condannata per un disservizio, contestando la competenza territoriale del tribunale. La Corte d’Appello accoglie l’appello, basandosi sulla validità di una clausola vessatoria che stabiliva un foro esclusivo. Sebbene la clausola fosse scritta con caratteri poco leggibili, la Corte ha stabilito che, in assenza di una contestazione al momento della firma, la clausola è da ritenersi valida e approvata, ribaltando la decisione di primo grado e trasferendo la causa al tribunale indicato nel contratto.

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Cambiale incompleta: vale come promessa di pagamento?

Un creditore aveva ottenuto un decreto ingiuntivo basato su alcune cambiali. Gli eredi del debitore si erano opposti, sostenendo che i titoli fossero incompleti e quindi nulli. Il Tribunale aveva dato loro ragione, revocando il decreto. La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, stabilendo che una cambiale incompleta, sebbene non valida come titolo di credito, funge da promessa di pagamento. Questo inverte l’onere della prova: spetta al debitore dimostrare l’inesistenza del debito. Poiché gli eredi non hanno fornito tale prova, il decreto ingiuntivo è stato confermato.

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Compenso avvocato: la prova dell'attività svolta

Un avvocato ha richiesto il pagamento dei compensi per l’assistenza legale, sia penale che stragiudiziale, a due sorelle a seguito di un sinistro mortale. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta per la parte penale per mancanza di prova dell’attività svolta, ritenendo non sufficiente la sola nomina a difensore. Per l’attività stragiudiziale, ha confermato che il compenso era già stato coperto dall’acconto ricevuto, applicando il principio di onnicomprensività dell’affare anche se erano coinvolte più controparti.

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Onere probatorio: appello respinto senza prove

La Corte d’Appello respinge un appello in materia di permuta immobiliare per mancato assolvimento dell’onere probatorio. Gli appellanti non hanno fornito i documenti a sostegno della loro domanda di penali per ritardata consegna, portando alla conferma della sentenza di primo grado che li condannava a un pagamento parziale.

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Onere della prova: la contumacia non è ammissione

La Corte d’Appello conferma che la mancata costituzione in giudizio (contumacia) del convenuto non esonera l’attore dal suo onere della prova. In un caso di mancato pagamento per prestazioni professionali, la Corte ha ritenuto sufficiente la copiosa documentazione prodotta dal creditore (cedolini, modelli 770) per dimostrare il proprio diritto, respingendo l’appello. Viene inoltre chiarito che le eccezioni di nullità della CTU per vizi procedurali devono essere sollevate tempestivamente in primo grado e non per la prima volta in appello.

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Rimessione in termini: PC rotto non basta, lo dice la Corte

Una parte ha perso un termine processuale perentorio a causa di un malfunzionamento del computer del proprio legale. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta di rimessione in termini, affermando che un guasto tecnico non costituisce una causa di forza maggiore o un’impossibilità assoluta. La sentenza sottolinea che il professionista avrebbe dovuto adottare soluzioni alternative, dimostrando così una mancanza di diligenza che esclude la concessione del beneficio.

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Compenso professionale avvocato: la prova del mandato

La Corte d’Appello di Lecce ha chiarito che il pagamento di acconti da parte di un cliente costituisce una prova implicita del conferimento del mandato difensivo, rendendo infondata la successiva contestazione. In una causa per il recupero di un compenso professionale avvocato, il giudice ha condannato il cliente al pagamento delle somme dovute, calcolate secondo i parametri forensi, oltre al rimborso delle spese legali del nuovo giudizio.

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Onere della prova e fatture: il fornitore deve

Una recente sentenza della Corte d’Appello ha chiarito un principio fondamentale nei contratti di fornitura: in caso di contestazione, il fornitore ha l’onere della prova sull’esatto ammontare del credito. Anche se la manomissione del contatore è provata, il fornitore non può calcolare i consumi in modo arbitrario, ma deve basarsi su criteri oggettivi. Nel caso di specie, avendo il fornitore calcolato il dovuto sulla base della massima potenza teorica, la Corte ha revocato il decreto ingiuntivo per mancato assolvimento dell’onere della prova.

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Conflitto d’interessi nella società a responsabilità limitata

Responsabilità 231, è fondamentale che le società si dotino preventivamente di adeguate previsioni nel modello organizzativo per gestire queste situazioni, al fine di garantire una efficace tutela degli interessi dell’ente nel procedimento penale.

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