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Giurisprudenza Civile

Diritto di abitazione e divisione: la guida completa

In una causa di divisione ereditaria tra due fratelli e la loro matrigna, la Corte d’Appello ha stabilito principi cruciali. Il valore dell’immobile da dividere deve includere non solo il diritto di superficie ma anche il connesso diritto di riscatto per la piena proprietà. Viene confermato che il valore del diritto di abitazione del coniuge superstite va detratto dall’asse ereditario prima della divisione. Infine, l’immobile è stato assegnato alla vedova, derogando al criterio della quota maggioritaria per tutelare la sua esigenza abitativa.

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Licenziamento Medico: La Rilevanza della Documentazione

Il caso riguarda il licenziamento di un Medico Dirigente Responsabile del servizio di anestesia. La Struttura Sanitaria aveva contestato la compilazione incompleta della cartella clinica, omettendo dettagli su plurimi tentativi e difficoltà riscontrate durante una procedura anestesiologica. Il tribunale di primo grado aveva annullato il licenziamento, ritenendo la condotta insufficiente per giusta causa. La Corte d’Appello, invece, ha riformato parzialmente la sentenza, accertando l’illegittimità del licenziamento, ma lo ha qualificato come risoluzione del rapporto con indennità. La decisione si basa sulla particolare gravità della negligenza del Medico data la sua posizione apicale e la violazione degli obblighi di diligenza e completezza della documentazione. La parola chiave è licenziamento medico.

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Risarcimento danni in appalto: la prova dei costi

Una sentenza della Corte d’Appello analizza il tema del risarcimento danni in appalto. Il caso riguarda una controversia tra un’impresa edile e una committente per il pagamento di opere extracontratto e per i costi di sanatoria di alcuni vizi. La Corte ha stabilito che, per ottenere il risarcimento, non è sufficiente la stima di un perito (CTU), ma è necessaria la prova concreta della spesa effettivamente sostenuta. Di conseguenza, ha ridotto l’importo detratto dal credito dell’impresa, accogliendo parzialmente l’appello e modificando la ripartizione delle spese legali.

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Estinzione servitù coattiva: quando si può cancellare

La Corte d’Appello conferma che l’estinzione di una servitù coattiva di passaggio è legittima quando il fondo dominante cessa di essere intercluso, grazie a un nuovo e praticabile accesso alla via pubblica. La sentenza chiarisce che la natura coattiva della servitù prevale se la sua funzione originaria era risolvere un’interclusione, anche se costituita con contratto. Inoltre, una domanda di usucapione non ribadita nelle conclusioni del primo grado si considera rinunciata e non può essere esaminata in appello.

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Risoluzione contratto appalto: l'onere della prova

La Corte d’Appello ha confermato la risoluzione di un contratto d’appalto per la ristorazione scolastica a causa di gravi inadempimenti. La sentenza ribadisce che, a fronte della contestazione dell’inadempimento da parte della stazione appaltante, spetta all’impresa appaltatrice fornire la prova piena e rigorosa di aver eseguito correttamente la prestazione. In assenza di tale prova, la risoluzione del contratto appalto è da considerarsi legittima.

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Gestione patrimonio minore: obblighi del genitore

La Corte d’Appello conferma la condanna di un padre a restituire alle figlie le somme di un risarcimento assicurativo, incassate quando erano minorenni. La sentenza sottolinea che la gestione del patrimonio del minore richiede l’autorizzazione del giudice tutelare, come previsto dall’art. 320 c.c. Il padre, non avendo fornito prove delle spese sostenute per le figlie e avendo agito senza autorizzazione, è tenuto alla restituzione integrale dei capitali.

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Nomina revisore legale: il decreto del Tribunale revocato

La Corte d’Appello di Trieste ha revocato un decreto del Tribunale che nominava un sindaco unico per una società. La decisione si basa sul fatto che la società, seppur in ritardo, aveva già provveduto autonomamente alla nomina del revisore legale prima che il provvedimento giudiziale diventasse definitivo. Questo caso sottolinea l’importanza dell’adempimento tempestivo degli obblighi societari per evitare l’intervento del Tribunale.

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Contratto autonomo di garanzia: la parola al Giudice

Il Tribunale di Verona ha rigettato l’opposizione a un decreto ingiuntivo, chiarendo la natura del contratto autonomo di garanzia. La sentenza stabilisce che, a differenza della fideiussione, tale contratto obbliga il garante al pagamento ‘a prima richiesta’, senza poter sollevare eccezioni relative al rapporto principale. La presenza di clausole come ‘pagamento a semplice richiesta’ qualifica il contratto come autonomo, rendendo inapplicabili le tutele previste dall’art. 1957 c.c. per il fideiussore e confermando la piena legittimità dell’azione di regresso del garante che ha pagato.

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Contratto di accoglienza: quando è valido e va pagato

Un figlio si opponeva al pagamento delle rette per la degenza della madre in una struttura, sostenendo la nullità del contratto di accoglienza. Il Tribunale di Verona ha respinto l’opposizione, chiarendo che i contratti per prestazioni puramente assistenziali, non a carico del Servizio Sanitario Nazionale, sono pienamente validi. Di conseguenza, ha confermato l’obbligo del figlio di saldare il debito.

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Licenziamento dirigente: quando è legittimo? Analisi

Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro ha affrontato il caso di un licenziamento dirigente per giustificato motivo oggettivo. La ricorrente, ex dirigente, ha impugnato il licenziamento sostenendo che fosse basato su un motivo illecito e discriminatorio, frutto di una finta riorganizzazione aziendale e di comportamenti vessatori. Il Tribunale ha rigettato il ricorso, stabilendo che la riorganizzazione era effettiva e finalizzata a un risparmio di spesa. La corte ha inoltre chiarito che la categoria dei dirigenti non costituisce un gruppo protetto ai fini della normativa antidiscriminatoria e che le prove fornite (registrazioni di conversazioni) non erano sufficienti a dimostrare l’intento illecito del datore di lavoro.

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Revoca sequestro giudiziario: l'accordo tra le parti

Il Tribunale di Verona ha decretato la revoca di un sequestro giudiziario su un bene immobile, a seguito di un accordo conciliativo raggiunto tra le parti. La lite di merito è stata dichiarata estinta per rinuncia agli atti, facendo venir meno le ragioni cautelari che giustificavano il sequestro. Di conseguenza, il bene è stato liberato e restituito alla disponibilità dei soggetti secondo i patti, con la cessazione dell’incarico del custode.

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Adempimento contrattuale parziale: il caso del pilota

La sentenza analizza un caso di adempimento contrattuale parziale relativo a un accordo per la partecipazione di un pilota minorenne a delle gare. A causa di eventi esterni, il numero di gare è stato ridotto. Il Tribunale ha respinto le eccezioni sulla giurisdizione e sulla validità del contratto per mancata firma di un genitore, ritenendolo un atto di ordinaria amministrazione. La corte ha ricalcolato l’importo dovuto in base alle sole gare effettivamente disputate, applicando un principio di proporzionalità e riducendo la pretesa economica iniziale.

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Azione revocatoria: inefficace il trasferimento fondi

La sentenza analizza un caso di azione revocatoria promossa da alcuni avvocati creditori nei confronti del loro ex cliente. Quest’ultimo, dopo aver incassato una cospicua somma, l’aveva trasferita su un conto intestato unicamente al figlio, rendendosi di fatto insolvente. Il Tribunale ha accolto la domanda, dichiarando inefficace l’atto di trasferimento in quanto compiuto con la consapevolezza di arrecare pregiudizio ai creditori. È stato tuttavia disposto l’integrale compensazione delle spese di lite, poiché erano stati gli stessi legali a suggerire l’operazione fraudolenta.

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Licenziamento oggettivo: quando è legittimo?

Una lavoratrice impugna il suo licenziamento per giustificato motivo oggettivo, sostenendo che la riorganizzazione aziendale fosse un pretesto. Il Tribunale di Verona ha respinto il ricorso, ritenendo il licenziamento legittimo. La corte ha verificato l’effettività della riorganizzazione produttiva, che ha reso eccessivo l’orario di lavoro della dipendente. Il rifiuto della lavoratrice di accettare una riduzione dell’orario o un trasferimento in un’altra sede ha validato la decisione dell’azienda.

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Ripetizione indebito addizionale accise energia elettrica

Il Tribunale accoglie la domanda di ripetizione di indebito per somme pagate a titolo di addizionale provinciale sull’accisa dell’energia elettrica, dichiarando l’illegittimità della norma nazionale per contrasto con la Direttiva Europea 2008/118/CE in quanto non persegue una finalità specifica. Viene, inoltre, dichiarata l’infondatezza delle eccezioni di improcedibilità sollevate dalla convenuta.

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Prelazione agraria commissione: quando non è dovuta

Un tribunale ha stabilito la non debenza della provvigione all’agente immobiliare in un caso di prelazione agraria commissione. Una società agricola, esercitando il diritto di prelazione su un terreno confinante, si era opposta a un decreto ingiuntivo per il pagamento della mediazione. Il giudice ha accolto l’opposizione, specificando che chi esercita la prelazione subentra solo negli obblighi strettamente legati alla compravendita, escludendo accordi accessori come la commissione.

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Fideiussione ABI: la decadenza del creditore

Un’importante sentenza del Tribunale di Verona analizza gli effetti della nullità delle clausole in una fideiussione ABI. La corte ha stabilito che la nullità della clausola di deroga all’art. 1957 c.c. comporta la decadenza del diritto della banca di agire contro i garanti, qualora non abbia promosso azioni contro il debitore principale entro sei mesi. Di conseguenza, il decreto ingiuntivo verso i garanti è stato revocato, mentre il debito della società principale è stato ricalcolato e ridotto a seguito di una perizia contabile.

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Disconoscimento firma: l'opposizione viene respinta

Un’acquirente si oppone a un decreto ingiuntivo per il pagamento di un’auto, esibendo una quietanza di pagamento. Il venditore procede con il disconoscimento firma. Poiché l’acquirente non fornisce l’originale del documento per la perizia, l’opposizione è rigettata e viene condannata per lite temeraria.

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Avviso di Addebito: Responsabilità del Datore di Lavoro

Il Tribunale di Verona, Sez. Lavoro, con sentenza n. 281/2023, ha respinto l’opposizione a un avviso di addebito per contributi omessi. La sentenza stabilisce la piena responsabilità del datore di lavoro, anche se l’inadempimento è causato da un terzo delegato, evidenziando la ‘culpa in vigilando’ e la validità della notifica PEC da indirizzo non istituzionale.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura?

Con la sentenza del 19/05/2025, il Tribunale di Verona, Sezione Procedure Concorsuali, ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti di una società commerciale. La decisione scaturisce dal ricorso di un creditore per un debito di quasi 900 mila euro. Il Tribunale ha accertato lo stato di insolvenza della società, basandosi su prove quali il mancato deposito dei bilanci, l’ingente debito fiscale e l’esito infruttuoso dei pignoramenti. La sentenza conferma che la presenza di questi elementi, unita al superamento delle soglie di legge, costituisce presupposto sufficiente per avviare la procedura di liquidazione giudiziale.

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