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Giurisprudenza Civile

Principio precauzione ambientale: stop a impianto idro
Una società energetica si è vista negare l'autorizzazione per un impianto idroelettrico a causa di rischi ambientali. La Corte di Cassazione ha confermato il diniego, stabilendo che il principio di precauzione ambientale e la tutela dei corsi d'acqua prevalgono, specialmente quando non vengono proposte alternative progettuali idonee a scongiurare il rischio di deterioramento. La decisione sottolinea la legittimità del provvedimento amministrativo basato su criticità idrogeologiche concrete e non su mere supposizioni.
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Comodato terreno per casa: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2188/2024, ha stabilito che la concessione di un terreno per costruirvi la casa familiare non può essere qualificata come un semplice comodato terreno. La Corte ha cassato la decisione d'appello che negava il rimborso alla nuora per le spese di costruzione, ritenendo errato applicare le norme sul comodato, che riguardano l'uso di un bene esistente e non la sua radicale trasformazione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione alla luce dei principi sull'accessione.
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Scorrimento graduatoria: no al diritto quesito
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di dipendenti pubblici che chiedevano lo scorrimento di una graduatoria per una progressione verticale. La Corte ha stabilito che, in assenza di una preventiva e completa autorizzazione per tutti i posti messi a bando, i candidati idonei non avevano maturato un "diritto quesito" all'assunzione. Pertanto, l'entrata in vigore di una nuova legge (ius superveniens) ha legittimamente bloccato la procedura per i posti non autorizzati, impedendo lo scorrimento della graduatoria.
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Giurisdizione giudice ordinario per contratti pubblici
Una società fornitrice di servizi alla Pubblica Amministrazione ha contestato la modifica unilaterale del regime IVA applicato a un contratto d'appalto. La Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario. La controversia è stata qualificata come inadempimento contrattuale relativo alla fase esecutiva dell'appalto, e non come una questione puramente fiscale, escludendo così la competenza del giudice tributario.
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Criteri cassa integrazione: ricorso inammissibile
Un gruppo di lavoratori ha impugnato la sospensione in cassa integrazione straordinaria, lamentando la genericità dei criteri di rientro. Dopo una decisione favorevole in primo grado, la Corte d'Appello ha respinto le loro domande. La Corte di Cassazione ha dichiarato il successivo ricorso inammissibile, sottolineando che non è possibile chiedere al giudice di legittimità un riesame dei fatti. La Corte ha ribadito che la valutazione sull'adeguatezza dei criteri cassa integrazione spetta al giudice di merito e il ricorso deve indicare specifiche violazioni di legge, non limitarsi a una diversa interpretazione delle prove.
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Principio di non deterioramento: stop a centrale idroelettrica
La Corte di Cassazione ha confermato il diniego di autorizzazione per la costruzione di una centrale idroelettrica, stabilendo la prevalenza del principio di non deterioramento dei corpi idrici. La decisione si fonda sulla valutazione negativa di impatto ambientale, che aveva evidenziato gravi rischi geologici e idrici. La Corte ha ribadito che la tutela ambientale, sancita dalla normativa europea e nazionale, rappresenta un limite invalicabile anche per progetti di energia rinnovabile, a meno che non sussistano le specifiche condizioni per una deroga, in questo caso assenti.
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Limiti giurisdizione Cassazione: il caso del canone unico
Un comune ha impugnato una decisione del Consiglio di Stato relativa al canone unico patrimoniale per impianti energetici. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo i stretti limiti della sua giurisdizione. L'ordinanza chiarisce che il sindacato della Suprema Corte sulle decisioni dei giudici speciali è confinato alla violazione dei limiti esterni della giurisdizione, escludendo la revisione di errori procedurali o di merito interni.
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Equa riparazione: errore nel contraddittorio, che fare?
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito su un caso di equa riparazione per eccessiva durata di un processo. Il motivo è un vizio procedurale: non era stato citato in giudizio il corretto Ministero per la fase di ottemperanza del giudizio precedente. La sentenza sottolinea l'importanza di individuare correttamente la legittimazione passiva a seconda della fase processuale per la quale si chiede il risarcimento.
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Obbligo di segnalazione: quando scatta per il commercialista
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di segnalazione per un commercialista sussiste anche quando solo una parte delle operazioni del cliente appare sospetta. Il caso riguardava un professionista che non aveva segnalato ingenti e sistematici prelievi in contanti (oltre 12 milioni di euro) da parte di una società sua cliente, operante nel settore dei rottami ferrosi. La Corte ha chiarito che la successiva vendita della merce con metodi tracciabili non elimina il sospetto generato dall'uso anomalo di contante per gli acquisti, configurando un forte 'indice di anomalia' che impone la segnalazione antiriciclaggio.
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Successione processuale dei soci: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2127/2024, ha affermato un principio fondamentale in tema di successione processuale dei soci. Nel caso esaminato, una società, dopo aver intentato una causa per vizi in un appalto, veniva cancellata dal registro delle imprese. I soci decidevano di proseguire personalmente il giudizio. La Corte d'Appello negava la loro legittimazione, ma la Cassazione ha ribaltato la decisione. È stato stabilito che la cancellazione della società determina un fenomeno successorio, per cui i diritti e le obbligazioni, inclusa la posizione processuale, si trasferiscono ai soci, i quali possono quindi continuare la causa pendente.
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Progressione verticale: stop senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha negato il diritto alla progressione verticale a due dipendenti pubblici. Nonostante fossero risultati idonei in una selezione per 920 posti, l'Amministrazione aveva ricevuto autorizzazione solo per 460. La Corte ha stabilito che la mancanza dell'autorizzazione per i posti successivi e l'entrata in vigore di una nuova normativa (d.lgs. 150/2009) hanno impedito il sorgere di un diritto soggettivo all'inquadramento superiore, trattandosi di una mera aspettativa.
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Scorrimento graduatoria: no al diritto senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha negato il diritto allo scorrimento graduatoria e all'assunzione di alcuni dipendenti pubblici. La mancanza dell'autorizzazione governativa per i posti aggiuntivi e l'entrata in vigore di una nuova legge hanno impedito la maturazione di un diritto quesito, rendendo legittimo il diniego dell'amministrazione.
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Progressioni verticali: stop senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha negato il diritto all'inquadramento superiore a un gruppo di dipendenti pubblici in un caso di progressioni verticali. L'amministrazione aveva bandito 920 posti, ma l'autorizzazione era stata concessa solo per 460. La Corte ha stabilito che, in assenza di un'autorizzazione completa e a causa di una nuova legge (ius superveniens) che ha modificato le regole, i candidati idonei oltre il 460° posto non avevano maturato un diritto quesito all'assunzione, respingendo così il loro ricorso.
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Termine lungo impugnazione: Cassazione e decreto
La Cassazione chiarisce l'applicazione del termine lungo impugnazione per l'opposizione a un decreto di liquidazione compensi. Anche in assenza di comunicazione formale, l'opposizione va proposta entro sei mesi dalla pubblicazione del provvedimento, pena l'inammissibilità per tardività. L'ordinanza sottolinea come il termine lungo garantisca la stabilità delle decisioni giudiziarie.
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Onere della prova appalto: la fattura non basta
In una controversia su un contratto di appalto, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'onere della prova appalto spetta all'impresa costruttrice. Quest'ultima deve dimostrare il valore dei lavori, specialmente quelli extra, e la sola fattura non è considerata prova sufficiente. Se il committente paga una somma superiore al prezzo iniziale, si presume che tale importo copra anche i lavori aggiuntivi, a meno che l'impresa non dimostri il contrario con documentazione adeguata.
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Contributo ambientale imballaggi: la guida completa
La Corte di Cassazione chiarisce i confini di applicazione del contributo ambientale imballaggi. Con l'ordinanza n. 2145/2024, ha stabilito che i contenitori industriali durevoli, utilizzati all'interno di un ciclo produttivo per beni non ancora qualificabili come 'merce' destinata al mercato, non sono considerati 'imballaggi' e sono quindi esenti dal contributo. La Corte distingue tali beni dagli 'imballaggi riutilizzabili', caratterizzati da un numero minimo di rotazioni e un ciclo di vita più breve.
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Patto di manleva: limiti e varianti nell’appalto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2148/2024, ha definito i limiti di un patto di manleva in un contratto di appalto. Una società acquirente, che aveva commissionato lavori aggiuntivi, ha chiesto il rimborso dei costi alla società venditrice in virtù di una clausola di manleva. La Corte ha stabilito che la manleva copre solo le varianti rientranti nell'alea fisiologica del contratto originario e non le opere completamente nuove ed extracontrattuali, ordinate direttamente dall'acquirente. Di conseguenza, ha respinto il ricorso, confermando che i costi per tali opere aggiuntive restano a carico di chi le ha commissionate.
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Scorrimento graduatoria: no al diritto all’assunzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2140/2024, ha rigettato il ricorso di alcuni dipendenti pubblici che chiedevano l'assunzione tramite lo scorrimento graduatoria. I giudici hanno stabilito che l'inserimento come 'idoneo' in una graduatoria non conferisce un diritto soggettivo all'assunzione, specialmente se manca l'autorizzazione preventiva per la copertura di tutti i posti e se interviene una nuova legge (ius superveniens) che modifica le regole di progressione di carriera prima dell'approvazione della graduatoria stessa.
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Progressione verticale: quando sorge il diritto?
Un dipendente pubblico, risultato idoneo in una procedura di progressione verticale, si è visto negare la promozione a causa di una nuova legge (ius superveniens) entrata in vigore prima del consolidamento del suo diritto. La Cassazione ha confermato che il diritto all'assunzione sorge solo con l'approvazione della graduatoria e la collocazione in posizione utile per un posto autorizzato, non con la mera idoneità.
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Associazione in partecipazione: onere della prova
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di associazione in partecipazione per la gestione di un'attività di ristorazione. La Corte ha cassato la sentenza di merito per vizio di motivazione, evidenziando che il giudice non può ignorare un credito vantato dagli associati senza una spiegazione logica e non può fondare l'esistenza di un ammanco di cassa sul principio di non contestazione quando è stata disposta una consulenza tecnica d'ufficio e sono state sollevate specifiche critiche alle sue conclusioni.
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