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Giurisprudenza Civile

Lavoro Subordinato: Prova e Indici Rivelatori
Un lavoratore si è visto rigettare la richiesta di riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, stabilendo che, in assenza di prova della soggezione del lavoratore al potere direttivo, disciplinare e di controllo del datore, il rapporto non può essere qualificato come subordinato. La Corte ha ritenuto che la relazione tra le parti avesse natura di accordo commerciale, respingendo i motivi di ricorso del lavoratore in quanto inammissibili.
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Giurisdizione giudice ordinario: Stato vs Regioni
La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia finanziaria tra lo Stato e una Regione Autonoma. La Regione richiedeva il versamento di somme derivanti dalla 'voluntary disclosure', che lo Stato si rifiutava di erogare invocando un precedente accordo. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una pretesa puramente patrimoniale e non di un conflitto di attribuzioni o dell'esercizio di un potere pubblico, la competenza spetta al giudice civile e non a quello costituzionale o amministrativo.
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Licenziamento motivo oggettivo: inammissibile ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore contro il licenziamento per motivo oggettivo disposto da una società in liquidazione. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso non erano conformi ai requisiti procedurali, in quanto miravano a una nuova valutazione dei fatti anziché a denunciare specifici errori di diritto, confermando la legittimità della decisione della Corte d'Appello.
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Difetto di conformità: la Cassazione si pronuncia
Un consumatore acquista un'auto usata che subisce una grave avaria al motore poco dopo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 14390/2024, ha rigettato il ricorso del venditore, confermando un principio fondamentale: se il problema si manifesta entro sei mesi dalla consegna, si presume il difetto di conformità. Spetta al venditore, e non all'acquirente, l'onere di provare che il bene era esente da vizi al momento della vendita. La Suprema Corte ha chiarito che anche una rottura meccanica improvvisa non esclude questa presunzione di responsabilità.
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Prova del contratto: Cassazione chiarisce i limiti
Una società che gestiva impianti pubblicitari in concessione ha citato in giudizio un'impresa di costruzioni per la rimozione non autorizzata di tali impianti. I tribunali di merito hanno respinto la domanda perché la società non aveva prodotto il contratto di concessione scritto. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che quando il contratto è invocato non come fonte di diritti tra le parti, ma come semplice 'fatto storico' in una causa per illecito contro un terzo, la rigida prova del contratto documentale non è richiesta e sono ammissibili altri mezzi di prova.
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Decoro architettonico: quando è vietato un terrazzo?
La Corte di Cassazione conferma la decisione di demolire un terrazzo ricavato nel sottotetto, in quanto lesivo del decoro architettonico dell'edificio. La sentenza sottolinea come un regolamento condominiale contrattuale possa vietare qualsiasi alterazione estetica, a prescindere da un effettivo deprezzamento del valore dell'immobile, e ribadisce la presunzione di condominialità per i sottotetti con funzione di coibentazione.
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Garanzia vizi appalto: motivazione apparente annulla la sentenza
In un caso di fornitura di prodotti difettosi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado per motivazione apparente. La Corte d'Appello aveva condannato il fornitore basandosi su un impegno a eliminare i vizi 'documentalmente provato', senza però specificare quali documenti lo dimostrassero. La Suprema Corte ha ritenuto tale motivazione insufficiente, violando il minimo costituzionale. Inoltre, ha censurato l'errata applicazione della disciplina sulla garanzia vizi appalto a una serie di contratti di vendita distinti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Foro consumatore: eccezione tardiva è inammissibile
Un committente, rimasto contumace in primo grado in una causa per il pagamento di lavori edili, eccepiva l'incompetenza territoriale basata sul foro del consumatore solo in appello. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che tale eccezione deve essere sollevata, a pena di decadenza, nel primo atto difensivo del primo grado di giudizio. La mancata costituzione in giudizio preclude la possibilità di sollevare la questione in una fase successiva.
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Privilegio su crediti: esteso al garante? La Cassazione
Una banca in liquidazione ha contestato l'estensione di un privilegio su crediti a sé stessa, in qualità di garante di un finanziamento pubblico. La Corte d'Appello aveva dato ragione al creditore, affermando la natura oggettiva del privilegio. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso della banca inammissibile perché presentato oltre il termine perentorio di 30 giorni previsto dalle norme speciali sulla liquidazione coatta amministrativa degli istituti di credito, senza entrare nel merito della questione.
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Danno da mancato godimento: la nuova prova del danno
Un proprietario ha subito danni al suo immobile a causa di infiltrazioni provenienti da parti comuni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14381/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul risarcimento del danno da mancato godimento. Non è più necessario dimostrare di aver perso un contratto di affitto, ma è sufficiente provare la perdita della concreta possibilità di utilizzare il bene. La Corte ha inoltre ribadito che la responsabilità del condominio per i danni da cose in custodia sussiste anche se i problemi derivano dalla vecchiaia o da difetti costruttivi dell'edificio.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in un caso che vedeva contrapposti un istituto bancario e una società immobiliare. La decisione è seguita alla presentazione di atti di rinuncia reciproca al ricorso principale e a quello incidentale, notificati e accettati da tutte le parti coinvolte prima della camera di consiglio. Questo provvedimento conferma che l'accordo tra le parti può porre fine al contenzioso in qualsiasi fase, anche davanti alla Suprema Corte, senza una pronuncia nel merito.
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Iscrizione Gestione Commercianti: quando non è dovuta
Una socia di S.r.l. è stata iscritta d'ufficio alla Gestione Commercianti dall'ente previdenziale, che le ha poi richiesto il pagamento di contributi. La socia ha impugnato l'atto, sostenendo di non svolgere attività lavorativa abituale e prevalente nell'azienda. Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso, annullando l'avviso di addebito perché l'ente non ha fornito alcuna prova dei requisiti necessari per l'obbligo di Iscrizione Gestione Commercianti.
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Notifica nulla: prova spedizione avviso essenziale
Un utente si era opposto a un decreto ingiuntivo per canoni di leasing non pagati, ma la sua opposizione era stata giudicata tardiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica del decreto era nulla perché la società creditrice non aveva fornito la prova adeguata dell'invio della raccomandata di avviso. Secondo la Corte, uno screenshot del sistema informatico delle Poste non è sufficiente, rendendo la notifica nulla e, di conseguenza, il termine di 40 giorni per l'opposizione mai iniziato. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello.
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Regolamento condominiale e limiti alla proprietà privata
La Corte di Cassazione ha stabilito che una delibera assembleare approvata a maggioranza non può imporre limiti orari per lavori di manutenzione (es. giardinaggio) svolti all'interno di una proprietà esclusiva. Tali restrizioni, incidendo sul diritto di proprietà, richiedono l'unanimità dei consensi o devono essere previste da una clausola chiara ed inequivocabile del regolamento condominiale di natura contrattuale. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva ritenuto sufficiente una maggioranza semplice, basandosi su un'interpretazione estensiva di una norma generica del regolamento sui rumori.
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Eccezione inadempimento: obbligo di pronuncia del giudice
In una controversia su un contratto di leasing immobiliare, l'utilizzatore aveva sospeso i pagamenti a causa di gravi irregolarità edilizie, sollevando un'eccezione di inadempimento. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito perché il giudice non si era pronunciato su tale eccezione, né sulla clausola contrattuale che, secondo il concedente, escludeva questo diritto. La sentenza ribadisce l'obbligo del giudice di esaminare tutte le domande ed eccezioni proposte dalle parti.
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Azione Revocatoria: Cassazione e Prova dei Fatti
Una società in amministrazione straordinaria ha tentato di revocare la vendita di un immobile, sostenendo che il prezzo fosse sproporzionato. L'azione revocatoria fallimentare è stata respinta sia in primo grado che in appello. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o le prove, competenza esclusiva dei giudici di merito, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge.
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Risarcimento del danno: come cambia dopo la Cassazione
Un consorzio agricolo ha citato in giudizio una società fornitrice di energia per inadempimento contrattuale. Dopo una prima sentenza di Cassazione con rinvio, la Corte d'Appello ha rideterminato e ridotto il risarcimento del danno. Il consorzio ha nuovamente fatto ricorso, ma la Suprema Corte lo ha rigettato, stabilendo un principio fondamentale: quando viene annullata la statuizione sulla responsabilità, viene travolta anche quella sulla quantificazione del danno, poiché logicamente dipendente.
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Spese di custodia veicolo sequestrato: chi paga?
La Cassazione chiarisce che le spese di custodia di un veicolo sequestrato, dopo la comunicazione del dissequestro, gravano sul soggetto indicato nel provvedimento come avente diritto alla restituzione, ovvero il proprietario. Irrilevanti i rapporti interni con la compagnia assicurativa che ha già pagato l'indennizzo per furto. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva applicato una norma poi dichiarata incostituzionale per la liquidazione forfettaria delle spese.
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Calcolo valore causa: assegno divorzio e spese legali
Un ex marito contesta un assegno di divorzio di 100 euro mensili dopo un accordo transattivo sulla casa familiare. La Corte di Cassazione respinge la sua richiesta nel merito, non riscontrando un miglioramento economico per l'ex moglie. Tuttavia, accoglie il suo ricorso sul calcolo delle spese legali, stabilendo che il calcolo valore causa in queste controversie non è indeterminato ma deve basarsi sull'importo dell'assegno stesso.
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Danni da infiltrazioni condominio: la responsabilità
Una sentenza del Tribunale di Roma affronta il tema dei danni da infiltrazioni condominio. Il caso riguarda un proprietario che ha subito danni al proprio appartamento a causa della cattiva manutenzione dei cornicioni e dei canali di gronda comuni. Il Tribunale, basandosi sulla consulenza tecnica, ha affermato la responsabilità oggettiva del condominio ai sensi dell'art. 2051 c.c., condannandolo non solo all'esecuzione dei lavori di ripristino e al risarcimento dei danni materiali, ma anche a rimborsare il proprietario per la perdita economica derivante dalla riduzione del canone di locazione che ha dovuto concedere al proprio inquilino.
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