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Giurisprudenza Civile

Potere datoriale del preside: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un dirigente scolastico esercita legittimamente il proprio potere datoriale anche senza un accordo con le organizzazioni sindacali, qualora le trattative, pur avviate, si arenino per l'intransigenza sindacale. In caso di "mancato accordo", il dirigente può adottare provvedimenti sostitutivi e provvisori per garantire il funzionamento dell'istituto, a condizione di aver rispettato gli obblighi di informazione e di esame congiunto. La Corte ha respinto il ricorso di un sindacato che denunciava una condotta antisindacale, confermando che il potere organizzativo del dirigente non è subordinato al consenso sindacale.
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Pensione reversibilità: i limiti di cumulo con altri redditi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15453/2024, ha stabilito che i trattamenti integrativi erogati da un ente religioso al coniuge superstite di un ministro di culto devono essere considerati reddito e, come tali, sono soggetti ai limiti di cumulo con la pensione di reversibilità erogata dall'ente previdenziale. La Corte ha chiarito che, non rientrando nel sistema dell'assicurazione obbligatoria statale, tali somme concorrono alla determinazione del reddito rilevante per l'applicazione delle riduzioni previste dalla legge.
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Inquadramento segretari comunali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15451/2024, ha respinto il ricorso di un sindacato che contestava il suo inquadramento segretari comunali. Il sindacato sosteneva che i segretari dovessero costituire un'area contrattuale autonoma o essere aggregati ai dirigenti, il che avrebbe garantito la sua rappresentatività nelle trattative del 2010. La Corte ha stabilito che, sulla base della normativa vigente all'epoca, i Contratti Collettivi Nazionali Quadro (CCNQ) avevano legittimamente collocato i segretari nel più ampio "comparto" delle Regioni ed Enti Locali, e tale collocazione determinava le regole per la misurazione della rappresentatività sindacale. L'esclusione del sindacato dalle trattative è stata quindi ritenuta legittima.
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Opposizione a precetto: quando è inammissibile?
Un'ordinanza del Tribunale di Monza chiarisce i limiti dell'opposizione a precetto. Il Giudice ha rigettato la richiesta di sospensione dell'esecuzione, stabilendo che i vizi della sentenza originaria devono essere contestati in appello, non nell'opposizione. Inoltre, ha confermato che un errore nell'importo richiesto nel precetto non lo rende nullo, ma lo mantiene valido per la somma corretta. La decisione sottolinea la distinzione tra i rimedi processuali e la necessità di una base legale plausibile ('fumus boni iuris') per sospendere un'esecuzione.
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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione chiarisce
Un ente previdenziale ha contestato una sentenza che imponeva il ricalcolo di una pensione, sostenendo che il diritto fosse estinto per decadenza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: la decadenza sul ricalcolo pensione incide unicamente sugli arretrati maturati oltre il triennio precedente alla domanda giudiziale, ma non estingue il diritto a ottenere una prestazione correttamente calcolata per il futuro. Questa decisione protegge il nucleo essenziale del diritto alla pensione, considerato irrinunciabile e imprescrittibile.
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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione decide
Un gruppo di pensionati ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. L'ente previdenziale ha eccepito la decadenza basata su una nuova normativa. La Corte di Cassazione ha stabilito che la nuova norma sulla decadenza per il ricalcolo pensione si applica anche ai diritti sorti prima della sua entrata in vigore, cassando la precedente decisione di merito e rinviando la causa alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Vittima del dovere: missione e rischio extra
La Cassazione conferma lo status di vittima del dovere a un militare per missioni svolte in condizioni ambientali estreme. Si chiarisce che il 'rischio maggiore' rispetto alle mansioni ordinarie, anche per truppe speciali, giustifica il riconoscimento. Decisive le 'particolari condizioni ambientali', come temperature a -40°C, che rappresentano un 'quid pluris' rispetto al servizio normale. Il ricorso del Ministero della Difesa è stato respinto.
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Restituzione pagamento sentenza: la Cassazione decide
Una società di servizi postali aveva versato una cospicua somma a una ex dipendente in esecuzione di una sentenza di primo grado, successivamente riformata in appello. L'intero processo si è poi estinto. Con una nuova azione legale, la società ha chiesto e ottenuto la restituzione del pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato questa decisione, stabilendo che la sentenza originale aveva perso ogni efficacia e che il diritto alla restituzione era fondato.
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Decadenza ricalcolo pensione: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza per il ricalcolo pensione, prevista dalla legge, non elimina il diritto fondamentale a una prestazione pensionistica corretta. L'Ente Previdenziale aveva sostenuto che la richiesta tardiva del pensionato dovesse precludere totalmente il ricalcolo. La Corte ha invece confermato che la decadenza incide solo sugli arretrati maturati oltre il triennio precedente alla domanda giudiziale, salvaguardando il diritto per il futuro e per gli arretrati più recenti, in quanto diritto fondamentale e irrinunciabile.
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Ratio decidendi: appello inammissibile se non si impugna
Una curatela fallimentare ha contestato la validità di due compravendite immobiliari. A seguito di una scissione societaria di una delle parti, i nuovi ricorrenti hanno eccepito un vizio di procedura. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i ricorrenti non hanno contestato una delle due autonome 'ratio decidendi' su cui si basava la decisione della corte d'appello, ovvero il principio del giudicato implicito formatosi su una precedente pronuncia della stessa Cassazione riguardo la regolarità del contraddittorio.
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Decadenza ricalcolo pensione: cosa dice la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15446/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di decadenza ricalcolo pensione. Ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, confermando che il termine di decadenza triennale previsto dalla legge si applica esclusivamente agli arretrati maturati oltre il triennio precedente la domanda giudiziale, ma non estingue il diritto del pensionato a ottenere la corretta quantificazione della sua pensione per il futuro. Questa decisione ribadisce la natura fondamentale e irrinunciabile del diritto alla pensione.
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Occupazione senza titolo: rilascio e risarcimento
Un proprietario concede l'uso temporaneo di un appartamento in base a un accordo verbale. L'ospite, alla scadenza del termine, si rifiuta di lasciare l'immobile, diventando un occupante senza titolo. Il Tribunale di Monza ha ordinato il rilascio immediato del bene e ha condannato l'occupante al pagamento di un'indennità per l'occupazione illegittima, liquidata in via equitativa, oltre al pagamento delle spese legali.
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Terzo elemento: no al lavoratore ex formazione lavoro
Un lavoratore, assunto con contratto di formazione e lavoro e poi stabilizzato, ha richiesto il pagamento del cosiddetto 'terzo elemento', una voce retributiva che un accordo collettivo aveva soppresso, mantenendola solo per i dipendenti già a tempo indeterminato alla data dell'accordo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15441/2024, ha respinto la richiesta. La Suprema Corte ha chiarito che il lavoratore non aveva mai percepito tale emolumento durante il contratto di formazione. Pertanto, la soppressione della voce retributiva non ledeva alcun suo diritto quesito. Il riconoscimento dell'anzianità maturata nel periodo formativo non si estende automaticamente a voci di stipendio mai ricevute in precedenza.
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Padre biologico: nullo il processo senza notifica
La Corte di Cassazione ha annullato una dichiarazione di adottabilità di una minore, stabilendo la nullità dell'intero procedimento. La motivazione risiede nella mancata notifica al padre biologico, la cui identità era nota alle autorità. Questa omissione ha violato il suo fondamentale diritto di difesa e di partecipare a un procedimento che avrebbe potuto estinguere definitivamente il suo status genitoriale. La Corte ha ribadito che l'obbligo di informare il padre biologico è un dovere d'ufficio del tribunale, essenziale per garantire l'integrità del contraddittorio.
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Assegno divorzile e legge inglese: i limiti della Cassazione
In un caso di divorzio internazionale, la Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha applicato la legge inglese per determinare l'assegno divorzile. Il ricorso dell'ex marito, che contestava la valutazione economica delle prove, è stato respinto. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme, anche quando la disciplina processuale italiana si combina con il diritto sostanziale straniero.
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Interesse ad agire espulsione: la Cassazione decide
Un cittadino straniero, dopo aver ottenuto lo status di rifugiato, ha impugnato un precedente decreto di espulsione, sostenendo di avere ancora interesse al suo annullamento per futuri risarcimenti e in caso di revoca della protezione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'ottenimento della protezione internazionale elimina definitivamente il decreto di espulsione, facendo così cessare ogni interesse ad agire espulsione e la materia del contendere.
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Compensatio lucri cum damno: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennizzo percepito per danni da emotrasfusione infetta deve sempre essere detratto dal risarcimento del danno, applicando il principio della compensatio lucri cum damno. La Corte ha chiarito che tale principio è rilevabile d'ufficio dal giudice, anche in assenza di prove tempestive, per evitare un ingiusto arricchimento del danneggiato. La sentenza di merito che aveva negato la detrazione è stata cassata con rinvio.
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Termine a comparire: Cassazione annulla la sentenza
Un uomo, dichiarato padre di una minore in primo grado e in appello, ha fatto ricorso in Cassazione lamentando vizi di notifica. La Suprema Corte ha respinto il motivo relativo alla presunta firma falsa sull'avviso di ricevimento, ma ha accolto quello sulla violazione del termine a comparire minimo di 90 giorni. Di conseguenza, ha annullato la sentenza impugnata, statuendo che il mancato rispetto di tale termine rende nullo il procedimento, e ha rinviato la causa alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Giurisdizione obbligazioni alimentari: decide l’Italia
Una coppia, divorziata in Albania, vive in Italia con i figli. La ex moglie chiede la revisione dell'assegno di mantenimento per i figli. L'ex marito contesta la competenza dei tribunali italiani. La Corte di Cassazione, applicando il Regolamento CE n. 4/2009, stabilisce che la giurisdizione per le obbligazioni alimentari spetta al giudice italiano, in quanto sia il creditore (la madre e i figli) sia il debitore (il padre) hanno la loro residenza abituale in Italia.
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Pensione a superstiti: No se il lavoro non è terapeutico
La Corte di Cassazione ha negato il diritto alla pensione a superstiti a una figlia maggiorenne, totalmente inabile e a carico del genitore defunto, a causa di un'attività lavorativa svolta. Sebbene il lavoro avesse un reddito minimo e una valenza terapeutica attestata da un medico, non rispettava i rigidi requisiti previsti dall'art. 46 del d.l. n. 248/2007. La Corte ha stabilito che, per non perdere il diritto alla pensione, l'attività lavorativa deve essere svolta esclusivamente presso datori di lavoro specifici (come cooperative sociali) e con determinate forme contrattuali (es. apprendistato), condizioni non soddisfatte nel caso di specie. Il basso reddito non è stato ritenuto sufficiente a superare il mancato rispetto di tali presupposti normativi.
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