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Giurisprudenza Civile

Responsabilità ente pubblico: onere della prova del danno
La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di risarcimento di un'azienda contro una Regione per danni derivanti da presunta concussione e successiva inerzia amministrativa. La decisione sottolinea che non sussiste la responsabilità ente pubblico quando manca un nesso di occasionalità necessaria tra l'illecito del funzionario e le funzioni istituzionali. Inoltre, viene ribadito che l'onere della prova dei fatti illeciti e del danno spetta interamente a chi agisce in giudizio.
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Responsabilità del datore di lavoro: il caso Poste
Una società è stata ritenuta civilmente responsabile per i fondi sottratti da una sua dipendente, la quale aveva ricevuto da un cliente contanti e moduli F24 per pagamenti fiscali mai eseguiti. La Cassazione ha confermato la condanna, sottolineando che la responsabilità del datore di lavoro sussiste quando le mansioni del dipendente, anche se non specifiche per l'operazione, hanno agevolato o reso possibile l'illecito. Il ricorso della società è stato dichiarato inammissibile perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
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Travisamento della prova: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ente pubblico contro una società di factoring. Il caso verteva sul presunto travisamento della prova riguardo l'inclusione o meno dell'IVA nel valore di beni non forniti, come indicato in una perizia tecnica. La Corte ha stabilito che il rimedio corretto per tale doglianza non è il ricorso per cassazione, ma la revocazione, e ha inoltre censurato la presentazione di questioni nuove in sede di legittimità.
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Riattivazione notifica: l’onere della parte ricorrente
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che, in caso di notifica fallita per cause non imputabili, la parte ha l'onere di procedere a una tempestiva riattivazione notifica. L'inerzia successiva al primo tentativo non andato a buon fine comporta l'inammissibilità del ricorso per decorrenza dei termini. La Corte ha respinto la richiesta di revocazione di un ente previdenziale, specificando che la sua precedente decisione non si basava su un errore di fatto, ma sulla corretta applicazione del principio che impone alla parte di attivarsi per completare la notificazione.
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Onere della prova bollette: la Cassazione chiarisce
Una cliente contesta una bolletta energetica ritenuta eccessiva dopo la sostituzione del contatore in un immobile disabitato. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che l'onere della prova è a carico del fornitore, ma una volta che questo fornisce documentazione (come il verbale di sostituzione), spetta al cliente contestare specificamente i dati e fornire prova contraria. Una contestazione generica non è sufficiente. La Corte ha confermato la condanna della cliente al pagamento della fattura.
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Travisamento della prova: limiti del ricorso
Una società agricola ha perso un contratto di affitto di un vigneto a seguito di una perizia tecnica (CTU) e ha citato in giudizio il consulente. La Corte di Cassazione ha analizzato il caso, dichiarando inammissibile il motivo di ricorso basato sul travisamento della prova, poiché non può essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione del merito. La Corte ha inoltre stabilito che, ai fini della liquidazione delle spese legali, anche le domande subordinate e condizionali concorrono a determinare il valore della causa (disputatum).
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Natura giuridica ente: no conversione contratti
Un lavoratore con contratti a termine presso un ente, poi assorbito da un Ministero, ha richiesto la conversione del suo rapporto in tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la natura giuridica pubblica dell'ente, accertata attraverso l'analisi della normativa evolutiva, costituisce un ostacolo insormontabile alla conversione automatica del contratto, anche in presenza di clausole a termine illegittime.
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Opposizione decreto ingiuntivo: il rito del creditore
Una creditrice ottiene un decreto ingiuntivo contro un Comune per canoni di locazione, usando il rito ordinario. Il Comune si oppone con lo stesso rito. La Corte di Cassazione stabilisce che l'opposizione a decreto ingiuntivo deve seguire il rito scelto dal creditore, anche se errato, in base al principio dell'apparenza, annullando la decisione d'appello che aveva dichiarato l'opposizione inammissibile.
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Trattamento economico segretario: la Cassazione decide
Un segretario comunale, collocato in disponibilità, ha richiesto il mantenimento del trattamento economico percepito nell'ultimo incarico, nonostante una nuova legge avesse abolito il principio di protezione salariale. Il Ministero dell'Interno si opponeva, chiedendo la restituzione di somme. La Corte di Cassazione ha dato ragione al segretario, affermando che le norme specifiche della contrattazione collettiva per i segretari in disponibilità prevalgono sulla legge generale, garantendo così il mantenimento del trattamento economico segretario comunale.
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Ripartizione spese consorzio: l’uso differenziato
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di una delibera che applicava una ripartizione spese consorzio basata sull'uso differenziato di una strada comune. Un consorziato, unico ad avere un accesso carrabile, era stato chiamato a coprire il 50% dei costi. I giudici hanno respinto il ricorso, stabilendo che le norme statutarie e regolamentari del consorzio, che prevedono una suddivisione proporzionale al godimento, possono derogare validamente al criterio generale dei millesimi di proprietà, come previsto dall'art. 1123 c.c.
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Giudicato endofallimentare: limiti all’azione revocatoria
La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudicato endofallimentare, derivante dall'ammissione di un credito con privilegio ipotecario al passivo di un fallimento, non preclude automaticamente al curatore l'esercizio dell'azione revocatoria. L'ordinanza chiarisce che l'ammissione del credito residuo non sana la potenziale revocabilità dei pagamenti pregressi o dell'intera operazione, specialmente se questa costituisce un mezzo anomalo di pagamento, come nel caso di un mutuo fondiario utilizzato per estinguere debiti chirografari preesistenti (c.d. eterovestizione fondiaria). La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva respinto le domande del fallimento basandosi su un'errata applicazione del principio della "ragione più liquida".
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Cessazione materia contendere: accordo annulla sentenza
Un Comune, ritenuto responsabile per i debiti di un Consorzio di cui era membro, ha presentato ricorso in Cassazione. Prima della decisione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. La Corte ha quindi dichiarato la cessazione materia del contendere, specificando che l'accordo tra le parti priva automaticamente di efficacia la sentenza impugnata, risolvendo la lite.
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Servizio prestato: solo i contributi effettivi contano
Un ex militare ha richiesto il riconoscimento dei contributi figurativi per il servizio a bordo di navi al fine di costituire la sua posizione pensionistica presso l'INPS. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione dei giudici di merito, ha stabilito che la nozione di 'servizio prestato' ai sensi dell'art. 124 del D.P.R. 1092/1973 si riferisce esclusivamente al servizio effettivo, per il quale sono stati versati contributi reali, escludendo quindi la contribuzione figurativa.
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Azione revocatoria: quando inizia la prescrizione?
Una società finanziaria contesta un'azione revocatoria su una compravendita immobiliare, sostenendo la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: il termine di prescrizione quinquennale per l'azione revocatoria decorre dalla data di trascrizione dell'atto nei registri immobiliari, e non dalla data della sua stipula, poiché è solo con la trascrizione che l'atto diventa conoscibile e opponibile ai terzi creditori.
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Base imponibile contributiva: esclusi utili da S.r.l.
La Cassazione ha stabilito che la base imponibile contributiva per i lavoratori autonomi non include gli utili derivanti dalla mera partecipazione in una S.r.l. dove non si svolge attività lavorativa. Tali redditi, qualificati come redditi di capitale e non d'impresa, sono esclusi dal calcolo dei contributi INPS, confermando la distinzione tra reddito da lavoro e reddito da mero investimento.
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Licenziamento per recidiva: quando è legittimo?
Un tecnico di un'azienda radiotelevisiva viene licenziato per reiterate assenze. La Corte di Cassazione conferma la legittimità del licenziamento per recidiva, stabilendo che anche le sanzioni precedenti, seppur impugnate, possono essere considerate per valutare la gravità della condotta complessiva del lavoratore. La Corte ha inoltre ribadito la natura relativa del principio di immediatezza della contestazione disciplinare in contesti aziendali complessi.
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Indennità ASpI e lavoro autonomo preesistente
Un lavoratore si è visto negare l'indennità ASpI per non aver comunicato all'INPS un'attività di lavoro autonomo avviata prima di perdere il lavoro dipendente. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che l'obbligo di comunicazione sussiste per qualsiasi attività autonoma contemporanea alla fruizione del sussidio, indipendentemente dalla sua data di inizio, pena la decadenza dal diritto.
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Responsabilità avvocato: prova del danno da errore
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce i confini della responsabilità avvocato in caso di errore professionale. La Corte ha rigettato la richiesta di maxi-risarcimento di due clienti contro il loro ex legale, sottolineando che non basta dimostrare l'errore del professionista. È onere del cliente provare, tramite un giudizio prognostico, che un'azione legale correttamente impostata avrebbe avuto un'alta probabilità di successo e che l'errore ha causato un danno concreto, il quale non è mai automatico (in re ipsa).
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Contributi autonomi: il reddito da capitale è escluso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30309/2024, ha stabilito un principio fondamentale per i contributi autonomi. È stato chiarito che i redditi di capitale, percepiti da un artigiano come socio non lavoratore di una società di capitali, non rientrano nella base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione Artigiani. La Corte ha rigettato il ricorso dell'ente previdenziale, che negava la pensione a un lavoratore sulla base di presunti contributi omessi su tali redditi, confermando che solo i redditi d'impresa derivanti dall'attività lavorativa sono rilevanti ai fini contributivi.
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Dimissioni per giusta causa: la prova del nesso causale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30310/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva il riconoscimento della NASpI a seguito di dimissioni per giusta causa, motivate dall'omesso versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. La Corte ha stabilito che, per la validità delle dimissioni per giusta causa, non è sufficiente l'inadempimento datoriale, ma è necessario che il lavoratore dimostri il nesso di causalità e immediatezza tra la conoscenza dell'inadempimento e la sua decisione di recedere dal rapporto.
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