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Giurisprudenza Civile

Borse di studio medici: no all'aumento triennale

Un gruppo di medici specializzandi ha richiesto un adeguamento triennale della propria borsa di studio, ottenendo ragione in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che una serie di leggi ha di fatto congelato l’importo delle borse di studio medici specializzandi a partire dal 1992. Di conseguenza, la Corte ha respinto la richiesta di aumento, chiarendo la natura del rapporto di specializzazione e la portata della normativa finanziaria succedutasi nel tempo.

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Errore di fatto revocazione: i limiti del ricorso

Una società ha tentato la revocazione di un’ordinanza della Cassazione sostenendo un errore di fatto revocazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la critica alla valutazione giuridica dei motivi non costituisce errore di fatto, ma un errore di giudizio non sindacabile con questo strumento.

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Rapporto di lavoro familiare: onere della prova

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una figlia contro la madre, confermando che spetta al lavoratore dimostrare la natura subordinata del rapporto di lavoro familiare. La ricorrente non è riuscita a provare né la subordinazione né l’onerosità della prestazione, soprattutto a fronte della sua pacifica facoltà di prelevare liberamente denaro dalla cassa aziendale. La Corte ribadisce che il giudizio di legittimità non può riesaminare nel merito le prove.

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Responsabilità banca: diligenza e assegno contraffatto

Una società assicurativa ha citato in giudizio due istituti bancari per i danni subiti a seguito della negoziazione di un assegno contraffatto nell’importo e nel beneficiario. La Corte di Cassazione, confermando le sentenze di merito, ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità della banca negoziatrice non è oggettiva, ma si fonda sulla colpa. La banca può essere esonerata se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, specialmente quando la falsificazione, come nel caso di specie, era estremamente difficile da rilevare.

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Ricorso inammissibile: Cassazione e merito del caso

Un professionista ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione dopo che la sua richiesta di pagamento di onorari è stata respinta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che l’appello mirava impropriamente a una nuova valutazione dei fatti (come l’esistenza di un incarico professionale) anziché contestare veri e propri errori di diritto. Il tentativo del ricorrente di mascherare questioni di merito come vizi di legittimità è stato ritenuto inidoneo.

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Obbligo iscrizione produttori assicurativi: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33125/2019, ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, stabilendo che l’obbligo di iscrizione alla Gestione commercianti non si applica ai produttori assicurativi che operano direttamente per una compagnia di assicurazioni. Tale obbligo, previsto da una norma specifica, riguarda esclusivamente i produttori collegati ad agenzie e sub-agenzie. La Corte ha chiarito che l’inquadramento previdenziale dei produttori diretti dipende dalle concrete modalità di svolgimento dell’attività: iscrizione alla Gestione commercianti ordinaria se in forma di impresa, o alla Gestione Separata se si tratta di collaborazione personale e coordinata.

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Produttori assicurativi: obblighi contributivi chiariti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33126/2019, ha stabilito che i produttori assicurativi che operano direttamente per una compagnia di assicurazioni non sono obbligati all’iscrizione presso la Gestione Commercianti. La Corte ha chiarito che tale obbligo, previsto da una specifica norma, si applica esclusivamente ai produttori collegati ad agenzie o sub-agenzie. Per i produttori diretti, l’inquadramento previdenziale dipende dalle concrete modalità di svolgimento dell’attività: Gestione Commercianti se in forma di impresa, Gestione Separata se come collaborazione coordinata e continuativa.

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Produttori di assicurazioni: no obbligo Gestione Commercianti

La Corte di Cassazione ha chiarito gli obblighi previdenziali per i produttori di assicurazioni. Con l’ordinanza n. 33127/2019, ha stabilito che un produttore che lavora direttamente per una compagnia assicurativa, senza l’intermediazione di un’agenzia, non è tenuto all’iscrizione nella Gestione Commercianti dell’ente previdenziale. La Corte ha rigettato il ricorso dell’ente, confermando che tale obbligo sussiste solo per i produttori collegati ad agenzie o sub-agenzie, come specificato dalla normativa di riferimento.

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Produttori assicurativi: l'obbligo di iscrizione INPS

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33128/2019, ha stabilito che i produttori assicurativi con un rapporto diretto con la compagnia non sono automaticamente obbligati all’iscrizione nella Gestione Commercianti. L’obbligo riguarda solo coloro che operano tramite agenzie o sub-agenzie. Per i produttori diretti, l’inquadramento previdenziale dipende dalla natura, imprenditoriale o di collaborazione personale, della loro attività, che determina l’iscrizione alla Gestione Commercianti ordinaria o alla Gestione Separata.

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Prescrizione vizi immobile: quando l'azione scade

Una sentenza della Corte d’Appello di Bari analizza un caso di compravendita immobiliare con gravi difetti costruttivi. La Corte riforma parzialmente la decisione di primo grado, dichiarando la prescrizione dei vizi dell’immobile per gran parte delle richieste, in quanto l’azione legale è stata intrapresa tardivamente rispetto alla scoperta dei problemi. Viene confermata la responsabilità solo per i vizi acustici, con una significativa riduzione del risarcimento e l’esclusione di responsabilità per uno dei professionisti coinvolti.

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Incarico professionale: chi paga il tecnico?

La Corte d’Appello di Bari riforma una sentenza di primo grado, stabilendo che se un’impresa appaltatrice conferisce un incarico professionale a un tecnico per realizzare un’opera per un committente, è l’impresa stessa a dover pagare il compenso del professionista, e non il committente finale, specialmente se il contratto di appalto prevedeva un prezzo forfettario onnicomprensivo.

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Rinuncia all'impugnazione: quando si estingue il processo

La Corte d’Appello di Bari analizza un caso in cui, a seguito di un accordo, l’appellante chiede l’estinzione del processo. La Corte qualifica tale atto come una rinuncia all’impugnazione, distinguendola dalla rinuncia agli atti, e dichiara la cessazione della materia del contendere. Viene stabilito che in tale scenario non si applica il raddoppio del contributo unificato e le spese legali vengono compensate tra le parti.

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Titolo esecutivo: condanna vs accertamento

Un proprietario di un cortile privato ha tentato di obbligare due condomini a rimuovere delle strisce di parcheggio sulla base di due sentenze precedenti. La Corte d’Appello di Bari ha respinto la richiesta, confermando la decisione di primo grado. La Corte ha chiarito che le sentenze in questione non costituivano un valido titolo esecutivo. Una era di mero accertamento (negava il diritto di parcheggio dei condomini) e l’altra era costitutiva (annullava le delibere condominiali). Nessuna delle due conteneva un esplicito ordine di condanna a rimuovere le strisce, elemento indispensabile per avviare un’esecuzione forzata per obblighi di fare.

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Estinzione del processo: rinuncia e accettazione in appello

La Corte d’Appello di Bari ha dichiarato l’estinzione del processo in un giudizio di secondo grado. Gli appellanti avevano impugnato una sentenza del Tribunale di Foggia ma, in corso di causa, hanno formalizzato una rinuncia agli atti. Tale rinuncia è stata accettata dalle parti appellate, portando la Corte a chiudere il procedimento senza una decisione nel merito e senza statuizioni sulle spese legali, in quanto non richieste.

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Difetto di fabbricazione cucina: risarcimento del danno

La Corte d’Appello di Bari ha confermato il diritto al risarcimento per un difetto di fabbricazione di una cucina, il cui legno era ingiallito a causa di un’errata verniciatura. La sentenza ha rigettato la tesi del venditore secondo cui si trattava di naturale invecchiamento del legno, basandosi sulle conclusioni della perizia tecnica. È stato inoltre stabilito che l’IVA deve essere inclusa nell’importo del risarcimento, in quanto costo effettivo per la riparazione del bene.

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Disconoscimento Scrittura Privata: l'Errore Fatale

Un venditore ha impugnato una sentenza che respingeva la sua richiesta di risoluzione contrattuale. La Corte d’Appello ha rigettato l’appello, evidenziando come l’errato disconoscimento della scrittura privata attestante il pagamento abbia reso la prova valida. La parte aveva contestato il contenuto del documento ma non l’autenticità della firma, un errore procedurale decisivo. La Corte ha confermato che il pagamento era avvenuto e l’acquirente non era inadempiente.

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Correzione errore materiale: come si rettifica?

La Corte d’Appello interviene per una correzione di errore materiale su un decreto che liquidava le spese legali. A seguito dell’istanza di una parte, che ha evidenziato un errore nel calcolo degli importi, il collegio ha riconosciuto la svista e ha disposto la modifica del provvedimento. La decisione finale ha rettificato l’importo del compenso dovuto, allineando la parte dispositiva del decreto a quella motiva, confermando l’importanza di questo strumento processuale per garantire l’accuratezza formale delle decisioni.

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Lastrico solare: chi paga per le infiltrazioni?

Un proprietario di un appartamento ha citato in giudizio il proprietario del piano superiore e il condominio per danni da infiltrazioni provenienti dal lastrico solare a uso esclusivo. La Corte d’Appello ha confermato la responsabilità solidale di entrambi i soggetti. Il proprietario esclusivo è responsabile come custode del bene ai sensi dell’art. 2051 c.c., mentre il condominio è responsabile per la funzione di copertura dell’intero edificio svolta dal lastrico. La sentenza ha rigettato l’appello principale del proprietario del lastrico, che mirava ad attribuire la colpa esclusivamente al condominio, e ha dichiarato inammissibile l’appello della compagnia assicurativa per vizi procedurali.

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Notifica decreto ingiuntivo: chi può fare opposizione?

Una condomina riceve una notifica di decreto ingiuntivo per un debito del condominio, venendo erroneamente indicata come amministratrice. La Corte d’Appello ribalta la decisione di primo grado, affermando il suo diritto a proporre opposizione per tutelare i propri interessi. La sentenza chiarisce che l’onere di avviare la mediazione obbligatoria spetta al creditore e, in caso di inadempimento, il decreto ingiuntivo deve essere revocato.

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Legittimazione curatore fallimentare: la Cassazione

Una curatela fallimentare ha impugnato un’ordinanza che confermava un sequestro preventivo per reati tributari. Il punto cruciale era la legittimazione del curatore fallimentare a contestare il sequestro, disposto prima della dichiarazione di fallimento. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno risolto un contrasto giurisprudenziale, affermando il principio per cui il curatore è sempre legittimato a impugnare i provvedimenti di sequestro reale, anche se anteriori alla dichiarazione di fallimento. La Corte identifica il curatore come il soggetto avente diritto alla restituzione dei beni, in virtù della sua funzione di amministrazione e salvaguardia della massa attiva. Nonostante il riconoscimento della legittimazione, nel caso specifico il ricorso è stato rigettato nel merito, confermando che le somme sequestrate costituivano provento del reato di evasione fiscale.

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