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Giurisprudenza Civile

Buoni pasto: non sono retribuzione per la Cassazione
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha respinto il ricorso di un gruppo di lavoratori contro la decisione del loro datore di lavoro di interrompere l'erogazione dei buoni pasto. La Corte ha ribadito un principio consolidato: i buoni pasto non hanno natura retributiva, ma rappresentano un'agevolazione di carattere assistenziale. Di conseguenza, non sono protetti dal principio di irriducibilità della retribuzione e la loro erogazione può essere interrotta se basata su accordi collettivi da cui il datore può recedere.
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Riconoscimento scuola paritaria: validità del titolo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un lavoratore del settore scolastico, escluso dalle graduatorie per l'invalidità del suo diploma. Sebbene l'istituto che ha rilasciato il titolo avesse ottenuto un riconoscimento scuola paritaria retroattivo, la Corte ha stabilito che tale riconoscimento non può sanare la violazione delle norme sull'ordinamento didattico. Nello specifico, l'istituto non poteva validamente attivare un corso triennale in un anno in cui la normativa prevedeva la sua soppressione, rendendo il titolo privo di valore legale.
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Interessi su credito privilegiato: quale tasso si applica?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 29605/2025, ha chiarito la disciplina degli interessi su credito privilegiato in una procedura di amministrazione straordinaria. È stato stabilito che il tasso di interesse speciale, previsto da una normativa di settore per un credito garantito, non si applica per l'intera durata della procedura. Invece, la regola generale prevista dalla legge fallimentare e dall'art. 2749 c.c. prevale. Di conseguenza, il tasso speciale è riconosciuto solo per l'anno in corso alla data della dichiarazione di insolvenza; per il periodo successivo, si applica il più basso tasso di interesse legale, al fine di tutelare la parità di trattamento tra tutti i creditori.
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Giurisdizione giudice ordinario: canone e P.A.
Una concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ha contestato la riduzione di 150 milioni di euro del canone ad essa riversato, imposta da una norma di legge. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che, non trattandosi di un atto discrezionale della Pubblica Amministrazione ma di un'imposizione legislativa, la controversia ha natura puramente patrimoniale e riguarda un diritto soggettivo, rientrando così nella competenza del tribunale ordinario.
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Giurisdizione giudice ordinario: sanità e PA
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia tra un'Azienda Sanitaria Locale e una struttura privata. L'ASL chiedeva la restituzione di somme indebitamente pagate, sostenendo che la struttura, classificata come Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), non aveva diritto a tali fondi in assenza di accreditamento e convenzione. La Corte ha chiarito che, poiché la richiesta si fonda sull'assenza di un titolo giuridico e non sull'illegittimità di un atto amministrativo, la causa riguarda un diritto soggettivo di natura patrimoniale, rientrando così nella competenza del giudice civile.
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Garanzia fideiussoria: la prova del pagamento non serve
Una società assicurativa, che aveva rilasciato una garanzia fideiussoria, ha pagato un istituto di credito a seguito dell'inadempimento della società garantita, poi fallita. La richiesta di ammissione al passivo era stata respinta per mancata prova del pagamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, statuendo che per l'ammissione al passivo del garante non è necessaria la prova del pagamento, essendo sufficienti la dimostrazione del rilascio della garanzia e l'inadempimento del debitore principale.
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Legittimazione ad agire: garante rimborsato escluso
Un intermediario finanziario, che aveva garantito un prestito a un'impresa poi fallita, ha tentato di insinuarsi nel passivo fallimentare per recuperare la somma versata. Tuttavia, essendo stato integralmente rimborsato da un fondo di controgaranzia, la Corte di Cassazione ha negato la sua legittimazione ad agire. Il diritto di recuperare il credito spetta unicamente al controgarante, in quanto è l'unico soggetto ad aver subito la perdita economica effettiva.
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Intervento adesivo: quando non si può impugnare
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un istituto di credito, intervenuto in un processo come parte adesiva. La sentenza chiarisce che l'intervento adesivo non conferisce un diritto autonomo di impugnazione se la parte principale non contesta la decisione sfavorevole. Il caso riguardava l'ammissione di un credito in una procedura fallimentare.
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Privilegio Garanzia Pubblica: la Cassazione decide
Una società in concordato preventivo contesta la natura privilegiata di un credito vantato da un ente garante a partecipazione pubblica, intervenuto a copertura dei suoi prestiti bancari insoluti. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando che il credito dell'ente garante gode di uno speciale privilegio garanzia pubblica ai sensi del D.Lgs. 123/1998. Tale diritto, finalizzato al recupero di risorse pubbliche, prevale sulle norme ordinarie della surroga e non richiede il completo soddisfacimento del creditore originario.
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Interessi legali fallimento: la Cassazione decide
Una società garante, dopo aver saldato un debito per un'impresa poi fallita, ha richiesto il rimborso del proprio credito con interessi a un tasso speciale maggiorato. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, stabilendo che nel contesto di una procedura fallimentare, per garantire la parità di trattamento tra i creditori, si applicano gli interessi legali al tasso standard previsto dal codice civile, e non i tassi speciali previsti da normative settoriali. Questa decisione conferma il principio secondo cui la disciplina degli interessi legali nel fallimento prevale su altre leggi speciali.
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Garanzia fondo PMI: sì alla surroga nel fallimento
La Corte di Cassazione ha stabilito che il gestore del Fondo di Garanzia per le PMI, dopo aver pagato la banca finanziatrice a seguito dell'inadempimento di un'impresa poi fallita, ha diritto di surrogarsi nei diritti del creditore e di insinuarsi al passivo. La Corte chiarisce che la garanzia fondo PMI ha natura pubblicistica e non configura un'obbligazione solidale. Di conseguenza, non si applica il limite previsto dall'art. 61 della legge fallimentare, che vieta il regresso tra coobbligati prima del totale soddisfacimento del creditore principale, e non si crea una duplicazione del credito nel passivo fallimentare.
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Bancarotta fraudolenta: distrazione e leasing
La Corte di Cassazione conferma la condanna per bancarotta fraudolenta a carico di due amministratori. Il caso riguarda la distrazione di attivi realizzata tramite la cessione del diritto di godimento di un immobile in leasing a un'altra società del gruppo senza corrispettivo e la vendita di automezzi aziendali a un prezzo irrisorio. La Corte ha stabilito che anche la distrazione di un diritto, e non solo di un bene materiale, integra il reato. Viene inoltre confermato che per la bancarotta fraudolenta è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza di agire a danno dei creditori, senza necessità di un'intenzione specifica.
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Recesso unilaterale: rimborso totale dei premi
Un assicurato, preoccupato per la stabilità finanziaria della propria compagnia, chiede la risoluzione del contratto. L'assicurazione interpreta la richiesta come un riscatto, liquidando una somma irrisoria. Il Tribunale stabilisce che si tratta di un recesso unilaterale ingiustificato da parte della compagnia, condannandola alla restituzione integrale di tutti i premi versati, poiché la sua azione ha fatto venir meno la causa del contratto.
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Responsabilità extracontrattuale appaltatore: limiti
Un Comune ha citato in giudizio un'impresa costruttrice per gravi difetti in un'opera stradale, basando la richiesta di risarcimento sulla norma generale di responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.) per evitare i termini di prescrizione più brevi previsti dalla norma specifica per gli appalti (art. 1669 c.c.). La Corte di Cassazione ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che, quando sussistono i presupposti per l'applicazione della norma speciale (art. 1669 c.c.), questa è l'unica applicabile. Non è possibile aggirare i termini di prescrizione e decadenza della norma speciale invocando quella generale. La sentenza definisce chiaramente i confini della responsabilità extracontrattuale appaltatore.
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Prezzo massimo di cessione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione chiarisce gli effetti della domanda di affrancazione dal vincolo del prezzo massimo di cessione su un immobile di edilizia convenzionata. La Corte stabilisce che, in pendenza di una causa per la restituzione della somma pagata in eccesso dall'acquirente, la richiesta di affrancazione da parte del venditore non rende il giudizio improcedibile, ma ne determina la sospensione. La sentenza annulla la decisione della Corte d'Appello, che aveva erroneamente dichiarato l'improseguibilità dell'azione, e rinvia la causa per una nuova valutazione alla luce di questo principio.
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Responsabilità appaltatore: vizi e riparto delle colpe
Un ente pubblico ha citato in giudizio un'impresa costruttrice e il direttore dei lavori per gravi difetti nella realizzazione di un'opera pubblica. La Corte d'Appello, riformando la decisione di primo grado, ha escluso la risoluzione del contratto ma ha confermato la condanna al risarcimento dei danni e ha disposto una riduzione del corrispettivo. La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi, consolidando i principi sulla responsabilità dell'appaltatore, sulla distinzione tra riduzione del prezzo e risarcimento, e sul riparto interno delle colpe tra appaltatore e direttore dei lavori.
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Limite 24 mesi somministrazione: sì alla conversione
Un lavoratore impiegato tramite agenzia per oltre 37 mesi presso la stessa azienda ha chiesto la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha confermato che il limite 24 mesi somministrazione si applica. Il superamento di tale soglia comporta la nullità dei contratti e conferisce al lavoratore il diritto di essere assunto a tempo indeterminato dall'azienda utilizzatrice, e non solo dall'agenzia.
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Motivazione decreto trattenimento: la Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato un decreto che convalidava il trattenimento di un cittadino straniero. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione, dato che il provvedimento del giudice di pace era stato emesso su un modulo prestampato dove non erano state neppure segnate le opzioni predefinite. Questo caso sottolinea l'importanza di una specifica ed esplicita motivazione nel decreto di trattenimento affinché sia legalmente valido, a tutela della libertà personale.
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Nullità relativa CTU: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina contro un ente previdenziale. La ricorrente lamentava di non aver ricevuto la bozza della CTU, ma la Corte ha ribadito che la nullità relativa CTU deve essere eccepita nella prima difesa utile, cosa non avvenuta. Anche il secondo motivo, un errore materiale nella sentenza, è stato ritenuto inammissibile.
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Accertamento requisito sanitario: i limiti del giudice
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito i limiti del giudizio di opposizione ex art. 445-bis c.p.c. in materia di invalidità civile. La Corte ha stabilito che in tale sede il giudice deve limitarsi all'accertamento del requisito sanitario, senza poter condannare l'ente previdenziale al pagamento della prestazione. La sentenza di primo grado, che aveva sia accertato il requisito sia condannato l'ente, è stata cassata in parte qua, confermando la netta separazione tra la fase di verifica sanitaria e quella successiva di valutazione degli altri requisiti socio-economici.
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