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Giurisprudenza Civile

Mobilità volontaria: diritto all’assegno ad personam
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20953/2024, ha stabilito che un dipendente pubblico trasferito tramite mobilità volontaria ha diritto a un assegno 'ad personam' per conservare il trattamento economico acquisito. Il principio del divieto di 'reformatio in peius' (peggioramento della condizione economica) prevale, anche dopo le modifiche legislative all'art. 30 del D.Lgs. 165/2001. La mobilità si configura come una cessione del contratto di lavoro, garantendo la continuità giuridica ed economica del rapporto.
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Sanzioni amministrative bancarie: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni ex-amministratori e sindaci di un istituto finanziario, confermando le sanzioni amministrative bancarie irrogate dall'Autorità di Vigilanza. L'ordinanza chiarisce la piena cognizione del giudice nel determinare l'entità della sanzione e sottolinea la responsabilità solidale degli organi di controllo per violazioni omissive e permanenti, anche in caso di diversa durata degli incarichi.
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Socio lavoratore subordinato: quando il rapporto è fittizio
A seguito di un accertamento ispettivo, alcuni soci lavoratori di una cooperativa venivano riclassificati come dipendenti subordinati. La società cooperativa ha impugnato tale decisione, ma sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno confermato la natura subordinata del rapporto, basandosi su indici quali la retribuzione fissa, l'assenza di rischio d'impresa e l'eterorganizzazione delle mansioni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso finale della cooperativa, ribadendo che la modalità effettiva di svolgimento della prestazione prevale sulla qualificazione formale del contratto, confermando così lo status di socio lavoratore subordinato.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Una società propone ricorso in Cassazione contro una sentenza d'appello sfavorevole in materia di diritto del lavoro. Prima della decisione, le parti raggiungono un accordo e la società effettua una rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte Suprema dichiara l'estinzione del giudizio e stabilisce che non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, data la natura concordata della chiusura del procedimento.
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Sanzioni short selling: la Cassazione e la lex mitior
Una società di investimento ha impugnato una sanzione di 550.000 euro per violazione delle normative europee sullo short selling. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la multa. La Corte ha stabilito l'inammissibilità delle censure non sollevate nel giudizio di primo grado e ha precisato che, sebbene il principio della lex mitior sia applicabile alle sanzioni amministrative punitive, spetta al ricorrente dimostrare che la nuova normativa avrebbe comportato un trattamento più favorevole. La decisione rafforza l'onere di diligenza per gli operatori professionali e i limiti procedurali dell'appello.
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Sanzioni amministrative: Cassazione su favor rei
La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di alcuni ex amministratori di una banca di credito cooperativo contro le sanzioni amministrative pecuniarie inflitte dalla Banca d'Italia per carenze organizzative e di controllo. I ricorrenti lamentavano la violazione di vari principi, tra cui il favor rei per una legge sopravvenuta più mite, la tardività del procedimento e la genericità delle accuse. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che le sanzioni amministrative in questione non hanno natura punitiva e, pertanto, non è applicabile il principio del favor rei. Ha inoltre chiarito la corretta decorrenza dei termini procedurali e ribadito l'onere della prova a carico di chi invoca un'esimente.
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Indennità TFR dirigente: fringe benefit e calcolo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20938/2024, ha respinto il ricorso di un'azienda, confermando che l'indennità TFR dirigente deve includere il valore reale dei fringe benefit, come l'auto aziendale, e non solo l'importo forfettario in busta paga. La Corte ha inoltre stabilito che l'inadempimento del datore di lavoro, come il mancato pagamento di premi assicurativi, non può ridurre la base di calcolo del TFR. Il caso riguardava un dirigente dimessosi a seguito di un demansionamento, il cui diritto a un'indennità sostitutiva del preavviso è stato confermato.
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Errore procedurale: la Cassazione rinvia la causa
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha corretto un errore procedurale relativo a un ricorso precedentemente non esaminato. In una complessa causa intentata da un gruppo di medici per il mancato compenso durante la specializzazione, la Corte aveva omesso di decidere su uno dei ricorsi presentati. L'ordinanza attuale rimedia a un successivo errore di calendarizzazione, disponendo il rinvio della causa a un nuovo ruolo per garantire che il ricorso dimenticato venga finalmente trattato e deciso nel merito.
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Danno da ritardo aereo: la prova spetta al passeggero
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20941/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di risarcimento del danno da ritardo aereo. Analizzando il caso di due passeggeri bloccati per 58 ore in aeroporto, la Corte ha chiarito che, secondo la Convenzione di Montreal, il semplice ritardo non dà diritto a un indennizzo automatico. Spetta al viaggiatore l'onere di dimostrare concretamente sia il danno patrimoniale (spese extra) sia quello non patrimoniale, il quale deve consistere in un pregiudizio grave che superi il mero disagio o stress.
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Coassicurazione e accise: limiti del risarcimento
Una distilleria subisce un furto di alcol e, dopo aver ricevuto l'indennizzo base, si trova a dover pagare le accise sulla merce sottratta. La società cita in giudizio le compagnie di coassicurazione per ottenere il rimborso di tali imposte, comprensive di interessi e sanzioni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20935/2024, stabilisce che la polizza di coassicurazione copre il solo importo dell'accisa, escludendo sanzioni e interessi di mora. Viene inoltre riaffermato il principio della responsabilità parziaria dei coassicuratori, che rispondono ciascuno solo per la propria quota.
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Evocazione DOP: la Cassazione sul marchio ‘Sardo’
Un'azienda casearia è stata sanzionata per aver usato il termine 'sardo' sull'etichetta di un formaggio, creando una illecita evocazione DOP del 'Pecorino Sardo'. La Cassazione ha confermato la sanzione, stabilendo che l'associazione concettuale con il prodotto protetto è sufficiente per configurare l'illecito, a prescindere dall'origine degli ingredienti.
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Ripartizione spese condominiali: uso e proprietà
La Corte di Cassazione ha affrontato un caso di ripartizione spese condominiali per la manutenzione straordinaria di un impianto di raffrescamento a servizio solo di una parte dell'edificio. La Corte ha stabilito che, in presenza di un precedente accordo unanime che istituisce una tabella di spesa basata sull'uso, tale criterio prevale su quello dei millesimi di proprietà. La delibera che applica tale tabella è stata ritenuta meramente annullabile e non nulla, confermando la legittimità della ripartizione dei costi solo tra i condomini che beneficiano effettivamente del servizio.
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Sanzioni bancarie: irretroattività e giusto processo
Un consigliere di amministrazione di un primario istituto di credito ha impugnato una sanzione pecuniaria inflitta dall'Autorità di Vigilanza Bancaria per violazioni in materia di politiche di remunerazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le sanzioni bancarie e chiarendo importanti principi. In particolare, ha stabilito che la "riproposizione" del giudizio non ne determina l'inizio ex novo, impedendo l'applicazione di nuove norme procedurali. Ha inoltre escluso l'applicazione del principio della legge più favorevole (favor rei) a illeciti amministrativi commessi prima dell'entrata in vigore della nuova normativa.
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Compenso avvocato solidarietà: la Cassazione decide
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema del compenso dell'avvocato e della solidarietà passiva tra più clienti. Il caso riguarda la richiesta di pagamento di un legale per l'assistenza stragiudiziale fornita a due clienti in un'operazione societaria. La Corte ha stabilito che, in presenza di un incarico conferito congiuntamente per un interesse comune, vige la presunzione di solidarietà nel pagamento del compenso. Pertanto, ha annullato la decisione di merito che aveva diviso l'obbligazione, ripristinando il principio del compenso avvocato solidarietà e condannando uno dei clienti al pagamento dell'intera somma residua.
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Compenso custode giudiziario: contraddittorio nullo
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza che liquidava il compenso a un custode giudiziario. La Corte ha rilevato un vizio procedurale fondamentale: la mancata partecipazione al giudizio di opposizione di tutte le parti del procedimento penale originario (Procura e indagati), considerate litisconsorti necessari. Di conseguenza, l'intero procedimento è stato dichiarato nullo e la causa rinviata al Tribunale per una nuova decisione nel rispetto del corretto contraddittorio, senza entrare nel merito della quantificazione del compenso.
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Compenso CTU: no solidarietà se parte è errata
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20919/2024, ha stabilito che la parte erroneamente coinvolta in una procedura esecutiva immobiliare non è tenuta a pagare il compenso CTU in solido con il creditore procedente. Se l'esecuzione viene estinta a causa di un errore nell'individuazione del debitore, l'onere del pagamento del consulente tecnico d'ufficio ricade unicamente sul creditore che ha dato avvio alla procedura in modo errato, non potendosi applicare il principio generale di solidarietà passiva.
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Spese legali volontaria giurisdizione: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20917/2024, ha chiarito un importante principio in materia di spese legali nella volontaria giurisdizione. Anche se il procedimento iniziale per la nomina di un amministratore giudiziario (art. 1105 c.c.) è di natura non contenziosa e non prevede la condanna alle spese, la successiva fase di reclamo assume carattere contenzioso. Pertanto, in caso di rigetto del reclamo, la parte soccombente è correttamente condannata al pagamento delle spese legali, in applicazione dell'art. 91 c.p.c.
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Spese legali volontaria giurisdizione: chi paga?
Un condomino si rivolge al tribunale per la nomina di un amministratore in un piccolo condominio conflittuale. La sua richiesta viene respinta e viene condannato a pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ribalta la decisione sulle spese, chiarendo che nei procedimenti di volontaria giurisdizione, come la nomina di un amministratore, non si applica il principio "chi perde paga". Tali procedimenti tutelano un interesse collettivo, quindi non ci sono veri vincitori o vinti. L'analisi si concentra sulle implicazioni per le spese legali in volontaria giurisdizione.
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Omologazione autovelox: multa annullata dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una multa per eccesso di velocità perché l'apparecchio utilizzato non aveva ricevuto la corretta omologazione autovelox. La sentenza chiarisce che la semplice 'approvazione' ministeriale non è sufficiente per validare la sanzione, stabilendo un principio fondamentale a tutela dei cittadini.
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Acquiescenza tacita: riassumere la causa non è rinuncia
Un condominio si oppone a una decisione di incompetenza territoriale. Nel frattempo, per prudenza, riassume la causa davanti al nuovo giudice. La Corte d'Appello considera questo atto come acquiescenza tacita, dichiarando inammissibile l'appello. La Cassazione ribalta la decisione, chiarendo che la riassunzione è un atto cautelativo e non una rinuncia a impugnare. La riassunzione della causa non implica acquiescenza tacita.
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