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Giurisprudenza Civile

Revoca curatore fallimentare: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25943/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un professionista contro la sua rimozione dall'incarico. La decisione chiarisce che la revoca del curatore fallimentare è un atto amministrativo interno alla procedura, non una decisione su un diritto soggettivo, e pertanto non può essere impugnata dinanzi alla Suprema Corte.
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Giurisdizione concessioni pubbliche e risarcimenti
Una società sportiva chiede a un Comune un indennizzo per le migliorie apportate a un impianto sportivo dopo il mancato rinnovo della concessione. La Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto, stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario. La richiesta, infatti, non contesta la decisione pubblica di non rinnovare, ma riguarda pretese economiche basate sul principio dell'arricchimento senza causa, configurando una controversia su diritti soggettivi di natura privatistica.
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Danno reputazionale: non basta il protesto illegittimo
Un amministratore di società chiede il risarcimento per danno reputazionale a seguito del protesto illegittimo di un assegno. La Cassazione conferma le decisioni di merito, rigettando la tesi del danno 'in re ipsa' e ribadendo che l'attore deve allegare e provare l'effettivo pregiudizio subito, non essendo sufficiente la sola illegittimità del protesto.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio di cassazione
Una società internazionale di ingegneria, dopo aver impugnato in Cassazione una decisione della Corte d'Appello che negava il riconoscimento di una sentenza straniera, ha presentato una rinuncia al ricorso. La società di costruzioni italiana, sua controparte, ha accettato la rinuncia e l'accordo sulla compensazione delle spese. La Corte di Cassazione, verificati i requisiti formali, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.
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Responsabilità bancaria per informazioni errate
La Corte di Cassazione conferma la condanna di una banca per aver fornito a un cliente informazioni superficiali sulla validità di un vaglia postale, poi rivelatosi falso. L'ordinanza sottolinea la responsabilità bancaria che sorge quando l'istituto, accettando di effettuare una verifica su richiesta del cliente, non adotta la diligenza professionale richiesta, inducendo il cliente a un falso affidamento e causandogli un danno economico.
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Impugnazione decreto di trasferimento: inammissibilità
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso un decreto di trasferimento immobiliare emesso in una procedura fallimentare. La decisione si fonda sulla formulazione di motivi di ricorso 'misti' e non specifici, che non contestavano puntualmente le ragioni della decisione del tribunale. L'ordinanza ribadisce i rigorosi requisiti formali per una corretta impugnazione del decreto di trasferimento, sottolineando che vizi come la mancanza di un timbro o di pareri non sempre ne determinano la nullità o l'inesistenza.
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Ratio decidendi: appello inammissibile se non si contesta
Una società che gestiva un impianto sportivo ha richiesto l'ammissione al passivo del fallimento della società proprietaria per un ingente credito relativo a lavori di ristrutturazione. La richiesta è stata respinta in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché la società ricorrente non ha contestato una delle ragioni autonome e decisive della sentenza d'appello (la cosiddetta ratio decidendi), ovvero la mancata prova dell'urgenza dei lavori. Tale omissione ha reso irrilevanti tutte le altre censure.
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Indennità di malattia COVID: no a asintomatici
La Corte d'Appello di Trento ha stabilito che i lavoratori risultati positivi al COVID-19 ma asintomatici non hanno diritto all'indennità di malattia per i periodi successivi al 31 dicembre 2021. La sentenza chiarisce la distinzione fondamentale tra la quarantena con sorveglianza attiva, la cui equiparazione a malattia era una misura temporanea, e la malattia conclamata, che richiede la presenza di sintomi. L'indennità è stata invece riconosciuta a un lavoratore per cui la lunga prognosi e una successiva certificazione medica hanno confermato la presenza di una sintomatologia effettiva.
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Responsabilità da custodia: caduta su ghiaccio
Una cittadina scivola su un marciapiede ghiacciato e cita in giudizio il Comune. Quest'ultimo chiama in causa la ditta appaltatrice per la pulizia neve. La Corte d'Appello conferma la responsabilità da custodia del Comune e quella contrattuale della ditta, evidenziando che gli obblighi dell'appaltatore non si limitavano a specifici ordini di intervento. Tuttavia, riduce l'importo del risarcimento del danno per un errore di calcolo del Tribunale, senza riconoscere un concorso di colpa della danneggiata.
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Liquidazione spese legali: il valore della causa
Una sentenza della Corte d'Appello di Trento riforma parzialmente la liquidazione spese legali di primo grado. La Corte ha ricalcolato il compenso basandosi su un più corretto valore della causa, ma ha limitato l'importo a quanto originariamente richiesto dall'avvocato nella nota spese. È stata invece respinta la richiesta di maggiorazione per l'assistenza a più parti, poiché la pluralità non derivava dall'azione iniziale e non ha comportato un aggravio di lavoro per il difensore.
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Querela di falso: firma falsa sull’avviso di ricevimento
Una società ha presentato una querela di falso contestando la firma apposta sull'avviso di ricevimento di un atto di accertamento. Il tribunale di primo grado aveva dichiarato la domanda inammissibile, ritenendo che l'impugnazione dell'atto avesse sanato qualsiasi vizio. La Corte d'Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo la querela. Ha chiarito che, quando la querela di falso è proposta in via principale, il giudice non deve valutare la rilevanza del documento, ma solo accertarne la veridicità. Una perizia ha confermato la falsità della firma, portando all'accoglimento dell'appello e alla dichiarazione di falsità del documento.
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Sconto convenzionato: valido se pattuito tra ASL e privato
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di uno sconto convenzionato tra un'Azienda Sanitaria Locale e un laboratorio privato. Anche se il contratto faceva riferimento a una legge non più in vigore per determinare la percentuale dello sconto, la Corte ha stabilito che le parti, nell'esercizio della loro autonomia contrattuale, hanno legittimamente pattuito tale condizione. La Corte ha qualificato il riferimento alla norma come un "rinvio fisso", cristallizzando la condizione nel contratto. Il ricorso del laboratorio è stato rigettato anche per vizi procedurali.
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Ricorso in Cassazione: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due ex amministratori contro il decreto di un Tribunale fallimentare. Quest'ultimo aveva confermato l'autorizzazione al curatore a intraprendere un'azione di responsabilità nei loro confronti. Il principio chiave è che un provvedimento meramente ordinatorio, i cui effetti si esauriscono all'interno della procedura, non può essere oggetto di ricorso in Cassazione per violazione di legge, anche se include una condanna al pagamento delle spese legali.
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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio
Una società agricola ha presentato ricorso contro un decreto del Tribunale. Successivamente, ha effettuato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e della mancata costituzione della controparte, ha dichiarato l'estinzione del giudizio senza disporre sulle spese.
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Omessa pronuncia: la Cassazione cassa la sentenza
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per omessa pronuncia su un ricorso incidentale. Il caso riguardava un contenzioso tra una struttura sanitaria e un'ASL per il pagamento di prestazioni. La Suprema Corte ha accolto il ricorso della struttura sanitaria, ribadendo che il giudice ha l'obbligo di pronunciarsi su tutte le domande proposte, pena la nullità della decisione.
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Onere della prova: non contestazione non è ammissione
Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un'azienda sanitaria pubblica per il pagamento di prestazioni erogate prima del rinnovo di un accreditamento. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della struttura, chiarendo che l'onere della prova circa l'effettiva esecuzione delle prestazioni spetta sempre a chi agisce in giudizio. La mancata contestazione specifica da parte del convenuto non equivale a una prova automatica, né le premesse fattuali di una sentenza di primo grado costituiscono giudicato interno se non sono il cuore della decisione.
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Rimborso costi edilizia: illegittimo per danni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25920/2024, ha stabilito che il rimborso costi edilizia a carico degli assegnatari di alloggi in edilizia convenzionata non può includere le somme pagate dalla cooperativa a titolo di risarcimento danni per occupazione illegittima e acquisitiva dei terreni. Secondo la Corte, il principio del "perfetto pareggio economico" copre solo i costi legati a procedure di esproprio legittime, non quelli derivanti da un fatto illecito, proteggendo così gli assegnatari da oneri impropri.
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Utilità nel concordato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25919/2024, ha stabilito che in un concordato preventivo in continuità aziendale, la proposta deve assicurare a ogni creditore un'utilità concreta ed economicamente valutabile. La mera possibilità di proseguire i rapporti commerciali non è sufficiente a soddisfare questo requisito, specialmente per le classi di creditori a cui non è offerto alcun pagamento. La Corte ha ritenuto che la prosecuzione dei contratti è un effetto naturale della procedura e non un'utilità aggiuntiva offerta dal debitore, confermando così la dichiarazione di fallimento della società proponente, la cui proposta mancava di 'concreta onerosità'.
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Interessi moratori sanità: prova e contratti
Una clinica privata ha richiesto gli interessi di mora a un'azienda sanitaria per pagamenti ritardati. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, sostenendo che le fatture non fossero state prodotte. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, rilevando che le fatture erano presenti agli atti e già esaminate da un perito. La Suprema Corte ha ribadito che il rapporto tra sanità pubblica e strutture accreditate, se basato su un contratto scritto, costituisce una 'transazione commerciale' che dà diritto agli interessi moratori sanità in caso di ritardo.
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Protesto illegittimo assegno: il timbro fa la firma
Un imprenditore è personalmente soggetto a un protesto illegittimo assegno perché il titolo da lui firmato, recante il timbro della sua società, è stato tratto dal suo conto personale con fondi insufficienti. La Corte di Cassazione ha annullato il protesto, stabilendo che il timbro societario identifica chiaramente la società come l'emittente del titolo. Di conseguenza, il protesto doveva essere diretto contro la società e non contro la persona fisica, indipendentemente dal conto corrente utilizzato.
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