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Giurisprudenza Civile

APE sociale: accesso senza indennità di disoccupazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24950/2024, ha stabilito un principio fondamentale riguardo i requisiti per l'accesso all'APE sociale. Un ente previdenziale aveva negato il beneficio a una lavoratrice disoccupata perché non aveva precedentemente percepito l'indennità di disoccupazione. La Corte ha rigettato il ricorso dell'ente, chiarendo che il requisito essenziale è lo stato di disoccupazione e non la fruizione di una precedente indennità. La legge, infatti, richiede solo che, qualora l'indennità sia stata percepita, la sua erogazione sia terminata, senza imporre la percezione stessa come condizione per accedere all'APE sociale.
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Risoluzione del mutuo: il titolo esecutivo resta valido
Una banca ha avviato un'azione esecutiva basata su un contratto di mutuo fondiario, precedentemente terminato per inadempimento del debitore. Quest'ultimo si è opposto, sostenendo che un successivo accordo transattivo, anch'esso non rispettato, avesse superato il contratto originale. La Corte d'Appello aveva dato ragione al debitore, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Ha stabilito che la risoluzione del mutuo non estingue il contratto originale come titolo esecutivo valido per la restituzione del capitale. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Distanze legali: demolizione, non abbassamento
In un caso di violazione delle distanze legali tra edifici, la Corte di Cassazione ha stabilito che la tutela corretta consiste nella riduzione in pristino, ovvero nell'arretramento della costruzione fino al rispetto della distanza minima, e non in un semplice abbassamento. La sentenza chiarisce che le norme locali sulle distanze mirano a tutelare l'assetto urbanistico e impongono la demolizione della parte illegittima, annullando la decisione della Corte d'Appello che aveva ordinato una misura diversa e imprecisa.
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Opposizione atti esecutivi: i rimedi corretti
Un debitore ha proposto opposizione a un atto di precetto, lamentando vizi formali e di merito del titolo esecutivo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24927/2024, ha chiarito importanti principi procedurali. Ha stabilito che la sentenza che decide sull'opposizione agli atti esecutivi non è appellabile, ma solo ricorribile per cassazione. Inoltre, ha ribadito che i vizi della sentenza originaria non possono essere fatti valere in sede di opposizione all'esecuzione, ma solo tramite l'impugnazione di quel provvedimento.
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Decorrenza pensione computo: decide la domanda
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24926/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza della pensione con computo in Gestione Separata. Il trattamento pensionistico non parte dalla data di maturazione dei requisiti, ma dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda di computo. Questo perché il computo è una facoltà che il lavoratore esercita attivamente con una richiesta specifica, e solo da quel momento i contributi versati in altre gestioni possono essere utilizzati. La sentenza ha quindi accolto il ricorso dell'ente previdenziale, cassando la decisione della Corte d'Appello che aveva fissato una decorrenza anteriore, legata al perfezionamento del diritto.
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Responsabilità professionale consulente: Cassazione chiarisce
Una società ha citato in giudizio i propri consulenti del lavoro per un significativo aumento dei contributi associativi, lamentando una mancata informazione. I tribunali di merito hanno respinto la richiesta, avendo provato che la società era stata messa in condizione di conoscere la situazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità e che il ricorso deve contestare tutte le ragioni della decisione impugnata. Il caso definisce i contorni della responsabilità professionale del consulente quando il cliente ha accesso alle informazioni rilevanti.
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Pensione anticipata e contributi figurativi: sì della Cassazione
Una lavoratrice si è vista negare la pensione anticipata perché i suoi contributi figurativi non erano stati conteggiati. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, secondo la Riforma Fornero (legge 214/2011), i contributi figurativi (per malattia, disoccupazione, ecc.) sono pienamente validi per raggiungere il requisito contributivo necessario, a meno che la legge non specifichi esplicitamente il contrario. La sentenza impugnata è stata annullata per aver erroneamente applicato vecchie normative.
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Estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in un caso riguardante contributi previdenziali. L'ente di riscossione aveva impugnato una sentenza d'appello che annullava un avviso di addebito. Tuttavia, prima della decisione, lo stesso ente ha presentato una formale rinuncia al ricorso. Di conseguenza, il processo si è concluso senza una pronuncia nel merito, rendendo definitiva la decisione favorevole al contribuente dei giudici di secondo grado. Non sono state liquidate spese legali poiché la controparte non si era costituita attivamente nel giudizio di cassazione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un procedimento a seguito della rinuncia al ricorso da parte della società appellante, una S.r.l. del settore turistico. La società controparte, una Limited internazionale, ha accettato la rinuncia. La decisione, basata sull'applicazione del codice di procedura civile, chiude definitivamente la controversia senza alcuna statuizione sulle spese legali, rendendo definitiva la sentenza impugnata.
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Cessazione interesse al ricorso: caso estinto
Un'anziana signora ha presentato ricorso in Cassazione per contestare la competenza territoriale del Tribunale in una procedura di amministrazione di sostegno avviata dalla figlia. Durante il giudizio, il procedimento di primo grado è stato rigettato. Di conseguenza, la ricorrente ha dichiarato la cessazione dell'interesse al ricorso, portando la Corte di Cassazione a dichiarare l'estinzione del giudizio.
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Responsabilità direttore generale: chi giudica?
Una società consortile ha intentato un'azione di responsabilità contro il proprio direttore generale. Il Tribunale adito si è dichiarato incompetente, indicando la competenza del Giudice del Lavoro. La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha annullato tale decisione, stabilendo che la competenza spetta al Tribunale delle Imprese. La Corte ha chiarito che, ai fini della giurisdizione, è dirimente la natura della contestazione: se le inadempienze riguardano poteri gestori autonomi delegati dall'organo amministrativo, come nel caso di specie, la responsabilità del direttore generale rientra nell'ambito del diritto societario e non del diritto del lavoro, anche in presenza di un contratto di lavoro subordinato.
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Pensione con cumulo: decorrenza dalla domanda
La Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza della pensione con cumulo di contributi versati in gestioni diverse (nella specie, Gestione Separata e AGO) non può essere retroattiva al momento del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi. Il trattamento pensionistico decorre, invece, dal momento della presentazione della domanda con cui l'assicurato esercita la facoltà di unificare i periodi contributivi. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva riconosciuto una decorrenza anteriore, chiarendo che il montante contributivo complessivo si costituisce giuridicamente solo con la richiesta del pensionato.
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Improcedibilità ricorso: la sentenza va depositata
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso presentato da un cliente contro il suo ex legale per responsabilità professionale. La decisione si fonda su un vizio procedurale insanabile: la mancata produzione in giudizio della copia della sentenza d'appello impugnata. Nonostante i motivi di merito sollevati, la Corte ha sottolineato come il rispetto degli oneri formali, come il deposito degli atti essenziali, sia un presupposto indispensabile per l'esame del ricorso, confermando la regola secondo cui la forma, in questi casi, prevale sulla sostanza.
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Maggior danno locazione: offerta dell’inquilino prova
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'offerta di un nuovo contratto di locazione a un canone superiore, proveniente dallo stesso inquilino in ritardo nella riconsegna dell'immobile, costituisce prova sufficiente del maggior danno locazione subito dal proprietario. Il rifiuto del locatore di accettare tale proposta non riduce il suo diritto al risarcimento, poiché non è tenuto a contrattare con la parte inadempiente.
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Reclamo competenza: a chi appellare l’inammissibilità
La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il Tribunale e la Corte d'Appello. Oggetto del contendere era la determinazione del giudice competente per il reclamo avverso un decreto che dichiarava inammissibile, in fase preliminare e senza contraddittorio, una proposta di ristrutturazione dei debiti del consumatore. La Suprema Corte, con questa ordinanza, ha stabilito che la competenza spetta al Tribunale in composizione collegiale e non alla Corte d'Appello. La decisione si fonda sulla distinzione tra il rigetto preliminare, che impedisce l'avvio della procedura, e il diniego di omologa, che interviene dopo il contraddittorio con i creditori, per il quale è invece previsto il reclamo in Corte d'Appello.
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Competenza arbitrale: no al regolamento di competenza
Una società cooperativa ha impugnato con regolamento di competenza la decisione di un collegio arbitrale che affermava la propria giurisdizione in una controversia sull'esclusione di soci. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che questo strumento è riservato esclusivamente alle decisioni dei giudici ordinari e non a quelle sulla competenza arbitrale emesse dagli stessi arbitri. La decisione degli arbitri sulla propria competenza può essere contestata solo impugnando il lodo finale.
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Pignoramento quote srl fiduciaria: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24859 del 16 settembre 2024, ha stabilito che il pignoramento di quote di s.r.l. intestate a una società fiduciaria deve seguire la procedura di pignoramento diretto ex art. 2471 c.c., e non quella presso terzi. La Corte ha chiarito che la quota di s.r.l. è un bene immateriale e la società fiduciaria, avendo solo la titolarità formale, non è un 'terzo debitore'. Di conseguenza, il pignoramento eseguito con le forme dell'art. 543 c.p.c. è stato dichiarato nullo.
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Responsabilità professionale avvocato: onere della prova
La Cassazione chiarisce i limiti della responsabilità professionale avvocato in un caso di compravendita immobiliare. Se il cliente è a conoscenza di fatti cruciali (come la non abitabilità di una soffitta), e questa consapevolezza non viene contestata in appello, l'avvocato non può essere ritenuto responsabile per l'esito negativo della causa. L'ordinanza sottolinea l'importanza di formulare motivi di impugnazione specifici contro ogni autonoma ragione della decisione del giudice.
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Assunzione di responsabilità via email: vale come impegno?
Un architetto revoca l'incarico a un notaio e, in una email alla venditrice, si dichiara disponibile a pagare la parcella. La Cassazione ha confermato la sua condanna a rimborsare i costi alla venditrice, qualificando l'email come una valida assunzione di responsabilità e non un mero riconoscimento di debito.
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Muro di cinta: altezza e distanze legali spiegate
Una proprietaria ha citato in giudizio il vicino per la costruzione di un muro alto, sostenendo la violazione delle distanze e di una servitù di veduta. I tribunali hanno respinto la richiesta, qualificando la struttura come un muro di cinta esente dalle distanze legali, poiché la sua altezza, misurata dal lato della ricorrente, non superava i tre metri. Inoltre, la finestra in questione è stata classificata come una semplice "luce" e non una "veduta", impedendo così l'acquisizione di una servitù. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo i criteri per la qualificazione e la misurazione di un muro di cinta in presenza di dislivelli.
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