LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Restituzione somme indebite: vale il principio del netto
Un ente previdenziale ha richiesto a un erede la restituzione di prestazioni pensionistiche indebitamente erogate al defunto, pretendendo l'importo lordo comprensivo delle ritenute fiscali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'ente, confermando un principio consolidato: la restituzione delle somme indebite deve essere calcolata sull'importo netto effettivamente percepito, poiché il percipiente non può essere tenuto a restituire somme, come le imposte, che non sono mai entrate nel suo patrimonio.
Continua »
Ricorso per cassazione inammissibile: guida pratica
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso per cassazione inammissibile presentato da un condominio contro la sentenza di un Giudice di Pace. La decisione ribadisce che per le sentenze emesse secondo equità, l'unico rimedio è l'appello a motivi limitati, non il ricorso diretto alla Suprema Corte, con conseguente condanna alle spese per l'appellante.
Continua »
Rinuncia al ricorso: estinzione senza spese
Un condomino aveva proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza che lo obbligava a pagare delle spese condominiali. Successivamente, ha presentato una rinuncia al ricorso, che è stata accettata dal condominio. La Corte di Cassazione, applicando la normativa specifica, ha dichiarato l'estinzione del giudizio senza condannare il ricorrente al pagamento delle spese legali, proprio in virtù dell'accettazione ricevuta.
Continua »
Responsabilità professionale notaio: il ricorso è nullo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16621/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni acquirenti contro un notaio. Sebbene la responsabilità professionale del notaio fosse stata accertata in appello per non aver verificato vincoli urbanistici su un immobile, la richiesta di risarcimento è stata respinta per mancata prova del danno. La Cassazione ha sottolineato che il ricorso era inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Suprema Corte, e per difetti procedurali come la mancanza di autosufficienza.
Continua »
Presunzione di condominialità: la prova contraria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16619/2024, ha chiarito i criteri per determinare la proprietà di un'area contesa in un condominio. Il caso riguardava un viale d'accesso che la Corte d'Appello aveva ritenuto di proprietà esclusiva basandosi su un atto di divisione del 1994. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che per vincere la presunzione di condominialità stabilita dall'art. 1117 c.c., è necessario fare riferimento esclusivamente al primo atto di frazionamento che ha dato origine al condominio. Atti successivi o regolamenti non approvati all'unanimità non sono sufficienti a dimostrare la proprietà esclusiva di un bene altrimenti comune.
Continua »
Giudicato esterno: diritto all’assunzione confermato
La Corte di Cassazione ha affermato un principio cruciale in materia di pubblico impiego: una sentenza definitiva che riconosce il risarcimento del danno per ritardata assunzione crea un giudicato esterno sul diritto stesso all'assunzione. Nel caso di specie, una lavoratrice del settore sanitario si è vista riconoscere il diritto alla stabilizzazione poiché una precedente decisione, passata in giudicato, aveva già accertato l'illegittimità del ritardo con cui l'ente pubblico avrebbe dovuto assumerla, presupponendo quindi l'esistenza del diritto al posto di lavoro.
Continua »
Indebito pensionistico: quando va restituito?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16615/2024, ha chiarito le condizioni per la restituzione di un indebito pensionistico. Nel caso esaminato, un pensionato doveva restituire le somme percepite in eccesso sulla pensione di reversibilità a causa del mancato cumulo con una pensione estera. La Corte ha stabilito che, ai fini della ripetizione dell'indebito, non è dirimente il dolo del pensionato, ma la tempestività con cui l'ente previdenziale effettua la verifica reddituale e avvia l'azione di recupero, secondo i termini previsti dall'art. 13 della legge n. 412/1991.
Continua »
Falsa attestazione presenza: licenziamento legittimo
La Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa di due dipendenti pubblici per falsa attestazione della presenza. La Corte ha ritenuto provato che un collega timbrasse il badge per loro, configurando una grave violazione del rapporto di fiducia che giustifica la massima sanzione espulsiva, respingendo le censure sulla ripartizione dell'onere della prova e sulla proporzionalità della sanzione.
Continua »
Motivazione apparente: sentenza annullata dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna a carico di una società di intermediazione mobiliare per le appropriazioni illecite di un suo promotore. La decisione è stata cassata per vizio di motivazione apparente, poiché i giudici di merito avevano fondato la loro pronuncia su un non meglio specificato 'fatto di cronaca particolarmente rilevante', rendendo impossibile comprendere il percorso logico-giuridico seguito.
Continua »
Pausa retribuita: quando spetta dopo un accordo?
Una società di corriere espresso aveva sospeso la retribuzione per la pausa giornaliera in base ad accordi sindacali temporanei, giustificati da una crisi economica. Alla scadenza di tali accordi, l'azienda non ha ripristinato il pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto dei lavoratori alla pausa retribuita, stabilendo che gli accordi erano solo una deroga temporanea. La Corte ha chiarito che il pagamento della pausa prima degli accordi era prova sufficiente a dimostrare che il diritto era fondato sul contratto collettivo nazionale, e che tale diritto è tornato in vigore automaticamente alla scadenza degli accordi stessi.
Continua »
Contratti a termine agricoli: limiti e stagionalità
Un lavoratore ha citato in giudizio un ente pubblico agricolo per l'abuso nella reiterazione di contratti a tempo determinato. La Corte di Cassazione ha stabilito che la deroga che consente la successione di contratti a termine agricoli si applica unicamente alle attività genuinamente stagionali. Ha precisato che gli enti pubblici non sono classificabili come imprenditori agricoli e che mansioni continuative, come la manutenzione, richiedono un contratto a tempo indeterminato. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Contratti a termine in agricoltura: i limiti alla deroga
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16612/2024, ha stabilito che un ente pubblico non può essere equiparato a un imprenditore agricolo e non può abusare della reiterazione di contratti a termine in agricoltura. La deroga che permette di superare i limiti di durata è valida solo per attività genuinamente stagionali e non per mansioni continuative come la manutenzione. L'onere di provare la natura stagionale del rapporto spetta sempre al datore di lavoro.
Continua »
Ripetibilità dell’indebito: la Cassazione decide
Un pensionato, dopo aver ricevuto somme dall'ente previdenziale in esecuzione di una sentenza di primo grado, si è visto riformare tale decisione in appello. L'ente ha quindi avviato il recupero delle somme, ritenuto legittimo dalla Corte di Cassazione. L'ordinanza chiarisce che la sentenza di riforma costituisce titolo per la restituzione, legittimando la ripetibilità dell'indebito anche tramite trattenute sulla pensione.
Continua »
Vittima del dovere: la vigilanza in infermeria
La Corte di Cassazione ha stabilito che un agente di polizia penitenziaria che contrae un'infermità durante la sorveglianza di detenuti in infermeria non rientra nella categoria di 'vittima del dovere' per vigilanza a infrastrutture. La Corte ha chiarito che il beneficio si applica solo alla vigilanza diretta dell'infrastruttura stessa, considerata intrinsecamente rischiosa, e non alle generiche attività svolte al suo interno.
Continua »
Contratti a termine agricoltura: no abusi stagionali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16609/2024, ha stabilito che la deroga alla disciplina sui contratti a termine in agricoltura è applicabile solo per attività strettamente stagionali. Un ente pubblico non economico non può essere qualificato come imprenditore agricolo e non può abusare di contratti a termine per mansioni continuative come la manutenzione di macchinari. L'onere di provare la natura esclusivamente stagionale del rapporto di lavoro grava sul datore di lavoro. La sentenza di merito che aveva rigettato la domanda del lavoratore è stata cassata con rinvio.
Continua »
Cancellazione società credito: non è rinuncia tacita
Una società, dopo aver vinto in primo grado contro una banca per la restituzione di somme indebite, si è cancellata dal registro delle imprese. La Corte d'Appello ha interpretato la cancellazione come rinuncia al credito. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la cancellazione società credito non è sufficiente a provare una volontà di rinuncia, che deve essere inequivocabile. Il credito si trasferisce ai soci.
Continua »
Qualificazione rapporto di lavoro: gli indici decisivi
Un'associazione sportiva dilettantistica è stata sanzionata per aver omesso le comunicazioni obbligatorie per tre collaboratori. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, che avevano riqualificato il rapporto come lavoro subordinato. La sentenza ribadisce l'importanza degli indici fattuali, come l'orario fisso e l'inserimento stabile nell'organizzazione, per la corretta qualificazione del rapporto di lavoro, a prescindere dal nomen iuris dato dalle parti.
Continua »
Inquadramento professionale: quando non spetta la qualifica
Un lavoratore ha richiesto un inquadramento professionale superiore e il risarcimento per demansionamento, ma la sua domanda è stata respinta sia in primo grado che in appello. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, rigettando il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha stabilito che le mansioni svolte, di natura puramente esecutiva e prive di autonomia, non giustificavano la qualifica superiore. Inoltre, ha ribadito che non è possibile, in sede di legittimità, riesaminare le prove testimoniali già valutate dai giudici di merito, specialmente in caso di 'doppia conforme', ovvero due sentenze di merito con la stessa conclusione.
Continua »
Prescrizione rimesse solutorie: la Cassazione decide
Un istituto di credito ha impugnato una sentenza che lo condannava a rimborsare somme a una società fallita. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso, focalizzandosi sul tema della prescrizione rimesse solutorie. È stato stabilito che per sollevare l'eccezione di prescrizione è sufficiente per la banca affermare l'inerzia del correntista, senza dover specificare quali singole rimesse abbiano natura solutoria. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione su questo punto e su questioni relative all'usura.
Continua »
Onere prova ferie: la Cassazione chiarisce i ruoli
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16603/2024, si è pronunciata su un caso riguardante la richiesta di un lavoratore per un inquadramento superiore e il pagamento dell'indennità per ferie non godute. Pur ribadendo il moderno principio secondo cui l'onere prova ferie spetta al datore di lavoro, che deve dimostrare di aver invitato il dipendente a usufruirne, la Corte ha respinto il ricorso. La decisione si fonda sull'accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità, secondo cui il lavoratore non aveva inizialmente provato il mancato godimento delle ferie, condizione necessaria affinché l'onere si sposti sull'azienda.
Continua »