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Giurisprudenza Civile

Socio cooperativa edilizia: i limiti ai pagamenti
Una società cooperativa edilizia ha richiesto un pagamento aggiuntivo a un socio per coprire un debito societario. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: per un socio cooperativa edilizia, i costi legati all'acquisto dell'immobile non possono essere aumentati con delibere successive all'assegnazione. La Corte distingue nettamente tra il 'rapporto di scambio' (l'acquisto) e il 'rapporto associativo' (la vita societaria), annullando la decisione precedente e rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Accordo bonario: la rinuncia vale anche per danni futuri
Un consorzio edile ha perso una causa contro la stazione appaltante per costi extra. La Cassazione ha confermato che l'accordo bonario e gli atti aggiuntivi sottoscritti implicavano la rinuncia a future pretese, anche per danni non ancora manifestatisi ma derivanti dalle medesime cause già definite.
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Novazione contratto locazione: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un conduttore che sosteneva la novazione del contratto di locazione a seguito di una scrittura privata successiva. Il ricorso è stato respinto per gravi vizi procedurali, tra cui la mancata riproduzione dei documenti essenziali e l'incapacità di contestare le specifiche motivazioni della corte d'appello. La Corte ha ribadito che la modifica di elementi accessori come il canone non è sufficiente a integrare una novazione in assenza di un chiaro 'animus novandi' (volontà di novare).
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Interessi moratori nelle transazioni commerciali
Una società ha fornito parti robotiche non conformi per un progetto all'estero. Il committente ha sospeso il pagamento finale, invocando l'eccezione di inadempimento. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto del committente di sospendere il pagamento a causa della grave inadempienza del fornitore, ma ha anche riconosciuto il diritto del committente a ricevere i più elevati interessi moratori commerciali su un credito separato vantato nei confronti del fornitore.
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Cessione crediti bancari: il contenzioso passa?
Una società fa causa a una banca per addebiti illegittimi. La banca viene posta in liquidazione e cede parte delle sue attività a un altro istituto di credito. La Corte d'Appello esclude che il contenzioso sia stato trasferito alla banca cessionaria. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, riconosce la complessità della questione legata alla cessione dei crediti bancari delle ex banche venete e rinvia la causa a nuovo ruolo per una trattazione congiunta con altri casi analoghi.
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Buoni Postali: Variazione Tassi e Pubblicità Legale
Una risparmiatrice aveva acquistato buoni postali fruttiferi nel 1982. Un decreto ministeriale successivo ne ridusse i tassi di interesse. Alla scadenza, la titolare ricevette un importo inferiore a quello originariamente pattuito e avviò un'azione legale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che per i buoni postali emessi sotto la vecchia normativa, la modifica dei tassi di interesse, anche in senso peggiorativo, è valida e vincolante per il risparmiatore con la sola pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. La conoscenza dell'atto è presunta per legge e l'unica tutela per il risparmiatore sarebbe stata l'esercizio del diritto di recesso.
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Difetto di Interesse: inammissibilità e spese legali
La Cassazione dichiara l'inammissibilità di un ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, sorto a seguito di un nuovo orientamento delle Sezioni Unite. La Corte ha compensato le spese processuali, valorizzando la condotta della parte che ha rinunciato al ricorso dopo il mutamento giurisprudenziale.
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Buoni postali fruttiferi: tassi e timbri, cosa vale?
La Corte di Cassazione ha stabilito che per i buoni postali fruttiferi emessi dopo il d.m. 13 giugno 1986, anche se su vecchi moduli, prevalgono i tassi di interesse introdotti dalla nuova normativa e indicati tramite apposito timbro. La Corte ha chiarito che il decreto ministeriale opera una sostituzione automatica delle condizioni precedenti, escludendo che la semplice apposizione di un timbro possa creare un accordo negoziale diverso. Pertanto, il ricorso dell'ente emittente è stato accolto, cassando la sentenza d'appello che aveva dato ragione al risparmiatore basandosi sulle condizioni originariamente stampate sul titolo.
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Apertura di credito: prova scritta e prescrizione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16194/2024, ha stabilito che per superare l'eccezione di prescrizione in un'azione di ripetizione di indebito contro una banca, il cliente deve provare non solo l'esistenza di un'apertura di credito, ma anche il suo esatto ammontare. In assenza di tale prova, i versamenti su un conto scoperto sono considerati solutori e la prescrizione decorre da ogni singola operazione, non dalla chiusura del conto. La mancanza dell'indicazione dell'importo del fido rende il contratto nullo per indeterminatezza.
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Principio di non contestazione: prova e oneri in causa
Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per ottenere il rimborso di oneri non dovuti a seguito di una presunta estinzione anticipata del finanziamento. La domanda è stata respinta in primo e secondo grado per mancanza di prova dell'avvenuto pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione sul rispetto del principio di non contestazione spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi di motivazione.
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Cessione crediti in blocco: prova e oneri
Una società ha contestato la titolarità di un credito in capo a una società di cartolarizzazione, ritenendo insufficiente la prova della cessione crediti in blocco. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale, se indica chiaramente le categorie di crediti ceduti, costituisce prova sufficiente. Inoltre, ha sottolineato che la contestazione del debitore deve essere specifica e non generica, sanzionando la società ricorrente per abuso del processo.
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Cessione passività bancarie: la Cassazione rinvia
Un risparmiatore ha citato in giudizio un grande istituto bancario per le perdite subite su azioni acquistate da un'altra banca, successivamente posta in liquidazione. I giudici di merito hanno escluso la responsabilità della banca acquirente. La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla questione della cessione passività bancarie, ha disposto il rinvio della causa in attesa di una decisione su casi analoghi.
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Responsabilità mediatore immobiliare: quando è esclusa
Una proprietaria ha citato in giudizio un agente immobiliare dopo che l'inquilino da lui trovato si è rivelato insolvente. La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità mediatore immobiliare, chiarendo che il suo dovere è fornire le informazioni note, non garantire la solvenza del conduttore. Avendo l'agente mostrato alla proprietaria la dichiarazione dei redditi dell'inquilino, ha adempiuto al suo obbligo di diligenza. Il rischio di insolvenza, ha concluso la Corte, resta a carico del locatore.
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Accordo transattivo: l’interpretazione del Giudice
Una società fa causa a una banca per clausole su conti correnti. Le parti firmano un accordo transattivo, ma litigano sulla sua estensione a un finanziamento. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso della banca, confermando che l'interpretazione del giudice di merito sull'ampiezza dell'accordo transattivo, basata sul collegamento negoziale, non è sindacabile se non si dimostra una specifica violazione dei canoni ermeneutici.
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Buoni postali fruttiferi: la Cassazione sui tassi
Dei risparmiatori hanno agito contro l'ente emittente per il pagamento di interessi su buoni postali fruttiferi, sostenendo che i tassi originari dovessero prevalere sulle successive variazioni peggiorative. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la modifica unilaterale dei tassi di interesse è legittima se disposta con decreto ministeriale e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Tale pubblicazione è ritenuta una forma di conoscenza legale sufficiente a informare i risparmiatori, senza che sussista un ulteriore obbligo informativo a carico dell'ente emittente.
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Distrazione spese: correzione errore materiale
La Corte di Cassazione ha corretto una propria precedente ordinanza, stabilendo che la mancata pronuncia sulla richiesta di distrazione spese, avanzata dai difensori, costituisce un errore materiale sanabile. La Corte ha chiarito che tale rimedio è applicabile in quanto l'omissione non altera la sostanza della decisione, ma ne corregge solo l'espressione formale. La correzione, tuttavia, è stata limitata al solo grado di giudizio in cui la richiesta era stata ritualmente formulata.
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Prescrizione e Amministrazione Straordinaria: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16166/2024, ha stabilito che la domanda di ammissione al passivo in amministrazione straordinaria non interrompe la prescrizione. L'effetto interruttivo permanente si produce solo con il deposito dell'elenco dei crediti da parte dei commissari. Nel caso di specie, un credito vantato da un Ministero verso una società, poi fallita, è stato dichiarato prescritto poiché erano decorsi oltre dieci anni dall'ultimo atto interruttivo, senza che i commissari avessero mai depositato l'elenco dei crediti ammessi. La successiva conversione in fallimento non ha sanato la prescrizione già maturata.
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Cessione crediti banche: chi risponde dei debiti?
Una società fa causa a una banca per oneri illegittimi. La banca viene posta in liquidazione e cede le sue attività a un altro istituto. La Corte d'Appello stabilisce che la banca acquirente non è responsabile per il debito, in quanto escluso dal contratto di cessione. La Cassazione, vista la complessità del tema della cessione crediti banche e la presenza di casi simili, rinvia la decisione per una trattazione congiunta, senza risolvere la questione nel merito.
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Avviso al debitore: l’obbligo del fideiussore
Un fideiussore paga il debito di una società senza averla prima informata. La società aveva però stipulato una transazione con il creditore che rendeva il debito non ancora esigibile. La Cassazione, applicando l'art. 1952 c.c., stabilisce che il momento decisivo per valutare le eccezioni opponibili dal debitore è quello del pagamento. Poiché al momento del pagamento la transazione era valida, il fideiussore, a causa del mancato avviso al debitore, ha perso il suo diritto di regresso, indipendentemente dai successivi inadempimenti del debitore.
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Liquidazione quota socio: il rinvio in Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando la decisione su un caso di liquidazione quota socio in una società di fatto. La controversia vede il socio superstite agire in regresso contro gli eredi del socio defunto per il recupero di debiti societari. La Corte ha ritenuto opportuno unire il procedimento a un'altra causa pendente, avente ad oggetto la revocazione della stessa sentenza d'appello, per garantirne la trattazione congiunta.
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