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Giurisprudenza Civile

Scioglimento società: nomina del liquidatore dal Tribunale

A seguito del ricorso di una socia di minoranza, il Tribunale ha accertato lo scioglimento di una società rimasta inattiva per oltre dieci anni dopo il decesso del socio di maggioranza e amministratore unico. Poiché l’eredità è stata devoluta allo Stato e l’assemblea era di fatto paralizzata, il Tribunale ha nominato un liquidatore per gestire la chiusura della società, superando la situazione di stallo.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: quando è accolta?

Una società e i suoi fideiussori hanno presentato opposizione a decreto ingiuntivo emesso su richiesta di un istituto di credito per debiti derivanti da vari rapporti bancari. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, revocando il decreto originario. La decisione si fonda sull’accertamento dell’illegittima capitalizzazione trimestrale degli interessi (anatocismo), che ha portato alla necessità di un ricalcolo del debito. La sentenza chiarisce che la banca non può applicare interessi su interessi, riducendo così l’importo dovuto dal cliente.

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Donazione di modico valore: la consegna è sufficiente?

Il Tribunale di Bari ha stabilito che una donazione di modico valore di titoli azionari è valida con la semplice consegna materiale (traditio), senza necessità di un atto formale. Tuttavia, ha chiarito che questa validità non è sufficiente per obbligare la banca emittente a registrare il trasferimento di proprietà. Per il transfert di titoli nominativi è necessario seguire la procedura formale prevista dalla legge, come un atto autentico. L’appello principale è stato rigettato, mentre quello incidentale sulle spese è stato accolto.

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Nesso di causalità: quando le complicanze non sono colpa medica

Un paziente ha citato in giudizio una struttura sanitaria e i medici per gravi complicanze seguite a un intervento cardiochirurgico. Il Tribunale ha respinto la domanda, non ravvisando un nesso di causalità tra la condotta dei sanitari e il danno subito. Le complicanze, sebbene gravi, sono state ritenute conseguenze prevedibili ma inevitabili della complessa situazione clinica del paziente, e non frutto di negligenza medica.

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Opposizione all'esecuzione: motivi e limiti del debito

Una debitrice ha presentato opposizione all’esecuzione per un pignoramento dello stipendio derivante da un mutuo non pagato. Il Tribunale ha rigettato l’opposizione, confermando che il contratto di mutuo è un titolo esecutivo valido anche per il debito residuo dopo una prima esecuzione immobiliare. Inoltre, ha chiarito che l’onere di provare l’estinzione del debito spetta al debitore e ha definito le regole per il pignoramento dello stipendio in presenza di altre trattenute.

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Sbalzo di tensione: chi paga i danni? La sentenza

Un’azienda ha subito ingenti danni alle proprie apparecchiature a causa di uno sbalzo di tensione e ha citato in giudizio il fornitore di energia. Il Tribunale ha accolto la domanda, qualificando la distribuzione di energia elettrica come attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c. La società fornitrice è stata condannata al risarcimento del danno, poiché non ha fornito la prova liberatoria di aver adottato tutte le misure idonee a evitare l’evento.

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Credito amministratore condominio: quando è provato?

Un Tribunale ha riformato una sentenza di primo grado, revocando un decreto ingiuntivo a favore di un ex amministratore. La decisione chiarisce che il credito amministratore condominio per anticipazioni non può basarsi sul semplice disavanzo di cassa o sul verbale di passaggio di consegne. È necessaria una prova rigorosa delle spese sostenute con fondi propri e una delibera assembleare di approvazione o ratifica.

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Occupazione sine titulo: condanna e risarcimento

La sentenza analizza un caso di occupazione sine titulo di un terreno privato, su cui una società aveva installato un elettrodotto senza autorizzazione. Il Tribunale di Bari ha accolto la domanda della proprietaria, ordinando l’immediata rimozione della linea elettrica a spese della società e condannandola al risarcimento del danno. La decisione chiarisce che il danno non è ‘in re ipsa’ (automatico), ma deve essere provato, sebbene sia sufficiente dimostrare, anche tramite presunzioni, il pregiudizio derivante dall’impossibilità di utilizzare il bene, come nel caso di un terreno destinato ad attività di B&B.

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Gravi difetti immobile: condanna del costruttore

Un acquirente cita in giudizio l’impresa costruttrice per gravi difetti dell’immobile, come umidità e scarso isolamento. Il Tribunale, basandosi sulla perizia tecnica, accoglie la domanda di risarcimento per i costi di ripristino ma rigetta la richiesta per deprezzamento dell’immobile, ritenendo i lavori proposti risolutivi. Rigettate anche le domande per maggiori costi energetici e per la mancata consegna dei certificati per tardività e carenza di prova.

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Diploma ITP non abilitante: la sentenza del Tribunale

Un insegnante con diploma tecnico-pratico (ITP) ha richiesto l’inserimento nelle graduatorie scolastiche di fascia superiore, sostenendo che il proprio diploma fosse un titolo abilitante. Il Tribunale del Lavoro di Bari ha respinto il ricorso, stabilendo che il diploma ITP non è abilitante e consente solo la partecipazione ai concorsi, ma non l’accesso diretto alle fasce riservate ai docenti già in possesso di specifica abilitazione. La decisione si allinea alla consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato.

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Distanze tra costruzioni: chi paga i danni?

Una causa per violazione delle distanze tra costruzioni si conclude con una sentenza complessa: il Tribunale accerta una violazione reciproca da parte di entrambi i proprietari confinanti. Di conseguenza, rigetta la richiesta di risarcimento danni e ordina a entrambe le parti di chiudere le aperture irregolari. Il progettista dell’opera più recente viene ritenuto responsabile e condannato a manlevare i propri clienti dai costi. Tuttavia, la sua compagnia assicurativa non è tenuta a pagare, poiché il professionista era a conoscenza della violazione prima di stipulare la polizza, configurando una reticenza che rende il contratto inefficace.

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Divisione Ereditaria: Guida alla Ripartizione Spese

Una sentenza del Tribunale di Bari affronta un caso di divisione ereditaria in cui, dopo la vendita consensuale dei beni, la controversia si è concentrata sulla ripartizione delle spese anticipate dai coeredi. Il giudice ha dichiarato cessata la materia del contendere per la divisione e ha statuito sul diritto al rimborso parziale delle spese, come quelle funerarie e condominiali, previa rigorosa prova documentale e ricalcolando le quote ereditarie a seguito del decesso di un coerede durante il processo.

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Regolamento di confini: il ruolo delle mappe catastali

La sentenza del Tribunale di Bari n. 442/2014 affronta un caso di regolamento di confini tra due proprietà. In assenza di prove fornite dalle parti, il giudice ha stabilito che, conformemente alla giurisprudenza (Cass. n. 12891/2006), il confine deve essere determinato sulla base delle risultanze delle mappe catastali. La decisione evidenzia come, nell’azione di regolamento di confini, l’onere della prova gravi su entrambi i proprietari e come la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), basata sui dati catastali, diventi lo strumento decisivo per risolvere la controversia.

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Opposizione a precetto: quando contestare il debito

Un debitore ha presentato opposizione a un atto di precetto per assegni di mantenimento non versati, contestando parte della somma, l’autosufficienza della figlia e l’eccessività degli onorari legali. Il Tribunale ha respinto le eccezioni sul mantenimento, affermando che modifiche vanno richieste in un giudizio a parte, ma ha accolto l’opposizione a precetto per quanto riguarda gli onorari, riducendoli secondo le tariffe vigenti e annullando parzialmente il precetto per l’importo eccedente.

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Usucapione: la prova del possesso per 50 anni

Una sentenza del Tribunale di Bari ha riconosciuto l’usucapione di una porzione di terreno a favore di alcuni soggetti che, insieme alla loro dante causa, ne avevano mantenuto il possesso pacifico e pubblico per oltre cinquant’anni. La decisione si fonda sulle prove testimoniali concordanti e su una consulenza tecnica che ha identificato e frazionato catastalmente l’area. I convenuti, proprietari formali, non si sono costituiti in giudizio e sono stati dichiarati contumaci.

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Vizi e difetti appalto: risarcimento e compensazione

In una causa relativa a un contratto di appalto per lavori di ristrutturazione, un committente ha contestato la qualità dell’opera e il ritardo nella consegna. Il Tribunale di Bari ha accolto l’appello del committente, riconoscendo gravi vizi e difetti nell’appalto, in particolare nella realizzazione di un massetto. La corte ha calcolato i reciproci crediti tra le parti: il saldo dovuto all’appaltatore per i lavori e il maggior importo dovuto dal medesimo per i danni da vizi e ritardo. Applicando l’istituto della compensazione, il tribunale ha condannato l’appaltatore a pagare la differenza al committente.

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Mansioni superiori: quando non spetta la paga più alta

Una lavoratrice del comparto sanità ha richiesto il pagamento di differenze retributive, sostenendo di aver svolto mansioni superiori a quelle del suo inquadramento. Il Tribunale di Bari ha rigettato la domanda, stabilendo che le attività svolte, sebbene complesse, rientravano nel profilo contrattuale di appartenenza. Per il riconoscimento delle mansioni superiori, è necessario dimostrare lo svolgimento dei compiti con ‘pienezza’, ovvero con l’assunzione piena delle relative responsabilità, requisito non provato nel caso di specie.

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Spoglio condominiale: ordine di rimozione tubazioni

Dei condomini hanno citato in giudizio il proprio condominio per spoglio condominiale, accusandolo di aver rimosso e sostituito tubazioni private nel loro appartamento senza autorizzazione, durante un intervento di manutenzione. Il Tribunale di Bari, supportato dalle conclusioni di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che ha confermato l’illegittimità dell’operato, ha accolto il ricorso. Ha ordinato al condominio l’immediato ripristino dello stato originario delle tubazioni a proprie spese e ha fissato una penale giornaliera per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dei lavori.

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IVA compravendita: chi paga l'imposta?

In una causa di opposizione a un decreto ingiuntivo, un acquirente di un immobile commerciale sosteneva che il prezzo pattuito fosse comprensivo di IVA. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, confermando che, in assenza di un patto contrario esplicito, l’onere dell’IVA compravendita immobiliare grava sull’acquirente, come previsto dalla legge e dal contratto stesso, che poneva a suo carico ‘ogni imposta inerente l’acquisto’. La Corte ha inoltre ritenuto corretta l’applicazione dell’aliquota ordinaria, non avendo l’acquirente provato la sussistenza dei requisiti per un’aliquota agevolata.

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Nomina liquidatore: l'intervento del Tribunale

Un socio ha richiesto al Tribunale la nomina di un liquidatore per una società, dopo che l’assemblea dei soci aveva deliberato lo scioglimento ma non era riuscita a nominare un liquidatore a causa dell’inerzia e del disinteresse generale. Il Tribunale di Bologna ha accolto il ricorso, nominando un professionista esterno per gestire la liquidazione, sottolineando come l’intervento giudiziario sia necessario per superare la paralisi decisionale dei soci e tutelare gli interessi della società e dei creditori.

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