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Giurisprudenza Civile

Esecutività sentenza penale: esecuzione immediata

Un soggetto si opponeva a un precetto basato su una sentenza penale d’appello, sostenendo che non fosse definitiva. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, chiarendo che, ai sensi dell’art. 605 c.p.p., le statuizioni civili contenute in una sentenza penale d’appello godono di immediata esecutività, a prescindere dal deposito delle motivazioni e dal passaggio in giudicato. La notifica del solo dispositivo è sufficiente per agire.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: l'onere della prova

Il Tribunale di Venezia ha rigettato una opposizione a decreto ingiuntivo presentata da un’impresa edile contro una società di noleggio autogru. L’opposizione, basata su un presunto guasto di un mezzo, è stata respinta per la genericità delle contestazioni e, soprattutto, per la totale assenza di prove. La sentenza sottolinea come l’opponente, a seguito della Riforma Cartabia, sia decaduto dalla possibilità di formulare istanze istruttorie per non aver rispettato i nuovi termini processuali, confermando così il pagamento richiesto.

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Competenza Sezione Impresa: quando decide il giudice

Un investitore ha citato in giudizio una banca, sostenendo la nullità di un’operazione di acquisto di azioni e obbligazioni in quanto collegata a un finanziamento concesso dalla stessa banca (c.d. ‘operazione baciata’). La banca convenuta ha eccepito l’incompetenza della Sezione Specializzata in Materia di Impresa. Il Tribunale di Venezia ha accolto l’eccezione, dichiarando la propria incompetenza. La motivazione risiede nel fatto che l’oggetto reale della controversia non è il rapporto societario, ma la validità del contratto di finanziamento. Pertanto, la causa rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non in quella della sezione specializzata.

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Rimozione impianto fotovoltaico: chi paga i costi?

Un’ordinanza del Tribunale di Venezia chiarisce la responsabilità per la rimozione di un impianto fotovoltaico pericoloso. Il proprietario dell’impianto è stato ritenuto responsabile anche dei costi di smaltimento dei pannelli sandwich sottostanti, in quanto considerati parte funzionalmente integrante dell’intera struttura, nonostante non fossero esplicitamente menzionati nel contratto di leasing. Il tribunale ha respinto il reclamo della società, confermando che l’onere della rimozione impianto fotovoltaico e delle sue componenti accessorie spetta al proprietario dell’impianto stesso.

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Penale recesso agenzia immobiliare: quando è dovuta?

Un’agenzia immobiliare ha citato in giudizio una cliente per ottenere il pagamento di una penale a seguito del recesso anticipato da un mandato di mediazione in esclusiva. La cliente e sua sorella, comproprietarie dell’immobile, avevano deciso di recedere dal contratto prima della scadenza. Il Tribunale ha accolto la domanda dell’agenzia, stabilendo che la penale per recesso agenzia immobiliare è dovuta per il solo fatto di aver sciolto anticipatamente il contratto, come previsto dalla clausola penale specifica, a prescindere dal fatto che l’immobile sia stato poi venduto a terzi o meno.

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Rilascio affitto d'azienda: sì al 700 c.p.c.

Il Tribunale di Venezia ha concesso un provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. per il rilascio di un affitto d’azienda. La decisione si fonda sulla grave morosità dell’affittuario e sull’inapplicabilità della procedura di sfratto a questa tipologia contrattuale. Il giudice ha ritenuto sussistente un danno irreparabile non solo patrimoniale, ma anche all’avviamento e all’integrità dell’azienda, ordinando l’immediata restituzione dei beni.

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Separazione dei coniugi, addebito, unico episodio di percosse

In tema di separazione personale dei coniugi, la pronuncia di addebito richiesta da un coniuge per le violenze perpetrate dall’altro non è esclusa qualora risulti provato un unico episodio di percosse, trattandosi di comportamento idoneo, comunque, a sconvolgere definitivamente l’equilibrio relazionale della coppia, poiché lesivo della pari dignità di ogni persona.

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Attuazione ordinanza cautelare e accesso ai documenti

Un’ordinanza del Tribunale di Venezia definisce le modalità di attuazione di un’ordinanza cautelare rimasta ineseguita. A fronte del mancato rispetto da parte di una società dell’ordine di esibire documenti sociali, il giudice ha disposto l’accesso forzoso ai locali aziendali, sotto la vigilanza di un Ufficiale Giudiziario e con la possibilità di avvalersi della forza pubblica. La decisione chiarisce che l’inadempimento a un provvedimento cautelare comporta l’intervento del giudice per definire le concrete modalità esecutive e l’addebito delle ulteriori spese legali alla parte inadempiente.

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Appropriazione di pregi: quando non c'è concorrenza

Una società specializzata in controtelai per serramenti ha citato in giudizio un concorrente per aver copiato il suo catalogo, i disegni tecnici e i dati sulle prestazioni, sostenendo una concorrenza sleale per appropriazione di pregi. Il tribunale ha respinto la richiesta, chiarendo che la copia di caratteristiche tecniche comuni nel settore o l’uso di stili descrittivi simili non costituisce l’appropriazione di un pregio unico e distintivo. La corte ha inoltre stabilito che una semplice dicitura di proprietà su un disegno tecnico non è sufficiente a proteggerlo come segreto commerciale se non supportata da altre misure di riservatezza. La domanda di misure cautelari è stata quindi rigettata.

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Scioglimento società: nomina del liquidatore dal Tribunale

A seguito del ricorso di una socia di minoranza, il Tribunale ha accertato lo scioglimento di una società rimasta inattiva per oltre dieci anni dopo il decesso del socio di maggioranza e amministratore unico. Poiché l’eredità è stata devoluta allo Stato e l’assemblea era di fatto paralizzata, il Tribunale ha nominato un liquidatore per gestire la chiusura della società, superando la situazione di stallo.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: quando è accolta?

Una società e i suoi fideiussori hanno presentato opposizione a decreto ingiuntivo emesso su richiesta di un istituto di credito per debiti derivanti da vari rapporti bancari. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, revocando il decreto originario. La decisione si fonda sull’accertamento dell’illegittima capitalizzazione trimestrale degli interessi (anatocismo), che ha portato alla necessità di un ricalcolo del debito. La sentenza chiarisce che la banca non può applicare interessi su interessi, riducendo così l’importo dovuto dal cliente.

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Donazione di modico valore: la consegna è sufficiente?

Il Tribunale di Bari ha stabilito che una donazione di modico valore di titoli azionari è valida con la semplice consegna materiale (traditio), senza necessità di un atto formale. Tuttavia, ha chiarito che questa validità non è sufficiente per obbligare la banca emittente a registrare il trasferimento di proprietà. Per il transfert di titoli nominativi è necessario seguire la procedura formale prevista dalla legge, come un atto autentico. L’appello principale è stato rigettato, mentre quello incidentale sulle spese è stato accolto.

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Nesso di causalità: quando le complicanze non sono colpa medica

Un paziente ha citato in giudizio una struttura sanitaria e i medici per gravi complicanze seguite a un intervento cardiochirurgico. Il Tribunale ha respinto la domanda, non ravvisando un nesso di causalità tra la condotta dei sanitari e il danno subito. Le complicanze, sebbene gravi, sono state ritenute conseguenze prevedibili ma inevitabili della complessa situazione clinica del paziente, e non frutto di negligenza medica.

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Opposizione all'esecuzione: motivi e limiti del debito

Una debitrice ha presentato opposizione all’esecuzione per un pignoramento dello stipendio derivante da un mutuo non pagato. Il Tribunale ha rigettato l’opposizione, confermando che il contratto di mutuo è un titolo esecutivo valido anche per il debito residuo dopo una prima esecuzione immobiliare. Inoltre, ha chiarito che l’onere di provare l’estinzione del debito spetta al debitore e ha definito le regole per il pignoramento dello stipendio in presenza di altre trattenute.

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Sbalzo di tensione: chi paga i danni? La sentenza

Un’azienda ha subito ingenti danni alle proprie apparecchiature a causa di uno sbalzo di tensione e ha citato in giudizio il fornitore di energia. Il Tribunale ha accolto la domanda, qualificando la distribuzione di energia elettrica come attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c. La società fornitrice è stata condannata al risarcimento del danno, poiché non ha fornito la prova liberatoria di aver adottato tutte le misure idonee a evitare l’evento.

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Credito amministratore condominio: quando è provato?

Un Tribunale ha riformato una sentenza di primo grado, revocando un decreto ingiuntivo a favore di un ex amministratore. La decisione chiarisce che il credito amministratore condominio per anticipazioni non può basarsi sul semplice disavanzo di cassa o sul verbale di passaggio di consegne. È necessaria una prova rigorosa delle spese sostenute con fondi propri e una delibera assembleare di approvazione o ratifica.

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Occupazione sine titulo: condanna e risarcimento

La sentenza analizza un caso di occupazione sine titulo di un terreno privato, su cui una società aveva installato un elettrodotto senza autorizzazione. Il Tribunale di Bari ha accolto la domanda della proprietaria, ordinando l’immediata rimozione della linea elettrica a spese della società e condannandola al risarcimento del danno. La decisione chiarisce che il danno non è ‘in re ipsa’ (automatico), ma deve essere provato, sebbene sia sufficiente dimostrare, anche tramite presunzioni, il pregiudizio derivante dall’impossibilità di utilizzare il bene, come nel caso di un terreno destinato ad attività di B&B.

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Gravi difetti immobile: condanna del costruttore

Un acquirente cita in giudizio l’impresa costruttrice per gravi difetti dell’immobile, come umidità e scarso isolamento. Il Tribunale, basandosi sulla perizia tecnica, accoglie la domanda di risarcimento per i costi di ripristino ma rigetta la richiesta per deprezzamento dell’immobile, ritenendo i lavori proposti risolutivi. Rigettate anche le domande per maggiori costi energetici e per la mancata consegna dei certificati per tardività e carenza di prova.

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Diploma ITP non abilitante: la sentenza del Tribunale

Un insegnante con diploma tecnico-pratico (ITP) ha richiesto l’inserimento nelle graduatorie scolastiche di fascia superiore, sostenendo che il proprio diploma fosse un titolo abilitante. Il Tribunale del Lavoro di Bari ha respinto il ricorso, stabilendo che il diploma ITP non è abilitante e consente solo la partecipazione ai concorsi, ma non l’accesso diretto alle fasce riservate ai docenti già in possesso di specifica abilitazione. La decisione si allinea alla consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato.

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Distanze tra costruzioni: chi paga i danni?

Una causa per violazione delle distanze tra costruzioni si conclude con una sentenza complessa: il Tribunale accerta una violazione reciproca da parte di entrambi i proprietari confinanti. Di conseguenza, rigetta la richiesta di risarcimento danni e ordina a entrambe le parti di chiudere le aperture irregolari. Il progettista dell’opera più recente viene ritenuto responsabile e condannato a manlevare i propri clienti dai costi. Tuttavia, la sua compagnia assicurativa non è tenuta a pagare, poiché il professionista era a conoscenza della violazione prima di stipulare la polizza, configurando una reticenza che rende il contratto inefficace.

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