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Giurisprudenza Civile

Concorso di colpa: la svolta non segnalata

La Corte d’Appello di Genova ha riformato una sentenza di primo grado, stabilendo un concorso di colpa in un sinistro stradale mortale. Inizialmente, la responsabilità era stata attribuita al 100% al conducente di una moto che aveva tamponato uno scooter. La Corte ha invece riconosciuto una corresponsabilità del 30% al conducente dello scooter, poiché aveva effettuato un cambio di corsia lento ma senza segnalazione luminosa. La decisione sottolinea che, nonostante la presunzione di colpa a carico di chi tampona, la condotta imprudente del veicolo che precede può determinare un concorso di colpa, riducendo il risarcimento dovuto.

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Impugnazione licenziamento: i termini da rispettare

Un lavoratore del settore scolastico contesta la sua rimozione da una graduatoria e la conseguente risoluzione del contratto. Tuttavia, non impugna un successivo e distinto licenziamento disciplinare. La Corte d’Appello rigetta il suo ricorso, stabilendo che la mancata impugnazione del licenziamento disciplinare lo ha reso definitivo, facendo venire meno l’interesse a contestare gli atti precedenti, poiché il rapporto di lavoro era comunque cessato.

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Vittima del dovere: la presunzione per i militari

La Corte d’Appello di Genova conferma lo status di “vittima del dovere” per un militare che ha contratto un tumore dopo una missione in Kosovo. La sentenza ribadisce il principio della “presunzione relativa”: spetta all’Amministrazione, e non al militare, provare che la malattia non sia legata al servizio in zone a rischio. Tuttavia, la Corte ha parzialmente accolto l’appello dello Stato, riducendo la percentuale di invalidità riconosciuta dal 36% al 25% e ricalcolando i benefici connessi.

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Concorso di colpa: pedone e scooter 50% responsabili

Un pedone, investito da uno scooter mentre attraversava con il semaforo rosso, era stato ritenuto unico responsabile in primo grado. La Corte d’Appello ha riformato la decisione, stabilendo un concorso di colpa al 50%. La Corte ha ritenuto che, nonostante l’imprudenza del pedone, il conducente del motociclo non avesse adottato la massima cautela richiesta dalle trafficate condizioni stradali, non superando così la presunzione di responsabilità a suo carico.

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Condizione sospensiva mutuo: la buona fede del compratore

Una coppia si vede negare il mutuo per l’acquisto di una casa e chiede la restituzione della caparra. Il venditore si oppone, accusandoli di mala fede. La Corte d’Appello ribalta la decisione iniziale, affermando che il mancato avveramento della condizione sospensiva mutuo non era imputabile agli acquirenti, i quali avevano agito correttamente, e ordina la restituzione della caparra.

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Onere della prova: appello vince per credito non provato

Una società creditrice cita in giudizio un Comune per il pagamento di una fattura. Il Tribunale, in primo grado, accoglie la domanda, anche in virtù dell’assenza in giudizio (contumacia) del Comune. La Corte d’Appello ribalta la decisione, sottolineando come la parte che agisce in giudizio abbia sempre l’onere della prova del proprio diritto. In questo caso, la società non ha dimostrato il fondamento del credito, poiché la fattura risultava emessa prima della stipula del contratto di riferimento e non erano state provate le condizioni contrattuali per il pagamento. La contumacia, afferma la Corte, non esonera dall’assolvimento di tale onere.

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Responsabilità contrattuale assicurazione: il caso

Un’azienda produttrice sostituisce gratuitamente componenti difettosi a un cliente, sostenendo un costo significativo. Successivamente, chiede il rimborso alla propria compagnia assicurativa, ma la Corte d’Appello nega la copertura. La sentenza chiarisce che una polizza per responsabilità civile verso terzi (RCT/RCP) esclude la responsabilità contrattuale, coprendo solo i danni causati a terzi dal prodotto difettoso, non il costo di sostituzione del prodotto stesso.

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Cancellazione ipoteca: chi agisce e quando è un dovere

Un debitore, dopo aver venduto un immobile, ha citato in giudizio il suo creditore per ottenere la cancellazione di un’ipoteca giudiziale. La Corte d’Appello ha confermato il diritto del debitore di agire in giudizio (legittimazione ad agire) anche dopo la vendita, ma ha chiarito che la semplice sospensione dell’esecutività di un decreto ingiuntivo non obbliga il creditore a procedere alla cancellazione ipoteca. Il rifiuto del creditore è stato comunque ritenuto illegittimo, portando a una sua condanna parziale al pagamento delle spese legali.

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Cessione d'azienda: risoluzione e risarcimento danni

La Corte d’Appello di Genova ha esaminato un caso di risoluzione di un contratto di cessione d’azienda per mancato pagamento di una rata. La sentenza conferma la risoluzione ma riduce l’importo del risarcimento per la perdita di avviamento, sottolineando le conseguenze della contumacia in primo grado e i criteri per la quantificazione dei danni.

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Accettazione tacita eredità: quando è irrevocabile?

La Corte d’Appello di Genova ha stabilito che l’intervento di due eredi in una procedura di esecuzione immobiliare, con contestuale richiesta di divisione del bene, costituisce un’inequivocabile accettazione tacita eredità. Tale atto, potendo essere compiuto solo in qualità di erede, è irrevocabile e non può essere annullato da una successiva dichiarazione di rinuncia, confermando il principio ‘semel heres semper heres’ (una volta erede, sempre erede).

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Caparra confirmatoria: recesso per inadempimento

La Corte d’Appello di Genova ha riformato una sentenza di primo grado, riconoscendo il diritto di un acquirente a ottenere la restituzione del doppio della caparra confirmatoria versata per l’acquisto di un camper. La decisione si fonda sull’inadempimento del venditore, che ha offerto un veicolo con caratteristiche difformi da quelle pattuite nel contratto, legittimando il recesso dell’acquirente. La Corte ha stabilito che la consegna di un bene diverso (‘aliud pro alio’) costituisce un grave inadempimento contrattuale.

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Provvigione mediatore: diritto al compenso e concause

Una recente sentenza della Corte di Appello analizza il diritto alla provvigione del mediatore quando più agenzie immobiliari contribuiscono a una vendita. La Corte ha confermato che la provvigione spetta all’agenzia la cui attività, pur non essendo l’unica, si è rivelata una concausa necessaria per la conclusione dell’affare, rigettando l’appello del venditore che contestava il pagamento.

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Onere della prova: risarcimento negato senza prove

La Corte d’Appello di Genova ha analizzato un caso di risarcimento danni per il crollo di un soffitto in un locale commerciale. Pur dichiarando la nullità della sentenza di primo grado per un vizio procedurale (mancata interruzione del processo per decesso di una parte), la Corte ha deciso la causa nel merito. Ha rigettato la domanda di risarcimento per totale carenza dell’onere della prova in capo alle società attrici, le quali non sono riuscite a dimostrare né la presenza della merce nel locale al momento del crollo, né l’effettivo danneggiamento della stessa. La sentenza sottolinea che la sola produzione di fatture non è sufficiente a provare il danno.

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Danno da infiltrazioni: il nesso di causa è decisivo

Una società ha citato in giudizio un condominio per un danno da infiltrazioni, attribuendone la causa a un canale di scolo condominiale. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, confermando la decisione di primo grado. La Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) ha dimostrato che la causa più probabile del danno era un difetto di impermeabilizzazione di un lucernaio di proprietà della stessa società danneggiata, escludendo la responsabilità del condominio per assenza del nesso di causa.

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Art. 49 Codice della Navigazione: il destino degli immobili

La Corte d’Appello di Genova ha rigettato l’appello degli eredi di un ex concessionario che rivendicavano la proprietà di un cinema costruito su area ex demaniale. La decisione si fonda sul principio del giudicato, confermando l’applicazione dell’art. 49 Codice della Navigazione che prevede l’acquisizione automatica e gratuita dell’immobile da parte dello Stato alla cessazione della concessione, non essendo stata provata una deroga esplicita a tale principio nell’atto concessorio.

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Risarcimento Danno Violenza Privata: la decisione

Un lavoratore, costretto con minacce e percosse a firmare le proprie dimissioni, ottiene una condanna penale per i suoi datori di lavoro e avvia una causa per il risarcimento del danno. La Corte d’Appello, nel confermare il diritto al risarcimento danno per violenza privata, riforma parzialmente la sentenza di primo grado. La Corte chiarisce la ripartizione della responsabilità tra i convenuti e ordina di detrarre dal totale un acconto già versato, stabilendo i criteri di calcolo per la devalutazione e gli interessi.

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Instaurazione da parte dell'ex coniuge di una convivenza di fatto

Secondo il più recente orientamento della Suprema Corte, l’instaurazione da parte dell’ex coniuge di una stabile convivenza di fatto, giudizialmente accertata, incide sul diritto al riconoscimento di un assegno di divorzio o alla sua revisione, nonché sulla quantificazione del suo ammontare, in virtù del progetto di vita intrapreso con il terzo e dei reciproci doveri di assistenza morale e materiale che ne derivano, ma non determina, necessariamente, la perdita automatica ed integrale del diritto all’assegno, in relazione alla sua componente compensativa (Cass. S.U. 32198/2021; Cass. 14256/2022).

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Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: il caso

La Corte d’Appello di Genova conferma l’illegittimità di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Nonostante il datore di lavoro avesse addotto un calo dell’attività, i giudici hanno ritenuto il motivo pretestuoso. L’azienda, infatti, mostrava dati economici in miglioramento, aveva assunto un’altra dipendente subito dopo e non aveva ruotato la lavoratrice licenziata in CIG con le colleghe. La decisione sottolinea che l’onere della prova di una reale crisi aziendale spetta interamente al datore di lavoro.

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Querela di falso: limiti del giudice e obiter dicta

Un contribuente avvia una querela di falso per notifiche fiscali con firme contraffatte. Il Tribunale accerta la falsità ma fa commenti incidentali (obiter dicta) sul possibile coinvolgimento del fratello del ricorrente, compensando le spese. La Corte d’Appello respinge l’impugnazione, chiarendo che gli obiter dicta non fanno parte della decisione vincolante e non possono essere appellati. Viene confermata la compensazione delle spese legali data la natura oggettiva del procedimento.

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Obblighi informativi intermediario: la sentenza

La Corte d’Appello di Genova ha parzialmente riformato una sentenza di primo grado, confermando la responsabilità di un intermediario finanziario per la violazione degli obblighi informativi. La decisione ribadisce che l’onere di provare di aver agito correttamente grava sulla banca. Tuttavia, la Corte ha ridotto il risarcimento dovuto ai clienti, poiché questi ultimi, avendo trasferito una parte dei titoli oggetto di causa, non sono stati in grado di dimostrare il danno e il nesso di causalità diretto con l’inadempimento dell’intermediario per quella specifica operazione.

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