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Giurisprudenza Civile

Legittimazione attiva cessione credito: prova essenziale

Un’azienda si oppone a un decreto ingiuntivo, contestando la legittimazione attiva della società cessionaria del credito. Il Tribunale accoglie l’opposizione, revocando il decreto. La decisione si fonda sul principio che la pubblicazione della cessione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del singolo credito se l’avviso è generico e il debitore contesta specificamente l’inclusione del proprio debito nell’operazione di cessione in blocco.

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Occupazione abusiva: condanna al rilascio immobile

Un’ordinanza del Tribunale di Ancona affronta un caso di occupazione abusiva di un immobile di edilizia residenziale pubblica. Un soggetto si era introdotto clandestinamente in un alloggio vuoto, manomettendo anche le utenze. L’ente gestore dell’immobile ha agito in giudizio con un’azione di reintegrazione nel possesso. Il Giudice ha accolto la domanda, ordinando l’immediato rilascio dell’appartamento, riconoscendo che l’occupazione clandestina e contro la volontà del gestore costituisce spoglio e che l’ente gestore è un detentore qualificato legittimato ad agire.

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Lavoro supplementare: annullata sanzione per prova

Il Tribunale di Ancona ha annullato un’ordinanza ingiunzione per presunto lavoro supplementare non registrato. La decisione si fonda sull’insufficienza e contraddittorietà delle prove testimoniali raccolte, sottolineando che l’onere della prova grava sull’ente accertatore. Le dichiarazioni rese agli ispettori sono state ritenute non sufficienti a superare le testimonianze processuali e la coerenza del lavoratore interessato.

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Responsabilità Ente: caduta per gasolio e risarcimento

Un motociclista cita in giudizio un Comune per i danni subiti a causa di una caduta provocata da una macchia di gasolio sulla strada. Il Tribunale riconosce la responsabilità dell’Ente come custode della strada ai sensi dell’art. 2051 c.c., ma la limita al 50% a causa del concorso di colpa del motociclista, che avrebbe dovuto notare la macchia. La richiesta di manleva del Comune verso la propria assicurazione viene respinta poiché il danno liquidato è inferiore alla franchigia di polizza.

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Prova del credito: senza erogazione il mutuo non esiste

Il Tribunale di Ancona ha accolto l’opposizione a un decreto ingiuntivo, revocandolo. La decisione si fonda sulla mancata prova del credito da parte della società creditrice, la quale non è riuscita a dimostrare l’effettiva erogazione della somma oggetto del contratto di mutuo. Secondo il giudice, il mutuo, essendo un contratto reale, si perfeziona solo con la consegna materiale del denaro (traditio). In assenza di tale prova, il credito non può considerarsi sorto e, di conseguenza, la richiesta di pagamento è infondata.

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Procedimento disciplinare, documenti relativi ai fatti contestati

Il datore di lavoro è tenuto ad offrire in consultazione all’incolpato i documenti aziendali solo in quanto e nei limiti in cui l’esame degli stessi sia necessario al fine di una contestazione dell’addebito idonea a permettere alla controparte un’adeguata difesa.

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Risarcimento danni locazione: cosa succede se non paghi?

Un tribunale ha condannato un inquilino al risarcimento danni locazione per aver lasciato un appartamento con gravi danneggiamenti, eccedenti la normale usura. Il giudice ha confermato il diritto del proprietario a trattenere il deposito cauzionale e ha ordinato al conduttore, rimasto assente in giudizio, di pagare la somma residua per le riparazioni. La decisione si fonda sulla presunzione di responsabilità del conduttore, il quale non ha fornito alcuna prova a sua discolpa.

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Opposizione decreto ingiuntivo: come funziona?

Una società cliente ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo per bollette di luce e gas, contestando gli importi. Il Tribunale, a seguito di una perizia tecnica (CTU) che ha rilevato un calcolo errato dei prezzi dell’energia, ha revocato il decreto ingiuntivo originale. La società cliente è stata comunque condannata a pagare un importo inferiore, dimostrando l’efficacia dell’opposizione a decreto ingiuntivo in caso di fatturazioni errate.

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Responsabilità amministratore: onere della prova del danno

Una società ha richiesto un sequestro conservativo dei beni di un ex amministratore delegato, accusandolo di aver causato un ammanco di magazzino superiore a 3 milioni di euro. Il Tribunale ha respinto il ricorso, evidenziando che la società non ha fornito prove sufficienti per dimostrare né l’effettiva esistenza del danno né, soprattutto, il nesso di causalità tra la presunta perdita e la condotta dell’amministratore. La decisione sottolinea come, nell’ambito della responsabilità amministratore, l’onere della prova del danno e della sua riconducibilità alla gestione spetti alla società che agisce in giudizio.

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Domanda di liquidazione della quota sociale

In caso di morte di un socio di società di persone, gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quota. Tuttavia, se il socio superstite opta per la liquidazione della società entro sei mesi, gli eredi avranno diritto alla quota di liquidazione all’esito della procedura e non alla liquidazione della quota alla data della morte del dante causa.

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Accettazione tacita eredità: sì alla voltura catastale

Una banca ha agito contro due eredi che non avevano formalmente accettato l’eredità della madre, bloccando così una procedura di pignoramento immobiliare. Il Tribunale ha stabilito che la presentazione della voltura catastale, unita ad altri indizi come la residenza di un erede nell’immobile, costituisce una chiara manifestazione di volontà e integra un’accettazione tacita eredità. Di conseguenza, ha ordinato la trascrizione della sentenza per ristabilire la continuità dei registri immobiliari e permettere al creditore di procedere.

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Liquidazione Giudiziale: quando si apre la procedura?

Il Tribunale di Ancona ha dichiarato l’apertura della Liquidazione Giudiziale nei confronti di una società formalmente agricola, ma la cui attività è stata ritenuta prevalentemente commerciale. La decisione si basa sullo stato di insolvenza della società, con debiti per oltre 300.000 euro, e sulla sua mancata costituzione in giudizio, che ha fatto scattare la presunzione di assoggettabilità alla procedura concorsuale.

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Keyword advertising: quando è concorrenza sleale?

Un’ordinanza del Tribunale specializzato in materia d’impresa analizza un caso di keyword advertising illecito. Una società alberghiera utilizzava il marchio di un concorrente come parola chiave per i propri annunci sponsorizzati su Google, una pratica ritenuta atto di concorrenza sleale. Il giudice ha accolto il ricorso d’urgenza, emettendo un’inibitoria per vietare la prosecuzione della condotta e fissando una penale per ogni futura violazione, affermando che tale pratica lede la funzione distintiva del marchio e crea confusione nel consumatore.

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Assegno sociale: la proprietà non esclude il diritto

Una sentenza del Tribunale di Ancona ha stabilito che la mera proprietà di immobili, se non genera un reddito effettivo, non può essere motivo di esclusione dal diritto all’assegno sociale. Il caso riguardava una ricorrente a cui era stato negato il beneficio a causa della titolarità di alcuni immobili in comproprietà con bassissima rendita catastale. Il giudice, richiamando la giurisprudenza della Cassazione, ha chiarito che per la valutazione dello stato di bisogno contano solo i ‘redditi effettivamente percepiti’ e non quelli potenziali o astratti derivanti dalla sola proprietà. Di conseguenza, il Tribunale ha accolto il ricorso, condannando l’ente previdenziale a erogare l’assegno sociale.

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Diritto di veduta: la prova del possesso è decisiva

Il Tribunale di Ancona ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari che lamentavano la lesione del loro diritto di veduta a causa di un pallone pressostatico installato su campi da tennis adiacenti. La decisione sottolinea che, nell’azione di manutenzione, è fondamentale provare il possesso effettivo e continuativo della veduta per almeno un anno, prova che i ricorrenti non sono riusciti a fornire a causa di strutture preesistenti che già limitavano la visuale. Anche le doglianze per immissioni sonore e luminose sono state respinte.

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Assegno sociale: viaggi lunghi negano il diritto

Un cittadino straniero si è visto negare l’assegno sociale poiché i suoi numerosi e prolungati viaggi nel paese d’origine sono stati ritenuti un’interruzione del requisito di soggiorno continuativo decennale in Italia. Il Tribunale ha stabilito che la residenza legale non è sufficiente se non accompagnata da una permanenza di fatto, stabile e radicata nel territorio nazionale.

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Scioglimento comunione: la divisione in natura

Il Tribunale di Brescia ha definito una causa di scioglimento della comunione tra coeredi, disponendo la divisione in natura di alcuni immobili. Basandosi su una consulenza tecnica d’ufficio (C.T.U.), il giudice ha assegnato alle parti attrici e alla parte convenuta porzioni distinte degli immobili, stabilendo un conguaglio in denaro a favore del convenuto per equilibrare il valore delle quote. La sentenza regola anche le servitù e compensa le spese legali.

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Nomina giudiziale liquidatore: l'intervento del Tribunale

A seguito del decesso del socio unico, gli eredi deliberano lo scioglimento di una società ma non riescono a nominare un liquidatore. Il Tribunale di Brescia, su ricorso degli stessi eredi, procede alla nomina giudiziale liquidatore ai sensi dell’art. 2487 c.c., definendone poteri e doveri per portare a termine la liquidazione del patrimonio sociale e prevenire la paralisi dell’attività.

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Risarcimento danno occupazione: la sentenza di Brescia

Una recente sentenza del Tribunale di Brescia ha condannato un’inquilina a un cospicuo risarcimento danno occupazione per non aver rilasciato l’immobile dopo la convalida di sfratto. La decisione sottolinea come la mancata comparizione in giudizio (contumacia) e l’assenza alla mediazione aggravino la posizione del convenuto. Il giudice ha accolto integralmente le richieste del proprietario, includendo non solo i canoni non pagati, ma anche tutte le spese accessorie sostenute per recuperare l’immobile, come spese legali, di notifica, pulizia e sostituzione della serratura.

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Abuso dipendenza economica: recesso contrattuale lecito

Una società di servizi ha citato in giudizio un importante cliente per l’interruzione di tre contratti di fornitura, sostenendo un abuso di dipendenza economica. Il Tribunale ha respinto le domande, stabilendo che la società attrice non ha fornito prove sufficienti della sua dipendenza, essendo un’impresa in espansione con una clientela diversificata. Il recesso è stato considerato un legittimo esercizio di un diritto previsto contrattualmente e non un abuso.

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