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Giurisprudenza Civile

Opposizione a decreto ingiuntivo: guida al caso

Una società si oppone a un decreto ingiuntivo per fatture insolute, contestando la competenza territoriale e la validità delle prove. Durante la causa, la società salda il debito. Il Tribunale di Milano respinge l’opposizione a decreto ingiuntivo, confermando la legittimità del credito e condannando l’opponente al pagamento delle spese legali. La sentenza chiarisce che il pagamento, sebbene porti alla revoca del decreto, costituisce un’acquisizione definitiva della somma da parte del creditore quando l’opposizione è infondata.

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Responsabilità struttura sanitaria: clinica e medico

Un’ordinanza del Tribunale di Milano analizza un caso di malasanità in chirurgia estetica, affermando la responsabilità solidale tra medico e clinica. La decisione si fonda sulla Legge Gelli-Bianco, che sancisce la responsabilità della struttura sanitaria anche per l’operato dei medici liberi professionisti che vi operano. Il Tribunale ha condannato entrambi al risarcimento del danno, ripartendo internamente le colpe in base al contributo causale di ciascuno.

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Gravi difetti appalto: la responsabilità decennale

Il Tribunale di Milano condanna un’impresa edile per gravi difetti appalto emersi anni dopo la ristrutturazione. La sentenza chiarisce la differenza tra appalto e contratto d’opera, applicando la garanzia decennale ex art. 1669 c.c. e accogliendo la richiesta di risarcimento del committente basata sulla perizia tecnica.

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Responsabilità SPA: caduta e concorso di colpa al 50%

Un cliente cade nella SPA di un hotel su gradini bagnati e privi di dispositivi di sicurezza. Il Tribunale riconosce la responsabilità oggettiva della struttura ai sensi dell’art. 2051 c.c., ma attribuisce anche un concorso di colpa del 50% al cliente per non aver usato la necessaria prudenza in un ambiente intrinsecamente umido. Di conseguenza, il risarcimento del danno, sia patrimoniale che non patrimoniale, viene dimezzato. La sentenza chiarisce l’equilibrio tra l’obbligo di custodia del gestore e il dovere di autotutela dell’utente.

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Avviso di addebito: quando l'opposizione è tardiva

Un ex amministratore di una società ha contestato un’intimazione di pagamento per contributi previdenziali, sostenendo la non debenza e la prescrizione del credito. Il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso, dichiarando l’opposizione tardiva. La corte ha stabilito che l’impugnazione sul merito della pretesa doveva essere proposta entro 40 giorni dalla notifica dei singoli avvisi di addebito, ormai divenuti definitivi. Anche l’eccezione di prescrizione è stata rigettata, data la prova di regolari atti interruttivi notificati dall’ente di riscossione.

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Reiterazione contratti a termine: diritti dei docenti

Il Tribunale di Milano ha sentenziato a favore di un docente di religione, riconoscendo l’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine per un periodo superiore a tre anni senza l’indizione di concorsi. La sentenza stabilisce il diritto del docente a un risarcimento del danno, quantificato in 11 mensilità, e all’ottenimento della Carta Docente per gli anni scolastici non goduti. La decisione si fonda sull’interpretazione della normativa nazionale alla luce del diritto europeo e della giurisprudenza della Corte di Cassazione, che sanziona l’abuso della precarietà quando lo Stato non offre concrete possibilità di stabilizzazione.

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Blocco IMEI illegittimo: quando è risarcibile?

Una società telefonica ha effettuato un blocco IMEI illegittimo su cellulari di proprietà di un’azienda cliente, a causa di un presunto debito. Il Tribunale ha condannato la società a rimborsare la somma pagata per lo sblocco, ma ha respinto la richiesta di risarcimento danni per mancanza di prove adeguate. La sentenza chiarisce che il blocco di dispositivi di proprietà altrui non è uno strumento legittimo per il recupero crediti.

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Tutela Marchio: stop a imitazione di mozzarella famosa

Un’azienda casearia ottiene una tutela del marchio contro un’imitazione. Il Tribunale di Milano ha ordinato a un negozio di cessare l’uso del nome e dell’immagine di una famosa mozzarella, riconoscendo il rischio di confusione per i consumatori e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale della società produttrice.

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Confusione tra marchi: '***INE' vs '***INELLA'

Una società titolare del marchio “***INELLA” ha citato in giudizio un concorrente che utilizzava il segno “***INE COFFEE & BAKERY”, lamentando la contraffazione. La convenuta si è difesa sostenendo che “***INELLA” fosse un marchio debole. Il Tribunale di Milano ha respinto questa tesi, qualificando “FARINELLA” come marchio di fantasia e quindi forte. Ha poi accertato la sussistenza di un’elevata somiglianza visiva, fonetica e concettuale tra i due segni, idonea a generare confusione tra marchi nel consumatore medio. Di conseguenza, ha inibito l’uso del marchio contraffatto, ordinandone la rimozione.

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Diritto di servitù di passaggio: la prova è decisiva

Il Tribunale di Milano ha rigettato la domanda di un proprietario terriero che chiedeva il riconoscimento di un diritto di servitù di passaggio su un fondo confinante. La corte ha stabilito che i titoli di acquisto non provavano l’esistenza della servitù, non sussistevano i requisiti per l’usucapione e non era possibile costituire una servitù coattiva, in quanto il fondo non era assolutamente intercluso e la via richiesta non rappresentava la soluzione meno pregiudizievole per il fondo servente.

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Patto di non concorrenza: quando è valido e vincolante?

Un’ordinanza del Tribunale di Milano ha confermato un provvedimento d’urgenza contro un ex dipendente per violazione del patto di non concorrenza. Il giudice ha ritenuto il patto valido, respingendo le eccezioni del lavoratore. Ha stabilito che il corrispettivo, pari al 50% della RAL, era congruo, che l’oggetto del divieto era sufficientemente determinato e che la facoltà di recesso del datore di lavoro non costituiva una condizione meramente potestativa. La violazione è stata confermata, ritenendo che il mero inadempimento integri il requisito del periculum in mora, giustificando la tutela cautelare.

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Usucapione immobile: vittoria con prova testimoniale

Una coppia ottiene la proprietà di diversi immobili per usucapione dopo aver dimostrato, tramite testimoni, di averli posseduti in modo pacifico, pubblico e ininterrotto per oltre vent’anni. Il Tribunale ha accolto la loro domanda, riconoscendo la presenza sia del controllo materiale del bene (corpus) sia dell’intenzione di possederlo come proprietari (animus), nonostante la contumacia dei numerosi co-intestatari formali.

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Protezione speciale: obbligo di permesso provvisorio

Un richiedente si è visto negare dalla Questura la possibilità di chiedere la protezione speciale a seguito delle modifiche del ‘Decreto Cutro’. Dopo aver fatto ricorso, il Tribunale ha sospeso il diniego e, con una successiva ordinanza, ha ordinato alla Questura di rilasciare un permesso di soggiorno provvisorio. La decisione si basa sul diritto del richiedente a soggiornare legalmente in attesa del giudizio di merito, tutelando la sua vita privata e familiare come previsto dall’art. 8 CEDU.

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Consegna a terzi: chi prova l'inadempimento?

Una società appaltatrice si oppone a un decreto ingiuntivo per una fornitura, sostenendo di non aver mai ricevuto la merce. Il Tribunale respinge l’appello, chiarendo che in un contratto con clausola di consegna a terzi, l’onere della prova del mancato recapito nel luogo pattuito spetta al compratore. La proprietà del bene, inoltre, si trasferisce con il semplice consenso, rendendo la consegna un’obbligazione successiva.

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Contributi figurativi invalidità: la guida completa

Un lavoratore ha richiesto il riconoscimento di un’invalidità superiore al 75% per ottenere i contributi figurativi. L’ente previdenziale si è opposto sollevando eccezioni di decadenza. Il Tribunale di Ancona, basandosi su una perizia medica che ha confermato l’invalidità al 75%, ha accolto la domanda del lavoratore. La sentenza stabilisce che il diritto ai contributi figurativi per invalidità può essere accertato anche prima della domanda di pensione, riconoscendo al lavoratore il beneficio richiesto.

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Prescrizione presuntiva: quando è inefficace

Il Tribunale di Ancona ha stabilito che sollevare l’eccezione di prescrizione presuntiva per il compenso di un avvocato è incompatibile con la contestazione dell’importo del debito o l’allegazione di un pagamento parziale. Tale comportamento costituisce un’ammissione implicita della mancata estinzione del debito, rendendo inefficace la presunzione e confermando il decreto ingiuntivo contro i clienti.

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Ricognizione di debito: valida anche se nel testamento

Un erede si opponeva al pagamento di un debito del defunto, sostenendo che la ricognizione di debito fosse contenuta in un testamento successivamente revocato. Il Tribunale di Ancona ha respinto l’opposizione, chiarendo che la ricognizione di debito è un atto autonomo che sopravvive alla revoca del testamento, invertendo l’onere della prova a carico del debitore. L’erede non è riuscito a dimostrare l’estinzione del debito, pertanto la richiesta dei creditori è stata accolta.

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Usucapione di un immobile: come funziona?

Due comproprietarie hanno ottenuto dal Tribunale il riconoscimento dell’usucapione di un immobile, dimostrando un possesso continuato per oltre vent’anni. La decisione è stata favorita dalla mancata costituzione in giudizio dei convenuti. Il giudice ha accolto la domanda, dichiarando l’acquisto della piena proprietà per le attrici.

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Concorso di colpa: la sentenza del Tribunale di Ancona

Il Tribunale di Ancona ha stabilito un concorso di colpa paritario (50/50) in un sinistro stradale tra un’autovettura e un autocarro. La decisione si fonda su una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che ha accertato la violazione del segnale di stop da parte dell’autovettura e l’eccesso di velocità dell’autocarro. Entrambe le condotte sono state ritenute cause equivalenti dell’incidente, portando a una ripartizione equa della responsabilità e alla condanna reciproca al risarcimento dei danni.

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Agricoltura biologica: stop ai fondi per interruzione

Un’azienda agricola perde i contributi per l’agricoltura biologica a causa di una temporanea esclusione dal sistema di controllo per ritardato pagamento della tariffa di certificazione. Il Tribunale ha ritenuto legittima la revoca dei fondi, sottolineando che il mantenimento dei requisiti deve essere continuo e ininterrotto.

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