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Giurisprudenza Civile

Massimale contributivo: quando non si applica?

Una società si opponeva a un avviso di addebito per contributi non versati, sostenendo di aver correttamente applicato il massimale contributivo. Il Tribunale di Napoli ha respinto l’opposizione, chiarendo che il massimale contributivo non si applica ai lavoratori con anzianità assicurativa anteriore al 1996 che non abbiano esercitato l’opzione per il sistema contributivo. La Corte ha inoltre respinto la richiesta di chiamare in causa il consulente, affermando che il datore di lavoro è l’unico debitore verso l’ente previdenziale.

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Contratto autonomo di garanzia: la decisione del Tribunale

Un’azienda e il suo garante si oppongono a un decreto ingiuntivo bancario. Il Tribunale distingue le posizioni: accoglie l’opposizione dell’azienda, ricalcolando il debito, ma la rigetta per il garante, qualificando la sua obbligazione come un contratto autonomo di garanzia. La clausola ‘a prima richiesta’ si rivela decisiva, escludendo l’applicazione dell’art. 1957 c.c. e la possibilità per il garante di sollevare eccezioni.

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Iscrizione Ipotecaria: quando è legittima? Analisi

Un contribuente si oppone a un preavviso di iscrizione ipotecaria basato su diversi avvisi di addebito. Il Tribunale accoglie parzialmente la domanda, dichiarando l’illegittimità del preavviso solo per gli avvisi già annullati in un precedente giudizio, ma confermandone la validità per i crediti restanti, ritenuti correttamente notificati e non prescritti. La sentenza chiarisce l’importanza della tempestiva opposizione agli atti presupposti e i limiti di tale contestazione.

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Opposizione decreto ingiuntivo finanziamento: la guida

Un debitore ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo per un finanziamento, sostenendo di aver ricevuto un importo inferiore a quello pattuito. Il Tribunale ha respinto l’opposizione, confermando che il debitore aveva autorizzato per iscritto l’uso di parte della somma per estinguere un debito precedente. La sentenza sottolinea l’importanza della prova documentale e della specificità delle contestazioni in un’opposizione a decreto ingiuntivo finanziamento.

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Infiltrazioni terrazzo: chi paga i danni?

A seguito di gravi infiltrazioni da un terrazzo, i proprietari di alcuni appartamenti citavano in giudizio il proprietario dell’immobile sovrastante. Il tribunale ha riqualificato l’azione come denuncia di danno temuto e ha diviso la responsabilità: il proprietario è stato condannato a rimuovere i vizi strutturali preesistenti alla locazione (tubature, vasi, impermeabilizzazione), mentre l’inquilino è stato ritenuto responsabile per l’installazione di un pavimento galleggiante che ha aggravato il problema.

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Danni da cose in custodia: onere della prova e caduta

Un pedone cita in giudizio un Comune per i danni subiti a seguito di una caduta su una strada del centro storico, attribuendola a un dislivello causato da un chiusino e da sampietrini sconnessi. Il Tribunale di Napoli ha rigettato la domanda per responsabilità extracontrattuale e danni da cose in custodia. La decisione si fonda sulla mancata prova da parte del danneggiato sia dell’effettiva anomalia del manto stradale, sia del nesso causale tra questa e la caduta. La genericità delle accuse e l’inadeguatezza delle prove fotografiche, unite alla prevedibilità del fondo stradale in un centro storico, hanno portato a escludere la responsabilità dell’ente, condannando l’attore al pagamento delle spese legali.

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Benefici vittime mafia: parentela non esclude diritti

Una donna, madre di una vittima innocente di mafia, si è vista negare i benefici economici previsti dalla legge a causa di legami di parentela con persone aventi precedenti penali. Il Tribunale di Napoli ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la richiesta di ‘estraneità ad ambienti delinquenziali’ è soddisfatta se la persona dimostra di aver interrotto ogni rapporto con tali familiari, soprattutto da lungo tempo e per gravi motivi. La decisione annulla il provvedimento di diniego del Ministero e ne impone una nuova valutazione, valorizzando la dissociazione effettiva rispetto ai meri legami formali.

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Consegna documenti sociali: obbligo ex amministratore

Un liquidatore di una S.r.l., rischiando il licenziamento dal proprio impiego pubblico per incompatibilità, ha citato in giudizio l’ex amministratrice (e sua ex consorte) per ottenere la documentazione societaria. Il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di nomina di un nuovo liquidatore, ritenendola inammissibile, ma ha accolto la domanda relativa alla consegna dei documenti sociali. L’ordinanza ha stabilito che sull’ex amministratrice grava un preciso obbligo di legge di consegnare tutta la documentazione, emettendo un ordine d’urgenza per prevenire il grave pregiudizio lavorativo del ricorrente.

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Consegna documentazione bancaria: il limite dei 10 anni

Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per ottenere la consegna della documentazione relativa a un conto corrente, inclusi contratti ed estratti conto sin dall’apertura nel 1991. La banca si è opposta invocando il limite decennale previsto dall’art. 119 del Testo Unico Bancario. Il Tribunale di Napoli ha accolto la domanda del cliente, ordinando la consegna degli estratti conto per l’intero periodo richiesto e stabilendo che il limite dei dieci anni si applica solo ai documenti relativi a ‘singole operazioni’ e non agli estratti conto, che documentano l’andamento complessivo del rapporto. La banca è stata anche condannata al pagamento di una penale per ogni giorno di ritardo.

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Infiltrazioni da lastrico solare: chi paga i danni?

Un’ordinanza del Tribunale di Napoli chiarisce la ripartizione delle responsabilità e dei costi per gravi infiltrazioni da lastrico solare di uso esclusivo. A causa della rimozione di tegole e della cattiva manutenzione, un appartamento subiva danni ingenti. Il giudice, tramite un provvedimento d’urgenza, ha stabilito che le spese per le riparazioni strutturali vanno divise secondo l’art. 1126 c.c. (1/3 a carico del proprietario esclusivo e 2/3 a carico degli altri condomini), mentre i costi per la rimozione di strutture private (una copertura lignea) sono interamente a carico del proprietario del terrazzo.

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Immissioni intollerabili: condanna per fumi e rumori

Un’attività commerciale è stata condannata per immissioni intollerabili di fumi e rumori ai danni dei vicini. Il Tribunale, basandosi su una perizia tecnica che ha accertato il superamento dei limiti di tollerabilità e il rischio per la salute, ha emesso un’ordinanza d’urgenza imponendo l’esecuzione di lavori di adeguamento e il pagamento di tutte le spese legali. La decisione sottolinea come il diritto alla salute e alla vivibilità della propria abitazione prevalga sulle esigenze commerciali quando queste generano un disturbo eccessivo.

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Domanda protezione internazionale: no urgenza con la PEC

Un cittadino straniero ha presentato ricorso d’urgenza per obbligare la Questura a formalizzare la sua domanda protezione internazionale, inviata via PEC e rimasta senza risposta. Il Tribunale di Napoli, pur riconoscendo il diritto del richiedente (fumus boni iuris), ha respinto il ricorso. La motivazione si basa sull’assenza di un pericolo imminente e irreparabile (periculum in mora), poiché la sola manifestazione di volontà di chiedere asilo, anche tramite PEC, è sufficiente a proteggere il soggetto dal rischio di espulsione e a garantirgli l’accesso alle cure mediche essenziali.

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Marchio forte: Tutela e inibitoria per imitazione

Un’ordinanza del Tribunale di Napoli affronta un caso di imitazione di un marchio storico nel settore della pasticceria. La decisione si concentra sul concetto di marchio forte, riconoscendo la piena tutela al titolare originale e inibendo l’uso del segno simile da parte del concorrente. Il giudice ha ritenuto che la riproduzione del patronimico, cuore del marchio anteriore, costituisse una violazione, ordinando la cessazione immediata dell’attività illecita e la rimozione di insegne e materiali promozionali.

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Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all'oblio

Doveri del giornalista e diritto alla presunzione di non colpevolezza. Principio di bilanciamento tra i diritti alla cronaca e all’oblio e quindi anche “la necessità di bilanciare il diritto ex art. 21 Cost. della collettività ad essere informata e a conservare la memoria del fatto storico con quello del titolare dei dati”.

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Infiltrazioni condominio: ripartizione delle spese

Un’ordinanza del Tribunale di Napoli affronta un caso di infiltrazioni in condominio provenienti dal terrazzo comune. Il giudice ha accertato una responsabilità condivisa tra il condominio, per omessa manutenzione del lastrico solare, e la proprietaria dell’appartamento sottostante, a causa di un precedente intervento non autorizzato sulla soletta. Di conseguenza, ha ordinato l’esecuzione dei lavori di ripristino, stabilendo però una ripartizione delle spese e la compensazione delle spese legali, in virtù della concausa accertata.

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Danni da infiltrazioni: il Tribunale ordina i lavori

Un provvedimento del Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso di alcuni proprietari per gravi danni da infiltrazioni provenienti da un immobile sovrastante e dal lastrico solare. La corte ha ordinato alla condomina, proprietaria dell’unità superiore, e al condominio, quale custode del lastrico solare, di eseguire i lavori necessari, stabilendo una ripartizione delle responsabilità (75% condomina, 25% condominio) e fissando una penale giornaliera in caso di ritardo nell’avvio degli interventi. Le motivazioni si basano sulle risultanze della Consulenza Tecnica d’Ufficio che ha accertato la persistenza dei danni e l’origine dagli interventi non completati sull’immobile sovrastante e dallo stato di manutenzione del lastrico.

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Sequestro conservativo: prova del periculum in mora

L’amministratore di sostegno di una persona anziana richiedeva un sequestro conservativo per circa 130.000 euro contro un terzo che aveva ricevuto ingenti somme dalla stessa. Il Tribunale ha rigettato la richiesta, sottolineando che il ricorrente non aveva fornito prova del ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto e attuale che il debitore disperdesse il proprio patrimonio. La sola dimostrazione del trasferimento dei fondi è stata ritenuta insufficiente.

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Notifica PEC errata: il ricorso è nullo

Un tribunale ha rigettato la domanda di un ricorrente che, nel tentativo di far rimuovere un video da un social network, ha commesso gravi errori procedurali. Tra questi, una notifica PEC errata, l’aver citato in giudizio le entità legali sbagliate e non aver seguito le indicazioni del giudice per la rinnovazione della notifica. La decisione sottolinea la fondamentale importanza della diligenza nell’identificare il corretto destinatario e nell’utilizzare i pubblici registri prima di avviare un’azione legale.

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Ordinanza cautelare: attuazione e spese legali

In un caso di richiesta di attuazione di un’ordinanza cautelare del 2017 per opere di manutenzione, il Tribunale di Napoli ha dichiarato la cessata materia del contendere. Una perizia tecnica (CTU) ha confermato che i lavori, sebbene in parte eseguiti solo dopo la nuova istanza, erano stati completati. La Corte ha stabilito che le spese legali non potevano essere liquidate in questa fase, ponendo però i costi della CTU a carico della parte ricorrente che aveva avviato il procedimento di attuazione.

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Segnalazione Centrale Rischi: onere della prova

Un cittadino presenta un ricorso d’urgenza sostenendo un’illegittima segnalazione alla Centrale Rischi dopo un diniego di finanziamento. Il Tribunale di Napoli rigetta la domanda, poiché il ricorrente non ha fornito alcuna prova della segnalazione negativa. La decisione sottolinea che senza la prova del *fumus boni iuris* (la parvenza del buon diritto), il ricorso cautelare non può essere accolto.

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