LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Gratuito patrocinio e abuso del diritto: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che negava il compenso a un avvocato per un presunto abuso del diritto. Il legale aveva chiesto un rinvio d'udienza per presentare istanza di gratuito patrocinio per il suo assistito. La Suprema Corte ha stabilito che la richiesta di gratuito patrocinio è un diritto esercitabile in ogni fase del processo e che il rinvio rientra nelle legittime strategie difensive, cassando la tesi del 'gratuito patrocinio e abuso del diritto' sostenuta dal tribunale.
Continua »
Manutenzione comproprietà: onere e responsabilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2544/2024, ha chiarito gli oneri di un comproprietario in caso di degrado di un immobile comune. La Corte ha stabilito che il comproprietario che lamenta la mancata manutenzione da parte dell'altro non può restare inerte e poi chiedere il risarcimento. Egli ha il dovere di attivarsi, anche tramite l'autorità giudiziaria secondo l'art. 1105 c.c., per promuovere la necessaria manutenzione in comproprietà. La sua passività esclude la responsabilità esclusiva dell'altro contitolare, anche se quest'ultimo ha il possesso del bene.
Continua »
Indennità premio di servizio: i compensi sono inclusi?
Un ex avvocato capo di un ente locale ha richiesto l'inclusione dei compensi professionali, derivanti da cause vinte, nel calcolo della sua indennità premio di servizio (IPS). Dopo il rigetto da parte della Corte d'Appello, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la particolare rilevanza della questione. Il caso è stato rinviato a pubblica udienza per stabilire se tali emolumenti debbano rientrare nella nozione di 'retribuzione contributiva' ai fini del calcolo dell'IPS.
Continua »
Correzione errore materiale: quando è inammissibile
Una società immobiliare ha richiesto la correzione di un errore materiale in un'ordinanza, sostenendo un calcolo errato delle spese legali basato su un valore della causa inesatto. La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta inammissibile, specificando che la procedura per la correzione errore materiale è applicabile solo a sviste palesi e non a contestazioni sulla valutazione di merito del giudice, come la determinazione delle spese processuali.
Continua »
Rinuncia all’appello: le conseguenze sulle spese
Un soggetto, dopo aver perso in primo grado un'opposizione a un atto di precetto, presenta appello. Successivamente, a seguito di un accordo, deposita un'istanza di rinuncia all'appello. La Corte d'Appello, preso atto della contumacia della controparte, dichiara il processo estinto per cessazione della materia del contendere, senza disporre nulla in merito alle spese legali del grado di appello.
Continua »
Clausola rischio cambio: non è un derivato autonomo
Un'impresa contestava un contratto di leasing contenente una clausola rischio cambio legata a una valuta estera. La Corte d'Appello aveva considerato la clausola "immeritevole" come se fosse un derivato autonomo. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che tale pattuizione è una legittima "clausola valore" interna al contratto principale e non uno strumento finanziario a sé stante. Il giudizio di meritevolezza non può basarsi sulla convenienza economica. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Giudicato esterno: limiti e applicazione nel lavoro
La Corte di Cassazione chiarisce l'efficacia del giudicato esterno. In un caso riguardante lavoratori riassunti da un ente locale dopo il fallimento del precedente datore di lavoro, la Corte ha stabilito che una precedente sentenza, che aveva già interpretato in senso restrittivo una clausola contrattuale, impediva una nuova domanda basata su un'interpretazione diversa della stessa clausola, anche se volta a ottenere un beneficio differente (la conservazione della retribuzione). La decisione sottolinea come l'accertamento su un punto logico fondamentale abbia efficacia vincolante per tutte le future controversie tra le stesse parti relative al medesimo rapporto.
Continua »
Risoluzione contratto somministrazione: non basta
Un condominio ha richiesto la risoluzione contratto somministrazione con il proprio fornitore di energia a causa di ripetuti disservizi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. I giudici hanno stabilito che gli inadempimenti non erano sufficientemente gravi da giustificare la risoluzione, tenendo conto anche della condotta del condominio (pagamenti parziali) e del fatto che una delle interruzioni era imputabile al fornitore 'a monte', escludendo la responsabilità del venditore finale.
Continua »
Responsabilità solidale ATI: la Cassazione decide
Una società fornitrice ha agito contro tre imprese riunite in un'Associazione Temporanea di Imprese (A.T.I.) per il mancato pagamento di una fornitura. La Corte d'Appello aveva escluso la responsabilità delle singole imprese, ritenendo l'A.T.I. unica controparte. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando il principio della responsabilità solidale ATI: poiché l'associazione non ha personalità giuridica autonoma, tutte le imprese partecipanti sono responsabili in solido per le obbligazioni assunte verso i fornitori.
Continua »
Danno da mancato godimento: onere della prova
La Cassazione chiarisce che per il risarcimento del danno da mancato godimento di un immobile, il proprietario deve provare il pregiudizio specifico, come la perdita di opportunità di locazione. La Corte ha rigettato il ricorso degli eredi di un venditore, che chiedevano un risarcimento per l'occupazione senza titolo di un immobile dopo l'annullamento di una vendita, per non aver adeguatamente allegato e provato il danno.
Continua »
Appello incidentale tardivo: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2506/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'appello incidentale tardivo. In un caso di inadempimento contrattuale, la Corte d'Appello aveva dichiarato inammissibile l'appello incidentale perché tardivo e non connesso a quello principale. La Cassazione ha cassato tale decisione, affermando che l'impugnazione incidentale tardiva è sempre ammissibile quando l'appello principale rimette in discussione l'assetto di interessi definito dalla sentenza di primo grado, anche se riguarda capi diversi e autonomi della decisione.
Continua »
Rientro del personale: quando la PA non è obbligata
Un ente pubblico aveva esternalizzato un servizio a un consorzio privato, con una clausola contrattuale che prevedeva il 'rientro del personale' presso l'ente in caso di cessazione dell'accordo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2484/2024, ha stabilito che tale clausola è nulla se non si verifica un effettivo trasferimento di attività o servizio (reinternalizzazione). Un semplice accordo contrattuale non può obbligare la Pubblica Amministrazione ad assumere personale, poiché l'assunzione nel settore pubblico è vincolata a rigide norme di legge.
Continua »
Efficacia del giudicato in condominio: la Cassazione
La Cassazione chiarisce l'efficacia del giudicato in ambito condominiale. Un erede di un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo basato su un lodo arbitrale, ma la Corte ha respinto il ricorso. La decisione si fonda su una precedente sentenza passata in giudicato che aveva già confermato la validità della clausola compromissoria per i singoli condomini, precludendo un nuovo esame della questione.
Continua »
Efficacia del giudicato: la Cassazione chiarisce
Un gruppo di lavoratori, riassunti da un Comune dopo il fallimento del precedente datore di lavoro, un Consorzio, chiedeva di mantenere il livello retributivo acquisito. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'interpretazione di una clausola contrattuale, già affrontata in precedenti sentenze tra le stesse parti, era coperta dall'efficacia del giudicato. Anche se le cause precedenti avevano un oggetto diverso (riammissione in servizio e solidarietà nei pagamenti), la valutazione del significato della clausola costituiva un punto fondamentale e un antecedente logico vincolante, che non poteva essere riesaminato. La sentenza d'appello è stata quindi cassata con rinvio.
Continua »
Licenziamento ritorsivo: la Cassazione e la simulazione
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un licenziamento ritorsivo, avvenuto a seguito di una cessione d'azienda risultata simulata. La Corte ha identificato un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro, superando lo schermo societario creato ad arte per eludere i diritti del lavoratore. La sentenza stabilisce che la creazione di una nuova società e il trasferimento fittizio dell'azienda, finalizzati unicamente a licenziare un dipendente scomodo, costituiscono un'operazione illecita, con conseguente reintegrazione del lavoratore e risarcimento del danno.
Continua »
Rimedio preventivo: non serve nel rito del lavoro
Un cittadino ha richiesto un indennizzo per l'eccessiva durata di una causa soggetta al rito del lavoro. I giudici di merito avevano respinto la domanda per il mancato utilizzo del rimedio preventivo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per i processi con rito accelerato, come quello del lavoro, il rimedio preventivo non è necessario, poiché la procedura stessa è concepita per essere rapida.
Continua »
Rinuncia al ricorso: quando si evita il doppio contributo
Una lavoratrice, dopo aver impugnato in Cassazione il rigetto della sua richiesta di conversione di un contratto a termine, ha presentato una rinuncia al ricorso a seguito di un accordo transattivo. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio, chiarendo un punto fondamentale: la rinuncia al ricorso, essendo un evento sopravvenuto, non fa scattare l'obbligo del versamento del doppio contributo unificato, sanzione prevista solo per le impugnazioni inammissibili, pretestuose o respinte integralmente fin dall'origine.
Continua »
Rinuncia al ricorso: niente doppia tassa se c’è accordo
Un lavoratore aveva impugnato il rigetto della sua domanda di conversione di un contratto a termine. Nelle more del giudizio in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo, portando alla rinuncia al ricorso. La Corte ha dichiarato estinto il giudizio, specificando che in caso di rinuncia al ricorso per accordo sopravvenuto, non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, poiché la sanzione è prevista solo per le impugnazioni pretestuose o dilatorie.
Continua »
Vincolo pertinenziale: quando un terreno è pertinenza?
Una società, dopo aver acquistato un immobile all'asta, rivendicava la proprietà di due terreni adiacenti sostenendo l'esistenza di un vincolo pertinenziale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il vincolo pertinenziale richiede una prova rigorosa degli elementi oggettivi (rapporto funzionale) e soggettivi (volontà del proprietario), che in questo caso mancavano. La Corte ha inoltre distinto il concetto di pertinenza da quello di asservimento urbanistico.
Continua »
Vendita su tipo di campione: onere della prova
Una società fornitrice di prodotti cosmetici è stata condannata per inadempimento contrattuale a causa di vizi della merce. In Cassazione, la società ha sostenuto che si trattasse di una vendita su tipo di campione, ma la Corte ha rigettato il ricorso. La qualificazione del contratto come vendita comune o su campione è un accertamento di fatto riservato ai giudici di merito, non sindacabile in sede di legittimità. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi relativi al riesame dei fatti per via della regola della "doppia conforme", essendo le sentenze di primo e secondo grado allineate sulla valutazione della responsabilità.
Continua »