LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Lavoro nullo PA: No a preavviso e perdita di chance
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1997/2024, ha stabilito che in caso di rapporto di lavoro nullo con la Pubblica Amministrazione, al lavoratore non spetta l'indennità di mancato preavviso. La tutela, ai sensi dell'art. 2126 c.c., è limitata alla retribuzione per il lavoro effettivamente prestato. Inoltre, è stata rigettata la domanda di risarcimento per perdita di chance, poiché non sufficientemente provata dal lavoratore.
Continua »
Bonifico domiciliato: quando la banca non è colpevole
Una società assicuratrice disponeva un bonifico domiciliato a favore di una sua creditrice. Un impostore, presentatosi allo sportello con un documento d'identità (presumibilmente falso ma apparentemente valido), il codice fiscale e la password corretta, incassava la somma. La società disponente, costretta a pagare una seconda volta la vera creditrice, citava in giudizio l'istituto di pagamento per inadempimento. La Corte di Cassazione ha stabilito che, a differenza dell'assegno non trasferibile, il bonifico domiciliato è regolato dalle norme sul mandato. Di conseguenza, l'istituto di pagamento non è responsabile se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, identificando chi si presenta all'incasso tramite la verifica del documento, del codice fiscale e della password fornita dal disponente, anche senza conservarne una copia.
Continua »
Scorrimento graduatoria: la giurisdizione del giudice
Una candidata idonea in una graduatoria pubblica ha agito in giudizio contro un'università per ottenere l'assunzione tramite scorrimento graduatoria. Tuttavia, l'ente aveva deciso di bandire un nuovo concorso. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che la giurisdizione spetta al giudice amministrativo. La Corte ha chiarito che quando la richiesta di scorrimento si pone in contrasto con la decisione discrezionale dell'amministrazione di indire una nuova procedura selettiva, la controversia non riguarda un diritto soggettivo all'assunzione, ma un interesse legittimo avverso l'atto amministrativo.
Continua »
Onere della prova del datore: trasferimento o trasferta?
Un dipendente impugna un trasferimento, sostenendo che il suo precedente spostamento fosse solo una trasferta temporanea e non un cambio di sede definitivo. La Corte di Cassazione ha confermato che l'onere della prova del datore di lavoro include la dimostrazione non solo delle ragioni del trasferimento, ma anche di quale fosse la sede di lavoro effettiva del dipendente. In assenza di tale prova, il trasferimento basato sulla soppressione di una sede considerata solo temporanea è illegittimo.
Continua »
Comodato e successione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di comodato e successione. Gli eredi del comodante che subentrano nel contratto non sono tenuti a dimostrare di aver materialmente consegnato il bene al comodatario se quest'ultimo ne aveva già la disponibilità. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che erroneamente richiedeva tale prova, affermando che il rapporto contrattuale prosegue automaticamente con gli eredi, i quali devono solo dimostrare la loro qualità di successori e l'esistenza del contratto originario.
Continua »
Trasferimento d’azienda: limiti alla deroga al 2112
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel trasferimento d'azienda di un'impresa in amministrazione straordinaria che eroga servizi pubblici essenziali, non è possibile derogare al principio di continuità dei rapporti di lavoro (art. 2112 c.c.) escludendo alcuni dipendenti, se la procedura non ha finalità liquidatoria. La decisione si allinea alla direttiva UE 2001/23/CE, proteggendo i diritti dei lavoratori anche in contesti di crisi aziendale volti alla conservazione dell'attività.
Continua »
Danno da ritardo PA: il risarcimento per buona fede
Una recente ordinanza della Cassazione ha stabilito che la Pubblica Amministrazione è tenuta al risarcimento del danno quando la sua condotta, pur non integrando un errore "macroscopico", viola i principi di buona fede e correttezza. Il caso riguarda una dipendente pubblica che si è vista negare un incentivo all'esodo a causa di un diniego e di un ritardo ingiustificati da parte dell'ente. La Suprema Corte ha cassato la sentenza di merito, riconoscendo la possibilità di un risarcimento per il cosiddetto 'danno da ritardo PA', anche sotto forma di perdita di chance.
Continua »
Licenziamento collettivo: limiti scelta dipendenti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1972/2024, ha confermato l'illegittimità di un licenziamento collettivo in cui un'azienda aveva limitato la selezione dei dipendenti da licenziare a una sola sede. La Corte ha ribadito che la platea dei lavoratori deve estendersi all'intero complesso aziendale, a meno che non sussistano specifiche e comprovate ragioni tecnico-produttive. La violazione di questo principio non è un vizio formale ma sostanziale, comportando il diritto del lavoratore alla reintegrazione nel posto di lavoro.
Continua »
Compensi extra contratto: quando sono dovuti?
Un consulente ha richiesto compensi extra contratto per servizi che riteneva non coperti dall'accordo scritto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La sentenza sottolinea che, per avere successo, un ricorso deve contestare tutte le ragioni autonome della decisione impugnata e non può limitarsi a proporre una diversa interpretazione del contratto. La mancata specifica delle attività extra ha inoltre reso impossibile una valutazione economica.
Continua »
Licenziamento collettivo: limiti geografici illegittimi
La Corte di Cassazione conferma l'illegittimità di un licenziamento collettivo in cui l'azienda aveva limitato la platea dei lavoratori da licenziare a una sola sede geografica, senza dimostrare l'infungibilità delle mansioni con il personale di altre sedi. La violazione dei criteri di scelta comporta il diritto alla reintegrazione del lavoratore.
Continua »
Azione revocatoria: ricorso inammissibile in Cassazione
Una banca creditrice ha avviato un'azione revocatoria contro due fideiussori che avevano donato le loro proprietà ai figli. I tribunali di merito hanno accolto la richiesta della banca, rendendo la donazione inefficace nei suoi confronti. I fideiussori hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione, la quale ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa di gravi vizi procedurali. In particolare, i ricorrenti non hanno riprodotto adeguatamente nel loro atto i documenti e le prove contestate, trasformando il ricorso in un'inammissibile richiesta di riesame del merito, funzione preclusa alla Suprema Corte. La sentenza ribadisce i rigorosi requisiti formali per i ricorsi in Cassazione.
Continua »
Principio di precauzione: Cassazione annulla sentenza
Una società di navigazione ha impugnato l'approvazione di un progetto di potenziamento di un impianto di bonifica in un'area lagunare, temendo rischi ambientali. Dopo il rigetto in primo grado, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. La Corte ha riaffermato la centralità del principio di precauzione, che impone di considerare anche i rischi solo potenziali, e ha stabilito che la semplice vicinanza a un'opera ('vicinitas') è sufficiente a giustificare l'interesse ad agire in giudizio, senza necessità di provare un danno concreto.
Continua »
Priorità della trascrizione: vince chi registra prima
Un acquirente all'asta perde la proprietà perché, a seguito della cancellazione del pignoramento, altri acquirenti hanno registrato il loro acquisto prima del suo decreto di trasferimento. La Cassazione applica la regola della priorità della trascrizione, affermando che la cancellazione interrompe la tutela del pignoramento.
Continua »
Azione revocatoria: valida anche con ipoteche sul bene
La Corte di Cassazione ha confermato che un'azione revocatoria è ammissibile anche se l'immobile venduto dal debitore è gravato da ipoteche. Un debitore, convenuto in revocatoria, sosteneva che la rinuncia all'esecuzione forzata da parte di un creditore ipotecario eliminasse il pregiudizio per gli altri creditori. La Corte ha rigettato tale tesi, chiarendo che la rinuncia all'esecuzione non estingue il debito né la garanzia ipotecaria. Di conseguenza, il rischio di danno (eventus damni) per gli altri creditori permane, giustificando l'accoglimento dell'azione revocatoria.
Continua »
Polizza fideiussoria: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un coobbligato contro una compagnia assicurativa che aveva escusso una polizza fideiussoria. Il caso evidenzia i limiti del giudizio di legittimità: non è possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti o l'interpretazione contrattuale operata dai giudici di merito, a meno di vizi motivazionali gravissimi. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio, ma di controllo sulla corretta applicazione della legge.
Continua »
Lavoro nullo PA: niente preavviso e danno da chance
Un giornalista ha lavorato per anni per una Pubblica Amministrazione con un rapporto di lavoro poi dichiarato subordinato ma nullo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1996/2024, ha stabilito che in caso di lavoro nullo con la pubblica amministrazione, al lavoratore non spetta né l'indennità sostitutiva del preavviso né il risarcimento per perdita di chance, poiché la tutela dell'art. 2126 c.c. copre solo le prestazioni già eseguite.
Continua »
Rinuncia al ricorso Cassazione: stop al raddoppio
Un Comune aveva proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza tributaria che riconosceva la natura pertinenziale di un terreno ai fini ICI. Prima della decisione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando alla rinuncia al ricorso da parte del Comune. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del processo, chiarendo un punto fondamentale: la rinuncia al ricorso in Cassazione non comporta il pagamento del doppio del contributo unificato, poiché tale sanzione si applica solo in casi specifici come il rigetto o l'inammissibilità dell'impugnazione.
Continua »
Estinzione del processo: la rinuncia chiude il caso
Un'ordinanza della Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del processo in una causa di lavoro relativa a somministrazione irregolare. La decisione non è entrata nel merito della questione, ma ha preso atto della rinuncia al ricorso presentata dalla parte appellante e della conseguente accettazione da parte della controparte, chiudendo così definitivamente la lite.
Continua »
Conciliazione sindacale: quando è valida fuori sede?
Una lavoratrice impugnava una conciliazione sindacale sostenendo la sua nullità perché sottoscritta fuori dalla sede del sindacato e senza un'effettiva assistenza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando che la validità dell'accordo non dipende dal luogo formale, ma dalla sostanza dell'assistenza ricevuta. Se l'assistenza sindacale è concreta e garantisce la piena consapevolezza del lavoratore, la conciliazione è valida anche se conclusa altrove, ma l'onere di provare tale effettività sposta sul datore di lavoro.
Continua »
Nuove prove in appello: quando sono inammissibili
Una società è stata condannata per inadempimento contrattuale. In appello, ha tentato di introdurre nuovi fatti a sua difesa, ma la Corte li ha respinti in quanto tardivi. La Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo il principio secondo cui non è possibile introdurre nuove prove in appello se relative ad allegazioni fattuali non presentate nel primo grado di giudizio. L'ordinanza sottolinea l'importanza di definire tutte le proprie difese fin dall'inizio del processo.
Continua »