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Giurisprudenza Civile

Rito processuale errato: quando si perde un grado

Una società contesta le parcelle di un legale. Il Tribunale adotta un rito processuale sommario, ma la Corte di Cassazione annulla la decisione. L’applicazione di un rito processuale errato per le attività stragiudiziali ha illegittimamente privato la società di un grado di appello, violando i suoi diritti processuali. La causa è stata rinviata al Tribunale per essere decisa con il rito corretto.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio di legittimità poiché la parte ricorrente, dopo aver ricevuto la proposta di definizione accelerata, non ha richiesto la discussione del ricorso entro il termine previsto. La mancata richiesta equivale a una rinuncia, comportando la condanna alle spese.

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Riabilitazione dipendente pubblico: non per destituzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20225/2025, ha stabilito un importante principio in materia di sanzioni disciplinari nel pubblico impiego. Il caso riguardava una docente destituita dal servizio che aveva richiesto la riabilitazione. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che la riabilitazione del dipendente pubblico è un istituto applicabile solo alle sanzioni conservative (es. sospensione) e non alla destituzione, che comporta la cessazione definitiva del rapporto di lavoro. La decisione si basa sull’impossibilità di valutare la condotta ‘in servizio’ di un soggetto non più dipendente.

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Assegno ad personam: spetta anche dopo l'abrogazione?

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di due dipendenti pubblici a ricevere un assegno ad personam per compensare una riduzione dello stipendio base a seguito di una progressione verticale. La sentenza chiarisce che l’abrogazione di norme di legge simili, operata dalla Legge di Stabilità 2014, non annulla le specifiche previsioni dei contratti collettivi (CCNL), i quali conservano la loro efficacia in quanto basati su una diversa e autonoma ratio, volta a correggere le anomalie retributive del comparto.

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Contratto locazione non registrato: le conseguenze

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19804/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni inquilini condannati al risarcimento del danno per l’occupazione di un immobile in virtù di un contratto di locazione non registrato. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso erano proceduralmente errati, in quanto non affrontavano le specifiche ragioni giuridiche (ratio decidendi) della sentenza d’appello, come la decadenza dal diritto di chiedere la rideterminazione del canone. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta impostazione processuale nei ricorsi e le conseguenze derivanti dalla mancata registrazione del contratto, che qualifica il rapporto come occupazione di fatto risarcibile in via equitativa.

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Prescrizione Danno Contratti a Termine: La Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di prescrizione danno contratti a termine nel pubblico impiego. In un caso di abusiva reiterazione di contratti a tempo determinato, il termine decennale di prescrizione per richiedere il risarcimento del danno non decorre da ogni singolo contratto, ma dall’ultimo rapporto di lavoro. Di conseguenza, tutti i contratti della serie, anche quelli stipulati oltre dieci anni prima, devono essere considerati per la quantificazione del danno subito dal lavoratore.

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Consumi idrici anomali: obblighi dell'utente

Un utente ha contestato una bolletta per consumi idrici anomali dovuti a un guasto nel suo impianto privato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d’appello, stabilendo che la responsabilità ricade sull’utente per mancata manutenzione del proprio impianto. La Corte ha ritenuto non abusiva la clausola che esonera la società fornitrice dall’obbligo di avviso, poiché il guasto era facilmente verificabile e la negligenza dell’utente era la causa dirimente del danno.

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Ricorso inammissibile: i requisiti del motivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per un assegno sociale. La decisione chiarisce che non si può contestare la valutazione dei fatti mascherandola da violazione di legge, specialmente senza indicare le norme violate. Viene ribadita l’importanza dei requisiti formali dell’appello.

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Responsabilità civile appaltatore: chi paga i danni?

Un proprietario subisce danni da infiltrazioni a causa di lavori di ristrutturazione del tetto mal eseguiti. Il caso arriva in Cassazione, che chiarisce i limiti della responsabilità civile dell’appaltatore e della relativa copertura assicurativa. La Corte stabilisce che la polizza deve coprire i costi per l’eliminazione dei difetti se liquidati come risarcimento del danno e si pronuncia sul complesso tema della ripartizione delle spese legali tra le numerose parti coinvolte.

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Difesa funzionario PA: quando è inefficace in giudizio

Un ex detenuto ha agito in giudizio contro il Ministero della Giustizia per differenze retributive relative al lavoro svolto in carcere. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la difesa del Ministero, inizialmente affidata a un proprio dipendente, era proceduralmente invalida. La normativa che consente la difesa funzionario PA non si applica al lavoro carcerario, assimilato a un rapporto di diritto privato. Di conseguenza, l’eccezione di prescrizione sollevata dal funzionario è stata dichiarata inesistente, portando alla conferma della condanna al pagamento integrale delle somme richieste dal lavoratore.

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Prova della consegna: la fattura non basta da sola

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un fornitore che chiedeva l’ammissione al passivo fallimentare di un credito per merce asseritamente consegnata. La Corte ha confermato la decisione di merito, stabilendo che la semplice fattura con la dicitura ‘ok consegnato’ non costituisce idonea prova della consegna, specialmente in assenza dei documenti di trasporto (DDT). La prova per testi è stata ritenuta inammissibile perché generica.

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Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza favorevole a un suo dipendente. Successivamente, la società ha effettuato una rinuncia al ricorso. Poiché il lavoratore non ha accettato la rinuncia, la Corte ha dichiarato estinto il processo ma ha condannato la società ricorrente al pagamento di tutte le spese legali, avendo dato causa al procedimento poi abbandonato.

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Giurisdizione Usi Civici: la Cassazione decide

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta un caso di giurisdizione sugli usi civici. A seguito di un ricorso contro la decisione di un Commissario per la liquidazione degli usi civici, che aveva negato la propria competenza a giudicare la nullità di un atto di donazione di terreni demaniali, la Corte ha sospeso il giudizio. Riconoscendo la delicatezza della questione, ha rimesso gli atti al Primo Presidente per una possibile assegnazione alle Sezioni Unite, l’organo supremo per la risoluzione dei conflitti di giurisdizione.

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Rinvio pregiudiziale: quando è inammissibile?

Una Corte d’Appello ha sollevato un rinvio pregiudiziale per sapere se, revocata una liquidazione giudiziale, potesse decidere su una domanda subordinata di liquidazione controllata assorbita in primo grado. La Corte di Cassazione ha dichiarato il rinvio inammissibile, poiché il quesito non presentava i requisiti di rilevanza, grave difficoltà interpretativa e novità, riaffermando il dovere primario del giudice di merito di interpretare la legge.

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Termine Reclamo Fallimentare: La Cassazione Chiarisce

Una società, aggiudicataria di un immobile in un’asta nell’ambito di un concordato preventivo, si è vista revocare l’aggiudicazione dal giudice. Il suo reclamo è stato dichiarato inammissibile per tardività. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che il termine reclamo fallimentare breve di dieci giorni decorre dalla data di ricezione della comunicazione integrale del provvedimento via PEC, anche se il destinatario, come l’aggiudicatario, non è una parte formale del procedimento che ha portato all’emissione del decreto.

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Estinzione giudizio di cassazione: le conseguenze

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. A seguito della proposta di definizione del giudizio formulata dalla Corte, la società non ha chiesto la decisione nel merito entro 40 giorni. La Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione, interpretando il silenzio come una rinuncia al ricorso e condannando la società ricorrente al pagamento delle spese legali.

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Frazionamento ipoteca: obblighi del notaio chiarisce la Cassazione

La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di permuta immobiliare, in cui un costruttore non ha cancellato un’ipoteca su unità immobiliari cedute a un privato. La sentenza analizza la responsabilità del costruttore per inadempimento, la quantificazione del danno e, soprattutto, gli obblighi del notaio rogante. Viene affermato il principio che la tutela prevista dal D.Lgs. 122/2005, che impone il frazionamento dell’ipoteca prima del rogito, si applica anche ai contratti di permuta aventi ad oggetto immobili ancora da costruire, annullando la decisione precedente e chiarendo la portata della responsabilità professionale notarile.

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Regolamento di competenza Giudice di Pace: inammissibile

Un automobilista ha proposto un regolamento di competenza contro l’ordinanza del Giudice di Pace che, invece di riunire due cause connesse, ha erroneamente dichiarato la litispendenza. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che il mezzo di impugnazione corretto contro le decisioni sulla competenza del Giudice di Pace è l’appello, non il regolamento di competenza.

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Notifica della citazione: l'avviso di ricevimento fa fede

In una causa di vicinato, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato nulla la notifica della citazione a una convenuta. La Suprema Corte ha stabilito che l’avviso di ricevimento, indicando l’indirizzo corretto, ha valore di atto pubblico e fa piena prova fino a querela di falso, anche se l’atto è stato consegnato a un familiare di un’omonima. Viene quindi ribadita la presunzione di validità della notifica quando le attestazioni dell’agente postale sono formalmente corrette.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia in Cassazione

Un gruppo imprenditoriale rinuncia al proprio ricorso in Cassazione contro un istituto di credito. A seguito dell’accettazione della controparte, la Suprema Corte dichiara l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese legali, chiudendo definitivamente la controversia a quel livello. Il caso evidenzia come la rinuncia accettata sia uno strumento per terminare il contenzioso.

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