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Giurisprudenza Civile

Poteri del CTU: la Cassazione sui documenti d’ufficio
In una complessa causa di regolamento di confini e usucapione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza d'appello. La Corte ha stabilito che rientra nei poteri del CTU acquisire d'ufficio documenti, come una aerofotogrammetria, se necessari a chiarire fatti secondari. Ha inoltre ravvisato un travisamento della prova nella valutazione dei titoli di proprietà, accogliendo sia il ricorso principale che quello incidentale e ordinando un nuovo esame del merito.
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Consulenza Tecnica: la scelta del giudice va motivata
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14437/2025, ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari immobiliari, confermando la loro condanna a realizzare un giunto sismico e a risarcire i danni al vicino. Il caso verteva sulla scelta del giudice d'appello di basare la propria decisione su una seconda consulenza tecnica d'ufficio (CTU), in contrasto con la prima. La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene il giudice non possa limitarsi a un'adesione acritica, nel caso di specie la Corte d'Appello aveva ampiamente e adeguatamente motivato le ragioni della sua preferenza per la seconda consulenza tecnica, rendendo la decisione legittima.
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Errore procedurale compenso avvocato: rito e nullità
Una società di costruzioni contesta una condanna al pagamento di onorari legali, denunciando un grave errore procedurale: la causa è stata decisa da un giudice monocratico anziché da un collegio, come previsto dalla legge. La Corte di Cassazione, riconoscendo la potenziale nullità della decisione, ha sospeso il giudizio per acquisire il fascicolo di merito e verificare la corretta applicazione delle norme processuali.
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Accettazione tacita eredità e diritto di abitazione
Un istituto di credito ha agito contro i due figli di una debitrice defunta. I tribunali di merito hanno ritenuto che i figli avessero effettuato un'accettazione tacita eredità rimanendo nella casa di famiglia, diventando così responsabili del debito. I figli hanno presentato ricorso, sostenendo che la loro convivenza nella casa, soggetta al diritto di abitazione del padre superstite, non costituisse possesso legale idoneo a determinare l'accettazione. La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità della questione, ha rinviato la causa a pubblica udienza per approfondire il dibattito.
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Estinzione processo appello: la mancata notifica
Una causa sulla proprietà di un alloggio condominiale approda in Cassazione. Il punto focale è l'estinzione del processo d'appello, dichiarata dalla corte territoriale a causa della mancata notifica della riassunzione del giudizio entro i termini di legge. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione per consentire alle parti di raggiungere un accordo, sottolineando l'importanza cruciale del rispetto delle scadenze procedurali.
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Onere della prova: Cassazione e ricorso inammissibile
Un'investitrice ha richiesto l'ammissione al passivo di una società finanziaria in liquidazione. Il Tribunale ha accolto la domanda, ma la società ha presentato ricorso in Cassazione lamentando una violazione delle norme sull'onere della prova. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che criticare la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito non costituisce una violazione di legge, ma una censura di fatto, non consentita in sede di legittimità. La decisione ribadisce i limiti del giudizio di Cassazione.
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Poteri officiosi del giudice: i limiti nel reclamo
Una società di costruzioni, dichiarata fallita, ricorre in Cassazione contestando la decisione della Corte d'Appello di confermare il fallimento. Il ricorso si basa sull'inammissibilità di documenti prodotti tardivamente da un creditore nel giudizio di rinvio. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, affermando la legittimità dei poteri officiosi del giudice fallimentare. Questi poteri consentono al giudice di acquisire d'ufficio i documenti necessari a verificare le soglie di fallibilità, anche se prodotti tardivamente, superando le preclusioni ordinarie per garantire l'accertamento della verità materiale.
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Prova erogazione: onere probatorio in fallimento
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società creditrice che non ha fornito la prova dell'erogazione di un finanziamento per l'ammissione al passivo fallimentare. La corte ha sottolineato che una generica affermazione di aver depositato documenti, senza una precisa identificazione degli stessi, non è sufficiente a contestare la valutazione di fatto del giudice di merito sull'assenza di prova dell'effettivo versamento delle somme.
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Insinuazione al passivo: i limiti del ricorso
Una società fornitrice ha richiesto l'ammissione al passivo di un fallimento. Il Tribunale ha ammesso solo una parte del credito, sottraendo un acconto ricevuto da un garante. La società ha impugnato la decisione in Cassazione, chiedendo una nuova interpretazione delle prove. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la valutazione delle prove nell'ambito dell'insinuazione al passivo è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito e non può essere riesaminato in sede di legittimità.
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Compenso amministratore: valido anche se a forfait
Una condomina ha impugnato la nomina dell'amministratore e l'approvazione dei bilanci, sostenendo che il compenso non fosse analitico e i rendiconti incompleti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il compenso dell'amministratore può essere validamente indicato in un'unica cifra forfettaria, purché sia chiaro al momento della nomina. Inoltre, i rendiconti sono validi se comprensibili per i condomini, anche se non rispettano rigidamente tutte le formalità di legge, in applicazione del principio di prevalenza della sostanza sulla forma.
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Compenso amministratore: quando la delibera è nulla
Due condomini hanno impugnato un decreto ingiuntivo per spese condominiali. La Cassazione ha chiarito che la delibera assembleare che approva il compenso dell'amministratore di condominio è nulla se tale compenso non è stato specificato analiticamente al momento della nomina, come previsto dalla legge post-riforma 2012. Tale nullità, a differenza della semplice annullabilità, può essere fatta valere in ogni tempo e rilevata d'ufficio dal giudice.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio di cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte del ricorrente. La controversia originaria riguardava la liquidazione dei compensi professionali di un avvocato. Poiché il controricorrente ha aderito alla rinuncia, la Corte non si è pronunciata sulle spese legali e ha escluso l'obbligo del versamento del contributo unificato raddoppiato.
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Impugnazione compenso CTU: la guida della Cassazione
La Corte di Cassazione chiarisce che il provvedimento di liquidazione dei compensi al Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) va sempre contestato con lo specifico rimedio dell'opposizione, anche quando il giudice lo inserisce erroneamente all'interno della sentenza che definisce il merito della causa. Viene affermato il principio della prevalenza della sostanza sulla forma, annullando la decisione di un tribunale che aveva dichiarato inammissibile l'opposizione, ritenendo necessario l'appello. La corretta impugnazione del compenso CTU è dunque sempre l'opposizione ex art. 170 d.P.R. 115/2002.
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Litisconsorzio necessario e fallimento di società
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14412/2025, chiarisce che nel procedimento per la dichiarazione di fallimento di una società di fatto non sussiste un litisconsorzio necessario tra tutti i soci. La Corte ha stabilito che l'accertamento del rapporto sociale è solo strumentale alla decisione sul fallimento e non richiede la partecipazione di tutti i presunti soci. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva dichiarato inammissibile l'impugnazione per mancata integrazione del contraddittorio, rinviando la causa per un nuovo esame nel merito.
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Insider trading: la prova per presunzioni
Un dirigente viene sanzionato dall'autorità di vigilanza per insider trading sulla base di prove presuntive. La Corte d'Appello annulla la sanzione, invocando il divieto di 'doppia presunzione'. La Corte di Cassazione cassa la decisione, chiarendo che non esiste un divieto assoluto. È legittimo basare una presunzione su un fatto a sua volta provato per via presuntiva, purché il ragionamento logico complessivo sia solido e coerente. La valutazione degli indizi deve essere globale e non frammentaria.
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Compenso OCC: no al privilegio su beni ipotecati
La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso spettante all'Organismo di Composizione della Crisi (OCC) nelle procedure di sovraindebitamento, pur essendo prededucibile, non può essere soddisfatto in via prioritaria con il ricavato della vendita di un bene ipotecato. La Corte ha accolto il ricorso di un creditore ipotecario, affermando che la tutela del credito garantito da ipoteca prevale sulle spese dell'OCC, in quanto la procedura è avviata nell'interesse del debitore e non di tutti i creditori. Di conseguenza, il compenso OCC non può diminuire la quota spettante al creditore garantito.
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Donazione indiretta: l’impatto del giudicato
In una causa di successione, la Corte di Cassazione ha analizzato il concetto di donazione indiretta a favore di un figlio. La Corte ha confermato che l'acquisto di beni da parte di un figlio senza mezzi propri, con denaro del padre, costituisce una donazione indiretta soggetta a collazione. Tuttavia, ha cassato la decisione di merito per violazione di un precedente giudicato. Una sentenza definitiva tra due fratelli aveva già qualificato i pagamenti delle rate di un mutuo, impedendo di considerarli come parte della donazione indiretta del padre nella successiva causa ereditaria.
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Ricorso per cassazione inammissibile: la decisione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso per cassazione inammissibile avverso un decreto che revocava l'apertura di una procedura di liquidazione per sovraindebitamento. La decisione si fonda sul principio che tale provvedimento, non avendo carattere di decisorietà e definitività, non incide in modo irrevocabile sui diritti soggettivi e quindi non è appellabile davanti alla Suprema Corte.
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Procura alle liti viziata: il dovere del giudice
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di una procura alle liti viziata, il giudice ha il dovere di assegnare un termine per la sua regolarizzazione. Un reclamo in materia fallimentare era stato dichiarato inammissibile perché basato su una procura rilasciata per un altro procedimento. La Suprema Corte, pur confermando l'inidoneità della procura, ha cassato la decisione, affermando che il giudice di merito avrebbe dovuto attivare il meccanismo di sanatoria previsto dall'art. 182 c.p.c., garantendo così il diritto di accesso alla giustizia.
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Errore revocatorio: quando è inammissibile in Cassazione
Un contribuente ha richiesto la revocazione di un'ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore revocatorio sulla sua qualità di socio di una società estinta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'errore revocatorio deve derivare da una svista nella lettura degli atti interni al giudizio di Cassazione, non da quanto accertato nella sentenza di merito impugnata. L'errore, se esistente, era contenuto nella decisione di secondo grado e non poteva essere corretto tramite revocazione in Cassazione.
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