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Giurisprudenza Civile

Inadempimento contrattuale reciproco: chi prevale?
Una recente sentenza della Corte d'Appello analizza un caso di inadempimento contrattuale reciproco in un contratto agricolo. La Corte ha stabilito che il totale mancato pagamento del corrispettivo costituisce un inadempimento più grave rispetto alle presunte mancanze della controparte, portando alla risoluzione del contratto per colpa del debitore e alla sua condanna al risarcimento del danno, pari all'intero importo pattuito.
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Onere della prova: natante affondato e assicurazione
Un'imbarcazione da diporto affonda e la compagnia assicurativa nega l'indennizzo, adducendo un difetto di manutenzione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, chiarisce la ripartizione dell'onere della prova in materia, confermando che se l'assicuratore dimostra concretamente il fatto che esclude la copertura (in questo caso, la vetustà e la carente manutenzione), il rigetto della domanda dell'assicurato è legittimo. La Corte ha ritenuto inammissibili le censure sulla valutazione delle prove, ribadendo che tale attività è riservata al giudice di merito.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un'azienda a ottenere il rimborso accise energia relative all'addizionale provinciale sulla fornitura elettrica. Il caso vedeva un'azienda utente richiedere la restituzione delle somme versate a una società di factoring, la quale aveva acquistato i crediti dal fornitore di energia. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del fornitore, allineandosi a un orientamento consolidato che sancisce l'illegittimità di tale addizionale e il conseguente diritto alla restituzione per l'utente finale.
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Legittimazione passiva: chi rimborsa l’indebito?
La Corte di Cassazione chiarisce la questione della legittimazione passiva in un caso di richiesta di rimborso per un'imposta non dovuta. Un'azienda aveva pagato un'addizionale sull'energia elettrica, successivamente rivelatasi illegittima, a una società di factoring a cui la fornitrice di energia aveva ceduto il credito. La Corte ha stabilito che l'azione di restituzione deve essere rivolta esclusivamente contro chi ha materialmente ricevuto il pagamento (l'accipiens), ovvero la società di factoring, e non contro il fornitore originale del servizio, che difetta di legittimazione passiva.
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Compensazione spese legali: quando è illegittima?
Un ex-convivente, dopo aver perso una causa per il rimborso di lavori di ristrutturazione sulla casa della compagna, era stato esonerato dal pagamento delle spese legali in appello. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la compensazione spese legali non può basarsi su una generica 'difficoltà di accertare i fatti'. La Corte ha ribadito che tale misura è un'eccezione e richiede 'gravi ed eccezionali ragioni', specificamente motivate, condannando infine la parte soccombente al pagamento di tutte le spese processuali.
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Legge elettorale: la Cassazione esamina la sua legittimità
Un gruppo di cittadini ha contestato la costituzionalità dell'attuale legge elettorale, nota come 'Rosatellum', sostenendo che essa viola il diritto di voto e la sovranità popolare a causa delle soglie di sbarramento, del voto congiunto obbligatorio e dell'iter di approvazione. Dopo che i tribunali di primo e secondo grado hanno respinto le loro istanze, la Corte di Cassazione, riconoscendo l'elevata complessità delle questioni, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Con tale provvedimento, la Corte ha sospeso il giudizio per richiedere una relazione approfondita al proprio Ufficio del Massimario, al fine di analizzare l'intero meccanismo della legge elettorale alla luce dei principi costituzionali.
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Rimborso spese legali dipendente pubblico: la guida
Un sottufficiale, assolto da accuse come insubordinazione, ha richiesto il rimborso delle spese legali alla sua amministrazione. La Corte di Cassazione ha negato la richiesta, chiarendo che il diritto al rimborso spese legali per un dipendente pubblico sussiste solo per azioni intraprese nel diretto interesse della Pubblica Amministrazione, e non per questioni legate alla condotta personale, anche se verificatesi durante il servizio.
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Pignoramento conto corrente: blocco fondi successivi
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28520/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di pignoramento conto corrente da parte dell'Agente della Riscossione. Il caso riguardava una società che contestava alla propria banca il versamento di somme pervenute sul conto dopo la notifica dell'atto di pignoramento. La Corte ha chiarito che il vincolo di pignoramento speciale, previsto dall'art. 72-bis del D.P.R. 602/1973, non si esaurisce con il pagamento del saldo disponibile al momento della notifica, ma si estende a tutti i fondi che affluiscono sul conto nei 60 giorni successivi (lo 'spatium deliberandi'). Di conseguenza, l'operato della banca è stato ritenuto legittimo, riformando le decisioni dei giudici di merito.
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Ricorso in malafede: condanna dell’amministratore
Una società di costruzioni impugna la dichiarazione di apertura della liquidazione controllata, sostenendo che i debiti fossero inferiori alla soglia di legge. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, evidenziando la sua palese infondatezza. A causa del palese ricorso in malafede, la Corte ha condannato non solo la società, ma anche il suo legale rappresentante, in solido, al pagamento di tutte le spese legali.
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Attestazione di conformità: se assente è inefficace
La Corte di Cassazione stabilisce che la mancata attestazione di conformità delle copie di titolo, precetto e pignoramento, depositate all'iscrizione a ruolo, causa l'inefficacia del pignoramento e l'estinzione del processo esecutivo. Questo vizio non è una mera irregolarità sanabile, ma un requisito essenziale da rispettare entro il termine perentorio previsto dalla legge.
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Risarcimento Danno Inerzia PA: Giudice Ordinario
Un cittadino ha citato in giudizio una Regione per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla mancata attuazione di progetti per il lavoro, lamentando la lesione dei suoi diritti fondamentali. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione spetta al giudice ordinario, poiché la domanda riguarda un'omissione illecita della Pubblica Amministrazione e non la legittimità di un provvedimento amministrativo. La decisione chiarisce che il risarcimento danno da inerzia PA che lede diritti soggettivi rientra nella competenza civile.
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Ingiustificato arricchimento: la Cassazione decide
La Cassazione conferma la condanna per ingiustificato arricchimento a carico dell'ex socio che ha beneficiato di pagamenti fatti dalla società per debiti personali. L'azione è ammissibile perché il pagamento consapevole del debito altrui non dà diritto ad altre tutele, e i fatti per un'azione di responsabilità non erano stati dedotti.
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Morte difensore: rinvio udienza per nomina nuovo legale
Una società contribuente impugnava una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Successivamente al deposito del ricorso in Cassazione, il suo unico difensore decedeva. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per consentire alla società la nomina di un nuovo legale, affermando che la morte del difensore, pur non interrompendo il processo in questa fase, costituisce un evento che giustifica il rinvio per tutelare il diritto di difesa. La Corte ha inoltre ordinato la comunicazione del provvedimento anche alla curatela fallimentare della società, frattanto posta in liquidazione.
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Apertura di credito: prova e data certa in revocatoria
Un istituto di credito ha impugnato una decisione che rendeva inefficaci alcune rimesse bancarie ricevute da una società poi dichiarata insolvente. La banca sosteneva che le somme rientrassero in una valida apertura di credito, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La Suprema Corte ha confermato che, in assenza di un contratto di affidamento con data certa opponibile alla procedura, le rimesse su un conto scoperto hanno natura solutoria e sono soggette ad azione revocatoria.
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Giurisdizione Corte dei Conti: imposta di soggiorno
Una società di gestione alberghiera contesta la giurisdizione della Corte dei Conti riguardo al mancato versamento dell'imposta di soggiorno. La Corte di Cassazione, applicando il principio della perpetuatio iurisdictionis, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La giurisdizione si determina al momento della domanda giudiziale e le modifiche legislative successive, che qualificano il gestore come responsabile d'imposta, non possono revocarla retroattivamente.
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Cessazione materia del contendere: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da alcuni fideiussori contro una banca. A seguito di un accordo transattivo tra tutte le parti coinvolte, è venuto meno l'interesse a proseguire il giudizio, portando alla cessazione della materia del contendere e alla conseguente chiusura del procedimento senza una decisione nel merito.
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Liquidazione controllata: danno biologico incluso
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28484/2025, ha stabilito che le somme ricevute a titolo di risarcimento per danno biologico devono essere incluse nell'attivo della liquidazione controllata. La Corte ha rigettato la richiesta di un debitore di escludere tale importo, negando la possibilità di applicare per analogia la norma prevista per la liquidazione giudiziale (art. 146 CCII), che esclude i diritti strettamente personali. La decisione si fonda sulla specificità dell'art. 268 CCII, che elenca tassativamente i beni esclusi dalla liquidazione controllata senza menzionare tale categoria, riflettendo una scelta consapevole del legislatore e non una lacuna normativa.
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Continenza di cause: sospensione del processo
Una società agricola ha avviato un procedimento per l'affrancazione di un immobile. Il Tribunale ha erroneamente dichiarato la litispendenza, dato che una causa simile era già pendente in appello. La Corte di Cassazione ha corretto la decisione, qualificando la situazione come 'continenza di cause'. Invece di cancellare il nuovo procedimento, ha stabilito che deve essere sospeso ai sensi dell'art. 295 c.p.c., in attesa della definizione del primo, al fine di prevenire giudicati contraddittori.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso proposto da un istituto bancario contro una sentenza di Corte d'Appello che confermava la revoca di rimesse per oltre 2,6 milioni di euro. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il primo motivo, relativo alla presunta ignoranza dello stato di insolvenza del debitore, ma ha accolto il secondo. Quest'ultimo denunciava una motivazione apparente da parte del giudice d'appello riguardo all'esistenza di un fido assegni, un fatto decisivo per determinare l'importo revocabile. La Corte ha cassato la sentenza per questo vizio, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Migliorie su immobile altrui: spetta l’indennità?
Un uomo apporta migliorie sull'immobile di proprietà della compagna. La Cassazione nega l'indennità, chiarendo che il convivente non è possessore ma detentore qualificato e non ha quindi diritto al rimborso previsto dall'art. 1150 c.c. per le migliorie su immobile altrui. La sua posizione deriva da un rapporto di natura familiare e non da un potere di fatto sul bene assimilabile alla proprietà.
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