LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Concorrenza sleale professionisti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6127/2024, ha respinto il ricorso di uno studio professionale che accusava una ex associata di concorrenza sleale per aver sottratto clienti dopo il suo recesso. La Corte ha confermato che la disciplina sulla concorrenza sleale si applica solo tra imprenditori, e non ai liberi professionisti, a meno che la loro attività non sia organizzata in forma d'impresa, circostanza non provata nel caso di specie. L'accento è stato posto sul rapporto basato sull' 'intuitus personae' che lega il cliente al singolo professionista.
Continua »
Nullità del lodo arbitrale: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato un lodo arbitrale che negava la restituzione di una caparra. La Corte ha riscontrato una contraddizione insanabile nella motivazione dell'arbitro, il quale prima dubitava della capacità di intendere di una parte e poi ipotizzava una simulazione del contratto, due concetti logicamente incompatibili. Questa sentenza stabilisce un importante principio sulla nullità del lodo arbitrale quando la sua motivazione è irriconoscibile.
Continua »
Disconoscimento fotocopie: appello inammissibile
Un professionista si oppone a un decreto ingiuntivo basato su scritture private, sostenendo di aver già pagato una somma maggiore tramite accordi "in nero" e operando il disconoscimento delle fotocopie prodotte. La Corte di Cassazione dichiara il suo ricorso inammissibile. La Corte stabilisce che è inutile contestare l'uso di fotocopie disconosciute se non si impugnano le vere ragioni della decisione, ovvero la mancata prova del pagamento. L'appello risulta quindi privo di interesse concreto.
Continua »
Errore revocatorio: limiti e inammissibilità del ricorso
Un ente pubblico per l'edilizia ha proposto ricorso per revocazione contro un'ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore revocatorio. L'ordinanza impugnata aveva dichiarato inammissibile il suo precedente ricorso per difetto di autosufficienza. L'ente affermava che le informazioni mancanti erano presenti in un altro atto depositato. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile anche il ricorso per revocazione, chiarendo che la valutazione dell'autosufficienza di un atto processuale costituisce un'attività di giudizio e non un mero errore di fatto, escludendo così la possibilità di revocazione.
Continua »
Riserve appalti pubblici: la Cassazione decide
Una società di costruzioni ha perso il diritto a contestare il saldo di un appalto pubblico perché non ha iscritto le dovute riserve nei documenti contabili finali. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato che la firma del conto finale senza l'apposizione di specifiche riserve appalti pubblici equivale a un'accettazione definitiva delle somme, precludendo qualsiasi successiva pretesa economica da parte dell'impresa.
Continua »
Tempestività riserve appalti: quando è obbligatoria?
Una società di costruzioni ha citato in giudizio un ente pubblico per danni derivanti dalla sospensione dei lavori. La Corte di Cassazione ha confermato che le richieste dell'impresa (riserve) erano invalide perché non presentate tempestivamente. L'obbligo di tempestività delle riserve negli appalti sussiste anche in assenza di contabilità ufficiale, se l'impresa è consapevole del potenziale danno. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Liquidazione equitativa: quando il danno va provato
In un caso di appalto pubblico per la ristrutturazione di una scuola, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla liquidazione equitativa del danno. Non è sufficiente che vi sia un inadempimento contrattuale da parte dell'appaltatore per ottenere un risarcimento. Il committente deve prima dimostrare l'esistenza effettiva di un pregiudizio economico ('an debeatur'). Solo dopo aver assolto a tale onere probatorio, il giudice può procedere alla quantificazione del danno in via equitativa, qualora il suo preciso ammontare sia di difficile determinazione. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva 'semplicemente supposto' il danno, ribadendo che il potere equitativo del giudice non può surrogare la prova dell'esistenza del danno stesso.
Continua »
Esclusione socio cooperativa: obbligo di motivazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6120/2024, ha stabilito che l'esclusione di un socio da una cooperativa deve essere sempre motivata. La mancanza di motivazione rende la delibera illegittima. Di conseguenza, l'annullamento della delibera di esclusione socio cooperativa comporta la ricostituzione automatica di tutti i rapporti preesistenti, incluso quello di lavoro, senza necessità di un'azione separata.
Continua »
Regolamento di giurisdizione: inammissibile in ATP
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di giurisdizione proposto durante un accertamento tecnico preventivo. La natura provvisoria e strumentale di tale procedimento non consente una decisione preventiva sulla giurisdizione, che potrà essere discussa solo nel successivo giudizio di merito.
Continua »
Onere della prova vandalismo: la Cassazione decide
Una carrozzeria, agendo come cessionaria del credito di un automobilista, ha citato in giudizio una compagnia assicurativa per ottenere il risarcimento dei danni subiti da un veicolo a seguito di atti vandalici. Le corti di primo e secondo grado hanno respinto la domanda, ritenendo non adeguatamente assolto l'onere della prova. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando vizi procedurali nella formulazione dei motivi d'appello, in particolare riguardo alla contestazione di una sentenza motivata "per relationem", e ribadendo i principi sull'onere della prova vandalismo a carico di chi richiede l'indennizzo.
Continua »
Scientia decoctionis: prova e limiti in Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un curatore fallimentare contro un istituto di credito, confermando la decisione della Corte d'Appello che aveva respinto una domanda di revocatoria. La Suprema Corte ha stabilito che la valutazione della prova sulla conoscenza dello stato di insolvenza (scientia decoctionis) da parte della banca è una questione di merito, non sindacabile in sede di legittimità. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti, come la tempistica dei protesti, anziché contestare vizi di legittimità.
Continua »
Rinvio causa: la conciliazione prevale sul giudizio
La Corte di Cassazione ha concesso un rinvio causa in un procedimento relativo a una procedura di sovraindebitamento. La decisione scaturisce da un'istanza congiunta delle parti, motivata dal decesso di una di esse e dalla prospettiva di una soluzione transattiva che prevede l'acquisto di una quota immobiliare, la piena soddisfazione dei creditori e la cessazione della materia del contendere.
Continua »
Gestione di affari altrui: la prova del pagamento
Un Comune ha anticipato spese funerarie per due cittadini deceduti, agendo in base al principio della gestione di affari altrui. Successivamente, ha richiesto il rimborso all'unica erede, la quale ha accettato l'eredità ma si è opposta al pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'erede, confermando la sua obbligazione, poiché i motivi di ricorso miravano a una rivalutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità.
Continua »
Concordato minore: no alla parità tra creditori
Un debitore ha proposto un piano di concordato minore offrendo un pagamento parziale identico sia ai creditori privilegiati che a quelli chirografari. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la proposta di concordato minore è inammissibile se non rispetta la graduazione legale dei crediti, violando la par condicio creditorum. Il giudice può rilevare tale inammissibilità fin dalla fase iniziale, senza attendere il giudizio di omologazione.
Continua »
Domanda tardiva: la Cassazione sui termini perentori
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un istituto di credito che aveva presentato una domanda tardiva di ammissione al passivo in una procedura di liquidazione controllata. La Corte ha stabilito che, anche in questa procedura, tutti i debiti si considerano scaduti al momento della sua apertura, rendendo il ritardo del creditore non giustificabile e la domanda inammissibile.
Continua »
Nullità notifica appello: le regole per l’avvocato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza del 28/10/2025, ha confermato l'inammissibilità di un appello a causa della nullità della notifica dell'atto. Il caso nasce da un sinistro stradale. L'appellante non ha rispettato i requisiti formali previsti dalla Legge n. 53/1994, omettendo dati essenziali nell'avviso di ricevimento. La Corte ha stabilito che tale omissione causa una nullità notifica appello insanabile in assenza della costituzione della controparte, rendendo l'impugnazione inammissibile.
Continua »
Rimessione al primo giudice: obblighi in appello
Una creditrice ha presentato ricorso in Cassazione dopo che un tribunale, pur dichiarando nulla una sentenza di primo grado e ordinando la rimessione al primo giudice per un vizio di procedura, aveva omesso di pronunciarsi sulla restituzione delle somme già versate e sulle spese legali. La Corte Suprema ha accolto il ricorso, stabilendo che il giudice d'appello ha il dovere di decidere su tali questioni accessorie, in quanto conseguenze dirette della propria declaratoria di nullità.
Continua »
Legittimazione ad agire: eccezione non tardiva?
Un supercondominio cita in giudizio la propria compagnia assicurativa per un danno patrimoniale causato dalla negligenza dell'amministratore. La Cassazione chiarisce che la mancanza di legittimazione ad agire, intesa come titolarità del diritto, non è un'eccezione processuale soggetta a preclusioni, ma una questione di merito rilevabile in ogni stato e grado del processo. Il ricorso viene rigettato poiché la polizza copriva l'amministratore e non conferiva un'azione diretta al condominio danneggiato.
Continua »
Opposizione atti esecutivi: rigetto per motivi generici
Una società ha contestato l'aggiudicazione di un immobile in un'asta forzata tramite un'opposizione agli atti esecutivi, lamentando presunte irregolarità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione di merito. I giudici hanno ritenuto i motivi di appello eccessivamente generici e hanno confermato la condanna della società per lite temeraria, ravvisando un abuso dello strumento processuale.
Continua »
Riparto di giurisdizione: Ordinario vs Amministrativo
Un privato cittadino ha citato in giudizio un Comune, un suo funzionario e una società immobiliare per danni legati a un permesso di costruire e a errori di pianificazione urbanistica. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito un chiaro riparto di giurisdizione: le domande contro il funzionario (in proprio) e la società privata spettano al giudice ordinario, trattandosi di illecito tra privati. Le domande contro il Comune, che riguardano l'esercizio del potere pubblico, rientrano invece nella giurisdizione del giudice amministrativo.
Continua »