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Giurisprudenza Civile

Onere della prova mutuo: chi deve dimostrare il prestito?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11190/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di prestiti tra privati. In un caso riguardante la richiesta di restituzione di 7.400 euro, la Corte ha stabilito che l'onere della prova mutuo spetta a chi ha erogato la somma. Non è sufficiente dimostrare il trasferimento del denaro; è necessario provare anche il titolo giuridico, ovvero l'esistenza di un contratto di mutuo, che obbliga alla restituzione. Se la controparte contesta il titolo, adducendo che la somma era un pagamento per servizi, la domanda di restituzione viene rigettata in assenza di prove concrete del prestito.
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Usufrutto quote sociali: a chi spetta l’utile?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11170/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usufrutto quote sociali. In caso di liquidazione di una società, gli utili che eccedono il costo di acquisto delle quote non spettano al nudo proprietario, ma all'usufruttuario. Tali somme sono considerate 'frutti civili' della partecipazione e, di conseguenza, il rapporto d'imposta sorge tra l'amministrazione finanziaria e l'usufruttuario, il quale è tenuto al pagamento delle imposte su tali redditi.
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Distanze tra costruzioni: ricostruzione e regole
Una società edilizia cita in giudizio un'altra impresa per la costruzione di un edificio a distanza non regolamentare dal confine. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11193/2024, ha chiarito due principi fondamentali sulle distanze tra costruzioni. Primo, le norme locali che impongono una distanza minima dal confine si applicano sempre, anche se gli edifici non si fronteggiano. Secondo, un intervento di demolizione e ricostruzione non è automaticamente una 'nuova costruzione' solo perché presenta un aumento di volumetria. Il giudice deve verificare la normativa locale e nazionale, anche sopravvenuta, che potrebbe consentire il mantenimento delle distanze preesistenti. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello e rinviato il caso per un nuovo esame.
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Usucapione tra parenti: quando è solo tolleranza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11201/2024, ha rigettato il ricorso degli eredi di un uomo che chiedevano l'usucapione di un locale appartenente al fratello. La Corte ha stabilito che nell'ambito dell'usucapione tra parenti, una lunga durata del godimento di un bene non è sufficiente a provare il possesso, potendosi configurare come mera tolleranza. Inoltre, ha ribadito che l'onere della prova per chi agisce in rivendica è attenuato se la controparte non contesta il titolo di proprietà originario.
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Clausola penale abusiva: rinvio alla Corte di Giustizia
In una controversia su un contratto preliminare immobiliare, la Corte di Cassazione affronta la questione di una clausola penale ritenuta eccessiva. Dopo un lungo iter giudiziario focalizzato sulla riduzione della penale, i promissari acquirenti ne hanno eccepito la nullità come clausola abusiva solo nel ricorso finale. Rilevando un conflitto tra le norme processuali nazionali sul giudicato e i principi di tutela del consumatore del diritto europeo, la Corte ha sospeso il giudizio e ha sottoposto una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per chiarire se la nullità possa essere rilevata anche in questa fase avanzata del processo.
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Spese legali: no compensazione se Ministero non si costituisce
Un avvocato si oppone alla liquidazione delle spese legali per gratuito patrocinio. La Corte di Cassazione, con ordinanza 11204/2024, respinge i motivi sulla quantificazione del compenso, ma accoglie quello sulle spese di lite. Viene stabilito che la mancata costituzione in giudizio del Ministero della Giustizia non è una ragione valida per compensare le spese legali, dovendo il vincitore essere rimborsato. La causa viene rinviata al Tribunale per una nuova decisione sui costi del giudizio.
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Eccezione di prescrizione: quando il giudice non può
Una complessa disputa immobiliare approda in Cassazione, che cassa la sentenza d'appello. Il punto cruciale è l'eccezione di prescrizione delle domande di simulazione e revocatoria. La Corte ha stabilito che i giudici di merito hanno errato nel rilevarla d'ufficio, poiché tale eccezione deve essere sollevata esclusivamente dalla parte interessata. La decisione sottolinea i limiti del potere del giudice e l'importanza delle difese processuali delle parti.
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Permesso di soggiorno per convivenza: sì alla prova orale
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11033/2024, ha stabilito che per ottenere il permesso di soggiorno per convivenza non è indispensabile la registrazione anagrafica della coppia. Una relazione stabile tra un cittadino UE e un partner extracomunitario può essere provata anche tramite testimonianze, purché serie e rigorose. La Corte ha respinto il ricorso del Ministero dell'Interno, privilegiando la tutela dell'unità familiare, come previsto dalla normativa europea, rispetto a un'interpretazione eccessivamente formalistica della legge nazionale.
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Protezione internazionale e debt bondage: la Cassazione
Un cittadino del Bangladesh ha richiesto protezione internazionale a causa di debiti usurari e sfruttamento lavorativo in Libia. La Corte di Cassazione ha annullato il diniego del Tribunale, criticando la valutazione frammentaria della storia del richiedente. La Corte ha stabilito che l'intero percorso migratorio, inclusi fenomeni come il 'debt bondage' e lo sfruttamento, deve essere analizzato in modo unitario per valutare la vulnerabilità del soggetto e il suo diritto alla protezione.
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Animus possidendi: la lettera che nega l’usucapione
Due sorelle chiedevano l'usucapione di due appartamenti. La Corte d'Appello ha respinto la domanda basandosi su una lettera che provava la mancanza di animus possidendi, in quanto una delle sorelle si riconosceva come affittuaria. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso poiché volto a una nuova valutazione dei fatti, ribadendo che la prova dell'intenzione di possedere come proprietario è fondamentale per l'usucapione.
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Responsabilità medica: errore chirurgico e nesso causale
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità medica di un chirurgo per il decesso di un paziente a seguito di un intervento in laparoscopia. La colpa non risiede nella scelta tecnica iniziale, ma nell'aver proseguito l'operazione in una situazione di alto rischio senza adottare le adeguate contromisure post-operatorie. La sentenza chiarisce inoltre i poteri del giudice d'appello nella riqualificazione dei fatti e i criteri per la liquidazione del danno parentale, confermando la validità delle tabelle a punti.
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Retribuzione imponibile: obbligo contributivo sempre
La Corte di Cassazione chiarisce che la retribuzione imponibile su cui calcolare i contributi previdenziali include tutto ciò che il lavoratore ha diritto di ricevere, anche se vi rinuncia. L'obbligo contributivo è autonomo e sorge con il rapporto di lavoro. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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Qualificazione Giuridica Contratto: Il Giudice Decide
La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra qualificazione giuridica del contratto e conversione del negozio nullo. In un caso riguardante un atto nominato 'transazione' ma con la sostanza di una 'vendita', la Corte ha confermato il potere del giudice di interpretare e riqualificare l'accordo basandosi sul suo reale contenuto, in base al principio 'iura novit curia', respingendo le doglianze dei creditori che ne contestavano la validità e l'efficacia.
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Spese legali previdenza: il limite del valore prestazione
Un ente previdenziale contesta una liquidazione di spese legali di oltre 6.600 euro per una causa relativa a un'indennità di malattia del valore di circa 1.574 euro. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che nelle controversie di questo tipo, le spese legali previdenza non possono mai superare il valore della prestazione economica riconosciuta, annullando così la precedente quantificazione.
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Responsabilità Ente Pubblico: chi paga per i dissuasori?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità ente pubblico per i danni causati da oggetti pericolosi su suolo pubblico, come i dissuasori di sosta, è presunta. A seguito del ferimento di un minore causato da un dissuasore non ancorato, la Corte ha chiarito che spetta all'ente proprietario della strada, e non al cittadino, dimostrare l'assenza di un rapporto di custodia o la presenza di un caso fortuito, ribaltando così le decisioni dei gradi inferiori.
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Addebito separazione per abbandono del tetto coniugale
Un marito richiede l'addebito della separazione alla moglie per aver abbandonato la casa. La Cassazione rigetta il ricorso, stabilendo che se l'abbandono è conseguenza di una preesistente e provata intollerabilità della convivenza, non costituisce colpa. La volontà di separarsi, comunicata in precedenza, e la successiva stipula di accordi tra le parti sono state considerate prove decisive.
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Adozione e legami familiari: la Cassazione decide
La Cassazione, con la sentenza n. 11138/2024, ha chiarito i principi sull'adozione e legami familiari. Anche in caso di dichiarazione di adottabilità, i rapporti affettivi con la famiglia d'origine (madre e nonna) possono essere mantenuti se ciò risponde al superiore interesse del minore. La decisione si fonda sulla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 183/2023, che valorizza le relazioni positive preesistenti, rigettando il ricorso del Procuratore Generale che ne chiedeva la recisione.
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Distrazione delle spese: la correzione dell’errore
La Corte di Cassazione ha corretto un proprio decreto di estinzione del giudizio per un errore materiale. L'errore consisteva nella mancata previsione della distrazione delle spese legali a favore dei difensori dei contribuenti, i quali si erano dichiarati antistatari. La Corte ha riconosciuto che l'omissione era una mera svista e ha disposto la modifica del dispositivo per includere la liquidazione diretta delle spese agli avvocati, sottolineando l'importanza di tale istituto a tutela del professionista.
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Onere della prova nel leasing: sentenza commentata
Il Tribunale di Brescia ha revocato un decreto ingiuntivo emesso a seguito di un contratto di leasing finanziario. La decisione si fonda sulla mancata dimostrazione, da parte della società concedente, dell'esatto ammontare del proprio credito. La società non ha fornito la prova del quantum debeatur, presentando allegazioni contraddittorie sul prezzo di ricollocazione dell'immobile, fallendo così nel suo onere della prova.
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Remunerazione medici specializzandi: no a ricalcoli
Un gruppo di medici, specializzatisi tra il 1991 e il 2006, ha richiesto un adeguamento della loro remunerazione, sostenendo una non corretta applicazione delle direttive europee. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la normativa italiana dell'epoca (D.Lgs. 257/1991) era conforme al diritto UE. La Corte ha stabilito che le normative successive, più favorevoli, non sono retroattive e che i meccanismi di adeguamento economico erano stati legittimamente sospesi dal legislatore per ragioni di finanza pubblica.
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