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Giurisprudenza Civile

Azione di regresso: il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da due Amministrazioni dello Stato che chiedevano l'azione di regresso nei confronti di un Comune, a seguito di un risarcimento danni per un tragico evento franoso. La decisione non è entrata nel merito della questione sulla responsabilità, ma si è basata su un vizio procedurale: la tardività dell'impugnazione, non avendo la parte ricorrente fornito la prova della tempestiva notifica del ricorso.
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Retribuzione ferie: inclusione indennità variabili
La Corte di Cassazione ha stabilito che nella retribuzione ferie devono essere incluse anche le indennità variabili, come gli incentivi per la condotta e la riserva, se intrinsecamente legate alla mansione. La decisione si basa sul principio europeo secondo cui una diminuzione della paga durante le vacanze potrebbe dissuadere il lavoratore dal goderne. La Corte ha respinto il ricorso di un'azienda di trasporti, confermando che la nozione di retribuzione onnicomprensiva mira a garantire un riposo effettivo, equiparando la paga feriale a quella percepita durante l'attività lavorativa.
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Retribuzione ferie: indennità variabili incluse
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 838/2024, ha stabilito che nella retribuzione ferie devono essere inclusi tutti i compensi di natura variabile intrinsecamente legati allo svolgimento delle mansioni, come l'incentivo per l'attività di condotta e l'indennità di riserva. La Corte ha rigettato il ricorso di un'azienda di trasporti, confermando le decisioni dei giudici di merito. La motivazione si fonda sull'interpretazione della direttiva europea 2003/88/CE, che mira a garantire al lavoratore una condizione economica durante le ferie paragonabile a quella dei periodi di lavoro, per evitare qualsiasi effetto dissuasivo dal godimento del riposo. Inoltre, ha chiarito che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla cessazione del rapporto.
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Retribuzione ferie: indennità variabili incluse
Una società di trasporti ha contestato la decisione di includere le indennità variabili nella retribuzione feriale dei suoi dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando che, secondo il diritto europeo, la retribuzione ferie deve essere onnicomprensiva per non dissuadere i lavoratori dal godere del riposo. Ha inoltre chiarito che la prescrizione per tali crediti decorre solo dalla fine del rapporto di lavoro.
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Retribuzione feriale: indennità sempre incluse
La Corte di Cassazione ha confermato che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità collegate alla mansione e percepite con continuità, come quelle di scorta e riserva per i capi treno. La Corte ha stabilito che una diminuzione sensibile dello stipendio durante le ferie ha un effetto dissuasivo, contrario al diritto dell'Unione Europea. Pertanto, la società di trasporti è stata condannata a pagare le differenze retributive ai lavoratori. È stato anche ribadito che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre solo dalla fine del rapporto.
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Revoca compenso speciale: è legittima post fusione?
Un ex direttore generale ha contestato la revoca di un compenso speciale a seguito di una fusione societaria che ha modificato le sue mansioni. La Corte di Cassazione ha stabilito che la revoca del compenso speciale è legittima quando tale emolumento è legato a specifiche condizioni dell'attività lavorativa, come il 'grado di intensità', che non sussistono più nel nuovo incarico. La Corte ha chiarito che tali compensi non rientrano nel principio di irriducibilità della retribuzione se la loro natura è condizionale e non fissa.
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Benefici amianto: decadenza e diritto autonomo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi di un lavoratore, confermando che il diritto ai benefici amianto per esposizione professionale è un diritto autonomo. Di conseguenza, è soggetto a un termine di decadenza definitivo e non limitato alle singole rate della pensione. La richiesta, se non presentata entro i termini, estingue completamente il diritto. La Corte ha inoltre chiarito che il mero deposito di un certificato di morte in cancelleria, senza una formale dichiarazione in udienza, non è sufficiente a interrompere il processo.
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Lavoro straordinario pensione: esclusione totale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 833/2024, ha stabilito che il compenso per lavoro straordinario non può essere incluso nella base di calcolo della pensione per i lavoratori del settore autoferrotranviario. La Corte ha chiarito che la normativa di settore (L. 889/1971) esclude categoricamente e interamente tale compenso, senza possibilità di frazionarlo o di considerarlo ai fini pensionistici, indipendentemente dalle ragioni organizzative che hanno reso necessarie le ore di lavoro extra. Si tratta di una conferma sul tema del rapporto tra lavoro straordinario pensione.
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Prova del danno: la Cassazione sul risarcimento negato
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del titolare di un'attività commerciale che chiedeva il risarcimento dei danni a un condominio a seguito di un allagamento. La decisione si fonda sulla carenza della prova del danno: il ricorrente non è riuscito a dimostrare in modo adeguato né l'entità dei danni materiali né la perdita economica derivante dalla chiusura forzata. La Corte ha sottolineato che presentare elementi come fotografie o preventivi non datati non è sufficiente a fondare una pretesa risarcitoria, ribadendo l'onere della prova a carico di chi agisce in giudizio.
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Reddito inserimento sociale: durata e rinnovo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 830/2024, ha chiarito la disciplina del reddito di inserimento sociale previsto da un regolamento comunale. È stato stabilito che, nonostante si tratti di un diritto soggettivo, la sua erogazione è limitata a un massimo di sei mesi. Per ottenere il rinnovo, non basta la persistenza dello stato di bisogno, ma è necessaria una nuova e specifica domanda da parte dell'interessato, soggetta a una nuova istruttoria da parte dell'ente. La Corte ha rigettato il ricorso di un cittadino che chiedeva la continuazione del sussidio senza soluzione di continuità, confermando la legittimità della normativa comunale che prevede una durata massima e la necessità di rinnovo esplicito.
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Azione di regresso: inammissibile per ricorso tardivo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l'azione di regresso promossa da due Amministrazioni dello Stato contro un Comune. Il caso, originato da un tragico evento franoso, vedeva gli enti pubblici condannati in solido al risarcimento dei danni. La Suprema Corte non ha analizzato nel merito la questione della ripartizione della responsabilità, ma ha respinto il ricorso per un vizio procedurale: la tardività dell'impugnazione, determinata dalla mancata prova della data di pubblicazione della sentenza d'appello.
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Azione di regresso PA: inammissibile se tardivo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcune Amministrazioni statali volto a esercitare un'azione di regresso nei confronti di un Comune, con cui erano state condannate in solido al risarcimento dei danni per una calamità naturale. La decisione si fonda su un vizio procedurale: i ricorrenti non hanno provato la tempestività dell'impugnazione, omettendo di depositare una copia della sentenza d'appello che attestasse la data di pubblicazione, rendendo così il ricorso tardivo.
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Opposizione atti esecutivi: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 818/2024, ha chiarito i limiti dell'opposizione agli atti esecutivi. Il caso riguardava un debitore che si era opposto a un provvedimento del giudice che ordinava al custode di preparare una bozza di ordine di liberazione dell'immobile. La Corte ha stabilito che tale provvedimento è un mero 'atto preparatorio', privo di immediata lesività e quindi non impugnabile con l'opposizione atti esecutivi. Di conseguenza, ha cassato senza rinvio la sentenza di merito che aveva erroneamente esaminato l'opposizione, dichiarandola inammissibile sin dall'origine.
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Prescrizione risarcimento: inammissibile appello tardivo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da due Amministrazioni dello Stato in una causa per risarcimento danni derivante da un tragico evento franoso. La richiesta di risarcimento era stata avanzata dagli eredi di una delle vittime. Sebbene il ricorso sollevasse importanti questioni sulla decorrenza della prescrizione del risarcimento e sull'azione di regresso tra enti pubblici, la Corte non ha esaminato il merito. La decisione si è basata su un vizio procedurale: il ricorso è stato depositato tardivamente, poiché i ricorrenti non hanno fornito prova della data di pubblicazione della sentenza d'appello, costringendo la Corte a fare riferimento alla precedente data di deliberazione, rispetto alla quale i termini per l'impugnazione erano già scaduti.
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Prescrizione Amianto: quando decorre il termine?
Un lavoratore esposto all'amianto ha richiesto un aumento dei contributi previdenziali. La questione centrale del caso riguardava l'inizio del termine di prescrizione decennale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che la decorrenza della prescrizione amianto non coincide automaticamente con la data del pensionamento. Il termine inizia a decorrere solo dal momento in cui il lavoratore acquisisce una concreta e provata consapevolezza della propria esposizione e dei diritti che ne derivano. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva presunto tale consapevolezza, rinviando la causa per un nuovo esame che accerti in fatto il momento esatto di tale presa di coscienza.
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Confine demaniale: prova della proprietà e CTU
La Corte di Cassazione chiarisce la gestione delle controversie sul confine demaniale. Con l'ordinanza n. 800/2024, si stabilisce che il giudice può aderire alle conclusioni della CTU senza un'analitica confutazione delle critiche di parte, se queste sono già state valutate dall'esperto. Inoltre, si ribadisce che l'onere di provare l'estensione della proprietà privata spetta a chi la rivendica, non essendo sufficiente contestare la delimitazione del demanio.
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Rimborso canoni locazione: la Cassazione decide
Un coerede ha citato in giudizio gli altri eredi per ottenere la sua quota dei canoni di locazione derivanti da un immobile in comunione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della parte condannata al pagamento, stabilendo principi chiave. In particolare, per l'azione di rimborso canoni locazione, il contratto di affitto è considerato un mero fatto storico che non richiede la prova scritta formale. La Corte ha inoltre confermato che le contestazioni procedurali devono essere sollevate nei gradi di merito e che la ripartizione delle spese legali è una decisione discrezionale del giudice.
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Interpretazione testamento: la volontà del defunto
La Corte di Cassazione affronta un caso di interpretazione testamento, originato da una semplice scrittura privata. La Corte stabilisce che per comprendere la reale volontà del defunto, il giudice deve andare oltre il testo letterale, analizzando elementi esterni come la personalità del testatore e il contesto. Viene inoltre confermata la validità del legato di un bene in comproprietà, che ha effetti reali sulla quota del defunto e obbligatori per l'erede sulla quota altrui.
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Decadenza benefici amianto: quando inizia a decorrere?
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di decadenza benefici amianto. Ha chiarito che il termine di prescrizione triennale per l'azione giudiziaria decorre dalla data della prima domanda amministrativa presentata, anche qualora questa sia stata avanzata nel corso di un giudizio poi dichiarato improponibile. Le domande successive non possono riaprire i termini. La Corte ha così riformato la decisione di merito che aveva accolto la richiesta di un pensionato, rigettando definitivamente la sua domanda di rivalutazione contributiva.
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Vizio di ultrapetizione: limiti alla decisione del Giudice
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un ente previdenziale, annullando parzialmente una sentenza della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva riconosciuto a un lavoratore un beneficio per esposizione ad amianto per un periodo più lungo di quello richiesto. La Cassazione ha ravvisato un vizio di ultrapetizione, limitando il beneficio al periodo originariamente domandato e riaffermando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato.
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