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Giurisprudenza Civile

Gestione Separata ingegneri: quando è obbligatoria?

Un ingegnere, già iscritto a un fondo pensione come lavoratore dipendente, contestava l’iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata INPS per i redditi da libera professione. La Cassazione ha stabilito che l’iscrizione è obbligatoria, in quanto il sistema previdenziale si basa su un principio di complementarità e non di alternatività. Ha inoltre corretto la decorrenza della prescrizione, annullando la decisione di merito.

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Transazione novativa: come supera il giudicato

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui una precedente transazione novativa ha reso inefficace una successiva sentenza passata in giudicato che dichiarava nullo un contratto di compravendita. L’ordinanza chiarisce che se le parti sostituiscono il rapporto litigioso con un nuovo accordo, la successiva decisione giudiziale sul rapporto originario non ha più valore. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva riconosciuto la piena efficacia della transazione.

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Cessione ramo d'azienda: i requisiti di autonomia

La Corte di Cassazione ha confermato l’illegittimità di una cessione ramo d’azienda nel settore bancario. Il ramo, dedicato al recupero crediti, è stato ritenuto privo di autonomia funzionale e preesistenza, poiché dipendeva interamente dalla banca cedente per sistemi informatici e commesse, non potendo operare autonomamente sul mercato. La sentenza ribadisce che la semplice cessione di personale non integra una valida operazione.

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Minimi tariffari: Cassazione e spese legali nel lavoro

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20677/2025, ha rigettato il ricorso di un’azienda ristoratrice contro una sentenza di licenziamento illegittimo. Ha però accolto il ricorso incidentale del lavoratore, stabilendo un principio cruciale sulle spese legali: il giudice non può liquidare compensi inferiori ai minimi tariffari previsti. La Corte ha chiarito che il valore della controversia determina lo scaglione applicabile e che i minimi sono inderogabili, cassando la sentenza d’appello su questo specifico punto.

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Cessione ramo d'azienda: il diritto del lavoratore

La Corte di Cassazione conferma il diritto di alcuni lavoratori, inizialmente esclusi, a passare alle dipendenze della società acquirente in una cessione ramo d’azienda. La sentenza stabilisce che il criterio decisivo è il nesso funzionale e inscindibile tra le mansioni svolte dal lavoratore e il ramo ceduto, a prescindere dalla loro inclusione formale nell’accordo di cessione. Viene respinto il ricorso dell’azienda, che non è riuscita a provare l’estraneità dei lavoratori al ramo trasferito.

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Azione revocatoria parziale: donazione inefficace

La Corte di Cassazione affronta un caso di azione revocatoria parziale su un immobile in comproprietà. I creditori avevano agito per revocare una donazione fatta da un debitore e dalla sua coniuge, comproprietaria non debitrice. La Corte ha stabilito che la revocatoria può colpire solo la quota del debitore (50%). La Cassazione ha confermato questo principio, precisando che accogliere la domanda per una quota minore non costituisce un vizio di ultrapetizione. Ha inoltre cassato la sentenza per omessa pronuncia sulla richiesta di cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale per la quota della coniuge non debitrice, decidendo la questione nel merito.

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Estinzione giudizio Cassazione per inerzia del ricorrente

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio di Cassazione a causa dell’inerzia del ricorrente. Quest’ultimo, infatti, non ha richiesto una decisione sul proprio ricorso entro 40 giorni dalla comunicazione della proposta di definizione accelerata. Tale comportamento è stato interpretato come una rinuncia al ricorso, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali a favore della controparte.

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Imposta di registro preliminare: quando si paga?

Un contribuente ha contestato l’applicazione dell’imposta di registro in misura proporzionale su una sentenza che disponeva il trasferimento di un immobile, sostenendo che dovesse essere fissa poiché subordinata al pagamento del prezzo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la condizione del pagamento del prezzo dipende dalla mera volontà dell’acquirente (condizione meramente potestativa) e, pertanto, ai fini fiscali, l’atto deve essere tassato immediatamente con l’imposta proporzionale, come se non fosse condizionato. Questa decisione consolida un principio fondamentale sull’imposta di registro preliminare.

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Estinzione giudizio per inattività: silenzio in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio per inattività di una società ricorrente. Dopo aver ricevuto una proposta di definizione, la società non ha richiesto una decisione entro 40 giorni, portando alla presunzione di rinuncia al ricorso e alla condanna al pagamento delle spese legali in favore della controparte.

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Regolamento condominiale: limiti all'uso delle parti comuni

Una società immobiliare ha citato in giudizio due condomini per aver installato un cancello aggiuntivo, violando il regolamento condominiale che limitava le modifiche estetiche. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il giudice di merito ha errato nel non applicare le specifiche e più restrittive norme del regolamento condominiale, limitandosi a valutare l’intervento secondo i principi generali sull’uso della cosa comune (art. 1102 c.c.). La sentenza è stata cassata con rinvio.

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Simulazione donazione: onere della prova in eredità

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un complesso caso di divisione ereditaria, al centro del quale vi era l’accusa di simulazione di donazione. Gli eredi ricorrenti sostenevano che alcune compravendite fossero in realtà donazioni dissimulate a favore di un altro erede, lesive della loro quota. La Corte ha rigettato il ricorso, ribadendo un principio fondamentale: la valutazione delle prove sulla simulazione spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Poiché la Corte d’Appello aveva ritenuto le prove della simulazione insufficienti, la sua decisione è stata confermata, così come la divisione dei beni e la condanna alle spese per la parte soccombente.

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Mansioni superiori: diritto alla retribuzione integrale

Una dipendente pubblica ha svolto per anni mansioni superiori a quelle della sua qualifica. La Cassazione ha stabilito il suo diritto alla piena retribuzione corrispondente a tali compiti, annullando la decisione di merito che aveva erroneamente qualificato l’incarico e omesso di quantificare le somme dovute. La Corte ha ribadito che, in caso di svolgimento di fatto di mansioni superiori, il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata, anche in assenza di un formale concorso, a meno che l’incarico non sia stato conferito all’insaputa dell’ente.

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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

Un acquirente contesta l’acquisto di un’auto diversa da quella promessa. I tribunali di primo e secondo grado respingono la domanda. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso basato su presunti fatti omessi, applicando il principio della doppia conforme, poiché le due sentenze di merito erano concordi nel merito della questione.

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Compensazione spese legali: quando è inammissibile

Una subappaltatrice, dopo aver perso in primo grado le sue domande contrattuali e risarcitorie, ricorre in Cassazione lamentando la mancata compensazione spese legali. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che la compensazione è una facoltà discrezionale del giudice e non un diritto della parte, specialmente se soccombente su capi di domanda passati in giudicato.

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Rinuncia agli atti: chi paga le spese legali?

Una società di trasporti, dopo aver impugnato una sentenza d’appello, ha effettuato una rinuncia agli atti del giudizio di Cassazione. I lavoratori resistenti hanno accettato la rinuncia, chiedendo però la condanna alle spese. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio e, applicando il principio della soccombenza virtuale, ha condannato la società ricorrente al pagamento delle spese legali, ritenendo che, sulla base di precedenti consolidati, il suo ricorso sarebbe stato comunque rigettato.

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Rapporto di lavoro nullo: no al CCNL giornalisti

La Corte di Cassazione ha stabilito che un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, instaurato senza pubblico concorso, è da considerarsi un rapporto di lavoro nullo. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto alla retribuzione per l’attività svolta (art. 2126 c.c.), ma non può pretendere l’applicazione di un contratto collettivo di diritto privato, come quello dei giornalisti, né le relative indennità specifiche. La retribuzione deve essere commisurata a quella prevista dalla contrattazione del pubblico impiego.

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Reintegra nel possesso: la Cassazione sui limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza Num. 20299 Anno 2025, ha confermato la decisione della Corte d’Appello che ordinava la reintegra nel possesso di una servitù di passaggio. Il caso riguardava una proprietaria che, a seguito di lavori di ristrutturazione, aveva bloccato l’accesso all’appartamento e alla cantina di una vicina, offrendo un percorso alternativo più disagevole. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la creazione di un accesso meno comodo costituisce uno spoglio e che lo stato di conservazione o l’uso non continuativo dell’immobile non escludono il diritto alla tutela possessoria.

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Interesse ad agire e performance: la Cassazione decide

Un dipendente pubblico ha impugnato la sua valutazione della performance, pur essendo positiva, chiedendone una migliore. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso. Ha chiarito che, sebbene esista un interesse ad agire di natura morale, non sussiste un diritto soggettivo tutelabile per ottenere la revisione di una valutazione già positiva se da ciò non derivano conseguenze economiche o di carriera concrete.

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Azione revocatoria e fallimento estero: la Cassazione

Un ente creditore agisce in revocatoria per la vendita di un immobile tra società collegate. Nonostante il fallimento e la cancellazione della società debitrice in Svizzera, la Cassazione conferma la validità dell’azione revocatoria. La Corte stabilisce che, in assenza di automatico riconoscimento della sentenza straniera e data l’inerzia degli organi fallimentari, il creditore individuale mantiene l’interesse e la legittimazione a procedere per tutelare le proprie ragioni.

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Indennità di turno: quando è valida con orario spezzato

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo al diritto all’indennità di turno per alcuni agenti di polizia municipale con un orario di servizio spezzato. L’ente comunale sosteneva che l’interruzione del servizio facesse venir meno il diritto all’indennità. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso del Comune, confermando che per il diritto all’indennità di turno è sufficiente che il servizio sia organizzato su un arco temporale complessivo di almeno 10 ore, anche se non continuative. Ha inoltre rigettato le richieste dei lavoratori per un risarcimento automatico legato al lavoro svolto oltre il sesto giorno consecutivo.

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