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Giurisprudenza Civile

Periodo di comporto: ferie per evitare il licenziamento
Un lavoratore è stato licenziato per superamento del periodo di comporto. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità del licenziamento, stabilendo che i giorni di ferie richiesti e concessi al termine della malattia interrompono il conteggio dei giorni di assenza, salvando così il posto di lavoro. La condotta dell'azienda, che ha riconsiderato quei giorni come malattia a distanza di tempo, è stata giudicata contraria a buona fede.
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Prescrizione esposizione amianto: quando inizia?
Un lavoratore esposto per anni all'amianto ha richiesto la rivalutazione dei contributi. L'ente previdenziale ha eccepito la prescrizione del diritto, sostenendo che il termine decennale decorresse dalla data di pensionamento. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 578/2024, ha ribaltato la decisione di secondo grado, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione esposizione amianto: il termine non decorre automaticamente dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la concreta consapevolezza di essere stato esposto al rischio. Tale consapevolezza deve essere accertata dal giudice di merito e non può essere presunta.
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Prescrizione rivalutazione amianto: quando decorre?
Un pensionato ha richiesto la rivalutazione dei contributi per esposizione ad amianto. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, considerando il diritto prescritto per decorrenza di dieci anni dalla data del pensionamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che la prescrizione rivalutazione amianto decorre non dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza dell'esposizione. L'onere di provare tale momento spetta all'ente previdenziale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Società in house: quando sussiste il controllo analogo
La Corte di Cassazione ha confermato la giurisdizione della Corte dei Conti sull'amministratore di una società interamente partecipata da un'Azienda Sanitaria. La decisione si fonda sulla qualificazione della società come 'società in house', affermando che il requisito del 'controllo analogo' da parte dell'ente pubblico sussisteva già nello statuto originario, ben prima di modifiche successive che lo hanno solo specificato. Di conseguenza, l'amministratore risponde del danno erariale davanti al giudice contabile.
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Limiti giurisdizione Cassazione: no a errori procedurali
Una società, colpita da un'informativa interdittiva antimafia, ha impugnato una decisione del Consiglio di Stato davanti alla Corte di Cassazione, lamentando gravi errori procedurali relativi al mancato rispetto dei termini difensivi. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo i netti limiti giurisdizione Cassazione: il suo controllo sulle sentenze amministrative è circoscritto ai soli casi di eccesso di potere giurisdizionale (violazione dei limiti esterni), escludendo la revisione di errori procedurali (errores in procedendo), che rientrano nei limiti interni della funzione del giudice amministrativo.
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Errore revocatorio: quando non è decisivo? La Cassazione
L'Agenzia delle Entrate ricorre in Cassazione sostenendo un errore revocatorio da parte del giudice di merito, che non avrebbe visto la prova di una notifica. La Corte Suprema rigetta il ricorso: l'errore non è decisivo, poiché mancava la prova della 'raccomandata informativa', essenziale in caso di irreperibilità del destinatario. La notifica era quindi comunque incompleta.
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Doppia conforme: quando il ricorso in Cassazione è out
Un acquirente cita in giudizio la parte venditrice per una presunta difformità nei confini di un immobile. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello respingono la domanda. La Corte di Cassazione dichiara il successivo ricorso inammissibile applicando il principio della "doppia conforme", in quanto le due decisioni di merito si basavano sul medesimo percorso logico-argomentativo e sulla stessa valutazione dei fatti, impedendo un riesame nel merito da parte della Suprema Corte.
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Risoluzione preliminare di vendita: cosa succede?
Una società acquirente ha richiesto la risoluzione di un contratto preliminare di vendita per un terreno, a seguito del diniego del permesso di costruire da parte del Comune. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che un impedimento temporaneo alla edificabilità, dovuto a incertezze amministrative poi superate, non costituisce un inadempimento grave del venditore tale da giustificare la risoluzione preliminare di vendita. La Corte ha inoltre considerato la condotta di entrambe le parti, sottolineando l'inerzia della stessa società acquirente nel non informarsi sullo stato della pratica.
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Esecuzione in forma specifica e rilascio: il giudicato
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un occupante di un immobile di edilizia popolare, stabilendo che il precedente rigetto di una domanda di riscatto non costituisce giudicato e non impedisce una successiva azione di esecuzione in forma specifica (ex art. 2932 c.c.) da parte dei promissari acquirenti. La Corte ha inoltre confermato la legittimità della condanna al rilascio dell'immobile, anche se condizionata al passaggio in giudicato della sentenza di trasferimento della proprietà, e ha respinto la richiesta di risarcimento per l'aumento di valore del bene, limitando il rimborso alle sole spese per i miglioramenti.
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Abuso del processo: sanzione per false dichiarazioni
Due fratelli appellano una sentenza che aveva dichiarato falso un testamento in loro favore e autentico quello a beneficio della nipote della defunta. Avevano falsamente dichiarato di essere figli legittimi della testatrice. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, confermando la falsità del documento e sanzionandoli per abuso del processo a causa della loro malafede e delle false dichiarazioni.
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Assegnazione casa familiare e fallimento: la decisione
La Corte d'Appello di Firenze ha rigettato l'istanza di sospensione di una sentenza, chiarendo i limiti di opponibilità dell'assegnazione casa familiare al fallimento della società proprietaria. La Corte ha stabilito che un provvedimento di assegnazione non trascritto prima della dichiarazione di fallimento ha un'opponibilità limitata nel tempo. È stato inoltre ritenuto non sufficientemente provato il pregiudizio grave e irreparabile, poiché gli appellanti disponevano di altri immobili idonei a soddisfare le loro esigenze abitative, anche in presenza di una figlia con disabilità.
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Vizio redibitorio: quando il difetto è occulto?
Un'azienda agricola acquista un impianto per la raccolta automatica delle uova che si rivela difettoso, poiché le galline depongono fuori dai nidi. La Corte di Cassazione ha confermato che si tratta di un vizio redibitorio, in quanto l'impianto era inidoneo allo scopo per cui era stato venduto. La Corte ha inoltre chiarito che il termine per la denuncia del difetto decorre dalla sua "effettiva scoperta", che in questo caso è avvenuta solo dopo una perizia tecnica, dato che il vizio non era palese.
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Negozio fiduciario: la prova in ambito successorio
In una complessa disputa ereditaria tra fratelli, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un erede che contestava la decisione dei giudici di merito. Il caso verteva su un'azione di riduzione per lesione di legittima e sulla qualificazione di alcune operazioni patrimoniali, tra cui la presunta esistenza di un negozio fiduciario relativo a quote di una società monegasca. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti e che le censure, in presenza di una "doppia conforme", devono evidenziare vizi logico-giuridici e non mere interpretazioni alternative delle prove. Il ricorrente non è riuscito a dimostrare l'esistenza del negozio fiduciario né a invalidare le valutazioni probatorie delle corti inferiori.
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Compenso CTU: calcolo con bene di valore zero
La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso per il consulente tecnico (CTU) nominato in un'esecuzione forzata si calcola sul valore del credito azionato, e non sul valore del bene pignorato. Questa regola si applica anche quando la perizia conclude che il bene ha un valore nullo, poiché la complessità dell'analisi svolta giustifica un compenso adeguato all'incarico e non al risultato della stima.
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Proprietà demaniale e usucapione: la Cassazione
Una società che gestiva una funicolare rivendicava la proprietà di un bar adiacente, sostenendo di averlo acquisito per usucapione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: una proprietà demaniale non può essere acquisita tramite usucapione. La decisione si basa anche sul concetto di "doppia conforme", che limita l'accesso al giudizio di legittimità quando due sentenze di merito sono concordi.
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Termine di decadenza equa riparazione: da quando decorre?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 545/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di equa riparazione per irragionevole durata del processo. Il caso riguarda una cittadina che, dopo aver ottenuto un indennizzo ma non il pagamento, ha dovuto avviare sia un'esecuzione forzata che un successivo giudizio di ottemperanza. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza di sei mesi per richiedere un nuovo indennizzo per la lentezza della fase esecutiva decorre dalla conclusione dell'ultimo rimedio esperito, e non dal primo, qualora quest'ultimo non abbia portato all'effettivo soddisfacimento del credito. Questa decisione rafforza la tutela del creditore contro l'inerzia della Pubblica Amministrazione.
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Compensazione spese legali: quando è illegittima?
Un avvocato ha ottenuto una vittoria in tribunale contro un istituto di credito per il pagamento del suo compenso professionale. Tuttavia, il giudice di primo grado aveva disposto una parziale compensazione delle spese legali motivandola con la "complessità della questione". La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la complessità non rientra tra le "gravi ed eccezionali ragioni" richieste dalla legge per giustificare la compensazione spese legali, riaffermando il principio secondo cui la parte vittoriosa ha diritto al rimborso integrale delle spese.
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Gratuito patrocinio: liquidazione separata delle spese
In un caso di gratuito patrocinio, la Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di un giudice di merito che aveva liquidato le spese legali di più fasi processuali con un unico importo. La Corte ha ribadito il principio secondo cui ogni fase (appello, cassazione, rinvio) richiede una liquidazione separata e distinta, per garantire trasparenza e la possibilità di verificare il rispetto delle tariffe. Il provvedimento è stato annullato anche per aver omesso la pronuncia sulle spese di un'intera fase del giudizio.
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Errata dichiarazione di contumacia: Cassazione annulla
Una disputa ereditaria tra due sorelle arriva in Cassazione a causa di un grave errore procedurale. La Corte di Appello aveva erroneamente dichiarato una delle parti contumace, omettendo di esaminare il suo appello incidentale. La Suprema Corte ha annullato la sentenza, stabilendo che l'errata dichiarazione di contumacia vizia la decisione quando, come in questo caso, provoca un concreto pregiudizio al diritto di difesa, e ha rinviato il caso per un nuovo giudizio.
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Provvigione mediatore: quando è dovuta dopo la scadenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che riconosceva la provvigione a un mediatore immobiliare per una vendita avvenuta un anno dopo la scadenza dell'incarico e a un prezzo dimezzato. La Suprema Corte ha ribadito che, per avere diritto al compenso, il mediatore deve provare un 'nesso di causalità adeguata' tra la sua attività e la conclusione dell'affare, non essendo sufficiente il semplice fatto di aver messo in contatto le parti inizialmente.
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