La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra azione di accertamento della proprietà e azione di rivendicazione. Il caso riguarda una disputa su terreni in cui i proprietari originari hanno citato in giudizio i vicini, i quali avevano frazionato e donato parte dei terreni ai propri figli, sostenendo di averli usucapiti. La Corte d'Appello aveva erroneamente qualificato l'azione come un semplice accertamento negativo, alleggerendo l'onere della prova. La Cassazione ha corretto questa interpretazione, stabilendo che, poiché gli attori non erano in possesso del bene e ne chiedevano il riconoscimento della proprietà erga omnes, si trattava di una vera e propria azione di rivendicazione, che impone la rigorosa 'probatio diabolica'. Di conseguenza, la sentenza d'appello è stata annullata con rinvio.
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