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Giurisprudenza Civile

Verificazione Scrittura: quando è valida la procedura?
Un'associazione sportiva ha citato in giudizio un club calcistico per un pagamento basato su una convenzione. Il club ha contestato l'autenticità della firma del proprio amministratore. I tribunali di merito, tramite una perizia calligrafica, hanno accertato la falsità della firma. L'associazione ha impugnato la decisione sostenendo un vizio procedurale: la verificazione scrittura sarebbe stata avviata tardivamente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la richiesta di verificazione è un'istanza istruttoria che rientra nella normale gestione del processo da parte del giudice, non un sub-procedimento da espletare necessariamente prima di ogni altra attività.
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Azione revocatoria e conferimento d’azienda in società
Un creditore ha utilizzato con successo l'azione revocatoria per rendere inefficace il trasferimento di un ramo d'azienda da parte di una società debitrice a un'altra entità di nuova costituzione, creata per pregiudicare le sue ragioni. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che il conferimento di beni in società è un atto dispositivo soggetto ad azione revocatoria. La Corte ha inoltre precisato che l'interpretazione della domanda giudiziale spetta al giudice di merito e ha respinto sia il ricorso principale delle società che quello incidentale del creditore relativo alle spese legali.
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Interessi moratori factoring: la Cassazione decide
Una banca, cessionaria di crediti derivanti da forniture sanitarie tramite contratti di factoring, ha richiesto a un'azienda sanitaria il pagamento degli interessi di mora per ritardato pagamento. L'azienda sanitaria si opponeva, sostenendo che l'operazione fosse di natura finanziaria e non commerciale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la disciplina sugli interessi moratori factoring (D.Lgs. 231/2002) si applica in base alla natura della transazione originaria (la fornitura), che rimane commerciale. La successiva cessione del credito non ne altera la natura e il cessionario acquisisce tutti i diritti accessori, inclusi gli interessi di mora.
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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge
La Corte di Cassazione dichiara illegittimo il contributo di solidarietà applicato da una Cassa di previdenza privata sulle pensioni, in assenza di una specifica norma di legge. Confermando le decisioni dei giudici di merito, la Corte ha stabilito che tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale soggetta a riserva di legge e ha ribadito che il diritto alla restituzione delle somme si prescrive in dieci anni, non in cinque.
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Decadenza CIGS: quando la comunicazione è tardiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che un lavoratore in Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) perde il diritto al trattamento se non comunica preventivamente all'Ente Previdenziale l'inizio di una nuova attività lavorativa. Nel caso di un pilota, il periodo di addestramento presso una nuova compagnia non è considerato 'periodo neutro' se fa parte di un contratto di lavoro finalizzato non solo al mantenimento del brevetto, ma a una nuova assunzione. La comunicazione inviata dopo l'inizio del contratto comporta la decadenza CIGS.
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Contributo solidarietà cassa: illegittimo senza legge
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando che l'imposizione di un contributo solidarietà cassa sulle pensioni è illegittima senza una specifica norma di legge. L'autonomia regolamentare dell'ente non è sufficiente, poiché tale contributo è una prestazione patrimoniale soggetta alla riserva di legge prevista dall'art. 23 della Costituzione.
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Contributo di solidarietà: illegittimo per le casse
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9553/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa previdenziale contro un suo iscritto. La Corte ha confermato che l'imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni da parte di un ente previdenziale privato è illegittima, poiché tale prelievo ha natura di prestazione patrimoniale imposta e rientra nella riserva di legge statale (art. 23 Cost.). L'autonomia regolamentare della cassa non può estendersi fino a introdurre trattenute di questo tipo. È stato inoltre confermato che il termine di prescrizione per la restituzione delle somme è decennale.
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Contributo solidarietà illegittimo per le Casse private
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza che aveva imposto un contributo di solidarietà sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha ribadito che, in assenza di una specifica norma di legge, gli enti previdenziali privatizzati non hanno l'autonomia per introdurre tale prelievo. La richiesta di restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni.
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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando l'illegittimità del contributo di solidarietà trattenuto sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha ribadito che tale prelievo, avendo natura di prestazione patrimoniale imposta, non può essere introdotto con un mero atto regolamentare dell'ente, ma necessita di una base legale specifica, in ossequio al principio costituzionale della riserva di legge. La sentenza ha inoltre confermato che il diritto alla restituzione delle somme indebitamente trattenute si prescrive in dieci anni.
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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza privata, confermando l'illegittimità del contributo di solidarietà trattenuto sulle pensioni. La Corte ha ribadito che, in assenza di una specifica norma di legge, le Casse non hanno il potere di imporre tali prelievi, che configurano una prestazione patrimoniale soggetta a riserva di legge. La prescrizione per la restituzione è decennale.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
Un ente pubblico di formazione aveva impugnato in Cassazione una sentenza d'Appello che riconosceva un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un suo dipendente. Durante il processo, l'ente ha rinunciato al ricorso a seguito di un accordo con il lavoratore. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e della sua accettazione, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia senza una decisione nel merito.
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Contributo di solidarietà: illegittimo senza legge
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza, confermando l'illegittimità del contributo di solidarietà applicato sulle pensioni. Tale prelievo, essendo una prestazione patrimoniale imposta, richiede una specifica norma di legge e non può essere introdotto in via regolamentare dall'ente, il cui potere autonomo è limitato ad altri aspetti gestionali. La prescrizione per il rimborso è decennale.
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Credito incapiente nel piano del consumatore: le regole
Un istituto di credito si è opposto all'omologazione di un piano del consumatore che prevedeva il pagamento parziale di un mutuo ipotecario. La Corte di Cassazione ha rigettato i motivi relativi alla durata del piano e al diritto di voto del creditore, ma ha accolto quello sul trattamento del credito incapiente. È stato stabilito che la parte del credito garantito che eccede il valore del bene ipotecato deve essere considerata come un credito chirografario e soddisfatta nella stessa misura degli altri crediti non privilegiati.
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Sospensione processo: no se la causa pregiudiziale è decisa
La Corte di Cassazione ha stabilito che non è obbligatoria la sospensione di un processo (causa pregiudicata) in attesa della decisione definitiva di un'altra causa collegata (causa pregiudiziale), se su quest'ultima è già stata emessa una sentenza, sebbene non ancora passata in giudicato. Nel caso specifico, una società chiedeva la sospensione di una causa per il pagamento di retribuzioni e TFR a un ex collaboratore, in attesa della decisione finale della Cassazione sulla natura subordinata del rapporto di lavoro. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non sospendere il procedimento, applicando il principio della sospensione facoltativa prevista dall'art. 337 c.p.c. e rigettando il ricorso dell'azienda.
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Onere di riproposizione: la Cassazione chiarisce
Un'erede si opponeva alla richiesta di restituzione di un indebito da parte di un Ente Previdenziale. Vittoriosa in primo grado, in appello le sue difese venivano considerate rinunciate. La Cassazione chiarisce l'onere di riproposizione, cassando la sentenza e affermando che la parte vittoriosa deve solo riproporre le domande assorbite, senza bisogno di un appello incidentale.
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Decreto ingiuntivo liquidazione patrimonio: la guida
La Corte di Cassazione ha stabilito che un decreto ingiuntivo, per essere valido ai fini dell'ammissione al passivo in una procedura di liquidazione del patrimonio, deve essere munito di esecutorietà prima dell'apertura della procedura stessa. In questo caso, una società creditrice si è vista respingere il ricorso con cui contestava la sua esclusione dallo stato passivo. La Corte ha chiarito che i principi rigorosi validi in ambito fallimentare si applicano anche alle procedure di sovraindebitamento, confermando il principio della cristallizzazione della situazione debitoria alla data di avvio della liquidazione.
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Contributo solidarietà: illegittimo se senza legge
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9547/2025, ha confermato l'illegittimità del contributo di solidarietà applicato da un ente previdenziale privato sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha stabilito che una simile trattenuta, qualificabile come prestazione patrimoniale imposta, non può essere introdotta autonomamente dalla Cassa ma richiede una specifica base legale, in ossequio al principio costituzionale della riserva di legge. Di conseguenza, il ricorso dell'ente è stato respinto e si è confermato il diritto del pensionato al rimborso delle somme, con un termine di prescrizione decennale.
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Deposito telematico errato: vale la data del primo invio?
La Cassazione stabilisce che il deposito telematico di un atto, anche se effettuato per errore in una cancelleria non pertinente ma appartenente allo stesso ufficio giudiziario, è da considerarsi tempestivo se avvenuto entro i termini. L'errore di registro non invalida la tempestività del deposito. La Corte ha accolto il ricorso dell'Ente Fiscale contro la decisione di un Tribunale che aveva dichiarato inammissibile un reclamo per tardività a causa di un deposito telematico errato.
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Comportamento doloso debitore: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due consumatori sovraindebitati contro la decisione del Tribunale di respingere il loro piano di ristrutturazione del debito. La decisione si fonda sul comportamento doloso del debitore, che aveva falsamente dichiarato di non avere altri finanziamenti in corso. La Corte ha stabilito che la valutazione del dolo è un accertamento di fatto insindacabile in sede di legittimità, confermando che la condotta fraudolenta del debitore preclude l'accesso alle tutele previste dalla legge sul sovraindebitamento.
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Vincolo a parcheggio: limiti e obblighi del costruttore
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari immobiliari che rivendicavano il diritto d'uso di un'area esterna a parcheggio. La Corte ha stabilito che il vincolo a parcheggio obbligatorio per le nuove costruzioni si applica esclusivamente alle aree specificamente indicate nel permesso di costruire e negli atti connessi. Avendo il costruttore già adibito a parcheggio un'area nel piano interrato sufficiente a soddisfare i requisiti di legge, non aveva ulteriori obblighi e, di conseguenza, non è responsabile per alcun risarcimento danni.
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