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Giurisprudenza Civile

Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di Cassazione
Un cittadino straniero ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro il rigetto della sua opposizione a un decreto di espulsione. L'appello si basava su presunti errori procedurali e sulla richiesta di una nuova valutazione del suo bisogno di protezione internazionale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che non è possibile sollevare nuove questioni per la prima volta in sede di legittimità e che la Corte non può riesaminare nel merito una richiesta di protezione che non era stata precedentemente contestata nelle sedi appropriate.
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Legittimazione passiva PA: chi risponde dei contributi?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7291/2024, ha stabilito che la Regione non ha legittimazione passiva PA nelle cause per il riconoscimento del servizio pre-ruolo ai fini del TFR, intentate da lavoratori assunti da un Comune nell'ambito di leggi sull'occupazione giovanile. Anche se la Regione finanziava il progetto e ha disposto il successivo utilizzo dei lavoratori, il datore di lavoro formale resta il Comune. Di conseguenza, la domanda contro la Regione è stata rigettata.
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Forma scritta subappalto: quando è obbligatoria?
Una società cooperativa si è vista negare il pagamento per servizi resi nell'ambito di un subappalto, poiché il contratto era privo della forma scritta. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7323/2024, ha confermato la decisione, stabilendo che l'obbligo di forma scritta subappalto, previsto per il contratto principale di appalto pubblico, si estende anche al contratto derivato a causa del 'collegamento negoziale' tra i due. L'effettiva esecuzione dei lavori non può sanare la nullità del contratto per vizio di forma.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide
Un medico specializzatosi nel 1986 si è visto negare in appello il diritto alla remunerazione perché il suo corso era iniziato prima del 1982. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 7313/2024, ha ribaltato la decisione. Citando il diritto europeo, ha stabilito che la remunerazione per i medici specializzandi è dovuta per il periodo di formazione successivo al 1° gennaio 1983, anche se il corso è iniziato in anni precedenti. La sentenza è stata cassata con rinvio per la rideterminazione del compenso.
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Prescrizione rivalutazione contributiva: la Cassazione
Un lavoratore si è visto negare la rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto in quanto prescritta. La Corte d'Appello aveva fissato l'inizio del termine di prescrizione alla data di pensionamento. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la prescrizione della rivalutazione contributiva decorre solo dal momento in cui il lavoratore acquisisce effettiva consapevolezza del danno, un fatto che deve essere accertato in concreto e non presunto.
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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile
Una società in liquidazione ha impugnato per revocazione una precedente ordinanza della Cassazione, lamentando un errore di fatto revocatorio. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'omesso esame di questioni processuali o la valutazione errata di documenti costituiscono errori di giudizio e non errori di fatto, non consentendo quindi la revocazione della sentenza.
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Prescrizione crediti INPS: stop alla sospensione
Un contribuente ha contestato un avviso di fermo amministrativo per contributi previdenziali non pagati, sostenendo che il credito fosse prescritto. La Corte d'Appello aveva respinto la sua richiesta, applicando una sospensione della prescrizione legata a una definizione agevolata. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che la sospensione della prescrizione crediti INPS non è applicabile se tali crediti sono esclusi dalla definizione agevolata stessa, accogliendo così il ricorso del contribuente.
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Dotazioni ecologiche e ambientali: chi paga le opere?
Una società fallita ha contestato l'obbligo di realizzare una cassa di espansione, sostenendo che fosse un'opera pubblica a carico della collettività. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno respinto il ricorso, qualificando l'opera come una 'dotazione ecologica e ambientale', ovvero una precondizione necessaria per la trasformazione urbanistica voluta dalla stessa società. Di conseguenza, il costo della sua realizzazione spetta al soggetto che attua l'intervento edilizio e non può essere scomputato dai contributi di costruzione.
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Vittima di tratta: la Cassazione tutela le donne
Una cittadina nigeriana, riconosciuta come vittima di tratta, si è vista negare lo status di rifugiato da un tribunale territoriale. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la valutazione del rischio non può limitarsi al solo pericolo di re-trafficking. I giudici devono considerare anche i rischi più ampi di persecuzione, discriminazione e violenza di genere che una vittima di tratta affronterebbe nel suo Paese d'origine, sulla base di un'analisi completa e aggiornata del contesto sociale e culturale.
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Prescrizione amianto: quando inizia a decorrere?
Un lavoratore si è visto negare i benefici per l'esposizione ad amianto a causa della prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7322/2024, ha confermato che il termine di prescrizione amianto decorre dal momento della presentazione della domanda di accertamento all'INAIL. Tale atto dimostra la piena consapevolezza del lavoratore, rendendo irrilevante l'esito, anche negativo, della richiesta stessa ai fini del decorso del tempo per agire verso l'INPS.
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Inammissibilità appello: quando è errata la pronuncia
Un lavoratore si vede dichiarare l'inammissibilità del proprio appello per il riconoscimento di benefici contributivi legati all'esposizione ad amianto. La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 7300/2024, ha cassato tale decisione, stabilendo che la critica mossa dal lavoratore alle conclusioni illogiche del CTU era sufficientemente specifica. La Corte ha chiarito che l'inammissibilità dell'appello non può essere dichiarata se le censure sono pertinenti e puntuali, anche se non formalizzate come un "progetto alternativo" di sentenza. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una valutazione nel merito.
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Decreto di espulsione: la prova dell’integrazione
Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione sostenendo un lungo soggiorno in Europa e legami familiari. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, evidenziando che le affermazioni erano generiche e prive di prove concrete sull'effettivo inserimento sociale e lavorativo in Italia. La sentenza sottolinea che la semplice permanenza nel territorio non è sufficiente per opporsi a un provvedimento di espulsione.
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Responsabilità della banca: l’invito a disinvestire
La Corte di Cassazione analizza un caso di investimenti non autorizzati e con firme false effettuati da un direttore di filiale. La Corte ha stabilito che la responsabilità della banca per i danni non può essere ridotta attribuendo un concorso di colpa ai clienti solo perché non hanno seguito un generico invito a disinvestire, soprattutto se tale invito è pervenuto durante la causa. Il provvedimento chiarisce i limiti del dovere del danneggiato di mitigare il danno.
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Prescrizione rivalutazione contributiva: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7279/2024, ha stabilito un principio fondamentale in tema di prescrizione della rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto. Un lavoratore si è visto negare il beneficio dalla Corte d'Appello, la quale aveva fissato l'inizio del termine decennale di prescrizione alla data del pensionamento. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, affermando che il termine non decorre automaticamente dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore ha avuto effettiva conoscenza o poteva avere conoscenza del suo diritto. La sola data di pensionamento non è un elemento sufficiente a dimostrare tale consapevolezza.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione decide
Un medico che ha iniziato la specializzazione nel 1981 ha citato in giudizio lo Stato per il mancato pagamento della retribuzione. La Corte di Cassazione, seguendo la giurisprudenza europea, ha confermato il suo diritto a ricevere un compenso per il periodo di formazione successivo al 1° gennaio 1983. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sulla remunerazione medici specializzandi, stabilendo che la data di inizio del corso non è preclusiva se la formazione è proseguita dopo la scadenza del termine di recepimento delle direttive UE.
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Giudicato interno: appello incidentale è obbligatorio
La Corte di Cassazione chiarisce che la parte vittoriosa nel merito in primo grado, ma soccombente su una questione preliminare come la giurisdizione, ha l'onere di proporre appello incidentale. In mancanza, si forma il giudicato interno su quella specifica questione, rendendo inammissibile ogni successiva contestazione. Nel caso di specie, un ente previdenziale non ha impugnato la decisione sulla giurisdizione, perdendo così il diritto di discuterla in appello e in Cassazione.
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Interventore ad adiuvandum: quando può impugnare?
Una società immobiliare, intervenuta in un giudizio d'appello a sostegno di un'altra società proprietaria di un'area inquinata, ha proposto ricorso in Cassazione. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile per carenza di legittimazione attiva. La decisione si fonda sul principio che l'interventore ad adiuvandum, avendo una posizione processuale dipendente e non autonoma, non può impugnare la sentenza se la parte principale che sosteneva ha scelto di non farlo. Questo caso ribadisce i limiti stringenti del diritto di impugnazione per chi interviene in un processo a supporto di altri.
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Controlli difensivi: licenziamento per accessi abusivi
Un dipendente di un ente previdenziale viene licenziato per aver effettuato migliaia di accessi non autorizzati alla banca dati istituzionale. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, chiarendo la natura e l'ammissibilità dei controlli difensivi posti a tutela della privacy di terzi, distinguendoli da quelli mirati alla sola prestazione lavorativa.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
Un cittadino straniero impugna un decreto di espulsione. Il Giudice di Pace dichiara il ricorso inammissibile con una spiegazione incomprensibile. La Corte di Cassazione ha annullato tale provvedimento per "motivazione apparente", stabilendo che il ragionamento del giudice deve essere sempre chiaro e percepibile. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se generico
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ente previdenziale contro la sentenza che aveva accordato il ricalcolo della pensione a un ex lavoratore. Il motivo principale della decisione risiede nel difetto di specificità del ricorso: l'ente non ha fornito alla Corte gli elementi necessari per valutare le proprie censure, come la trascrizione di atti essenziali o conteggi alternativi. La sentenza di merito, che aveva stabilito la priorità della contribuzione effettiva su quella figurativa nel calcolo, viene quindi confermata indirettamente.
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