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Giurisprudenza Civile

Servitù padre di famiglia: i requisiti essenziali
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che negava la costituzione di una servitù del padre di famiglia su una strada di accesso. La Corte ha stabilito che mancava il requisito fondamentale dell'appartenenza dei fondi (servente e dominante) a un unico proprietario al momento della loro separazione. L'utilizzo della strada da parte dei vicini non derivava da un diritto di servitù, ma dal loro status di comproprietari della strada stessa, escludendo così l'applicazione dell'art. 1062 c.c.
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Legittimazione attiva lavoratore: TFR e fondi pensione
In caso di fallimento del datore di lavoro, la Corte di Cassazione stabilisce che la regola generale riconosce la legittimazione attiva lavoratore per richiedere l'insinuazione al passivo delle quote di TFR non versate al fondo di previdenza complementare. Il trasferimento del TFR si configura di norma come una delegazione di pagamento, che si scioglie con il fallimento, restituendo la titolarità del credito al lavoratore. Sarà onere del curatore fallimentare dimostrare che le parti abbiano invece pattuito una vera e propria cessione del credito a favore del fondo pensione.
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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione
La richiesta di un lavoratore per differenze retributive è stata respinta sia in primo grado che in appello per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso finale inammissibile applicando il principio della "doppia conforme", poiché le due decisioni di merito si basavano sulla stessa valutazione dei fatti.
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Sdemanializzazione opere: lo Stato acquisisce tutto
Un privato, successore di un concessionario di un'area demaniale marittima, ha rivendicato la proprietà di alcuni manufatti dopo la sdemanializzazione dell'area. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la sdemanializzazione delle opere demaniali, al pari di altre cause di cessazione della concessione, comporta l'acquisizione automatica e gratuita dei beni non amovibili da parte dello Stato, in applicazione dell'art. 49 del Codice della Navigazione.
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Spese processuali contumace: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7179/2024, si è pronunciata su un caso originato da una controversia immobiliare. La Corte ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso relativo a una presunta evizione parziale, ma ha accolto quello sulle spese processuali. È stato stabilito che non si possono liquidare le spese legali in favore della parte vittoriosa che è rimasta contumace (cioè non si è costituita in giudizio), poiché il rimborso è finalizzato a compensare costi effettivamente sostenuti per la difesa, cosa che non avviene in caso di mancata partecipazione al processo.
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Inammissibilità del ricorso per motivi di fatto
Una società di gestione di una stazione di servizio ha citato in giudizio la compagnia petrolifera fornitrice per ottenere il pagamento di somme dovute in base ad accordi di settore. I tribunali di primo e secondo grado hanno dato ragione alla società di gestione. La compagnia petrolifera ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un'errata valutazione di presunte lettere di rinuncia e la mancata prova di un presunto sovrapprezzo applicato dal gestore. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso, stabilendo che i motivi presentati non riguardavano errori di diritto, ma contestazioni sull'accertamento dei fatti, che non possono essere riesaminate in sede di legittimità.
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Integrazione del contraddittorio: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in una causa relativa a una servitù di passaggio. La decisione si fonda sulla mancata integrazione del contraddittorio da parte dei ricorrenti, i quali non hanno notificato l'atto a una delle parti necessarie nel termine perentorio assegnato dalla Corte stessa. Questo vizio procedurale ha impedito l'esame del merito della controversia, confermando l'importanza del rispetto delle regole processuali.
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Incapacità a testimoniare della madre: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7171/2024, ha stabilito che la madre non è affetta da incapacità a testimoniare nella causa promossa dalla figlia maggiorenne contro il padre biologico per il risarcimento dei danni derivanti dal tardivo riconoscimento. La Corte ha chiarito che l'interesse della madre è solo di fatto e non giuridico, non potendo essere chiamata a rispondere in solido per la violazione di obblighi che, nel caso specifico, erano contestati solo al padre. Di conseguenza, è stata cassata la sentenza d'appello che aveva escluso la testimonianza della madre, con rinvio per un nuovo esame del merito.
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Trasferimento d’azienda: continuità e diritti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7177/2024, ha stabilito che in caso di trasferimento d'azienda, anche da un'impresa in fallimento, il rapporto di lavoro prosegue con la nuova società senza soluzione di continuità. Di conseguenza, la lavoratrice che aveva richiesto l'ammissione al passivo fallimentare per crediti da lavoro, inclusa l'indennità di preavviso, ha visto il suo ricorso respinto. La Corte ha chiarito che, se un accordo sindacale prevede la continuità del rapporto, non si verifica alcuna cessazione e, pertanto, non sorge il diritto a tale indennità nei confronti della società cedente.
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Notifica art 140 cpc: annullata multa per vizio
La Corte di Cassazione ha annullato una sanzione pecuniaria di oltre 25.000 euro per omessa dichiarazione di spese elettorali. La decisione si fonda su un vizio insanabile nella notifica art 140 cpc della diffida iniziale. La Corte ha stabilito che la mancata attestazione, nella relazione di notifica del pubblico ufficiale, dell'invio della raccomandata informativa al destinatario rende nulla la notifica stessa, senza possibilità di prova contraria o presuntiva.
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Riduzione ipoteca: quando è negata al non proprietario
Una società chiede la riduzione ipoteca su immobili ricevuti in permuta ma non ancora completati. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Poiché la proprietà non era stata trasferita a causa del mancato completamento dei lavori, la società non aveva il diritto di ottenere la riduzione, nonostante il suo interesse ad agire.
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Protezione speciale per integrazione familiare
Un cittadino straniero si è visto negare la protezione speciale nonostante avesse avuto una figlia in Italia e avesse intrapreso un percorso di integrazione lavorativa e sociale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7167/2024, ha annullato la decisione del Tribunale, stabilendo che la valutazione per la protezione speciale non deve essere frammentaria ('atomistica'), ma deve considerare in modo complessivo tutti gli elementi di integrazione, in particolare i legami familiari, che hanno un rilievo autonomo e fondamentale. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Spese straordinarie figli: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7169/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di spese straordinarie per i figli di genitori separati. Il caso riguardava la richiesta di rimborso da parte di una madre per le ingenti spese universitarie e altre sostenute per il figlio. La Corte d'Appello le aveva negate, ritenendole prevedibili dato l'alto status socio-culturale dei genitori. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, chiarendo che la prevedibilità di una spesa va valutata al momento in cui l'assegno di mantenimento è stato originariamente determinato (nel caso di specie, molti anni prima), e non in un momento successivo. Pertanto, costi significativi e non ipotizzabili all'epoca, come l'iscrizione a un'università privata fuori sede, costituiscono spese straordinarie da ripartire tra i genitori.
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Regolamento di confini: stato dei luoghi vs catasto
In una causa di regolamento di confini, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una proprietaria, confermando la decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva correttamente determinato il confine basandosi sullo stato di fatto dei luoghi (un muro di contenimento) e sull'usucapione di una porzione di terreno, anziché sui dati catastali, ritenuti residuali e imprecisi. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso che chiedeva un riesame dei fatti e ha ritenuto infondata la censura sulla tardività dell'eccezione di usucapione, confermando che in un'azione di regolamento di confini, lo stato reale e il possesso consolidato prevalgono sulle mappe.
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Estinzione del giudizio: la rottamazione quater
Una società di riscossione ricorreva in Cassazione contro la parziale ammissione di un suo credito nel passivo di un fallimento. Durante il processo, la società fallita aderiva alla "rottamazione quater", una definizione agevolata dei debiti. Di conseguenza, entrambe le parti chiedevano di chiudere la causa. La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando come l'adesione a tali procedure risolva le liti pendenti.
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Giudicato esterno: come annulla una sentenza di merito
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a una presunta servitù di passaggio, annullando la decisione di merito a causa di un giudicato esterno formatosi successivamente. Un'impresa aveva citato in giudizio due privati per ottenere il rispetto di una servitù e il risarcimento danni. Mentre il giudizio era pendente in Cassazione, un'altra sentenza relativa alla stessa servitù, ma tra l'impresa e la dante causa dei privati, è divenuta definitiva, negando l'esistenza della servitù stessa. La Suprema Corte ha affermato che il giudicato esterno è rilevabile d'ufficio e prevale, portando a dichiarare inammissibile la domanda originaria per evitare giudicati contrastanti.
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Usucapione bene pubblico: la Cassazione decide
Una società agricola ha perso una porzione di terreno a seguito di una domanda di usucapione da parte di una cooperativa. In Cassazione, la società ha sostenuto l'impossibilità dell'usucapione bene pubblico, in quanto il terreno apparteneva al patrimonio indisponibile di un ente. La Corte ha rigettato il ricorso, non perché l'usucapione sia sempre possibile, ma perché la questione della natura indisponibile del bene, richiedendo un accertamento di fatto, non era stata sollevata tempestivamente nei precedenti gradi di giudizio, risultando quindi inammissibile.
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Ampliamento servitù: domanda inammissibile in appello
Una proprietaria terriera citava in giudizio i vicini per aver allargato una strada interpoderale a danno della sua proprietà. I convenuti chiedevano in via riconvenzionale la costituzione di una servitù coattiva, domanda respinta in primo grado perché il loro fondo non era intercluso. In appello, modificavano la domanda chiedendo un ampliamento servitù. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha dichiarato inammissibile il ricorso, stabilendo che la modifica della domanda in appello, basata su presupposti di fatto e di diritto diversi, non è consentita.
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Retratto agrario: la prova e il litisconsorzio
Un caso di retratto agrario giunge in Cassazione. La Corte d'Appello aveva negato il diritto per insufficienza di prova sulla mancata vendita di fondi nel biennio precedente. La Suprema Corte, tuttavia, non decide nel merito ma emette un'ordinanza interlocutoria, rilevando un vizio di procedura: la mancata notifica del ricorso a tutte le parti necessarie (litisconsorzio necessario). Di conseguenza, ordina la rinnovazione della notifica per garantire l'integrità del contraddittorio prima di procedere all'esame del caso.
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Ineleggibilità avvocati: poteri commissione elettorale
Un'ordinanza interlocutoria delle Sezioni Unite della Cassazione affronta il tema dell'ineleggibilità degli avvocati nelle elezioni forensi. Il caso riguarda la decisione di una commissione elettorale di dichiarare ineleggibili alcuni candidati dopo la conclusione delle votazioni. Il Consiglio Nazionale Forense aveva annullato tale delibera. La Cassazione, riconoscendo la particolare rilevanza della questione sui poteri della commissione elettorale post-voto, ha rigettato le istanze di sospensione e ha rinviato la causa a una pubblica udienza per la decisione nel merito.
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