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Giurisprudenza Civile

Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?

La Corte di Cassazione dichiara estinto un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei debitori. Poiché la società creditrice non ha accettato la rinuncia, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese legali. La decisione chiarisce che l’estinzione del procedimento esclude l’applicazione del raddoppio del contributo unificato.

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Giurisdizione nomina dirigenti: quando decide il G.O.

In un caso riguardante la nomina del Direttore Generale di un ente pubblico economico, le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario del lavoro. La decisione si fonda sulla natura non concorsuale della procedura di selezione, assimilabile a una scelta di carattere imprenditoriale e privatistico, e sull’assenza di un atto di macro-organizzazione, confermando un importante principio sulla giurisdizione nomina dirigenti.

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Estinzione giudizio Cassazione: accordo tra le parti

Una controversia tra un ente ecclesiastico e un comune, giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, si è conclusa con una rinuncia congiunta al ricorso a seguito di un nuovo accordo. La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio di Cassazione, chiarendo che in questi casi non si applica il raddoppio del contributo unificato, in quanto misura sanzionatoria di stretta interpretazione limitata ai soli casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

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Responsabilità precontrattuale e contratto nullo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’impresa affiliata che, dopo la dichiarazione di nullità del contratto di franchising orale, tentava di far valere la responsabilità precontrattuale del franchisor. La Corte ha stabilito che la domanda, incentrata in origine sulla risoluzione per inadempimento, non poteva essere reinterpretata in sede di legittimità come una richiesta di risarcimento per comportamento scorretto durante le trattative, trattandosi di una questione nuova.

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Impugnazione delibera condominiale: nullità vs vizio

Un condòmino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera di approvazione del bilancio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che i vizi lamentati, come l’irregolare convocazione, configurano una mera annullabilità e non una nullità. Nell’ambito dell’opposizione a decreto ingiuntivo, l’annullabilità deve essere eccepita tramite un’apposita domanda riconvenzionale entro un termine perentorio. La corretta qualificazione del vizio è quindi cruciale per una efficace impugnazione delibera condominiale.

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Cessione passività bancarie: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito subentrato nelle passività di una banca in liquidazione. La questione verteva sulla successione in un contenzioso relativo a conti correnti. La Corte ha stabilito che il ricorso era inammissibile perché non contestava adeguatamente la ‘ratio decidendi’ della Corte d’Appello, la quale aveva accertato in fatto che i rapporti non erano estinti né ‘in sofferenza’ al momento della cessione. Questa ordinanza sottolinea l’importanza di centrare l’impugnazione sui fondamenti della decisione precedente per evitare una declaratoria di inammissibilità.

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Indennità ferie non godute: spetta anche per colpa?

Una dirigente pubblica, il cui incarico è stato revocato per “lesione del vincolo fiduciario”, si è vista negare in appello il pagamento delle ferie non godute. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’indennità ferie non godute spetta anche in caso di cessazione del rapporto per colpa del lavoratore. Il diritto alla monetizzazione viene meno solo se il datore di lavoro dimostra di aver formalmente invitato il dipendente a fruire delle ferie, avvisandolo della loro possibile perdita.

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Responsabilità PA dipendente: quando lo Stato risponde?

La Corte di Cassazione esclude la responsabilità PA dipendente nel caso di un duplice omicidio seguito da suicidio commesso da un agente. Si è ritenuto che l’atto fosse uno sviluppo anomalo e imprevedibile delle sue funzioni, interrompendo così il nesso di occasionalità necessaria con il servizio.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a carico di una società di trasporti. La decisione è scaturita dalla mancata richiesta di decisione sul ricorso entro il termine di quaranta giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, come previsto dalla procedura civile. Tale inerzia è stata interpretata come una rinuncia al ricorso, comportando la chiusura del caso e la condanna della società al pagamento delle spese legali.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre? Analisi

Il Tribunale di Venezia ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale di una società già in liquidazione volontaria. La decisione si basa sulla valutazione dello stato di insolvenza, che per un’impresa in liquidazione consiste nell’incapacità del patrimonio di soddisfare integralmente tutti i creditori. Il Tribunale ha ritenuto irrilevante la postergazione dei crediti dei soci e ha considerato l’incertezza sul valore reale degli attivi e il lungo tempo trascorso dall’inizio della liquidazione come prove sufficienti dell’insolvenza, aprendo così la procedura concorsuale.

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Reclamo inammissibile se la procedura è conclusa

Un soggetto ha presentato reclamo contro la vendita di un immobile in una procedura di liquidazione, lamentando irregolarità insanabili. Il Tribunale ha dichiarato il reclamo inammissibile, non perché tardivo, ma perché la procedura di liquidazione si era già conclusa con il trasferimento notarile della proprietà all’acquirente. La decisione stabilisce che, una volta esauriti gli effetti della procedura, ogni contestazione deve essere sollevata in un separato giudizio ordinario.

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Contributo solidarietà: illegittimo senza legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto sulle pensioni senza una specifica base legislativa. La Corte ha ribadito che tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale riservata alla legge dalla Costituzione e non può essere introdotta da regolamenti interni dell’ente. È stato inoltre confermato il termine di prescrizione di dieci anni per la restituzione delle somme indebitamente trattenute.

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Contratto autonomo di garanzia: nullità opponibile

La Corte di Cassazione respinge il ricorso di una società di gestione crediti, confermando che nel contratto autonomo di garanzia il garante può sempre opporre la nullità del contratto principale se deriva dalla violazione di norme imperative, come l’illegittimo esercizio dello ‘ius variandi’ da parte della banca. Viene inoltre ribadito che l’accertamento del credito in sede fallimentare contro il debitore principale non è vincolante per il garante.

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Onere della prova: chi deve produrre il contratto?

Una società ha citato in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente pagate. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, attribuendo al cliente l’onere della prova tramite la produzione del contratto e di tutti gli estratti conto. La Corte di Cassazione ha cassato questa decisione, chiarendo che l’onere della prova può ricadere sulla banca, specialmente se il cliente non è in grado di produrre il contratto perché mai ricevuto o perché inesistente in forma scritta.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in una controversia di lavoro. La decisione è motivata dalla mancata richiesta di una decisione sul ricorso da parte della ricorrente entro quaranta giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, integrando una rinuncia tacita all’impugnazione.

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Prescrizione debiti ereditari: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione affronta il tema della prescrizione debiti ereditari, chiarendo due punti fondamentali. Primo, la richiesta di rigetto di una domanda di accertamento negativo del credito interrompe la prescrizione. Secondo, in caso di debiti ereditari, che sono obbligazioni parziarie, l’effetto interruttivo non si estende ai coeredi che non hanno partecipato al giudizio. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente esteso l’interruzione a tutti gli eredi.

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Estinzione giudizio Cassazione: il caso della rinuncia

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte di una lavoratrice del settore scolastico. La decisione è intervenuta dopo che la ricorrente, a fronte di una proposta di definizione del giudizio, ha formalmente depositato un atto di rinuncia. Di conseguenza, è stata condannata al pagamento delle spese processuali. Questo caso evidenzia il meccanismo di estinzione del giudizio di Cassazione per rinuncia.

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Revocazione sentenza Cassazione: i limiti di ammissibilità

Una società ha tentato di ottenere la revocazione di un’ordinanza della Corte di Cassazione presentando un nuovo documento ritenuto decisivo. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la revocazione di una sentenza della Cassazione è un rimedio non esperibile contro le decisioni che rigettano un ricorso senza decidere la causa nel merito. La decisione riafferma il principio di stabilità dei giudicati.

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Insegnante pubblico impiego: obbligo autorizzazione

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare a carico di una docente per aver ricoperto per anni cariche amministrative in enti non profit senza la prescritta autorizzazione. La sentenza sottolinea che per un insegnante pubblico impiego l’obbligo di autorizzazione preventiva sussiste anche per incarichi gratuiti, al fine di tutelare il principio di esclusività del rapporto di lavoro e prevenire conflitti di interesse.

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Giurisdizione contenzioso climatico: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario italiano nelle cause intentate da associazioni ambientaliste e cittadini contro una grande compagnia energetica per i danni derivanti dal cambiamento climatico. La decisione chiarisce che tali azioni, basate sulla lesione di diritti fondamentali, rientrano nella competenza dei tribunali civili e non costituiscono un’indebita ingerenza nella sfera politica. Per la giurisdizione sul contenzioso climatico, è stato ritenuto determinante il luogo in cui si manifesta il danno, ovvero il territorio italiano dove risiedono i ricorrenti.

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