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Giurisprudenza Civile

Contribuzione figurativa mobilità: la Cassazione
Un lavoratore ha contestato il metodo di calcolo della sua pensione, in particolare per la contribuzione figurativa mobilità. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che il calcolo deve basarsi sulla retribuzione effettiva percepita per l'integrazione salariale, come previsto dalla Legge n. 223/1991, e non su un parametro differente. La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro, fornendo certezza sulla corretta determinazione dei contributi in periodi di mobilità.
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Integrazione al minimo pensione internazionale: le regole
La Corte di Cassazione affronta il caso di un pensionato titolare di una pensione italiana e di una belga, dibattendo se l'integrazione al minimo pensione internazionale sia dovuta. L'ente previdenziale nega il diritto, considerando le due prestazioni come un'unica entrata. La Corte, riconoscendo la complessità della questione e l'impatto della normativa europea, non decide nel merito ma rinvia la causa a una pubblica udienza per una discussione approfondita, data la rilevanza della questione per la corretta interpretazione delle norme.
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Assegno nucleo familiare: prova del reddito essenziale
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha rigettato il ricorso di un lavoratore straniero per il riconoscimento dell'assegno nucleo familiare. La decisione si fonda sulla mancata prova del requisito reddituale dell'intero nucleo, inclusi i familiari residenti all'estero. La Corte ha chiarito che la dimostrazione del reddito complessivo non è una mera condizione per l'erogazione, ma un elemento costitutivo del diritto stesso, il cui onere probatorio grava interamente sul richiedente.
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Pensione di anzianità: no se il lavoro continua
La Corte di Cassazione nega il diritto alla pensione di anzianità a una lavoratrice che, dopo le dimissioni, è stata immediatamente riassunta dallo stesso datore di lavoro con un contratto part-time. La Corte ha ritenuto tale operazione una cessazione simulata del rapporto di lavoro, confermando l'annullamento della pensione da parte dell'ente previdenziale e la richiesta di restituzione delle somme percepite, data la provata mala fede della ricorrente.
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Pensione anticipata: valgono i contributi figurativi?
Una lavoratrice si è vista negare la pensione anticipata perché i suoi contributi figurativi non erano stati conteggiati. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per la pensione anticipata basata solo sull'anzianità contributiva (art. 24, co. 10, L. 214/2011), anche i contributi figurativi sono validi, a differenza di altri percorsi pensionistici che richiedono contributi 'effettivi'. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Contratto a progetto e novum in appello: la Cassazione
Una lavoratrice con contratti di collaborazione ha richiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato. La sua richiesta è stata respinta in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ritenendo inammissibile il motivo relativo alla nullità del contratto a progetto per mancanza del progetto stesso, in quanto sollevato per la prima volta in appello (c.d. 'novum'). La Corte ha sottolineato l'importanza del principio di autosufficienza del ricorso, che impone di formulare tutte le domande e le relative motivazioni fin dal primo atto del processo.
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Inquadramento superiore: quando è legittimo il diniego
Un dipendente pubblico ha citato in giudizio il suo datore di lavoro, un'azienda sanitaria, per ottenere differenze retributive, sostenendo di aver svolto mansioni corrispondenti a un inquadramento superiore. La Corte d'Appello ha respinto la sua richiesta, ritenendo che le mansioni di livello superiore non fossero prevalenti. La Corte di Cassazione ha confermato tale decisione, sottolineando che non è possibile richiedere in sede di legittimità una nuova valutazione dei fatti e che il giudice di merito aveva correttamente applicato i criteri legali per la valutazione delle mansioni. Il ricorso del dipendente è stato quindi definitivamente respinto.
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Incentivo di progettazione: quando spetta? Il caso
Una Pubblica Amministrazione ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza che riconosceva agli eredi di un dipendente il diritto a un incentivo di progettazione per lavori di manutenzione ordinaria. La Corte d'Appello aveva confermato tale diritto, evidenziando che i lavori erano stati preceduti da una completa fase di progettazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione sull'esistenza di un'attività di progettazione costituisce un accertamento di fatto, di competenza esclusiva del giudice di merito e non riesaminabile in sede di legittimità. Il ricorso è stato quindi considerato un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della questione.
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Pensionamento anticipato editoria: no mobilità
Un lavoratore del settore editoriale ha richiesto il pensionamento anticipato, cercando di includere nel calcolo dei contributi anche quelli figurativi derivanti dal periodo di mobilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale per il pensionamento anticipato editoria: ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, sono validi solo i contributi maturati durante il periodo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), escludendo quelli successivi del periodo di mobilità. La decisione si basa su una stretta interpretazione della normativa speciale di settore.
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Correzione errore materiale: no se c’è rinvio
Un cittadino, dopo aver vinto un ricorso in Cassazione con rinvio, ha chiesto una correzione di errore materiale sostenendo che l'ordinanza non avesse liquidato le spese a suo favore. La Suprema Corte ha rigettato l'istanza, chiarendo che non si trattava di un errore. In caso di cassazione con rinvio, spetta infatti al giudice del rinvio decidere sulle spese di tutti i gradi del giudizio, sulla base dell'esito finale dell'intera causa. Pertanto, l'omessa liquidazione delle spese nell'ordinanza di Cassazione non costituisce un errore materiale da correggere.
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Occupazione sine titulo: quando cessa il diritto?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti temporali di un provvedimento presidenziale in una causa di separazione. Un precedente giudicato che riconosceva il diritto di una ex coniuge di abitare l'immobile di proprietà dell'altro non impedisce un'azione per occupazione sine titulo per il periodo successivo alla sentenza di separazione definitiva. Con la sentenza finale, che nega l'assegnazione della casa, il titolo provvisorio viene meno e la permanenza nell'immobile diventa illegittima, generando l'obbligo di risarcimento del danno.
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Assegno nucleo familiare: prova del reddito è onere
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un lavoratore che richiedeva l'assegno nucleo familiare per il periodo in cui era cittadino extracomunitario. La Corte ha stabilito che la prova del reddito complessivo del nucleo familiare è un requisito costitutivo essenziale per ottenere il beneficio, e non un mero fattore di calcolo. L'onere di fornire tale prova spetta al richiedente, indipendentemente dalla sua nazionalità, escludendo qualsiasi discriminazione.
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Agibilità immobile locato: obblighi del locatore
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società conduttrice che aveva sospeso il pagamento dei canoni per la mancata consegna del certificato di agibilità. Secondo la Corte, in assenza di patti contrari o vizi strutturali dell'immobile, l'onere di ottenere i titoli amministrativi per l'esercizio dell'attività commerciale ricade sul conduttore, rendendo ingiustificata l'interruzione dei pagamenti.
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Pensione e lavoro in nero: quando si restituisce
La Cassazione conferma il diritto dell'INPS a richiedere la restituzione della pensione di anzianità a chi svolge un'attività di lavoro in nero. La mancata comunicazione dello stato occupazionale, anche se irregolare, legittima la ripetizione dell'indebito e l'annullamento dei contributi fittizi. Questo caso chiarisce l'obbligo di trasparenza del pensionato e le conseguenze della sua omissione in tema di pensione e lavoro in nero.
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Onere della prova contributi: chi deve dimostrarli?
Un lavoratore ha richiesto un ricalcolo della pensione per contributi non versati. La Cassazione ha stabilito che l'onere della prova contributi spetta sempre al lavoratore, anche se l'ente previdenziale non si costituisce in giudizio. La domanda è stata respinta nel merito ma accolta solo sulla questione delle spese legali.
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Contratto di agenzia: quando è stabile e continuo?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un'azienda calzaturiera, confermando la decisione della Corte d'Appello che aveva riqualificato il rapporto con i suoi intermediari da procacciamento d'affari a contratto di agenzia. La sentenza sottolinea che la stabilità e la continuità del rapporto, desumibili da elementi di fatto come la durata pluriennale, la cadenza mensile delle fatture e l'iscrizione all'ente previdenziale di categoria, sono decisive per la qualificazione del contratto, al di là del nome formale dato dalle parti.
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Notificazione ricorso fallimento: la Cassazione decide
Una società, parte in un processo, viene dichiarata fallita dopo la sentenza d'appello. Il successivo ricorso per cassazione viene notificato erroneamente alla società e non al curatore. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, chiarisce che tale errore causa una nullità sanabile. Viene quindi disposta la rinnovazione della notificazione ricorso fallimento direttamente al curatore, stabilendo un principio fondamentale sulla corretta instaurazione del contraddittorio in caso di fallimento sopravvenuto.
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Recesso in prova e pensione: la Cassazione decide
Un lavoratore si è visto negare la pensione anticipata per lavoratori precoci dopo essere stato licenziato per mancato superamento del periodo di prova. La Corte d'Appello aveva stabilito che il recesso in prova non equivale a un licenziamento ai fini del beneficio pensionistico. La Corte di Cassazione, riconoscendo l'importanza della questione per l'uniforme interpretazione della legge, ha emesso un'ordinanza interlocutoria, rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora pronunciarsi nel merito.
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Impugnazione delibera: quando il ricorso è inammissibile
Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti dell'impugnazione delibera condominiale. Il caso riguarda una condomina che, dopo aver ottenuto l'annullamento di una delibera per l'errata applicazione delle tabelle millesimali, ha ricorso in Cassazione per ottenerne la dichiarazione di nullità, sollevando nuove questioni. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per due motivi principali: la carenza di interesse ad agire, poiché l'annullamento già soddisfaceva la sua pretesa, e il divieto di introdurre nuove censure (ius novorum) in sede di legittimità.
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Interpretazione contratto: l’acquisto ‘a corpo’ vale
Un acquirente cita in giudizio i vicini per un corridoio, sostenendo che faccia parte del suo appartamento. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che l'acquisto 'nello stato di fatto' e la consapevolezza dell'acquirente di una precedente cessione del corridoio stesso sono decisivi. Il caso sottolinea l'importanza della corretta interpretazione del contratto di compravendita.
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