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Giurisprudenza Civile

Anzianità di servizio: la Cassazione sul blocco 2013

Una docente ha richiesto la corretta ricostruzione di carriera includendo il servizio prestato all’estero. Le corti di merito avevano applicato il blocco stipendiale per gli anni 2010-2013, riducendo l’anzianità riconosciuta. La Corte di Cassazione ha stabilito che il blocco sull’anzianità di servizio per l’anno 2013 ha solo effetti economici e non giuridici. Gli anni 2011 e 2012 erano già stati recuperati tramite contrattazione collettiva. La sentenza d’appello è stata quindi annullata con rinvio.

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Vendita aliud pro alio: onere della prova e risoluzione

Un acquirente compra un’auto usata che si rivela impossibile da immatricolare per gravi difformità (motore e telaio non originali). La Cassazione conferma la risoluzione del contratto per vendita aliud pro alio, stabilendo che il veicolo era totalmente inidoneo all’uso. In questi casi, spetta al venditore, e non all’acquirente, l’onere di provare di aver consegnato un bene conforme. La richiesta di manleva del venditore verso un intermediario è stata respinta.

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Indennità chilometrica: CCNL privato per dipendenti

La Cassazione ha confermato il diritto all’indennità chilometrica per un dipendente di un’agenzia pubblica. Decisiva l’applicazione di un CCNL del settore privato per il trattamento economico, nonostante la natura pubblica del rapporto di lavoro. Rigettate le censure dell’ente.

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Presunzione condominialità: no a prova catastale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20167/2025, ha stabilito che per dimostrare la natura condominiale di un bene è sufficiente provarne l’attitudine all’uso comune, invertendo l’onere della prova. Chi ne rivendica la proprietà esclusiva non può basarsi solo sui dati catastali, che hanno valore meramente indiziario. Il caso riguardava una striscia di cortile inglobata da un condomino. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente qualificato l’azione come una rivendica ordinaria, richiedendo una prova rigorosa al condomino che agiva per la tutela del bene comune, e ha chiarito la corretta applicazione della presunzione di condominialità.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione, con un decreto presidenziale, ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dell’appellante, regolarmente accettata dalle controparti. La decisione, fondata sugli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile, conferma che l’atto di rinuncia possedeva tutti i requisiti legali. Il provvedimento non si è pronunciato sulle spese del giudizio.

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Estinzione ricorso per silenzio: le conseguenze

Un decreto della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dell’inerzia del ricorrente a seguito di una proposta di definizione del giudizio. La mancata richiesta di decisione entro 40 giorni comporta la presunzione di rinuncia e la conseguente estinzione del ricorso per silenzio, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

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Interessi moratori professionisti: sì da privati

Un avvocato ha richiesto il pagamento dei suoi compensi a una società privata, con l’aggiunta degli interessi maggiorati previsti dal D.Lgs. 231/2002. La Corte d’Appello aveva negato tali interessi, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. La sentenza stabilisce che le norme sugli interessi moratori professionisti si applicano a tutte le transazioni commerciali, anche quelle tra professionisti e imprese private, e non solo con enti pubblici. Inoltre, ha chiarito che il calcolo degli interessi parte dalla data della richiesta formale di pagamento, anche se antecedente all’azione legale.

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Onere della prova mutuo: ricorso inammissibile

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cliente contro una banca in un caso di mutuo. La Corte ha stabilito che l’onere della prova mutuo ricade sul cliente, che non avendo depositato documenti essenziali come il piano di ammortamento e l’atto di quietanza, non ha potuto dimostrare la presunta nullità delle clausole sugli interessi e l’usura. La mancata produzione documentale ha reso impossibile la verifica delle contestazioni.

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Liquidazione equitativa danno: onere della prova

Due società immobiliari subiscono l’occupazione abusiva dei loro appartamenti. A causa dell’inerzia dello Stato nell’eseguire lo sgombero, chiedono il risarcimento. La Cassazione chiarisce i limiti della liquidazione equitativa del danno, affermando che non può essere usata per sopperire alla mancata prova dell’esistenza stessa del danno da parte del danneggiato.

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Indennità sostitutiva reintegrazione e pensione

Un dirigente medico, licenziato illegittimamente, opta per l’indennità sostitutiva della reintegrazione. L’azienda sanitaria nega il pagamento sostenendo che il rapporto si era risolto per il pensionamento del dipendente, avvenuto dopo il licenziamento ma prima della sentenza. La Corte di Cassazione conferma il diritto del lavoratore all’indennità, sottolineando l’autonomia tra rapporto di lavoro e rapporto previdenziale. La percezione della pensione di anzianità non impedisce la reintegrazione né il diritto all’indennità sostitutiva reintegrazione, che ne deriva.

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Legittimazione processuale agenzia: notifica valida

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un’agenzia statale, confermando la piena legittimazione processuale agenzia dei suoi uffici periferici. La controversia nasceva dalla notifica di un atto di citazione a una sede regionale anziché alla direzione centrale. La Corte ha stabilito, per analogia con l’Agenzia delle Entrate, che gli uffici territoriali hanno capacità autonoma di stare in giudizio per gli atti di loro competenza, rendendo la notifica perfettamente valida e respingendo l’eccezione di nullità.

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Mutatio libelli e servitù: la Cassazione chiarisce

In un caso di negatoria servitutis, la Corte di Cassazione ha stabilito che non si verifica una mutatio libelli se la parte che rivendica una servitù di passaggio modifica in corso di causa il percorso specifico o il fondamento giuridico della sua pretesa (es. da titolo a destinazione del padre di famiglia). L’elemento chiave è che il bene della vita richiesto – il diritto di transitare su un determinato fondo – rimanga invariato. La Corte ha quindi cassato la decisione di merito che aveva erroneamente ritenuto inammissibile la domanda, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Estinzione del giudizio: mancata opposizione e costi

Un lavoratore ricorre in Cassazione contro una grande azienda di servizi. La Corte, a seguito della mancata richiesta di decisione da parte del ricorrente dopo la proposta di definizione del giudizio, dichiara l’estinzione del giudizio. Il decreto stabilisce che la parte ricorrente, pur ammessa al gratuito patrocinio, debba pagare le spese legali alla controparte, poiché il beneficio non copre i costi della parte vittoriosa.

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Conversione contratto pubblica amministrazione: no

Una lavoratrice ha richiesto la conversione dei suoi contratti di collaborazione pluriennali con un ente pubblico in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo il principio secondo cui la conversione contratto pubblica amministrazione è vietata. Anche in caso di abuso, il lavoratore non ottiene la stabilizzazione, ma ha diritto solo a tutele di tipo economico e contributivo per il lavoro effettivamente svolto.

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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un istituto di credito ha presentato una rinuncia al ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello. La Corte di Cassazione, verificati i requisiti degli artt. 390 e 391 c.p.c., ha dichiarato l’estinzione del giudizio con decreto, senza disporre sulle spese data la mancata costituzione della controparte.

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Interruzione del processo: cosa accade in cause inscindibili

La Corte di Cassazione chiarisce le regole sull’interruzione del processo in caso di cause inscindibili. A seguito del decesso di una parte in un giudizio complesso con più convenuti, la Corte d’Appello aveva erroneamente dichiarato l’estinzione parziale del processo. La Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che in presenza di un litisconsorzio necessario, l’interruzione del processo riguarda tutte le parti coinvolte. La riassunzione, anche se effettuata da una sola parte e verso alcuni, impedisce l’estinzione totale, ma obbliga il giudice a ordinare l’integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti.

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Ripristino del rapporto: dove deve avvenire?

Un lavoratore, dopo aver ottenuto la conversione di contratti di somministrazione in un rapporto a tempo indeterminato, è stato reintegrato in una sede diversa e più lontana. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna dell’azienda al risarcimento del danno, chiarendo che il ripristino del rapporto di lavoro deve avvenire nel luogo in cui il dipendente prestava la sua ultima attività. Qualsiasi successivo trasferimento deve essere giustificato da comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive, la cui prova spetta al datore di lavoro.

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Commercio itinerante: legittimo il divieto per tutela

Due società di commercio itinerante, sanzionate per aver operato in un’area storica protetta di una grande città, hanno impugnato il provvedimento sostenendo la violazione delle norme sulla libera concorrenza. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il divieto di commercio itinerante è legittimo quando motivato da ragioni di pubblico interesse, come la tutela del patrimonio storico e culturale. Tale tutela, secondo la Corte, costituisce un valido motivo per limitare la libertà di iniziativa economica, prevalendo sulle norme a tutela della concorrenza.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia chiude il caso

Il decreto analizza un caso di estinzione del giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione. A seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti e della contestuale accettazione della controparte, la Corte ha dichiarato estinto il procedimento, senza pronunciarsi sulle spese. La decisione si fonda sull’applicazione degli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, evidenziando come l’accordo tra le parti ponga fine alla controversia in modo definitivo.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

Una società di trasporti ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha formulato una proposta di definizione del giudizio ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c. Poiché la società ricorrente non ha chiesto una decisione sul ricorso entro il termine di 40 giorni, il suo silenzio è stato interpretato come una rinuncia. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, condannando la società al pagamento delle spese legali.

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