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Giurisprudenza Civile

Liquidazione coatta amministrativa: prosegue il giudizio?
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, affronta il dibattito sulla sorte di un giudizio civile intentato contro una banca successivamente posta in liquidazione coatta amministrativa. Evidenziando un contrasto giurisprudenziale tra l'improcedibilità dell'azione e la sua prosecuzione con ammissione al passivo con riserva, la Corte ha deciso di rinviare la trattazione della causa. La decisione finale è sospesa in attesa di un pronunciamento su una questione analoga, già rimessa a una pubblica udienza, per garantire una trattazione congiunta e un indirizzo nomofilattico uniforme.
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Ricorso inammissibile: requisiti di forma e chiarezza
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della sua formulazione confusa e disorganizzata. L'ordinanza sottolinea che la mancanza di chiarezza e sintesi nella presentazione dei motivi viola i requisiti procedurali essenziali, portando non solo al rigetto dell'appello ma anche a pesanti sanzioni economiche per l'appellante. Il caso riguardava un'opposizione a un pignoramento su ratei pensionistici.
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Liquidazione coatta amministrativa: il giudizio prosegue?
Due risparmiatori hanno citato in giudizio una banca. Durante il processo in Cassazione, la banca è stata posta in liquidazione coatta amministrativa. L'ordinanza non decide il caso ma, riconoscendo un contrasto giurisprudenziale sulla proseguibilità del giudizio, rinvia la questione a una futura udienza pubblica per una decisione nomofilattica.
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Scorrimento graduatoria: no al diritto senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha negato il diritto allo scorrimento graduatoria a un gruppo di dipendenti pubblici. La sentenza chiarisce che, in assenza di una specifica autorizzazione governativa per i posti aggiuntivi e a seguito di una nuova legge più restrittiva (ius superveniens), i candidati idonei non vantano un diritto soggettivo all'assunzione, ma solo una mera aspettativa.
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Integrazione del contraddittorio: Cassazione chiarisce
Un'università ha sospeso la nomina di un suo dipendente al Senato Accademico per conflitto di interessi. In seguito al ricorso del dipendente, l'ateneo ha sollevato questione di giurisdizione davanti alla Cassazione, omettendo però di citare tutte le parti originarie del giudizio. La Suprema Corte ha accolto l'eccezione della controparte, ordinando l'integrazione del contraddittorio e stabilendo che tutti i soggetti del procedimento di primo grado devono partecipare anche alla fase di regolamento di giurisdizione.
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Assegno per posta: concorso di colpa tra chi invia e la banca
Una società assicuratrice inviava un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria. Il titolo veniva rubato e incassato da un truffatore presso un istituto di credito. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo un concorso di colpa. La spedizione di un assegno per posta ordinaria è stata ritenuta una condotta negligente che ha contribuito a causare il danno, riducendo così il diritto al risarcimento integrale nei confronti della banca negoziatrice, a sua volta responsabile per la mancata corretta identificazione del presentatore.
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Qualità di consumatore: quando è esclusa negli investimenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un investitore che contestava la validità di una clausola arbitrale invocando la propria qualità di consumatore. La Corte ha confermato la decisione di merito che escludeva tale status, poiché l'operazione finanziaria era finalizzata al recupero di proventi di un'attività imprenditoriale e non a soddisfare esigenze della vita quotidiana. L'impugnazione è stata respinta in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
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Decoro architettonico: Cassazione e villette a schiera
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una proprietaria che aveva realizzato un manufatto nel proprio giardino, in un complesso di villette a schiera. La condanna, emessa dalla Corte d'Appello, era basata sulla violazione delle distanze legali, delle norme su luci e vedute e, in modo decisivo, sulla lesione del decoro architettonico. La Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso poiché non contestava specificamente la motivazione relativa al decoro architettonico, considerata di per sé sufficiente a giustificare la decisione di ripristino dei luoghi e di risarcimento del danno.
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Acquisto a non domino: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1622/2024, ha rigettato un ricorso relativo a una controversia sulla proprietà di un vicolo, confermando l'inefficacia di un acquisto a non domino. Gli appellanti avevano acquistato diritti su un bene da soggetti che, in realtà, non ne erano più titolari, in quanto gli stessi diritti erano già stati trasferiti ad altri tramite una procedura esecutiva. La Corte ha ribadito che il primo trasferimento valido prevale, rendendo nulli gli atti successivi, e ha chiarito i limiti del sindacato di legittimità in presenza di una 'doppia conforme' e i criteri per la liquidazione delle spese legali.
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Responsabilità Consob: i limiti del controllo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1653/2024, ha chiarito i confini della responsabilità Consob (l'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari) in caso di prospetti informativi falsi. La Corte ha stabilito che il controllo dell'Autorità non è una verifica della veridicità intrinseca dei dati, ma si concentra sulla completezza, coerenza e comprensibilità del documento. La responsabilità sorge solo se l'Autorità omette, per negligenza, di agire di fronte a palesi irregolarità o a specifiche segnalazioni, non per il solo fatto che le informazioni si siano poi rivelate false.
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Causale sostitutiva: quando il contratto è nullo?
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di un contratto a termine con causale sostitutiva. Nonostante il contratto indicasse il nome della lavoratrice assente, la nuova assunta è stata impiegata in una posizione diversa, violando il nesso causale e i principi di trasparenza. Il rapporto è stato convertito a tempo indeterminato.
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Titolo esecutivo: limiti di interpretazione del giudice
La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice dell'esecuzione non può modificare o reinterpretare un titolo esecutivo, come una sentenza di condanna alla demolizione, basandosi su elementi esterni e successivi, quale una pronuncia del Tribunale Amministrativo. Il caso riguardava una condanna alla riduzione di un immobile per violazione delle distanze legali. La Corte ha chiarito che l'esecuzione deve attenersi scrupolosamente a quanto stabilito nel giudizio di merito, senza introdurre nuovi criteri interpretativi, come l'"indice di visuale libera", che non erano parte del titolo esecutivo originale.
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Pagamento ufficiale giudiziario: quando libera il debitore?
Una società ha pagato un debito cambiario a un ufficiale giudiziario tramite assegni bancari, ricevendo indietro i titoli. La Cassazione ha stabilito che tale pagamento non è liberatorio, poiché l'ufficiale è autorizzato a ricevere solo contanti. Il debito verso la banca creditrice è rimasto in essere.
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Responsabilità precontrattuale: selezione sospesa
La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità precontrattuale di un'azienda municipalizzata per aver sospeso una selezione di personale. La Corte ha chiarito che, in assenza di una procedura concorsuale formale e in presenza di legittime ragioni economiche, l'interruzione del processo selettivo non costituisce violazione del principio di buona fede e non dà diritto al risarcimento del danno ai candidati.
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Presunzione di comunione del cortile dopo frazionamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1615/2024, ha chiarito l'applicazione della presunzione di comunione del cortile ai sensi dell'art. 1117 c.c. in un caso di condominio sorto a seguito di frazionamento e vendita forzata di un unico immobile. La Corte ha stabilito che, in assenza di una chiara ed univoca riserva di proprietà esclusiva nel primo atto di trasferimento, il cortile, per sua natura funzionale all'uso comune, deve considerarsi bene condominiale. Viene così rigettato il ricorso di una condomina che ne rivendicava la proprietà esclusiva.
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Contratto preliminare: l’appello in Cassazione respinto
Un promissario acquirente ha impugnato la decisione della Corte d'Appello che aveva dichiarato risolto un contratto preliminare per inadempimento, a seguito di una diffida ad adempiere rimasta senza riscontro. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarando i motivi inammissibili per difetto di specificità e per aver introdotto questioni nuove non dibattute nei precedenti gradi di giudizio, confermando così la risoluzione del contratto.
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Insussistenza del fatto contestato: quando è illegittimo
Una società di telecomunicazioni licenzia una dipendente per scarso rendimento. La Corte di Cassazione conferma la decisione d'appello, annullando il licenziamento per insussistenza del fatto contestato. La Corte ha stabilito che, nonostante le difficoltà operative, la condotta della lavoratrice non presentava il carattere di illiceità disciplinare necessario a giustificare il recesso, in quanto aveva attivamente cercato soluzioni e supporto. Viene quindi confermata la reintegrazione nel posto di lavoro.
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Competenza querela di falso: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 1611/2024, ha stabilito un principio chiave sulla competenza territoriale per la querela di falso. Anche se i documenti contestati provengono da una causa di lavoro, se la querela è presentata come un'azione autonoma, la competenza segue le regole generali del codice di procedura civile (foro del convenuto) e non quelle speciali del rito del lavoro. La Corte ha rigettato il ricorso di alcuni lavoratori, confermando che l'eccezione di incompetenza sollevata dalla società convenuta era tempestiva e fondata.
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Responsabilità dell’ente: insider trading su mercati UE
Con la sentenza n. 1624/2024, la Corte di Cassazione ha affermato la sussistenza della responsabilità dell'ente per l'illecito di insider trading commesso nel suo interesse, anche qualora le operazioni finanziarie siano state effettuate su un mercato regolamentato di un altro Paese dell'Unione Europea. La Corte ha ribaltato la decisione di merito, chiarendo che l'ambito applicativo della norma sulla responsabilità dell'ente (art. 187-quinquies TUF) coincide con quello dell'illecito presupposto (art. 187-bis TUF), esteso per legge ai mercati europei.
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Onere della prova pagamento: la Cassazione decide
Un professionista si opponeva a un decreto ingiuntivo per la restituzione di un finanziamento, sostenendo di aver saldato il debito. L'ente creditore negava di aver ricevuto il pagamento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del professionista, confermando che l'onere della prova pagamento spetta sempre al debitore, il quale non era riuscito a dimostrare l'effettivo incasso della somma da parte del creditore.
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