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Giurisprudenza Civile

Prescrizione medici specializzandi: la data decisiva
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la loro formazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha confermato il suo orientamento consolidato sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il termine decennale per agire in giudizio decorre irrevocabilmente dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Questa legge, sanando solo parzialmente l'inadempimento dello Stato, ha reso certa e definitiva la lesione del diritto per tutti gli altri medici, facendo scattare il 'dies a quo' della prescrizione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Un gruppo di medici specializzandi ha proposto ricorso in Cassazione dopo aver visto respinte le proprie richieste di risarcimento per la mancata attuazione di direttive europee. Prima della decisione, i medici hanno effettuato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l'estinzione del giudizio. Ha inoltre disposto la compensazione parziale (per tre quarti) delle spese legali, condannando i ricorrenti al pagamento della parte residua, motivando la decisione con la tardività della rinuncia e l'infondatezza del ricorso originario.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici, confermando la prescrizione del loro diritto al risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione. La Corte ha ribadito che il termine di prescrizione per i medici specializzandi decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, momento in cui l'inadempimento dello Stato è divenuto definitivo.
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Risarcimento medici specializzandi: prescrizione e dies a quo
Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive UE. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la consolidata giurisprudenza secondo cui il diritto al risarcimento medici specializzandi si prescrive in dieci anni a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/1999. La Corte ha ritenuto irrilevanti le incertezze giurisprudenziali addotte dai ricorrenti.
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Regolamento competenza: quando è inammissibile?
Un avvocato ha proposto un regolamento di competenza contro due ordinanze istruttorie di un tribunale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché le ordinanze non contenevano alcuna decisione sulla competenza. A causa del palese errore procedurale, considerato un abuso del processo, il ricorrente è stato condannato a pesanti sanzioni pecuniarie, inclusa una condanna per lite temeraria ai sensi dell'art. 96 c.p.c.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30154/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici. Il caso riguarda la richiesta di risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento sulla prescrizione medici specializzandi, confermando che il termine decennale per agire in giudizio decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Di conseguenza, le azioni intentate successivamente sono state considerate tardive e prescritte.
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Controcredito contestato: quando è inammissibile
Una società condannata a pagare canoni di locazione si opponeva eccependo un controcredito. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando che un controcredito contestato e già oggetto di un altro giudizio non può essere utilizzato in compensazione, data la sua incertezza. L'ordinanza sottolinea anche i rigorosi oneri processuali per denunciare l'omessa pronuncia del giudice d'appello.
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Rinuncia ricorso incidentale: niente sanzioni
Una società, dopo aver presentato un controricorso e un ricorso incidentale, vi rinuncia formalmente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30151/2025, dichiara estinto il giudizio. La decisione chiarisce che la rinuncia al ricorso incidentale non comporta il raddoppio del contributo unificato, poiché tale sanzione è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità e non può essere applicata per analogia.
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Prescrizione medici: la Cassazione conferma il termine
Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento allo Stato per la mancata retribuzione durante la specializzazione negli anni '80 e '90, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte di Cassazione ha confermato che il diritto al risarcimento è estinto, ribadendo il suo orientamento consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale ha iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e i ricorrenti sono stati condannati per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia.
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Prescrizione risarcimento medici: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30144/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive comunitarie. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato sulla prescrizione del diritto, fissata in dieci anni con decorrenza dal 27 ottobre 1999. Data la palese infondatezza del ricorso, basato su questioni già decise innumerevoli volte, i ricorrenti sono stati condannati anche per lite temeraria. La questione sulla prescrizione del risarcimento medici è quindi definitivamente chiusa.
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Rinuncia al ricorso: spese legali e conseguenze
Un gruppo di medici, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per il risarcimento danni da tardiva attuazione di direttive comunitarie, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima dell'udienza, hanno presentato una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio ma ha condannato i medici a pagare una parte delle spese legali, motivando la decisione con la tardività della rinuncia, che non ha esonerato la controparte dal preparare le proprie difese.
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Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
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Onere della prova: Cassazione su risarcimento danni
Una società commerciale, dopo un incendio nei locali da cui era stata sfrattata, ha richiesto un risarcimento alla propria assicurazione. La richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio a causa della mancata dimostrazione dell'esistenza e del valore dei beni distrutti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, sottolineando l'importanza dell'onere della prova a carico dell'assicurato e la necessità di specificità nei motivi d'appello.
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Risarcimento specializzandi medici: prescrizione decisa
La Cassazione conferma la prescrizione del diritto al risarcimento per specializzandi medici che non ricevettero compenso per la formazione a causa della tardiva attuazione di direttive UE da parte dello Stato. Nonostante un errore procedurale della Corte d'Appello sul calcolo dei termini, la Suprema Corte ha rigettato nel merito la domanda, stabilendo che il termine di prescrizione decennale decorreva dal 27 ottobre 1999.
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Compenso VPO: Indennità per attività extra udienza?
Quattro Vice Procuratori Onorari (VPO) hanno richiesto il pagamento per attività di indagine svolte tra il 2002 e il 2007. La Corte di Cassazione ha stabilito che, prima della riforma del 2008, non esisteva un diritto a uno specifico compenso VPO per tali mansioni, poiché la legge prevedeva un'indennità solo per la partecipazione alle udienze. Tuttavia, la Corte ha accolto il ricorso sul piano procedurale, riconoscendo che la domanda subordinata per ingiustificato arricchimento era stata presentata tempestivamente e deve essere esaminata nel merito dalla Corte d'Appello.
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Prescrizione risarcimento reato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione chiarisce le regole per il calcolo della prescrizione risarcimento reato. In un caso di lesioni, ha stabilito che il giudice civile deve qualificare autonomamente il reato per determinare il termine di prescrizione, senza essere vincolato dalle valutazioni del giudice penale. Si applica il termine di prescrizione in vigore al momento del fatto, non eventuali norme successive più favorevoli. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando che l'azione di risarcimento non era prescritta.
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Esdebitazione incapiente: no per debiti da fallimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30108/2025, ha stabilito un importante principio di diritto in materia di esdebitazione incapiente. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali, la Corte ha chiarito che un debitore, già dichiarato fallito sotto la vigenza della vecchia legge fallimentare, non può successivamente accedere al beneficio dell'esdebitazione per il sovraindebitato incapiente (art. 283 CCII) per gli stessi debiti derivanti dalla procedura di fallimento. La Corte ha sottolineato che ogni procedura concorsuale ha il suo specifico e non intercambiabile percorso di esdebitazione.
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Contributo di solidarietà: illegittimo per le Casse
Un professionista ha contestato l'applicazione di un contributo di solidarietà sulla propria pensione da parte della sua Cassa di previdenza. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di tale prelievo, ribadendo che solo la legge dello Stato, e non gli enti previdenziali privatizzati, può imporre prestazioni patrimoniali. La Corte ha inoltre chiarito che il diritto al rimborso si prescrive in dieci anni, ma ha specificato che il termine di prescrizione si interrompe solo con la notifica dell'atto giudiziario all'ente e non con il suo semplice deposito in tribunale.
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Contributo solidarietà illegittimo: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità del contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata sulla pensione di un suo iscritto. La Corte ha ribadito che tali prelievi sono riservati alla legge statale. Ha inoltre chiarito che il diritto alla restituzione si prescrive in dieci anni e che la prescrizione si interrompe solo con la notifica dell'atto giudiziario alla controparte, non con il semplice deposito in tribunale.
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Legittimazione ad causam: socia e società estinta
La Corte di Cassazione ha stabilito che il socio di una società estinta e cancellata dal registro delle imprese è privo di legittimazione ad causam per impugnare un avviso di accertamento indirizzato esclusivamente alla società. La notifica dell'atto al socio non è sufficiente a conferirgli tale legittimazione. La Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, rilevando d'ufficio il difetto originario di legittimazione, poiché la ricorrente non poteva agire in nome e per conto di un ente giuridicamente non più esistente al momento della notifica dell'atto.
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