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Giurisprudenza Civile

Anzianità di servizio DSGA: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di DSGA, confermando la legittimità del calcolo dell'anzianità di servizio DSGA tramite il metodo della 'temporizzazione'. La Corte ha stabilito che la norma speciale del CCNL prevale sulla regola generale, escludendo la violazione del principio di parità di trattamento e confermando la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite.
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Riduzione retribuzione accessoria: no a tagli forfettari
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13179/2024, ha stabilito l'illegittimità di un taglio forfettario del 30% sulla retribuzione accessoria di alcuni dirigenti medici di un'Azienda Sanitaria. La Corte ha chiarito che la normativa sulla spending review (d.l. 78/2010) non consente riduzioni lineari, ma impone un preciso meccanismo di 'cristallizzazione' dei fondi al 2010 e una successiva riduzione proporzionale legata alla diminuzione del personale in servizio. La sentenza è stata cassata con rinvio per un corretto ricalcolo del dare-avere tra le parti, applicando il corretto criterio normativo per la riduzione retribuzione accessoria.
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Principio di autosufficienza nel ricorso per cassazione
Una ex segretaria territoriale di una federazione di pensionati ha ottenuto il pagamento di differenze retributive nei primi due gradi di giudizio. La federazione ha proposto ricorso in Cassazione, ma la Corte lo ha rigettato, dichiarando i motivi inammissibili per la violazione del principio di autosufficienza e per l'impropria richiesta di un riesame dei fatti, preclusa in sede di legittimità.
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Promessa del fatto del terzo: no a danni se c’è indennizzo
Un gruppo di lavoratori, licenziati dopo il fallimento del loro datore di lavoro, ha citato in giudizio una società aeroportuale e un ente regionale. La società aveva promesso, tramite un accordo, di favorire la loro ricollocazione professionale (promessa del fatto del terzo). Una precedente sentenza aveva già concesso ai lavoratori un indennizzo ai sensi dell'art. 1381 c.c., stabilendo che la società aveva agito diligentemente ma la ricollocazione era fallita per cause esterne. In questa nuova causa, i lavoratori chiedevano un risarcimento del danno per inadempimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'indennizzo e il risarcimento del danno sono rimedi alternativi e non cumulabili. Essendo già stata accertata l'assenza di colpa della società (giudicato), non era possibile avanzare una nuova pretesa basata sulla colpa. Anche le richieste verso l'ente regionale sono state respinte per carenza di prova.
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Decadenza alloggio popolare per seconda casa: il caso
La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza alloggio popolare per un'assegnataria che possedeva un'altra proprietà immobiliare. Il ricorso, basato sull'inapplicabilità della legge regionale e sulla presunta inadeguatezza dell'immobile, è stato respinto. La Corte ha stabilito che le Regioni possono legittimamente disciplinare i requisiti di permanenza nel rapporto, anche per i contratti in corso, senza violare i principi nazionali o il divieto di retroattività.
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Contratti a termine pubblico impiego: abuso e risarcimento
Una lavoratrice del settore pubblico ha ottenuto il riconoscimento dell'illegittimità della reiterazione dei contratti a termine da parte di un Comune. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13209/2024, ha stabilito principi fondamentali sui contratti a termine nel pubblico impiego: il limite di durata massima di 36 mesi si applica anche agli enti locali e la successiva assunzione a tempo indeterminato (stabilizzazione), se avvenuta tramite concorso, non sana automaticamente l'abuso pregresso. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello, rinviando la causa per una nuova valutazione del danno subito dalla lavoratrice.
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Scorrimento graduatoria: Diritto o aspettativa?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un candidato idoneo ma non vincitore in un concorso pubblico non vanta un diritto soggettivo all'assunzione tramite scorrimento graduatoria, ma solo una mera aspettativa. Nel caso di specie, una dipendente classificatasi ottava in una selezione per quattro posti non poteva pretendere l'assunzione, anche se si erano resi disponibili sette posti in totale, poiché la sua posizione non era raggiungibile dall'effettivo scorrimento.
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Aliud pro alio: quando un bene è completamente diverso
Una società fornitrice di calcestruzzo è stata citata in giudizio per aver consegnato un prodotto con resistenza inferiore a quella pattuita, causando danni a una pavimentazione industriale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13214/2024, ha chiarito la distinzione tra vizi della cosa e la consegna di "aliud pro alio" (una cosa per un'altra). Secondo i giudici, si ha aliud pro alio solo quando il bene è totalmente diverso e funzionalmente inidoneo all'uso previsto, non quando presenta solo difetti o qualità inferiori. La Corte ha cassato la sentenza d'appello per motivazione carente, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Onere della prova retribuzioni: gli assegni sono prova?
Una lavoratrice ha richiesto differenze retributive, ma i datori di lavoro hanno eccepito l'avvenuto pagamento tramite numerosi assegni bancari. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso della lavoratrice. È stato stabilito che una serie di assegni di importo rilevante, incassati dalla lavoratrice, può costituire prova sufficiente del pagamento, assolvendo così l'onere della prova retribuzioni a carico del datore di lavoro, senza che ciò configuri una formale eccezione di compensazione.
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Anatocismo bancario: la Cassazione esamina delibera CICR
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente versate a titolo di interessi anatocistici e commissioni. Le corti di merito hanno respinto la domanda. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto di particolare rilevanza l'interpretazione della delibera CICR del 9 febbraio 2000 sull'anatocismo bancario. Con ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza decidere nel merito.
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Sciopero occulto: Malattia di massa è sciopero?
Una massiccia e coordinata assenza per malattia dei vigili urbani durante la notte di Capodanno è stata qualificata come 'sciopero occulto'. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a carico delle organizzazioni sindacali, ritenute responsabili di aver promosso un'astensione illegittima in un servizio pubblico essenziale. La decisione si è basata su prove presuntive, come l'anomalo picco statistico di assenze, che ha svelato la natura fittizia delle giustificazioni e il reale intento di protesta.
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Lesione dell’affidamento: risarcimento e giurisdizione
L'ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione affronta il tema della lesione dell'affidamento del privato a seguito dell'annullamento giurisdizionale di un permesso di costruire. Dei cittadini, dopo aver avviato i lavori sulla base di un titolo edilizio poi dichiarato illegittimo, hanno chiesto il risarcimento dei danni al Comune. La Corte ha stabilito che la competenza a decidere su tale richiesta spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. La ragione risiede nel fatto che la causa non verte sull'esercizio del potere pubblico, ma sulla violazione, da parte dell'amministrazione, dei doveri generali di correttezza e buona fede, che hanno indotto il privato a sostenere spese poi rivelatesi inutili.
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Impegno di spesa ente locale: nullo senza copertura
Un gruppo di proprietari immobiliari stipula un accordo con un Comune per locare i propri appartamenti a famiglie bisognose, a fronte della garanzia del pagamento del canone da parte dell'ente. A seguito dell'inadempimento, i proprietari agiscono in giudizio. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune, ha dichiarato la nullità assoluta dell'accordo, poiché privo del fondamentale requisito dell'impegno di spesa ente locale e della relativa attestazione di copertura finanziaria, come imposto dal Testo Unico degli Enti Locali. Di conseguenza, nessuna obbligazione è mai sorta in capo al Comune.
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Notifica sentenza: errore invalida termine breve appello
Un locatore ha impugnato una decisione che lo condannava a restituire canoni di locazione percepiti in eccesso. La Corte d'Appello aveva dichiarato l'impugnazione inammissibile per tardività. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che la notifica sentenza effettuata direttamente alla parte personalmente, e non al suo avvocato, non è idonea a far decorrere il termine breve di 30 giorni per proporre appello.
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Responsabilità datore di lavoro: quando è infortunio?
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità del datore di lavoro per l'infortunio di un operaio caduto da un ponteggio. Anche se il lavoratore aveva sganciato la cintura di sicurezza, la Corte ha stabilito che la mancanza di adeguati punti di ancoraggio lo ha costretto a compiere un'azione insicura, rendendo l'azienda pienamente responsabile. La sentenza ribadisce l'ampiezza degli obblighi di sicurezza che gravano sull'impresa.
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Patto di non concorrenza: quando è nullo?
Un'azienda ha richiesto un'ingiunzione contro un ex dipendente per violazione del patto di non concorrenza. Il Tribunale ha dichiarato il patto nullo perché troppo restrittivo e con un compenso inadeguato, compromettendo la capacità reddituale del lavoratore. Accolta solo la richiesta di aggiornare il profilo social.
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Sentenza costitutiva: come ottenere il trasferimento
Un'azienda in fallimento ha citato in giudizio la promissaria acquirente per ottenere una sentenza costitutiva che trasferisse la proprietà di un'azienda, come da contratto preliminare. La convenuta ha eccepito la competenza arbitrale e vizi del bene, ma il Tribunale ha respinto le difese: la prima perché sollevata tardivamente, la seconda per mancanza di prove. Di conseguenza, ha ordinato il trasferimento dell'azienda e il pagamento del saldo prezzo.
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Opposizione all’esecuzione: quando è inammissibile
Un debitore ha presentato opposizione all'esecuzione contro un atto di precetto basato su un decreto ingiuntivo, sostenendo che il contratto sottostante non si fosse mai perfezionato. Il Tribunale di Brescia ha respinto l'opposizione, chiarendo che in sede di opposizione all'esecuzione si possono contestare solo i vizi formali del titolo esecutivo giudiziale e non le questioni di merito, che avrebbero dovuto essere sollevate opponendosi al decreto ingiuntivo stesso.
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Rinnovazione tacita: durata di 4 anni, non 4+4
La Corte di Cassazione chiarisce la durata della rinnovazione tacita per i contratti di locazione stipulati prima della L. 431/1998. In un caso riguardante un contratto del 1996, la Corte ha stabilito che, dopo il primo rinnovo sotto la nuova legge, le successive rinnovazioni tacite hanno una durata di quattro anni e non di 'quattro più quattro'. Il ricorso degli inquilini, che sostenevano il contrario basandosi su un presunto giudicato, è stato dichiarato inammissibile per difetto di autosufficienza e perché la decisione impugnata era conforme alla giurisprudenza consolidata.
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Domanda riconvenzionale opposizione: termini perentori
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13151/2024, chiarisce i termini per la proposizione della domanda riconvenzionale nell'ambito di un'opposizione agli atti esecutivi. Il caso riguardava una complessa vicenda esecutiva per la demolizione di opere su un tetto condominiale, dichiarata infungibile. La Corte ha stabilito che, sebbene la domanda riconvenzionale sia ammissibile in astratto, essa deve essere proposta nel termine perentorio di venti giorni previsto dall'art. 617 c.p.c., a pena di inammissibilità. La presentazione tardiva, avvenuta solo nella fase di merito del giudizio, è stata considerata un errore procedurale fatale.
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