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Giurisprudenza Civile

Diritto di critica: la Cassazione sui limiti stampa
Una dirigente sportiva ha citato in giudizio una casa editrice per un articolo ritenuto diffamatorio riguardo la cessione di un calciatore. Il tribunale di primo grado aveva dato ragione alla dirigente, ma la Corte d'Appello ha ribaltato la decisione, qualificando l'articolo come legittimo esercizio del diritto di critica. La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, ha rigettato il ricorso della dirigente, confermando la sentenza d'appello. La Suprema Corte ha ribadito la distinzione tra diritto di cronaca, che esige la verità oggettiva del fatto narrato, e il diritto di critica, che consiste in un'espressione di giudizio soggettivo su fatti e non richiede la stessa rigorosa aderenza alla verità, potendo basarsi anche su valutazioni di eventi futuri e prevedibili, purché espresso con continenza.
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Azione revocatoria: la prova della frode del terzo
Un marito, garante per una cifra milionaria, trasferisce l'unico immobile di sua proprietà alla moglie nell'ambito di un accordo di separazione. I creditori agiscono con un'azione revocatoria, ma la loro domanda viene respinta. La Corte di Cassazione conferma la decisione, stabilendo che non è stata fornita prova sufficiente della consapevolezza della moglie riguardo all'intento fraudolento del marito. La sentenza chiarisce i limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione delle prove presuntive da parte del giudice di merito.
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Litisconsorzio necessario: il terzo pignorato è parte
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di appello in un caso di opposizione all'esecuzione, stabilendo un principio fondamentale: nel pignoramento presso terzi, il terzo pignorato è sempre parte necessaria del giudizio di opposizione. La sua mancata partecipazione sin dall'inizio del processo rende nulli tutti gli atti e le sentenze emesse. La Corte ha ribadito che il principio del litisconsorzio necessario garantisce la correttezza del contraddittorio, poiché l'esito della causa non è mai indifferente per il terzo, che ha specifici obblighi di legge.
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Termini perentori: ricorso tardivo è inammissibile
Una cittadina si opponeva a una cartella di pagamento per violazioni stradali. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile perché depositato oltre i termini perentori di 20 giorni dalla notifica. L'ordinanza chiarisce che per le opposizioni esecutive non vale la sospensione feriale dei termini, rendendo fatale il ritardo.
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Opposizione atti esecutivi: sentenza inappellabile
Un cittadino ha contestato una cartella di pagamento per spese processuali a causa di un difetto di motivazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale contestazione si qualifica come opposizione agli atti esecutivi. Di conseguenza, la sentenza di primo grado che decide su questa materia non è appellabile. La Corte ha quindi cassato la decisione d'appello che era entrata nel merito, dichiarando inammissibile il gravame originario.
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Risarcimento tardiva attuazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici che chiedevano un risarcimento per la tardiva attuazione di una direttiva UE sulla remunerazione degli specializzandi. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, secondo cui il termine di prescrizione decennale per tale diritto decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Poiché l'azione legale è stata intrapresa dopo la scadenza di tale termine, il diritto al risarcimento è stato ritenuto prescritto.
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Litisconsorzio necessario: il terzo pignorato è parte
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza per violazione del principio del litisconsorzio necessario. In un'opposizione relativa a un pignoramento presso terzi, i terzi pignorati (in questo caso, istituti finanziari) non erano stati inclusi nel giudizio. La Corte ha ribadito che il terzo pignorato è sempre una parte necessaria del processo, poiché l'esito dell'opposizione incide direttamente sui suoi obblighi. Di conseguenza, il processo deve essere celebrato nuovamente in primo grado con la partecipazione di tutte le parti necessarie.
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Rinuncia spese legali: limiti e interpretazione
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti di un accordo di rinuncia spese legali. Un'azienda si opponeva al pagamento del contributo unificato per un giudizio d'appello, sostenendo un precedente accordo di rinuncia. La Corte ha stabilito che l'interpretazione dell'accordo, che lo limitava al solo primo grado, spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, confermando che la rinuncia non si estendeva automaticamente alle fasi successive del processo.
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Produzione documenti in appello: i limiti secondo la Cassazione
Una società di energia solare ha perso la causa per un presunto ritardo nella connessione alla rete. La Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo i rigidi limiti alla produzione documenti in appello, ritenuta tardiva, e applicando il principio della 'ragione più liquida' per decidere la causa in base al motivo più dirimente.
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Servitù di passaggio coattiva: sì al cortile
Un proprietario, il cui terreno è divenuto intercluso a seguito di una donazione, ha citato in giudizio un condominio per ottenere una servitù di passaggio coattiva. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, accordando il diritto di passaggio sul cortile condominiale. La sentenza chiarisce che l'esenzione prevista per cortili e giardini non è assoluta e può essere superata quando non esistono alternative praticabili per accedere al fondo. Inoltre, ha specificato che l'obbligo di passaggio gratuito, previsto in caso di divisione o vendita, non si applica alle donazioni.
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Prescrizione crediti di lavoro: quando decorre?
Un lavoratore, dopo aver ottenuto la conversione del suo rapporto da tempo determinato a indeterminato, ha richiesto le differenze retributive. L'azienda si è opposta eccependo la prescrizione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione crediti di lavoro di cinque anni decorre da quando il diritto può essere fatto valere, e non dalla data della sentenza definitiva che accerta il diritto stesso, poiché la necessità di un accertamento giudiziale costituisce un ostacolo di mero fatto e non un impedimento giuridico.
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Onere della prova: chi deve provare l’atto vandalico?
Un'azienda olearia chiede l'indennizzo per un vasto sversamento di olio, definendolo atto vandalico. La Cassazione chiarisce che l'onere della prova spetta all'assicurato, che deve dimostrare non solo il danno, ma anche l'intento doloso di terzi. In assenza di tale prova, il ricorso viene rigettato.
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Errore in procedendo: l’importanza del motivo giusto
Una docente si è vista respingere il ricorso dalla Corte di Cassazione per un vizio formale. L'ordinanza sottolinea come la scelta errata del motivo di ricorso, qualificando come vizio di motivazione quello che in realtà era un 'error in procedendo' per omessa pronuncia, abbia reso l'impugnazione inammissibile, impedendo alla Corte di esaminare nel merito gli atti di causa. La decisione evidenzia la rigidità formale del giudizio di legittimità.
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Assegno vitalizio figli: Cassazione alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 8683/2024, ha rimesso alle Sezioni Unite la questione relativa al diritto all'assegno vitalizio per i figli maggiorenni di vittime della criminalità organizzata. Il caso riguarda il figlio di una vittima, a cui era stato negato il beneficio perché non economicamente a carico al momento del decesso. La Corte dubita della correttezza di questo requisito, alla luce delle modifiche legislative che sembrano aver esteso il beneficio a tutti i figli maggiorenni, a prescindere dalla dipendenza economica, e chiede un intervento chiarificatore per uniformare la giurisprudenza.
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Servitù di passaggio: No all’estensione del diritto
La Corte d'Appello ha riformato una sentenza di primo grado in materia di servitù di passaggio. Il caso riguardava l'utilizzo di una striscia di terreno di proprietà di un condominio come via d'accesso da parte di un altro condominio, sorto su un'area più vasta che inglobava il fondo originariamente beneficiario del diritto. La Corte ha stabilito che la servitù di passaggio non può essere estesa a fondi diversi da quello per cui era stata originariamente costituita, anche se questi vengono uniti. L'utilizzo del passaggio da parte di un complesso edilizio molto più grande è stato ritenuto un illecito aggravamento della servitù, portando alla declaratoria di inesistenza del diritto e alla condanna alla cessazione del transito.
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Querela di falso: si possono chiedere i danni?
Una cittadina contesta un'ordinanza di demolizione di una veranda, basata su un verbale di accertamento che ritiene falso. Propone quindi una querela di falso, insieme a una domanda di accertamento dell'illegittimità dell'ordinanza e una di risarcimento danni. Mentre i giudici di merito ritengono inammissibili le domande aggiuntive, la Corte di Cassazione ribalta la decisione. La Suprema Corte stabilisce un importante principio: nel giudizio per querela di falso è ammissibile proporre contemporaneamente altre domande connesse, come quella per il risarcimento del danno, in nome del principio di economia processuale sancito dall'art. 104 c.p.c.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: guida al deposito
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della copia autentica della sentenza impugnata, munita della relata di notificazione. Il caso, originato da una disputa immobiliare, evidenzia come un errore procedurale possa precludere l'esame nel merito, confermando la rigidità delle norme sull'improcedibilità ricorso Cassazione.
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Pignoramento credito assicurativo: quando è valido?
La Corte di Cassazione stabilisce che il pignoramento del credito assicurativo per indennizzo è legittimo anche se l'assicurato non ha ancora risarcito il danneggiato. Il credito, infatti, sorge dal rapporto contrattuale esistente e può essere pignorato come credito futuro. Inoltre, chiarisce che la ritenuta d'acconto sulle spese legali non si applica se queste sono un mero rimborso alla parte vittoriosa e non un compenso diretto al suo difensore.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
Un professionista, sanzionato dall'Autorità di Vigilanza bancaria, aveva impugnato la sanzione fino in Cassazione. Successivamente, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, condannando il ricorrente al pagamento delle spese legali. Tuttavia, ha chiarito un punto cruciale: in caso di rinuncia al ricorso, non si applica l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, misura prevista solo per i casi di rigetto o inammissibilità dell'impugnazione.
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Usucapione immobile: la proposta di acquisto la blocca
Un condominio rivendicava l'usucapione immobiliare su un'area di proprietà comunale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che negava tale diritto, attribuendo un valore decisivo a una lettera con cui il precedente proprietario del condominio aveva offerto di acquistare l'area. Questo atto è stato considerato incompatibile con l'intenzione di possedere il bene come proprietario (animus possidendi), un requisito fondamentale per l'usucapione immobiliare. Di conseguenza, il ricorso del condominio è stato respinto.
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