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Giurisprudenza Civile

Patto commissorio: vendita e leasing tra società collegate
La Cassazione chiarisce i confini del divieto di patto commissorio in un'operazione complessa di vendita e leasing tra società collegate. Sebbene respinga la nullità del contratto, accoglie il ricorso per vizio di motivazione sull'azione revocatoria, cassando con rinvio la sentenza d'appello.
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Mutuo Solutorio: valido anche se estingue debiti
La Corte di Cassazione ha stabilito che un contratto di mutuo è valido e perfezionato anche se la somma erogata viene immediatamente utilizzata per estinguere debiti pregressi del mutuatario verso la stessa banca. Questo tipo di operazione, nota come mutuo solutorio, si considera conclusa con l'accredito sul conto corrente, che conferisce al mutuatario la disponibilità giuridica della somma, a prescindere dal suo successivo impiego. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva negato la natura di mutuo, riqualificando il contratto.
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Estinzione del processo: cancellazione trascrizione
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del processo a seguito di rinuncia agli atti delle parti. L'ordinanza chiarisce che la Corte può ordinare la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale solo per il contenzioso ancora pendente e non per quello già definito con sentenza passata in giudicato. Di conseguenza, viene ordinata la cancellazione per un immobile ma non per un altro, la cui vicenda processuale si era già conclusa.
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Giurisdizione giudice amministrativo per danni da appalto
Le Sezioni Unite della Cassazione confermano la giurisdizione del giudice amministrativo a decidere sul risarcimento del danno quando l'esecuzione di una precedente sentenza favorevole in materia di appalti diventa impossibile. Un ente locale aveva contestato tale giurisdizione, sostenendo che spettasse al giudice ordinario. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'azione risarcitoria per mancata ottemperanza rientra pienamente nelle competenze del giudice dell'ottemperanza, in quanto rimedio compensativo previsto dalla legge.
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Incarico dirigenziale medico: non è un diritto automatico
Un dirigente medico si è visto negare l'attribuzione di un incarico professionale di livello superiore dopo aver superato con valutazione positiva il primo quinquennio di servizio. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che l'assegnazione di un incarico dirigenziale medico non costituisce un diritto soggettivo automatico. La promozione è subordinata alla reale disponibilità di posti nell'organigramma aziendale, alla copertura finanziaria e al superamento di procedure selettive, come previsto dalla contrattazione collettiva.
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Responsabilità direttore lavori: cosa succede se è assente
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un direttore dei lavori per i vizi costruttivi di un'opera, stabilendo che la sua prolungata e ingiustificata assenza dal cantiere costituisce un grave inadempimento del suo obbligo di alta sorveglianza. Tale condotta omissiva fonda la sua responsabilità professionale, poiché le ha impedito di vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori e di intervenire tempestivamente per correggere gli errori dell'impresa appaltatrice.
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Termine impugnazione rito lavoro: la Cassazione chiarisce
Una farmacia ha ricevuto una sanzione amministrativa per un prodotto scaduto. Dopo la prima decisione sfavorevole, il suo appello è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto tardivo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che il termine impugnazione rito lavoro, applicabile in questi casi, decorre dalla comunicazione della cancelleria quando la motivazione della sentenza viene depositata separatamente e in ritardo rispetto al dispositivo letto in udienza. La Corte ha quindi annullato la sentenza e rinviato il caso al Tribunale.
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Responsabilità professionale avvocato: il caso del rimborso
Un professionista, cancellato dal proprio ente previdenziale, ha visto respingere la sua richiesta di rimborso dei contributi a causa di un vizio procedurale: la mancata presentazione di una domanda amministrativa preventiva. Di conseguenza, ha citato in giudizio il proprio legale per negligenza. La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità della questione sulla responsabilità professionale dell'avvocato e la prevedibilità di un'evoluzione giurisprudenziale, ha rimesso la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Ferie e riposi: no alla sovrapposizione per i piloti
Un pilota di elicotteri ha citato in giudizio la propria azienda per ottenere il pagamento dell'indennità per ferie non godute. Le corti di merito avevano inizialmente respinto la domanda, ritenendo che i giorni di riposo contrattuali assorbissero le ferie. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo il principio fondamentale che ferie e riposi sono istituti giuridici distinti e non sovrapponibili. Le ferie annuali costituiscono un diritto irrinunciabile del lavoratore, garantito dalla Costituzione, e non possono essere assorbite da periodi di riposo. Di conseguenza, la clausola contrattuale che prevedeva tale assorbimento è stata dichiarata illegittima e il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Sanzioni bancarie: la morte estingue l’obbligazione
Un ex consigliere di amministrazione di un istituto di credito, sanzionato dall'autorità di vigilanza bancaria, aveva ottenuto l'annullamento della sanzione in Corte d'Appello. L'autorità aveva quindi proposto ricorso in Cassazione. Durante il giudizio, il consigliere è deceduto. La Suprema Corte ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, stabilendo che le sanzioni amministrative bancarie hanno natura personale e si estinguono con la morte del soggetto, senza trasferirsi agli eredi.
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Assegnazione temporanea: no priorità al trasferimento
Una dipendente pubblica in assegnazione temporanea per assistere la figlia minore ha richiesto il trasferimento definitivo con priorità presso l'ente ospitante, equiparando la sua posizione a quella del 'comando'. La Corte di Cassazione ha respinto tale interpretazione, chiarendo che la priorità nel trasferimento è riservata solo ai casi di mobilità (comando o fuori ruolo) disposti nell'interesse primario della Pubblica Amministrazione, e non a quelli, come l'assegnazione temporanea per motivi familiari, richiesti nell'interesse del lavoratore.
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Licenziamento per ammanco: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento per ammanco causato dal furto di prodotti da parte di un dipendente di una farmacia. La sentenza ha respinto il ricorso del lavoratore, che contestava la tempestività dell'azione disciplinare e le prove utilizzate. La Corte ha ribadito che il principio di immediatezza della contestazione è relativo e che il datore di lavoro può prendersi il tempo necessario per accertare i fatti. Inoltre, ha confermato la condanna del lavoratore al risarcimento del danno, quantificato in oltre 40.000 euro.
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Eccesso di potere giurisdizionale: i limiti del giudice
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile un ricorso per eccesso di potere giurisdizionale. Il caso riguardava una procedura di project financing per un'infrastruttura strategica, in cui il promotore aveva esercitato il diritto di prelazione. Il Consiglio di Stato aveva annullato l'aggiudicazione, interpretando restrittivamente la nozione di 'medesime condizioni'. La Cassazione ha stabilito che l'attività interpretativa del giudice amministrativo, anche se discutibile, non costituisce eccesso di potere giurisdizionale, in quanto non invade la sfera legislativa creando nuovo diritto, ma rientra nella sua funzione propria. L'appello era inoltre inammissibile per la formazione di un giudicato implicito sulla giurisdizione.
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Errore materiale: Cassazione chiarisce i limiti
Una cittadina ha richiesto la correzione di un errore materiale in una precedente sentenza della Cassazione, sostenendo che un documento fosse stato erroneamente ignorato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'errata valutazione delle prove costituisce un errore di giudizio e non un errore materiale suscettibile di correzione.
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Termine perentorio sanzione: la Cassazione chiarisce
Un cittadino veniva sanzionato per possesso di valuta non dichiarata in aeroporto. La Corte d'Appello annullava la sanzione ritenendola tardiva. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il termine perentorio sanzione di 180 giorni per l'emissione del decreto decorre non dalla data della contestazione al trasgressore, ma dalla data in cui il Ministero competente riceve il verbale di accertamento. Tale data è provata dal protocollo informatico dell'amministrazione, che costituisce atto pubblico.
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Credito di regresso: quando si ammette al passivo?
Una società, coobbligata per un debito tributario di un'altra società poi fallita, ha chiesto di ammettere al passivo il proprio potenziale credito di regresso. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che il diritto di regresso sorge solo con il pagamento integrale del debito. Fino a quel momento, il credito è inesistente e non può essere ammesso al passivo, neppure con riserva, in quanto non costituisce un credito condizionato.
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Cessione del credito: sì all’azione diretta ex art. 149
Una società di noleggio, cessionaria del credito per risarcimento danni da sinistro stradale, agiva con azione diretta ex art. 149 Codice Assicurazioni. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per un vizio procedurale, la Cassazione ha enunciato il principio di diritto secondo cui la cessione del credito per risarcimento danni stradali legittima il cessionario ad utilizzare tale azione. La Corte ha stabilito che l'azione non ha carattere personale e si trasferisce insieme al credito.
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Perdita di chance: onere della prova per il risarcimento
Un dipendente ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria per non essere stato selezionato per un incarico direttivo, nonostante ritenesse di avere un curriculum migliore del candidato prescelto. La selezione era stata giudicata illegittima per difetto di motivazione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di risarcimento per perdita di chance, chiarendo che non è sufficiente dimostrare l'illegittimità della procedura. Il ricorrente ha l'onere di provare la concreta e significativa probabilità che avrebbe avuto di ottenere l'incarico, tenendo conto di tutti i criteri di valutazione dell'ente, non solo della comparazione dei curricula. Poiché tale prova non è stata fornita, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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Cancellazione società: i crediti non si estinguono
Una contribuente ha impugnato un avviso di accertamento basato sulla presunta sopravvenienza attiva derivante dalla cancellazione di una società sua creditrice. La Corte di Cassazione ha stabilito che la cancellazione società dal registro delle imprese non comporta l'estinzione automatica dei crediti, i quali si trasferiscono ai soci. Di conseguenza, non si genera alcun reddito tassabile per il debitore. La Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando il caso alla commissione tributaria regionale.
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Conflitto di interessi: l’amico di tennis va escluso
La Corte di Cassazione ha confermato l'annullamento di una procedura di selezione interna a un ente pubblico a causa di un conflitto di interessi. Un rapporto di frequentazione abituale (nella specie, giocare a tennis) tra il presidente della commissione e il candidato vincitore è stato ritenuto sufficiente a ledere il principio di imparzialità. La Corte ha però negato il risarcimento al dipendente escluso, poiché la sua richiesta di danno da perdita di chance era stata formulata in modo generico e non specificamente provata.
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