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Giurisprudenza Civile

Sospensione lodo arbitrale: la scelta del rito giusto

La Corte d’Appello di Roma ha dichiarato inammissibile la richiesta di sospensione di un lodo arbitrale, presentata nell’ambito di un reclamo contro il decreto che ne dichiarava l’esecutività. La Corte ha chiarito che il procedimento di reclamo, per sua natura, non prevede tale facoltà. La sospensione del lodo arbitrale deve essere richiesta nel giudizio di impugnazione per nullità del lodo stesso, come previsto da specifiche norme procedurali.

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Querela di falso: firma falsa, sentenza nulla

Un avvocato contesta una multa con una querela di falso, sostenendo che la firma sulla notifica non sia sua. La Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado, emessa da un giudice monocratico anziché collegiale, e accoglie la querela dopo che una perizia (CTU) ha confermato la falsità della firma, condannando la controparte al pagamento di tutte le spese.

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Cessione ramo d'azienda: i requisiti di autonomia

La Corte di Cassazione conferma la nullità di una cessione ramo d’azienda nel settore del recupero crediti. La sentenza stabilisce che, per essere valido, il trasferimento deve riguardare un’entità economica che possieda autonomia funzionale e sia preesistente alla cessione stessa. Nel caso specifico, il ramo trasferito non era in grado di operare autonomamente sul mercato senza il supporto determinante della società cedente, rendendo l’operazione illegittima e inefficace nei confronti dei lavoratori trasferiti.

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Nullità parziale fideiussione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello per violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso riguarda una richiesta di nullità parziale fideiussione relativa a una clausola derogatoria dell’art. 1957 c.c., erroneamente interpretata dai giudici di merito come una richiesta di nullità totale. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice non può decidere su una questione diversa da quella sollevata, riaffermando l’importanza di distinguere tra nullità di una singola clausola e nullità dell’intero contratto.

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Prescrizione risarcimento reato: quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16132/2025, affronta il tema della prescrizione del risarcimento del danno derivante da reato. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento da parte dei familiari di una vittima di un’alluvione. La Corte ha stabilito che, se il danneggiato non si costituisce parte civile nel processo penale, il termine di prescrizione per l’azione civile decorre dalla data del fatto illecito e non dalla data in cui la sentenza penale diventa irrevocabile. Di conseguenza, l’azione dei danneggiati è stata dichiarata prescritta.

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Prescrizione contributi: la sospensione Covid la salva

Un ente previdenziale rischiava di perdere un credito per contributi a causa della prescrizione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la sospensione speciale introdotta per l’emergenza Covid-19 ha fermato il decorso della prescrizione contributi. La Corte ha chiarito che tale sospensione si applica ai termini sostanziali e non solo a quelli processuali, salvando di fatto il diritto dell’ente a riscuotere le somme dovute.

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Lavoro straordinario pubblico impiego: l'ok è d'obbligo

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel lavoro straordinario pubblico impiego, l’autorizzazione preventiva dell’amministrazione è un elemento costitutivo del diritto al compenso. Un dipendente di un’agenzia regionale aveva ottenuto il pagamento degli straordinari in primo e secondo grado. L’ente pubblico ha però fatto ricorso in Cassazione, sostenendo la mancanza di autorizzazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, affermando che la prova dell’autorizzazione è a carico del lavoratore e che la sua assenza può essere contestata dalla P.A. anche per la prima volta in appello, in quanto non si tratta di un’eccezione nuova ma di una difesa nel merito. La sentenza è stata cassata con rinvio.

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Legittimazione passiva appalto: a chi fare causa?

Un committente cita in giudizio un imprenditore individuale per vizi nella costruzione di una villa. La Cassazione conferma la decisione d’appello che rigetta la domanda, stabilendo che il contratto era stato stipulato con una S.r.l. e non con la persona fisica. L’ordinanza sottolinea l’importanza della corretta identificazione della parte convenuta (legittimazione passiva appalto) e i rigidi termini per la produzione delle prove, chiarendo che l’onere di provare chi sia il corretto debitore spetta a chi agisce in giudizio.

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Riunione dei ricorsi: efficienza processuale in Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto la riunione dei ricorsi proposti da due cittadini contro la medesima sentenza della Corte d’Appello. Avendo riscontrato che la stessa decisione era già oggetto di una precedente impugnazione, la Corte ha applicato l’articolo 335 del codice di procedura civile, unendo i due procedimenti per garantirne una trattazione congiunta e una decisione unica, in ossequio al principio di economia processuale.

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Sanzioni civili contributi: automatiche e senza colpa

A seguito di una sospensione illegittima di una dipendente, un’azienda sanitaria era stata condannata a versare i contributi omessi. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, ha stabilito che le sanzioni civili contributi sono sempre dovute in caso di mancato pagamento. Queste sanzioni scattano automaticamente, senza che sia necessario accertare la colpa o l’intenzione evasiva del datore di lavoro, poiché la loro funzione è quella di risarcire in via predeterminata l’ente previdenziale per il danno subito.

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Autorizzazione lavoro straordinario: consenso implicito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13661/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di autorizzazione lavoro straordinario. Il caso riguardava alcuni dipendenti di un museo che chiedevano il pagamento delle ore di straordinario svolte nei giorni festivi. La Corte d’Appello aveva negato il loro diritto, sostenendo la necessità di un’autorizzazione specifica e formale. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che l’autorizzazione può essere anche implicita. È sufficiente che il lavoro sia stato svolto con il consenso del datore di lavoro e non a sua insaputa o contro la sua volontà (‘non insciente o prohibente domino’). La sentenza è stata quindi cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Retribuzione perequativa: no su legge incostituzionale

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva una retribuzione perequativa. La richiesta si basava su una legge regionale poi dichiarata incostituzionale. Secondo la Corte, non può nascere un diritto da una norma incostituzionale, né si può invocare il legittimo affidamento.

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Legittimo affidamento e legge incostituzionale: il caso

Una dipendente pubblica ha richiesto un adeguamento retributivo basato su una legge regionale, successivamente dichiarata incostituzionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, negando la sussistenza di un legittimo affidamento su una norma illegittima, soprattutto in assenza di un precedente riconoscimento del diritto e a fronte di un precedente giudicato sfavorevole.

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Cessione di quote: obblighi di indennizzo e pagamento

Un venditore di partecipazioni societarie ha citato in giudizio gli acquirenti per il mancato pagamento del prezzo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del venditore, confermando che egli non poteva esigere il pagamento poiché non aveva prima adempiuto al suo obbligo contrattuale di tenere indenni gli acquirenti da debiti fiscali preesistenti della società. Il caso evidenzia l’importanza delle clausole di garanzia nella cessione di quote.

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Accordo sindacale programmatico: la Cassazione decide

Un gruppo di dipendenti del Ministero della Giustizia ha agito in giudizio per ottenere l’inquadramento in un’area funzionale superiore, basandosi su un accordo sindacale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’intesa aveva un carattere meramente programmatico e non creava un diritto soggettivo azionabile. La decisione sottolinea che l’attuazione dell’accordo era subordinata ai limiti normativi e alle risorse finanziarie disponibili, confermando così la natura di accordo sindacale programmatico che non genera obblighi immediati per l’amministrazione.

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Responsabilità committente: obblighi di sicurezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 11918/2025, ha stabilito che la responsabilità committente per un infortunio sul lavoro di un dipendente dell’appaltatore non è esclusa dalla semplice assenza di ingerenza. Il committente ha obblighi specifici di cooperazione e coordinamento per la sicurezza, imposti dal D.Lgs. 81/2008, la cui violazione fonda la sua responsabilità. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva escluso tale responsabilità, rinviando per un nuovo esame che verifichi l’adempimento di tali doveri.

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Data Certa Cambiale: no alla marca da bollo datata

Una società creditrice ha richiesto di essere ammessa al passivo di un fallimento sulla base di alcune cambiali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17541/2025, ha stabilito che la semplice presenza di una marca da bollo datata su una cambiale non è sufficiente a fornire la prova della ‘data certa cambiale’, necessaria per renderla opponibile alla curatela. Secondo la Corte, per ottenere la data certa sono necessari eventi più sicuri, come un timbro postale di annullamento, che colleghino in modo inequivocabile la data al documento.

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Ammortamento alla francese: legittimo nel leasing?

Un’impresa contesta un contratto di leasing per interessi usurari e illegittimità del piano di ammortamento alla francese. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il piano di ammortamento alla francese è legittimo, non costituisce anatocismo, e che la mancata indicazione del TAEG non invalida il contratto, avendo solo funzione informativa.

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Inadempimento qualificato: accordo di crisi nullo

La Corte di Cassazione ha confermato la cessazione degli effetti di un accordo di composizione della crisi a causa di un inadempimento qualificato del debitore. La Corte ha stabilito che, una volta terminato l’accordo per legge a causa del grave inadempimento, non è più possibile per il debitore richiederne una modifica, anche adducendo cause di forza maggiore come la pandemia. L’appello del debitore è stato dichiarato inammissibile anche per motivi procedurali.

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Contratti a termine illegittimi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una serie di contratti a termine stipulati da un ente locale con un lavoratore, basati su una legge regionale finalizzata all’occupazione. La Corte ha confermato che la reiterazione di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli dell’amministrazione costituisce un abuso, rendendo i contratti a termine illegittimi. Di conseguenza, è stato confermato il diritto del lavoratore al risarcimento del danno, respingendo sia il ricorso dell’ente pubblico che quello del dipendente relativo alla liquidazione delle spese legali.

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