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Giurisprudenza Civile

Contratto con sé stesso: limiti del potere del giudice
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso relativo a un contratto con sé stesso. La vicenda nasce dalla vendita di un immobile che un rappresentante, munito di procura generale, ha effettuato a proprio favore. La Corte ha confermato la decisione d'appello, la quale aveva ritenuto che il giudice di primo grado avesse ecceduto i propri poteri (ultrapetizione) riqualificando la domanda di nullità per vizio del consenso in una domanda di annullamento per conflitto di interessi, non richiesta dalla parte. Il ricorso è stato giudicato inammissibile per novità e genericità dei motivi.
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Competenza agraria e maneggio: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2318/2024, ha stabilito che un'attività di maneggio e scuola di equitazione non rientra nella competenza agraria della sezione specializzata del tribunale. Il caso riguardava una controversia per l'affitto di un fondo rustico. La Corte ha chiarito che, per essere considerata agricola, l'attività di allevamento di animali deve essere funzionalmente connessa alla produzione del terreno. Poiché i cavalli erano usati solo per scopi ludico-ricreativi, l'attività è stata qualificata come commerciale, attribuendo la competenza al tribunale ordinario.
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Indennità servizio estero: non cumulabile con la I.I.S.
Una dipendente civile del Ministero della Difesa in servizio a Parigi ha richiesto il pagamento dell'indennità integrativa speciale, oltre a quella già percepita per il servizio all'estero. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2280/2024, ha respinto il ricorso, stabilendo che la normativa speciale per il personale all'estero prevale sulla contrattazione collettiva e sancisce la non cumulabilità tra l'indennità servizio estero e l'indennità integrativa speciale, confermando la decisione dei giudici di merito.
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Associazione non riconosciuta: validità statuto
Due membri di un'associazione non riconosciuta hanno contestato una norma dello statuto che impediva loro di assumere cariche associative. Dopo aver vinto in primo e secondo grado, l'associazione ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato la decisione per unire la causa ad altri ricorsi connessi, evidenziando la complessità della questione sulla validità delle regole interne e i diritti degli associati.
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Doppio licenziamento: quando il secondo è inefficace
Un lavoratore ha ricevuto due licenziamenti. Il primo è stato infine confermato come legittimo e definitivo. La Corte di Cassazione ha analizzato il secondo licenziamento, dichiarandolo definitivamente inefficace perché il rapporto di lavoro era già cessato a causa del primo. Il caso chiarisce i principi che regolano un doppio licenziamento e le conseguenze procedurali quando il primo licenziamento diventa definitivo nel corso del contenzioso relativo al secondo.
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Incarichi a dipendenti pubblici: la competenza
Una società è stata sanzionata per aver affidato incarichi a un dipendente pubblico (un professore universitario) senza la prescritta autorizzazione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 2307/2024, ha chiarito importanti principi sugli incarichi a dipendenti pubblici. In primo luogo, ha stabilito che per gli illeciti omissivi, la competenza territoriale per irrogare la sanzione spetta all'autorità del luogo in cui la violazione è stata accertata, e non dove l'atto omesso doveva pervenire. In secondo luogo, ha ribadito che l'onere di provare la buona fede, ovvero l'errore incolpevole, grava sul datore di lavoro privato, il quale non può semplicemente ignorare gli obblighi di legge.
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Retribuzione Segretario Comunale: No alla somma
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2282/2024, ha stabilito che la retribuzione di un segretario comunale che presta servizio per più enti in convenzione non deve essere calcolata sommando la popolazione dei singoli comuni. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) prevede già un'indennità aggiuntiva specifica per questa situazione, e un calcolo basato sulla sommatoria creerebbe un'ingiustificata duplicazione del compenso. La Corte ha inoltre chiarito che la convenzione tra enti non dà vita a un nuovo soggetto giuridico autonomo.
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Difetto di giurisdizione: non puoi contestarlo se perdi
Una società costruttrice, dopo aver perso una causa contro un Comune davanti al TAR e al Consiglio di Stato, ha tentato di contestare la giurisdizione del giudice amministrativo da lei stessa adito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui la parte che sceglie il giudice e risulta soccombente nel merito non è legittimata a denunciare in appello il difetto di giurisdizione. L'ordinanza chiarisce anche la differenza tra la qualificazione giuridica dei fatti, compito proprio del giudice, e l'eccesso di potere giurisdizionale.
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Indennità sostitutiva: quando spetta al lavoratore?
Un agente di polizia municipale ha richiesto un'indennità sostitutiva e un risarcimento per la mancata fornitura della divisa da parte del Comune. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per ottenere l'indennità sostitutiva è necessaria una specifica previsione di legge o contrattuale. Inoltre, ha chiarito che qualsiasi danno, incluso quello all'immagine, non è mai presunto ma deve essere sempre allegato e provato in modo specifico dal lavoratore.
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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due dottoresse che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa del tardivo recepimento di direttive UE. La Corte ha confermato che il diritto al risarcimento si è estinto per prescrizione. È stato ribadito il principio consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge 370/1999, momento in cui l'inadempimento dello Stato è divenuto definitivo e il diritto azionabile.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere della prova
Una società immobiliare e un ente comunale, condannati in solido per i danni causati dal crollo di una strada, hanno presentato ricorso alla Corte Suprema. La Corte ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso in Cassazione perché i ricorrenti, pur avendo dichiarato di aver ricevuto notifica della sentenza d'appello, non hanno depositato la copia con la relativa prova di notifica. Questa omissione ha violato un preciso onere processuale, rendendo l'esame del merito impossibile.
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Adeguamento borsa specializzandi: la Cassazione nega
Un gruppo di medici specializzandi aveva richiesto un adeguamento economico della propria borsa di studio. Dopo un parziale accoglimento nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Sulla base di un consolidato orientamento, la Corte ha stabilito che una serie di interventi normativi ha legittimamente bloccato l'adeguamento borsa specializzandi per il periodo tra il 1992 e il 2005, respingendo così in via definitiva le pretese economiche dei medici.
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Remunerazione medici specializzandi: Cassazione chiarisce
Un medico specializzando ha richiesto un risarcimento per la mancata remunerazione durante la sua formazione negli anni '80, basandosi su direttive europee. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la remunerazione medici specializzandi è dovuta solo per i corsi esplicitamente elencati in tali direttive. Il medico, specializzatosi in cardiologia e diabetologia, non ha potuto beneficiare del risarcimento poiché i suoi corsi non figuravano negli elenchi e non ha fornito prova della loro equivalenza.
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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in tema di spese processuali. A seguito della rinuncia al ricorso da parte di un imprenditore contro una dichiarazione di fallimento, la Corte ha dichiarato estinto il giudizio. La decisione sottolinea che l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia, poiché tale misura sanzionatoria è prevista solo per rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione, e non può essere interpretata estensivamente.
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Imposta ipotecaria: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio riguardante l'applicazione dell'imposta ipotecaria su un immobile in costruzione. La controversia vedeva contrapposti un notaio e l'Agenzia delle Entrate sulla natura della tassazione (fissa o proporzionale). Prima della decisione di merito, il ricorrente ha aderito a una definizione agevolata della controversia, rinunciando al ricorso. Di conseguenza, la Corte ha preso atto dell'accordo e ha dichiarato l'estinzione del procedimento, compensando integralmente le spese di lite.
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Compenso aggiuntivo segretario: quando è dovuto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2276/2024, ha stabilito che il compenso aggiuntivo per un segretario comunale che svolge mansioni extra non è un diritto automatico. Per ottenerlo, sono necessarie due condizioni cumulative: una specifica decisione dell'ente locale di erogare il compenso e la comprovata disponibilità di risorse finanziarie. La retribuzione di posizione è infatti considerata 'onnicomprensiva', coprendo già un'ampia gamma di compiti. La richiesta di un segretario è stata quindi respinta in quanto mancavano questi presupposti fondamentali.
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Punteggio servizio militare: la decisione spetta al Giudice Ordinario
Un membro del personale scolastico ATA ha richiesto il pieno riconoscimento del punteggio per il servizio militare nelle graduatorie. La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 2277/2024, ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere spetta al Giudice Ordinario e non a quello Amministrativo. La decisione si fonda sul fatto che il ricorrente fa valere un diritto soggettivo derivante dalla legge, chiedendo la disapplicazione dell'atto amministrativo che lo limita, anziché il suo annullamento.
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Indennizzo medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso riguardante l'indennizzo per i medici specializzandi che hanno frequentato corsi di formazione dopo il 1982 senza ricevere un'adeguata remunerazione, a causa del tardivo recepimento di direttive europee da parte dello Stato italiano. La Corte ha stabilito principi chiari per il calcolo del risarcimento: l'indennità spetta a partire dal 1° gennaio 1983, anche per i corsi iniziati prima; la quantificazione deve basarsi sui criteri della L. 370/1999 e, in quanto debito di valuta, non è soggetta a rivalutazione monetaria automatica. La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio alla Corte d'Appello per un nuovo calcolo basato su questi principi.
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Titolarità del diritto: Cassazione e merito del caso
Una società in amministrazione straordinaria si opponeva all'ammissione di un credito bancario garantito. Il Tribunale ammetteva il credito basandosi su un precedente giudicato interno alla procedura (endofallimentare). La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la titolarità del diritto è una questione di merito fondamentale che il giudice può e deve sempre valutare, anche d'ufficio, superando i limiti del giudicato endofallimentare. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Indennità di amministrazione: esclusa dalla tredicesima
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2266/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni dipendenti del Ministero della Giustizia. I ricorrenti chiedevano l'inclusione della loro indennità di amministrazione nel calcolo della tredicesima mensilità e della quota A della pensione. La Corte ha confermato l'orientamento consolidato secondo cui tale indennità, per legge e contratto, è corrisposta per dodici mensilità e non rientra nella base di calcolo della tredicesima. Analogamente, ai fini pensionistici, concorre solo alla formazione della 'quota B' e non della 'quota A', a causa del principio di tassatività delle componenti della base pensionabile.
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