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Giurisprudenza Civile

Difetto di giurisdizione: non puoi contestarlo se perdi
Una società costruttrice, dopo aver perso una causa contro un Comune davanti al TAR e al Consiglio di Stato, ha tentato di contestare la giurisdizione del giudice amministrativo da lei stessa adito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui la parte che sceglie il giudice e risulta soccombente nel merito non è legittimata a denunciare in appello il difetto di giurisdizione. L'ordinanza chiarisce anche la differenza tra la qualificazione giuridica dei fatti, compito proprio del giudice, e l'eccesso di potere giurisdizionale.
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Indennità sostitutiva: quando spetta al lavoratore?
Un agente di polizia municipale ha richiesto un'indennità sostitutiva e un risarcimento per la mancata fornitura della divisa da parte del Comune. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per ottenere l'indennità sostitutiva è necessaria una specifica previsione di legge o contrattuale. Inoltre, ha chiarito che qualsiasi danno, incluso quello all'immagine, non è mai presunto ma deve essere sempre allegato e provato in modo specifico dal lavoratore.
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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due dottoresse che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa del tardivo recepimento di direttive UE. La Corte ha confermato che il diritto al risarcimento si è estinto per prescrizione. È stato ribadito il principio consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge 370/1999, momento in cui l'inadempimento dello Stato è divenuto definitivo e il diritto azionabile.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere della prova
Una società immobiliare e un ente comunale, condannati in solido per i danni causati dal crollo di una strada, hanno presentato ricorso alla Corte Suprema. La Corte ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso in Cassazione perché i ricorrenti, pur avendo dichiarato di aver ricevuto notifica della sentenza d'appello, non hanno depositato la copia con la relativa prova di notifica. Questa omissione ha violato un preciso onere processuale, rendendo l'esame del merito impossibile.
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Adeguamento borsa specializzandi: la Cassazione nega
Un gruppo di medici specializzandi aveva richiesto un adeguamento economico della propria borsa di studio. Dopo un parziale accoglimento nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Sulla base di un consolidato orientamento, la Corte ha stabilito che una serie di interventi normativi ha legittimamente bloccato l'adeguamento borsa specializzandi per il periodo tra il 1992 e il 2005, respingendo così in via definitiva le pretese economiche dei medici.
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Remunerazione medici specializzandi: Cassazione chiarisce
Un medico specializzando ha richiesto un risarcimento per la mancata remunerazione durante la sua formazione negli anni '80, basandosi su direttive europee. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la remunerazione medici specializzandi è dovuta solo per i corsi esplicitamente elencati in tali direttive. Il medico, specializzatosi in cardiologia e diabetologia, non ha potuto beneficiare del risarcimento poiché i suoi corsi non figuravano negli elenchi e non ha fornito prova della loro equivalenza.
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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in tema di spese processuali. A seguito della rinuncia al ricorso da parte di un imprenditore contro una dichiarazione di fallimento, la Corte ha dichiarato estinto il giudizio. La decisione sottolinea che l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia, poiché tale misura sanzionatoria è prevista solo per rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione, e non può essere interpretata estensivamente.
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Imposta ipotecaria: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio riguardante l'applicazione dell'imposta ipotecaria su un immobile in costruzione. La controversia vedeva contrapposti un notaio e l'Agenzia delle Entrate sulla natura della tassazione (fissa o proporzionale). Prima della decisione di merito, il ricorrente ha aderito a una definizione agevolata della controversia, rinunciando al ricorso. Di conseguenza, la Corte ha preso atto dell'accordo e ha dichiarato l'estinzione del procedimento, compensando integralmente le spese di lite.
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Compenso aggiuntivo segretario: quando è dovuto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2276/2024, ha stabilito che il compenso aggiuntivo per un segretario comunale che svolge mansioni extra non è un diritto automatico. Per ottenerlo, sono necessarie due condizioni cumulative: una specifica decisione dell'ente locale di erogare il compenso e la comprovata disponibilità di risorse finanziarie. La retribuzione di posizione è infatti considerata 'onnicomprensiva', coprendo già un'ampia gamma di compiti. La richiesta di un segretario è stata quindi respinta in quanto mancavano questi presupposti fondamentali.
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Punteggio servizio militare: la decisione spetta al Giudice Ordinario
Un membro del personale scolastico ATA ha richiesto il pieno riconoscimento del punteggio per il servizio militare nelle graduatorie. La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 2277/2024, ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere spetta al Giudice Ordinario e non a quello Amministrativo. La decisione si fonda sul fatto che il ricorrente fa valere un diritto soggettivo derivante dalla legge, chiedendo la disapplicazione dell'atto amministrativo che lo limita, anziché il suo annullamento.
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Indennizzo medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso riguardante l'indennizzo per i medici specializzandi che hanno frequentato corsi di formazione dopo il 1982 senza ricevere un'adeguata remunerazione, a causa del tardivo recepimento di direttive europee da parte dello Stato italiano. La Corte ha stabilito principi chiari per il calcolo del risarcimento: l'indennità spetta a partire dal 1° gennaio 1983, anche per i corsi iniziati prima; la quantificazione deve basarsi sui criteri della L. 370/1999 e, in quanto debito di valuta, non è soggetta a rivalutazione monetaria automatica. La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio alla Corte d'Appello per un nuovo calcolo basato su questi principi.
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Titolarità del diritto: Cassazione e merito del caso
Una società in amministrazione straordinaria si opponeva all'ammissione di un credito bancario garantito. Il Tribunale ammetteva il credito basandosi su un precedente giudicato interno alla procedura (endofallimentare). La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la titolarità del diritto è una questione di merito fondamentale che il giudice può e deve sempre valutare, anche d'ufficio, superando i limiti del giudicato endofallimentare. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Indennità di amministrazione: esclusa dalla tredicesima
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2266/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni dipendenti del Ministero della Giustizia. I ricorrenti chiedevano l'inclusione della loro indennità di amministrazione nel calcolo della tredicesima mensilità e della quota A della pensione. La Corte ha confermato l'orientamento consolidato secondo cui tale indennità, per legge e contratto, è corrisposta per dodici mensilità e non rientra nella base di calcolo della tredicesima. Analogamente, ai fini pensionistici, concorre solo alla formazione della 'quota B' e non della 'quota A', a causa del principio di tassatività delle componenti della base pensionabile.
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Specializzazioni mediche equipollenti: no risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2254/2024, ha negato il diritto al risarcimento a un medico per la mancata retribuzione durante la scuola di specializzazione in Diabetologia. Il motivo risiede nel fatto che tale corso non era incluso negli elenchi delle direttive europee. La Corte ha chiarito che il concetto di 'specializzazioni mediche equipollenti' non è automatico e l'onere di dimostrare tale equivalenza spetta al medico che richiede il risarcimento, confermando un orientamento ormai consolidato.
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Procura speciale: la Cassazione rinvia alle Sezioni Unite
In una controversia su canoni demaniali, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio per una questione preliminare. L'ordinanza interlocutoria evidenzia un dubbio sulla validità della procura speciale dell'avvocato, rilasciata in data e luogo diversi rispetto al ricorso. Data la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, la Corte ha rinviato la causa in attesa di una pronuncia risolutiva delle Sezioni Unite, che dovrà fare chiarezza su questo importante aspetto procedurale.
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Condotta colposa danneggiato: esonero responsabilità
Un cittadino cade a causa di un marciapiede dissestato e cita in giudizio il proprietario dell'area e il Comune. Inizialmente condannati in solido, la Corte d'Appello ribalta la decisione. La sentenza stabilisce che la condotta colposa del danneggiato, che non ha prestato attenzione a un pericolo palese e visibile, interrompe il nesso causale e libera da responsabilità sia il proprietario che l'ente pubblico. Il dissesto era così evidente che una minima prudenza avrebbe evitato l'incidente.
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Licenziamento per insubordinazione: sentenza chiave
Un dipendente del settore sanitario, dopo aver ricevuto una comunicazione di sospensione via PEC, ha continuato a presentarsi al lavoro, sostenendo un malfunzionamento della sua casella di posta elettronica. La Corte d'Appello ha confermato la legittimità del successivo licenziamento per insubordinazione, ritenendo la condotta del lavoratore una grave e volontaria violazione degli obblighi contrattuali. La sentenza sottolinea come la presunzione di conoscenza legata alla PEC e il comportamento ostruzionistico del dipendente abbiano irrimediabilmente leso il vincolo fiduciario con il datore di lavoro.
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Riunione per connessione: quando è obbligatoria?
La Corte di Cassazione ha ordinato la riunione per connessione di due procedimenti. Il caso riguarda un ricorso contro una sentenza della Corte d'Appello, strettamente collegato a un altro ricorso pendente. La Corte ha ritenuto la riunione necessaria per evitare decisioni contraddittorie e per ragioni di economia processuale, dato che l'esito di un ricorso potrebbe rendere nullo l'oggetto dell'altro.
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Scorrimento graduatoria: quando è un diritto? Cass.
Due dipendenti pubbliche, risultate idonee in una selezione per progressione di carriera, hanno richiesto l'assunzione tramite scorrimento graduatoria per posti resisi vacanti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, stabilendo che la mera idoneità e l'intenzione dell'amministrazione di coprire i posti non sono sufficienti a creare un diritto all'assunzione. Lo scorrimento graduatoria, equiparato a una nuova assunzione, necessita sempre di una specifica e formale autorizzazione.
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Ricorso per cassazione: l’iter processuale in esame
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, prende atto del ricorso per cassazione presentato da un cittadino contro una sentenza del Tribunale di Roma. L'appello è rivolto nei confronti dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione e altri uffici governativi. Il provvedimento ha natura puramente procedurale e non decide nel merito della controversia, che si basa su sette motivi di ricorso.
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