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Giurisprudenza Civile

Titolarità del diritto: Cassazione e merito del caso
Una società in amministrazione straordinaria si opponeva all'ammissione di un credito bancario garantito. Il Tribunale ammetteva il credito basandosi su un precedente giudicato interno alla procedura (endofallimentare). La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la titolarità del diritto è una questione di merito fondamentale che il giudice può e deve sempre valutare, anche d'ufficio, superando i limiti del giudicato endofallimentare. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Indennità di amministrazione: esclusa dalla tredicesima
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2266/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni dipendenti del Ministero della Giustizia. I ricorrenti chiedevano l'inclusione della loro indennità di amministrazione nel calcolo della tredicesima mensilità e della quota A della pensione. La Corte ha confermato l'orientamento consolidato secondo cui tale indennità, per legge e contratto, è corrisposta per dodici mensilità e non rientra nella base di calcolo della tredicesima. Analogamente, ai fini pensionistici, concorre solo alla formazione della 'quota B' e non della 'quota A', a causa del principio di tassatività delle componenti della base pensionabile.
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Specializzazioni mediche equipollenti: no risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2254/2024, ha negato il diritto al risarcimento a un medico per la mancata retribuzione durante la scuola di specializzazione in Diabetologia. Il motivo risiede nel fatto che tale corso non era incluso negli elenchi delle direttive europee. La Corte ha chiarito che il concetto di 'specializzazioni mediche equipollenti' non è automatico e l'onere di dimostrare tale equivalenza spetta al medico che richiede il risarcimento, confermando un orientamento ormai consolidato.
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Procura speciale: la Cassazione rinvia alle Sezioni Unite
In una controversia su canoni demaniali, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio per una questione preliminare. L'ordinanza interlocutoria evidenzia un dubbio sulla validità della procura speciale dell'avvocato, rilasciata in data e luogo diversi rispetto al ricorso. Data la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, la Corte ha rinviato la causa in attesa di una pronuncia risolutiva delle Sezioni Unite, che dovrà fare chiarezza su questo importante aspetto procedurale.
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Condotta colposa danneggiato: esonero responsabilità
Un cittadino cade a causa di un marciapiede dissestato e cita in giudizio il proprietario dell'area e il Comune. Inizialmente condannati in solido, la Corte d'Appello ribalta la decisione. La sentenza stabilisce che la condotta colposa del danneggiato, che non ha prestato attenzione a un pericolo palese e visibile, interrompe il nesso causale e libera da responsabilità sia il proprietario che l'ente pubblico. Il dissesto era così evidente che una minima prudenza avrebbe evitato l'incidente.
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Licenziamento per insubordinazione: sentenza chiave
Un dipendente del settore sanitario, dopo aver ricevuto una comunicazione di sospensione via PEC, ha continuato a presentarsi al lavoro, sostenendo un malfunzionamento della sua casella di posta elettronica. La Corte d'Appello ha confermato la legittimità del successivo licenziamento per insubordinazione, ritenendo la condotta del lavoratore una grave e volontaria violazione degli obblighi contrattuali. La sentenza sottolinea come la presunzione di conoscenza legata alla PEC e il comportamento ostruzionistico del dipendente abbiano irrimediabilmente leso il vincolo fiduciario con il datore di lavoro.
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Riunione per connessione: quando è obbligatoria?
La Corte di Cassazione ha ordinato la riunione per connessione di due procedimenti. Il caso riguarda un ricorso contro una sentenza della Corte d'Appello, strettamente collegato a un altro ricorso pendente. La Corte ha ritenuto la riunione necessaria per evitare decisioni contraddittorie e per ragioni di economia processuale, dato che l'esito di un ricorso potrebbe rendere nullo l'oggetto dell'altro.
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Scorrimento graduatoria: quando è un diritto? Cass.
Due dipendenti pubbliche, risultate idonee in una selezione per progressione di carriera, hanno richiesto l'assunzione tramite scorrimento graduatoria per posti resisi vacanti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, stabilendo che la mera idoneità e l'intenzione dell'amministrazione di coprire i posti non sono sufficienti a creare un diritto all'assunzione. Lo scorrimento graduatoria, equiparato a una nuova assunzione, necessita sempre di una specifica e formale autorizzazione.
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Ricorso per cassazione: l’iter processuale in esame
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, prende atto del ricorso per cassazione presentato da un cittadino contro una sentenza del Tribunale di Roma. L'appello è rivolto nei confronti dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione e altri uffici governativi. Il provvedimento ha natura puramente procedurale e non decide nel merito della controversia, che si basa su sette motivi di ricorso.
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Canone concessorio: quando non è dovuto dalle telco
Una società di telecomunicazioni si opponeva alla richiesta di pagamento di un canone concessorio avanzata da un ente locale per l'occupazione di suolo pubblico. I giudici di primo e secondo grado avevano stabilito che il canone fosse dovuto solo fino all'entrata in vigore di una nuova normativa di settore nel 2003. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha trasferito il caso alla Prima Sezione Civile, ritenuta tabellarmente più competente per la specifica materia del canone concessorio, al fine di assicurare una trattazione specialistica della complessa questione normativa.
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Contratti pubblica amministrazione: forma e validità
Una struttura sanitaria ha richiesto il pagamento per prestazioni fornite a un'ASL senza un accordo formale. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso a pubblica udienza per decidere sulla necessità della forma scritta nei contratti pubblica amministrazione e sui criteri per quantificare l'indennizzo per ingiustificato arricchimento, data la rilevanza delle questioni.
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Scorrimento graduatoria: nessun diritto senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di dipendenti pubblici che chiedevano l'inquadramento in un'area superiore tramite lo scorrimento della graduatoria. La Corte ha stabilito che, in assenza di una completa autorizzazione governativa per tutti i posti banditi e a causa di una modifica normativa successiva (ius superveniens), i candidati idonei non avevano maturato un diritto quesito all'assunzione, rendendo legittimo il diniego dell'Amministrazione.
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Progressione verticale: senza autorizzazione è illegittima
Una dipendente pubblica ha richiesto la riclassificazione a una qualifica superiore basandosi su una selezione interna per 920 posti, di cui solo 460 erano stati autorizzati. La Corte di Cassazione ha respinto la sua richiesta, affermando che senza la necessaria autorizzazione per i posti aggiuntivi, non sorge alcun diritto acquisito alla progressione verticale, specialmente dopo che una nuova legge ha modificato le regole. La Corte ha quindi confermato che la riclassificazione era stata correttamente negata.
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Prescrizione contributi: eccezione tardiva decisiva
Un contribuente si opponeva a una procedura di riscossione per contributi previdenziali non versati, eccependo la prescrizione contributi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le sentenze dei gradi precedenti. Il motivo principale del rigetto risiede nella tardiva contestazione, da parte del contribuente, della documentazione che provava la regolare notifica degli atti di riscossione, atti che avevano interrotto i termini di prescrizione.
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Contratto con effetti protettivi: Cassazione nega tutela
Una società proprietaria di un'imbarcazione, danneggiata da un incendio mentre era in custodia presso un cantiere navale per lavori commissionati dalla Pubblica Amministrazione, ha agito in giudizio per il risarcimento. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2232/2024, ha stabilito che la società proprietaria è un terzo rispetto al contratto d'appalto. Di conseguenza, la sua pretesa risarcitoria ha natura extracontrattuale, soggetta a prescrizione di cinque anni e non decennale. La Corte ha escluso l'applicazione della figura del contratto con effetti protettivi, ribadendone la natura eccezionale e non generale.
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Notifica PEC cartella: quando è valida anche in PDF?
Un professionista ha ricevuto una cartella di pagamento per contributi non versati tramite un file PDF via PEC. Ha impugnato l'atto oltre i termini, sostenendo l'invalidità della notifica per l'assenza del formato p7m e della firma digitale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la notifica PEC della cartella è valida se l'atto ha raggiunto il suo scopo informativo, ovvero è stato ricevuto e reso leggibile dal destinatario. Di conseguenza, l'opposizione è stata giudicata tardiva e il credito è divenuto definitivo.
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Diritto all’assunzione: quando non spetta lo scorrimento
La Corte di Cassazione ha negato il diritto all'assunzione a dipendenti pubblici risultati idonei in una graduatoria per una progressione di carriera. La decisione si fonda su due pilastri: la mancanza di una specifica autorizzazione governativa per i posti eccedenti i primi coperti e l'entrata in vigore di una nuova legge (ius superveniens) prima dell'approvazione della graduatoria. Secondo la Corte, i candidati vantavano solo una mera aspettativa e non un diritto quesito, poiché la loro posizione giuridica non si era ancora consolidata.
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Compenso medici specializzandi: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni medici riguardo al compenso medici specializzandi per i corsi frequentati tra il 1999 e il 2006. La Corte ha stabilito che la normativa più favorevole, introdotta dal D.Lgs. 368/1999, si applica solo dall'anno accademico 2006/2007, confermando che la precedente borsa di studio (D.Lgs. 257/1991) costituiva un'adeguata attuazione delle direttive UE per quel periodo.
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Rinuncia al ricorso: le conseguenze sulle spese
Un Ente Provinciale, dopo aver impugnato una decisione del Consiglio di Stato relativa a un canone patrimoniale imposto a società energetiche, decide di ritirare il proprio appello. La Corte di Cassazione, pur dichiarando estinto il giudizio a seguito della rinuncia al ricorso, ha condannato l'ente al pagamento delle spese legali. La decisione si fonda sulla valutazione di inammissibilità originaria del ricorso, affermando che la rinuncia non esonera automaticamente dal pagamento delle spese in assenza di circostanze eccezionali.
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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2210/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro un estratto di ruolo. Applicando la nuova normativa (art. 12, co. 4-bis, D.P.R. 602/73), la Corte ha stabilito che l'impugnazione dell'estratto di ruolo non è generalmente consentita, in quanto documento informativo. L'azione legale diretta è permessa solo in casi eccezionali di specifico pregiudizio, non dimostrati nel caso di specie, rendendo necessario attendere un atto esecutivo concreto.
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