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Giurisprudenza Civile

Eredi avvocato: IVA e CPA sempre dovuti, la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28796/2025, ha stabilito che gli obblighi fiscali eredi includono il dovere di fatturare e versare IVA e CPA per le prestazioni professionali eseguite dal defunto, anche se gli eredi non sono professionisti. La Corte ha chiarito che tali oneri si trasferiscono per successione 'mortis causa' e sono dovuti per legge. L'ordinanza ha rigettato sia il ricorso principale dei clienti, che contestavano il pagamento di tali accessori, sia quello incidentale degli eredi del professionista, che mirava a un ricalcolo dei compensi sulla base di un maggior valore della causa.
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Prescrizione garanzia vizi: basta la lettera?
Un'azienda cartaria acquista un macchinario industriale che presenta difetti. Il fornitore eccepisce la prescrizione annuale della garanzia. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, stabilisce che per interrompere la prescrizione per garanzia vizi non è necessario un atto giudiziario, ma è sufficiente una comunicazione stragiudiziale, come una lettera di messa in mora, purché chiara e formale. La causa viene rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio fondamentale.
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Incompetenza territoriale: si può riproporre la causa?
La Corte di Cassazione ha stabilito che una sentenza di incompetenza territoriale, non seguita dalla riassunzione del processo, non impedisce alla parte di riproporre la stessa domanda in un nuovo giudizio. Questo perché tale pronuncia crea un giudicato solo formale, limitato alla questione della competenza in quel specifico processo, ma non estingue l'azione nel merito. Il caso riguardava una rivendicazione di terreni da parte dello Stato, dichiarata inammissibile in appello proprio per una precedente declaratoria di incompetenza territoriale.
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Cessione contenzioso bancario: a chi tocca pagare?
Un ex dirigente bancario, licenziato prima della liquidazione e successiva cessione di un ramo d'azienda della banca, ha citato in giudizio sia l'istituto originario che quello acquirente. La Corte di Cassazione ha chiarito che in una cessione contenzioso bancario, le cause relative a rapporti di lavoro già terminati al momento della cessione non si trasferiscono all'acquirente, salvo diverso accordo. La legittimazione passiva resta quindi in capo alla società cedente in liquidazione, poiché il contenzioso riguarda un 'rapporto estinto' escluso dall'accordo di cessione.
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Riscossione occupazione sine titulo: basta il ruolo
Un cittadino contestava una cartella esattoriale per l'occupazione senza titolo di un immobile demaniale. I giudici di merito gli davano ragione, ritenendo necessaria una preventiva sentenza di condanna. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per la riscossione dell'occupazione sine titulo di beni dello Stato si applica una norma speciale (L. 311/2004) che permette l'iscrizione a ruolo dopo due semplici richieste di pagamento, senza bisogno di un titolo esecutivo ottenuto in tribunale.
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Rappresentanza sindacale: i criteri di accesso
Un sindacato, pur avendo numerosi iscritti, si è visto negare il diritto di costituire una rappresentanza sindacale aziendale (RSA) perché escluso dalla negoziazione collettiva. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso. Il rinvio a pubblica udienza è stato motivato dalla pendenza di una questione di legittimità costituzionale sullo stesso tema, sollevata da un altro tribunale, la cui imminente decisione potrebbe modificare i criteri di accesso alla rappresentanza sindacale.
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Convenzione di Varsavia: quando si applica al bagaglio
Una passeggera ha citato in giudizio una compagnia aerea per il ritardo e il danneggiamento del bagaglio. I tribunali di merito le hanno dato ragione, ma la compagnia ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo l'applicazione della Convenzione di Varsavia, come previsto dal contratto. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che i giudici di merito avevano errato nel non considerare la clausola contrattuale che richiamava la Convenzione, fornendo una motivazione apparente. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione basata sulla Convenzione di Varsavia.
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Azione diretta art. 1676: sì anche con pignoramenti
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'azione diretta art. 1676 c.c., con cui i dipendenti di un appaltatore possono chiedere il pagamento dei loro crediti direttamente al committente, non è bloccata dalla presenza di pignoramenti sulle somme dovute dal committente all'appaltatore. Finché non interviene un'ordinanza di assegnazione, il debito del committente verso l'appaltatore sussiste e l'azione è proponibile, anche in caso di fallimento dell'appaltatore.
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Giurisdizione giudice amministrativo per poteri P.A.
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice amministrativo in una controversia tra un'amministrazione provinciale e una società concessionaria autostradale. Il caso riguardava una sanzione per l'occupazione di soprassuolo con un viadotto. La Corte ha chiarito che, poiché la contestazione investe il potere autoritativo dell'ente di imporre una concessione, la competenza è del giudice amministrativo e non di quello ordinario, nonostante la natura pecuniaria della sanzione.
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Condotta antisindacale e riorganizzazione aziendale
La Cassazione chiarisce i limiti della condotta antisindacale in caso di riorganizzazione aziendale. Se l'azienda convoca i sindacati prima di attuare il piano, rispettando le procedure di informazione, e i sindacati non provano un danno concreto, non si configura un illecito. Il ricorso è inammissibile se contesta l'accertamento dei fatti del giudice di merito.
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Conguaglio divisione: quando si diventa proprietari?
La Corte di Cassazione chiarisce che nella divisione giudiziale, l'assegnazione di un bene ha effetti reali immediati, trasferendo subito la proprietà. L'obbligo di pagare un conguaglio divisione è una mera obbligazione pecuniaria che non sospende l'efficacia del trasferimento. Pertanto, l'assegnatario può legittimamente chiedere il rilascio dell'immobile anche prima di aver versato la somma dovuta agli altri coeredi.
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Compensazione spese legali: motivazione e limiti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una fondazione contro la decisione della Corte d'Appello di disporre la compensazione spese legali. La Corte ha stabilito che la motivazione, basata sulla "qualità delle parti" e sulla "controvertibilità dell'accertamento", non è meramente apparente, ma sufficiente a giustificare la deroga al principio della soccombenza, confermando così la decisione di merito.
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Risarcimento per furto: la prova della proprietà
Un cittadino subisce un furto in casa facilitato da un ponteggio. In appello, il suo risarcimento viene ridotto perché non ha fornito prova rigorosa della proprietà di alcuni gioielli appartenuti alla moglie defunta. La Cassazione ribalta la decisione, stabilendo che nell'azione per risarcimento per furto, di natura personale, è sufficiente una prova presuntiva della riconducibilità del danno, senza la necessità di una 'probatio diabolica' sulla titolarità dei beni. Viene confermata la responsabilità dell'impresa edile.
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Inadempimento del venditore: quando scatta la risoluzione
Un acquirente cita in giudizio un venditore per l'inadempimento del venditore nella consegna di un'imbarcazione, chiedendo la risoluzione del contratto e la restituzione del prezzo. Dopo una prima decisione sfavorevole, la Corte d'Appello accoglie la richiesta, condannando il venditore. Il ricorso di quest'ultimo in Cassazione viene dichiarato estinto per un vizio procedurale (deposito tardivo di un atto), rendendo definitiva la condanna alla restituzione della somma versata.
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Certificato agibilità: responsabilità del committente
Una società di gestione alberghiera, che aveva appaltato i servizi di animazione a un'altra impresa, è stata multata per l'impiego di lavoratori privi del certificato di agibilità. La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità del committente non è automatica. Per essere sanzionato, il committente deve essere effettivamente consapevole della mancanza del certificato; la semplice negligenza non è sufficiente. L'onere di provare tale consapevolezza spetta all'ente che irroga la sanzione.
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Minimale contributivo: obbligo anche senza stipendio?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di versare i contributi previdenziali, basati sul minimale contributivo, sussiste anche durante i periodi di sospensione del rapporto di lavoro concordati tra le parti e senza retribuzione. Il ricorso di un'azienda di trasporti è stato rigettato perché il rapporto contributivo è autonomo da quello retributivo, e le sospensioni non previste dalla legge o dal CCNL non giustificano il mancato versamento.
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Nullità di protezione: abuso del diritto dopo consegna
La Corte di Cassazione stabilisce che l'acquirente di un immobile in costruzione non può invocare la nullità di protezione del contratto per mancata fideiussione dopo che l'opera è stata ultimata e consegnata. Tale azione tardiva costituisce un abuso del diritto, poiché l'interesse protetto dalla norma (il rischio di insolvenza del costruttore) è venuto meno. La Corte ha inoltre confermato che il venditore può trattenere la caparra e chiedere un risarcimento separato per l'occupazione illegittima dell'immobile, e che la caparra confirmatoria non è soggetta a riduzione giudiziale.
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Errore di fatto revocatorio: onere della prova in appello
La Cassazione chiarisce i limiti dell'errore di fatto revocatorio. Un ricorso è stato respinto perché la parte non ha provato la presenza degli atti nel fascicolo, fallendo nel suo onere probatorio. La Corte ha confermato che l'omessa acquisizione d'ufficio del fascicolo non costituisce un errore di fatto.
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Sanzioni CONSOB: la Cassazione e la legge nel tempo
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso di sanzioni CONSOB inflitte a un istituto bancario e ai suoi esponenti. La Corte accoglie parzialmente il ricorso, stabilendo un principio fondamentale sugli illeciti continuati: una nuova legge più severa si applica solo alla condotta successiva alla sua entrata in vigore, non retroattivamente. Viene invece confermato che il principio della legge più favorevole (favor rei) non si applica automaticamente a queste sanzioni amministrative, che non hanno natura penale.
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Risarcimento danni futuri: prova e allegazione
Una società di costruzioni ha citato in giudizio un'azienda idrica per i danni strutturali a un complesso immobiliare causati da perdite dalla rete idrica. I tribunali hanno riconosciuto un risarcimento per i costi già sostenuti ma hanno respinto la richiesta di risarcimento danni futuri. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che il danneggiato ha l'onere di fornire prove concrete e allegazioni specifiche sui danni futuri, non potendo demandare tale accertamento a una consulenza tecnica meramente esplorativa.
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