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Giurisprudenza Civile

Prelievo ex art. 725 c.c.: priorità all’erede non donatario
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito l'applicazione del prelievo ex art. 725 c.c. in una divisione ereditaria. Quando un erede ha ricevuto donazioni, l'erede non donatario ha diritto di prelevare in via prioritaria i beni residui in natura per ristabilire non solo l'uguaglianza quantitativa, ma anche quella qualitativa, prima della divisione finale del patrimonio residuo.
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Licenziamento giusta causa: la prova in appello
La Corte di Cassazione conferma il licenziamento per giusta causa di un dirigente pubblico che aveva ricevuto una somma di denaro da un imprenditore. La Corte ha ritenuto inammissibile il tentativo del dirigente di introdurre in appello una nuova versione dei fatti e nuove prove, ribadendo il principio del 'divieto di nova'. La condotta del dirigente è stata giudicata una grave violazione del vincolo fiduciario, sufficiente a giustificare la sanzione espulsiva, indipendentemente dalla qualificazione del fatto come prestito o regalia.
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Legittimazione passiva: Stato e Ministeri, chi paga?
Un cittadino ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento a seguito della mancata attuazione di una direttiva europea. La Corte di Cassazione ha chiarito che in questi casi la legittimazione passiva spetta esclusivamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in quanto rappresenta l'unitarietà dello Stato. Citare in giudizio un singolo Ministero è un errore che, se eccepito, porta al rigetto della domanda nei suoi confronti. La Corte ha quindi respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti.
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Patrocinio a spese dello Stato: limiti e validità
Un cittadino, ammesso al gratuito patrocinio per una procedura esecutiva, si opponeva alla richiesta di compenso del proprio avvocato per l'assistenza in un separato giudizio di opposizione agli atti esecutivi. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato per la procedura esecutiva non si estende automaticamente al giudizio di opposizione. Quest'ultimo, essendo un processo di cognizione, richiede una specifica istanza e una autonoma valutazione sulla non manifesta infondatezza delle ragioni, confermando così il diritto dell'avvocato al compenso.
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Nullità del contratto: oggetto indeterminato e limiti
Un contratto di consulenza per la gestione di un campeggio è stato dichiarato nullo per indeterminatezza dell'oggetto. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, respingendo il ricorso del professionista. La sentenza chiarisce i limiti del sindacato di legittimità e il potere del giudice di rilevare d'ufficio la nullità del contratto, anche per motivi non sollevati in primo grado.
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Inammissibilità ricorso: quando un appello è generico
Una fondazione ha richiesto a un ente previdenziale la restituzione di contributi prescritti, pagati tramite la cessione di un credito verso un'azienda sanitaria. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso non per il merito della questione, ma per un vizio procedurale. L'appello originario era stato giudicato troppo generico, e questa valutazione, non specificamente contestata in Cassazione, è diventata definitiva (giudicato interno), precludendo l'esame di ogni altra doglianza.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: errore fatale
Una famiglia intenta una causa per risarcimento danni contro un Comune a seguito di una caduta in bicicletta. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara l'improcedibilità del ricorso Cassazione perché i ricorrenti non hanno depositato, entro il termine perentorio, la copia della sentenza impugnata corredata della relata di notifica. Questo errore procedurale, non sanabile, ha comportato la definitiva chiusura del caso e pesanti sanzioni economiche per i ricorrenti.
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Perequazione assegni vitalizi: inclusi nel calcolo
La Corte di Cassazione ha stabilito che gli assegni vitalizi percepiti per cariche elettive devono essere inclusi nel reddito pensionistico complessivo ai fini del calcolo della perequazione. La sentenza conferma l'efficacia retroattiva della normativa del 2015, che ha modificato le regole di rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012 e 2013, respingendo il ricorso di un pensionato che contestava la richiesta di restituzione delle somme da parte dell'ente previdenziale. La Corte ha ritenuto che tale inclusione non viola il principio di legittimo affidamento, in quanto l'intervento legislativo era prevedibile e finalizzato a garantire l'equilibrio di bilancio e la solidarietà intergenerazionale.
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Potere di revisione Cassa: quando scatta il termine?
Un professionista si è visto negare la pensione d'anzianità perché la sua Cassa di previdenza, esercitando il proprio potere di revisione, ha annullato i contributi versati in un periodo in cui svolgeva un'altra attività lavorativa incompatibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di cinque anni per effettuare tale revisione decorre non dal periodo contestato, ma dal momento in cui il professionista comunica formalmente alla Cassa tutti i dati necessari per la verifica, come la domanda di pensione. L'omessa comunicazione impedisce l'inizio del termine di decadenza per l'ente.
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Accordo transattivo: rinvio udienza in Cassazione
Una società di gestione sanitaria ha impugnato in Cassazione la sentenza d'appello che le negava il pagamento per prestazioni sanitarie eccedenti i limiti contrattuali con un'Azienda Sanitaria Locale. Le parti hanno congiuntamente richiesto un rinvio dell'udienza per perfezionare un accordo transattivo. La Suprema Corte ha accolto l'istanza, rinviando la causa a nuovo ruolo per consentire il componimento bonario della vertenza.
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Giudice del rinvio: limiti e poteri decisionali
La Corte di Cassazione interviene su un caso complesso riguardante la restituzione di somme versate da una società poi cancellata. La pronuncia si concentra sui limiti invalicabili del giudice del rinvio, che non può riesaminare i presupposti di fatto già stabiliti dalla Cassazione. Viene inoltre riaffermato il principio della prevalenza del contratto definitivo su quello preliminare, chiarendo che il primo costituisce l'unica fonte di regolamentazione del rapporto tra le parti.
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Avvocato stabilito: contratto nullo senza requisiti
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità del contratto d'opera professionale stipulato con un avvocato stabilito qualificato in Spagna. La decisione si fonda sulla violazione di norme imperative, quali l'uso ingannevole del titolo professionale italiano anziché quello di origine e la mancanza di un valido accordo d'intesa con un legale italiano. Di conseguenza, è stato negato al professionista il diritto al compenso per l'attività svolta.
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Ricorso inammissibile: l’onere di trascrizione atti
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società di autoriparazioni contro una compagnia assicurativa. La decisione evidenzia come il mancato rispetto dell'onere di trascrivere integralmente gli atti e i documenti su cui si fonda l'impugnazione renda il ricorso inammissibile, impedendo alla Corte di esaminare il merito della controversia relativa al risarcimento dei danni da sinistro stradale. La sentenza sottolinea il rigore formale richiesto nel giudizio di legittimità.
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Credito in prededuzione: la vendita non cambia tutto
Un ente comunale ha richiesto il riconoscimento di un credito in prededuzione per spese di bonifica ambientale su un immobile di una società fallita, sostenendo che la successiva vendita del bene giustificasse tale priorità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la vendita non costituisce un "fatto nuovo" capace di modificare la natura di un credito già parzialmente ammesso in via chirografaria, riaffermando così la stabilità delle decisioni prese all'interno della procedura fallimentare (giudicato endofallimentare).
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Giurisdizione amministrativa per esproprio incompiuto
La Corte di Cassazione ha stabilito che spetta alla giurisdizione amministrativa decidere sulle richieste di risarcimento danni e restituzione per un'occupazione di terreno da parte della Pubblica Amministrazione, seguita da trasformazione irreversibile, anche quando il procedimento non si è concluso con un decreto di esproprio. La Corte ha chiarito che, se l'attività dannosa è comunque riconducibile all'esercizio, seppur viziato, di un potere pubblico (come una dichiarazione di pubblica utilità), la competenza non è del giudice ordinario. La decisione si fonda sull'evoluzione normativa e giurisprudenziale che attribuisce al giudice amministrativo le controversie relative ai comportamenti della P.A. legati a una funzione pubblica.
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Ricorso inammissibile: motivi e autosufficienza
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un legale per il riconoscimento dei suoi compensi professionali nell'ambito di un fallimento. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di ricorso, sulla mancata contestazione della reale ratio decidendi della sentenza impugnata e, soprattutto, sul difetto di autosufficienza, un principio fondamentale per l'ammissibilità del ricorso in Cassazione.
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Maggiorazione figurativa: no al computo nel privato
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26755/2025, ha stabilito che la maggiorazione figurativa per il servizio prestato in Aeronautica militare non può essere computata nella posizione assicurativa costituita presso l'INPS. La Suprema Corte ha chiarito che, in caso di passaggio dal regime speciale a quello generale senza aver maturato il diritto a pensione, si considera solo il "servizio effettivo" e non quello "utile", che include gli aumenti convenzionali. Questa interpretazione, avallata anche dalla Corte Costituzionale, bilancia la tutela previdenziale con la sostenibilità del sistema.
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Ammissione al passivo: no sospensione per causa pendente
La Corte di Cassazione ha stabilito che la procedura di ammissione al passivo fallimentare è esclusiva e non può essere sospesa in attesa dell'esito di un giudizio ordinario pendente sullo stesso credito. Un istituto di credito aveva richiesto l'ammissione di un credito derivante da un saldo di conto corrente, che era già oggetto di una causa separata. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che l'accertamento dei crediti verso un fallimento deve avvenire unicamente in sede concorsuale e che l'ammissione con riserva non è applicabile in questi casi.
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Rinuncia ricorso Cassazione: niente raddoppio contributo
Una società in amministrazione straordinaria presenta ricorso in Cassazione, ma successivamente deposita un'istanza di rinuncia a seguito di una transazione con la controparte. La Corte di Cassazione dichiara estinto il giudizio e chiarisce che la rinuncia al ricorso non comporta il raddoppio del contributo unificato. Questa sanzione, infatti, è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità e non può essere estesa per analogia.
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Rinvio udienza per accordo: la decisione della Cassazione
In una controversia tra una società sanitaria e un ente sanitario locale per un credito di oltre due milioni di euro, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Accogliendo una richiesta congiunta delle parti, la Corte ha disposto il rinvio d'udienza per accordo, al fine di consentire loro di finalizzare una transazione. La decisione sottolinea l'importanza di favorire soluzioni concordate, anche nelle fasi finali del giudizio, tenendo conto della complessità della causa e dello stato avanzato delle trattative.
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