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Giurisprudenza Civile

Compenso avvocato persona offesa: la guida completa

Un’ordinanza della Cassazione chiarisce il diritto al compenso dell’avvocato per la persona offesa ammessa al patrocinio a spese dello Stato. Anche se non costituita parte civile, il legale deve essere pagato per tutte le fasi processuali cui ha partecipato, non solo per la fase di studio. La Corte ha cassato la decisione che aveva liquidato una somma irrisoria, stabilendo un importante principio di diritto a tutela della professione.

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Prescrizione contributi agricoli: decorrenza e onere

Un datore di lavoro ha contestato un debito contributivo verso l’INPS, sostenendo che fosse estinto. L’imprenditore riteneva che il termine di cinque anni per la prescrizione dei contributi agricoli iniziasse dalla data di presentazione della denuncia retributiva. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, stabilendo che il termine di prescrizione decorre solo dalla scadenza legale per il pagamento, poiché l’ente non può esigere il credito prima di tale data. Di conseguenza, il ricorso è stato rigettato.

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Patrocinio a spese dello Stato: compensi garantiti

Un avvocato si è visto negare la liquidazione dei compensi per l’assistenza a un cliente ammesso al patrocinio a spese dello Stato, a causa della mancata comunicazione formale dell’ammissione al giudice. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la responsabilità della comunicazione è del Consiglio dell’Ordine e che tale omissione non può essere interpretata come una rinuncia al beneficio, né può impedire il pagamento del compenso al difensore.

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Confisca e terzo acquirente: la competenza è penale

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di un cittadino che aveva acquistato un immobile precedentemente oggetto di confisca. Il ricorrente aveva citato in giudizio civile le amministrazioni statali, sostenendo che il provvedimento non fosse a lui opponibile. La Corte ha stabilito che la questione era già stata decisa in via definitiva in sede penale (giudicato esterno) e che, in ogni caso, la competenza esclusiva a decidere sui diritti dei terzi su beni confiscati spetta al giudice dell’esecuzione penale, non a quello civile. Di conseguenza, l’azione civile è stata ritenuta inammissibile.

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Ipoteca e lottizzazione abusiva: la Consulta vince

La Corte di Cassazione, accogliendo un ricorso di istituti di credito, ha cassato la sentenza d’appello che pregiudicava un’ipoteca su terreni oggetto di lottizzazione abusiva. A seguito di una pronuncia della Corte Costituzionale, è stato stabilito che il diritto di garanzia del creditore, se iscritto prima della trascrizione del provvedimento sanzionatorio e in assenza di sua responsabilità nell’abuso, non può essere annullato dall’acquisizione del bene al patrimonio comunale. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio fondamentale sulla tutela dell’ipoteca e lottizzazione abusiva.

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Compensazione delle spese: la Cassazione decide

Un cittadino si appella alla Suprema Corte richiedendo la compensazione delle spese a causa della presunta condotta scorretta della parte vincitrice, consistita nella produzione tardiva di un documento. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che possono essere rimborsate solo le spese specifiche causate direttamente dalla condotta illecita e confermando l’ampia discrezionalità del giudice nel non disporre la compensazione se tale condotta non ha inciso sulla decisione finale.

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Vendita a non domino: inefficace ma non nulla

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, chiarisce la natura giuridica della vendita a non domino (vendita di un bene da parte di chi non ne è proprietario). Il caso riguardava alcuni soggetti, tra cui un Comune, che rivendicavano la proprietà di terreni venduti da terzi. La Corte ha stabilito che tale contratto non è nullo, ma semplicemente inefficace nei confronti del vero proprietario. Quest’ultimo, per tutelarsi, deve dimostrare il proprio diritto e agire non per la nullità, ma per far accertare l’inefficacia dell’atto. Il ricorso è stato respinto perché i ricorrenti non hanno fornito prova adeguata della loro proprietà né hanno formulato la domanda corretta.

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Iscrizione Gestione Commercianti: quando è obbligatoria?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23337/2025, ha stabilito che per l’obbligo di iscrizione alla Gestione Commercianti non è sufficiente la mera qualifica di socio e la percezione di un reddito societario. L’INPS ha l’onere di provare la partecipazione personale, abituale e prevalente del socio all’attività lavorativa aziendale. La Corte ha cassato la decisione d’appello che si era basata esclusivamente su tali elementi formali, trascurando le prove testimoniali che negavano un coinvolgimento attivo del socio.

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Assegno sociale e rinuncia al mantenimento: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la rinuncia all’assegno di mantenimento da parte dell’ex coniuge non preclude il diritto a percepire l’assegno sociale. Il diritto si basa sullo stato di bisogno effettivo, calcolato sui redditi reali e non su quelli potenziali o non percepiti. La Corte ha cassato la decisione di merito che negava la prestazione, affermando che un intento fraudolento ai danni dell’ente previdenziale deve essere concretamente provato e non può essere presunto dalla sola rinuncia.

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Revoca patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato la revoca del patrocinio a spese dello Stato a un cittadino straniero. La revoca era stata disposta dopo il rigetto della sua domanda di protezione internazionale, ritenuta infondata. Tuttavia, poiché la stessa Corte di Cassazione aveva successivamente accolto il ricorso del cittadino nel merito della protezione, è venuto meno il presupposto della “manifesta infondatezza” che giustificava la revoca del beneficio, imponendo una nuova valutazione.

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Contributi INPS: reddito da S.a.s. va incluso?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un commerciante deve versare i contributi INPS sulla totalità dei suoi redditi d’impresa, includendo anche quelli derivanti dalla partecipazione a una società di persone in cui non svolge attività lavorativa. La Corte ha chiarito che la richiesta dell’INPS non necessita di un preventivo accertamento fiscale, ma si basa sulla corretta applicazione della legge sulla base imponibile contributiva. La decisione riforma la sentenza d’appello che aveva erroneamente annullato la richiesta di contributi per mancanza di prova di un accertamento fiscale.

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Licenziamento giusta causa: la Cassazione conferma

Una lavoratrice con mansioni di responsabilità in un’azienda di trasporti è stata licenziata per giusta causa a seguito di gravi addebiti disciplinari, tra cui l’omessa e ritardata contabilizzazione di somme di denaro e la culpa in vigilando. Dopo la conferma della legittimità del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della dipendente. La Corte ha stabilito che la condotta, intenzionale e volta a occultare le irregolarità, costituiva una violazione talmente grave del rapporto fiduciario da giustificare la massima sanzione espulsiva, a prescindere dalla tipizzazione esatta delle mancanze nel regolamento aziendale.

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TFR dipendenti pubblici: spetta alla fine del contratto

La Corte di Cassazione conferma che il TFR dei dipendenti pubblici matura alla cessazione di ogni singolo rapporto di lavoro. Pertanto, un lavoratore con un contratto a termine ha diritto alla liquidazione immediata del suo TFR, anche se viene subito dopo assunto a tempo indeterminato dalla stessa amministrazione. La continuità del servizio non sposta il momento in cui il diritto sorge, equiparando la disciplina a quella del settore privato.

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Contribuzione virtuale edilizia: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione stabilisce che la contribuzione virtuale edilizia si applica anche quando un’impresa supera i limiti percentuali per l’assunzione di lavoratori part-time fissati dal contratto collettivo. In questi casi, i contributi devono essere calcolati sulla base di una retribuzione da lavoro a tempo pieno, indipendentemente da quella effettivamente corrisposta. La Corte ha accolto il ricorso di un ente assicurativo, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello e riaffermando il principio del minimale contributivo nel settore edile.

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Obbligo contributivo coadiutrice: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore contro una richiesta di pagamento dell’INPS. La controversia riguardava l’obbligo contributivo per la moglie, amministratrice della società di famiglia, considerata anche coadiutrice familiare. La Corte ha confermato che, al di là del ruolo formale, l’effettiva partecipazione abituale e prevalente all’attività commerciale giustifica il doppio obbligo contributivo coadiutrice e la conseguente iscrizione alla Gestione Commercianti, valorizzando le prove raccolte in sede ispettiva.

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Rivalutazione redditi professionali: calcolo pensione

Un professionista ha richiesto il ricalcolo della sua pensione basandosi su una più favorevole rivalutazione dei redditi professionali. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene la data di decorrenza della rivalutazione fosse corretta, l’importo finale della pensione deve essere proporzionale ai contributi effettivamente versati. Un versamento contributivo inferiore, anche se causato da un errore di calcolo dell’ente previdenziale, comporta una pensione calcolata sulla base imponibile corrispondente, affermando il principio della “contribuzione effettiva”.

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Ricongiunzione contributi: no interessi, ecco perché

Un ex dipendente pubblico, passato al settore privato, ha richiesto la ricongiunzione contributi con la detrazione degli interessi. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che in assenza di un diritto a pensione già maturato al momento del passaggio, si applica l’istituto della ‘costituzione della posizione assicurativa’, che non prevede il calcolo di interessi sul montante trasferito, a differenza della ricongiunzione standard.

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Interpretazione sentenza: la Cassazione chiarisce

Un lavoratore ha richiesto delle differenze retributive basate sull’interpretazione di una precedente sentenza relativa a un licenziamento. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, fornendo una propria interpretazione del giudicato precedente. La Corte di Cassazione ha confermato questa decisione, rigettando il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha chiarito che l’interpretazione di una sentenza da parte di un giudice di merito costituisce un accertamento di fatto, censurabile in sede di legittimità solo in caso di motivazione inesistente o palesemente illogica. Non essendo questo il caso, la decisione sull’interpretazione sentenza è stata confermata.

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Massimale contributivo: effetti del riscatto militare

Un lavoratore autonomo ha contestato la richiesta di arretrati da parte dell’Ente Previdenziale, sorta dopo il riscatto del servizio militare prestato prima del 1996. La controversia verteva sull’applicazione del massimale contributivo. La Corte di Cassazione ha stabilito che il superamento del massimale opera solo dal mese successivo alla domanda di riscatto e non retroattivamente, legittimando l’operato dell’Ente sulla base di una norma di interpretazione autentica.

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Danno patrimoniale equa riparazione: quando è dovuto?

Una società ha richiesto un’equa riparazione per l’eccessiva durata di un processo amministrativo relativo a un permesso di costruire. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, negando il risarcimento per il danno patrimoniale. La motivazione risiede nel fatto che la perdita economica non derivava direttamente dal ritardo del processo, ma da un evento autonomo e successivo: la modifica dello strumento urbanistico comunale. La pronuncia ribadisce la necessità di un nesso causale diretto per il riconoscimento del danno patrimoniale in sede di equa riparazione.

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