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Giurisprudenza Civile

Retribuzione perequativa: no su legge incostituzionale

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva una retribuzione perequativa. La richiesta si basava su una legge regionale poi dichiarata incostituzionale. Secondo la Corte, non può nascere un diritto da una norma incostituzionale, né si può invocare il legittimo affidamento.

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Legittimo affidamento e legge incostituzionale: il caso

Una dipendente pubblica ha richiesto un adeguamento retributivo basato su una legge regionale, successivamente dichiarata incostituzionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, negando la sussistenza di un legittimo affidamento su una norma illegittima, soprattutto in assenza di un precedente riconoscimento del diritto e a fronte di un precedente giudicato sfavorevole.

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Cessione di quote: obblighi di indennizzo e pagamento

Un venditore di partecipazioni societarie ha citato in giudizio gli acquirenti per il mancato pagamento del prezzo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del venditore, confermando che egli non poteva esigere il pagamento poiché non aveva prima adempiuto al suo obbligo contrattuale di tenere indenni gli acquirenti da debiti fiscali preesistenti della società. Il caso evidenzia l’importanza delle clausole di garanzia nella cessione di quote.

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Accordo sindacale programmatico: la Cassazione decide

Un gruppo di dipendenti del Ministero della Giustizia ha agito in giudizio per ottenere l’inquadramento in un’area funzionale superiore, basandosi su un accordo sindacale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l’intesa aveva un carattere meramente programmatico e non creava un diritto soggettivo azionabile. La decisione sottolinea che l’attuazione dell’accordo era subordinata ai limiti normativi e alle risorse finanziarie disponibili, confermando così la natura di accordo sindacale programmatico che non genera obblighi immediati per l’amministrazione.

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Responsabilità committente: obblighi di sicurezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 11918/2025, ha stabilito che la responsabilità committente per un infortunio sul lavoro di un dipendente dell’appaltatore non è esclusa dalla semplice assenza di ingerenza. Il committente ha obblighi specifici di cooperazione e coordinamento per la sicurezza, imposti dal D.Lgs. 81/2008, la cui violazione fonda la sua responsabilità. La Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva escluso tale responsabilità, rinviando per un nuovo esame che verifichi l’adempimento di tali doveri.

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Data Certa Cambiale: no alla marca da bollo datata

Una società creditrice ha richiesto di essere ammessa al passivo di un fallimento sulla base di alcune cambiali. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17541/2025, ha stabilito che la semplice presenza di una marca da bollo datata su una cambiale non è sufficiente a fornire la prova della ‘data certa cambiale’, necessaria per renderla opponibile alla curatela. Secondo la Corte, per ottenere la data certa sono necessari eventi più sicuri, come un timbro postale di annullamento, che colleghino in modo inequivocabile la data al documento.

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Ammortamento alla francese: legittimo nel leasing?

Un’impresa contesta un contratto di leasing per interessi usurari e illegittimità del piano di ammortamento alla francese. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il piano di ammortamento alla francese è legittimo, non costituisce anatocismo, e che la mancata indicazione del TAEG non invalida il contratto, avendo solo funzione informativa.

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Inadempimento qualificato: accordo di crisi nullo

La Corte di Cassazione ha confermato la cessazione degli effetti di un accordo di composizione della crisi a causa di un inadempimento qualificato del debitore. La Corte ha stabilito che, una volta terminato l’accordo per legge a causa del grave inadempimento, non è più possibile per il debitore richiederne una modifica, anche adducendo cause di forza maggiore come la pandemia. L’appello del debitore è stato dichiarato inammissibile anche per motivi procedurali.

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Contratti a termine illegittimi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una serie di contratti a termine stipulati da un ente locale con un lavoratore, basati su una legge regionale finalizzata all’occupazione. La Corte ha confermato che la reiterazione di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli dell’amministrazione costituisce un abuso, rendendo i contratti a termine illegittimi. Di conseguenza, è stato confermato il diritto del lavoratore al risarcimento del danno, respingendo sia il ricorso dell’ente pubblico che quello del dipendente relativo alla liquidazione delle spese legali.

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Ricongiunzione contributi: no interessi a carico INPS

Un ex pilota militare, passato a una compagnia aerea privata, ha chiesto la ricongiunzione dei contributi versati al fondo pubblico. La Cassazione ha respinto la sua richiesta di addebitare gli interessi all’INPS, stabilendo che si applica la ‘costituzione della posizione assicurativa’, che prevede il trasferimento dei soli contributi senza oneri aggiuntivi per l’ente.

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Risoluzione contratto di leasing: sorte del subaffitto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un subconduttore che occupava un immobile dopo la risoluzione del contratto di leasing principale. La Corte ha ribadito che il contratto di sublocazione è un rapporto derivato e la sua sorte dipende da quella del contratto principale. Pertanto, con la risoluzione contratto di leasing, anche il subaffitto cessa di avere efficacia, e il subconduttore è tenuto al rilascio dell’immobile, non potendo opporre il proprio titolo al concedente.

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Azione revocatoria: bene ipotecato e pregiudizio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17479/2025, ha rigettato il ricorso di un debitore che aveva conferito i propri beni immobili in una società per sottrarli ai creditori. La Corte ha chiarito che l’azione revocatoria è ammissibile anche se i beni sono gravati da ipoteca, poiché il pregiudizio per il creditore (eventus damni) consiste anche solo nel rendere più incerta o difficile la soddisfazione del credito. La valutazione del pregiudizio va fatta con una prognosi futura, considerando che le ipoteche possono essere modificate o estinte. È stata inoltre confermata la consapevolezza del debitore di arrecare danno ai creditori, respingendo l’argomentazione che l’atto fosse finalizzato a pagare un debito scaduto.

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Prova cessione credito: i limiti del sindacato in Cassazione

In un caso di opposizione allo stato passivo fallimentare, alcuni creditori contestavano l’ammissione di un ingente credito, sostenendo la mancanza di una valida prova della cessione del credito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, riaffermando che la valutazione delle prove è di competenza esclusiva del giudice di merito. Il sindacato della Suprema Corte è limitato alla verifica che la motivazione del provvedimento non sia meramente apparente o illogica, senza poter entrare in una nuova analisi dei fatti. Di conseguenza, il ricorso principale è stato respinto e quello incidentale assorbito.

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Regolamento di competenza: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un regolamento di competenza proposto contro un’ordinanza di un tribunale. La decisione si fonda sul principio che l’ordinanza impugnata non aveva statuito in modo definitivo sulla questione di competenza, ma si era limitata a respingere l’eccezione in via preliminare per poter proseguire con l’istruttoria del caso. La Suprema Corte ribadisce che il regolamento di competenza è ammissibile solo contro provvedimenti che risolvono la questione in maniera inequivocabile e incontrovertibile.

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Vittime del dovere: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 16669/2025, ha chiarito i requisiti per il riconoscimento dello status di ‘vittime del dovere’. Il caso riguardava un vigile del fuoco infortunatosi cadendo da un cancello mentre soccorreva un animale. La Corte ha stabilito che non è sufficiente subire un infortunio durante il servizio, ma è necessario che l’evento lesivo sia una diretta concretizzazione del rischio specifico e qualificato tipico di quella determinata attività, e non un rischio generico. La caduta, frutto di un autonomo dinamismo corporeo, non rientra in tale casistica, pertanto il ricorso è stato respinto.

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Inquadramento lavoratore in ente pubblico economico

Una dipendente di una società di riscossione ha contestato la revoca di una promozione. La Corte d’Appello ha accolto la sua richiesta di inquadramento superiore. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che per l’inquadramento lavoratore in un ente pubblico economico si applicano le norme del diritto privato e del codice civile, non quelle del pubblico impiego, respingendo il ricorso della società.

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Ammortamento alla francese: la Cassazione esclude l'anatocismo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un mutuatario che contestava la validità del suo contratto di mutuo. La Corte ha stabilito che l’ammortamento alla francese non costituisce anatocismo, che gli interessi corrispettivi e moratori non si sommano ai fini della verifica dell’usura, e che un’errata indicazione dell’ISC (Indice Sintetico di Costo) non rende nullo il contratto, avendo una funzione puramente informativa.

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Prescrizione Buoni Fruttiferi: la Cassazione decide

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione dei buoni fruttiferi postali, anche per le serie emesse prima del 2000, è di dieci anni e decorre dalla data di scadenza del titolo. La Corte ha chiarito che le normative successive, come il D.M. 19.12.2000, si applicano retroattivamente se il termine di prescrizione precedente non era ancora maturato, modificando così la durata e il dies a quo della prescrizione stessa. Questa decisione ha cassato la sentenza di merito che aveva applicato la vecchia normativa, più favorevole al risparmiatore.

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Prescrizione contributi: la proroga sposta il dies a quo

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine per la prescrizione dei contributi previdenziali decorre dalla data di scadenza del pagamento, anche se questa è stata prorogata da un decreto ministeriale. In un caso riguardante un professionista e l’ente previdenziale per i contributi del 2009, la Corte ha annullato la decisione di merito che aveva erroneamente calcolato l’inizio della prescrizione dalla scadenza originaria. La proroga del termine di versamento sposta in avanti anche il ‘dies a quo’ per il calcolo dei cinque anni, rendendo tempestiva la richiesta dell’ente.

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Distanze legali: i balconi vanno calcolati?

Un’impresa edile costruisce troppo vicino al confine, sostenendo che un piano urbanistico prevedesse una strada e che i balconi non dovessero essere contati. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che le previsioni urbanistiche non modificano la proprietà privata e che i balconi non meramente decorativi rientrano nel calcolo delle distanze legali, poiché la normativa nazionale prevale su quella locale.

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