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Giurisprudenza Civile

Fattura Commerciale: Prova del Contratto? La Cassazione
Una cooperativa di ristorazione ha richiesto il pagamento di pasti forniti ai dipendenti di una società di handling aeroportuale. Quest'ultima ha contestato l'esistenza di un contratto diretto. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha stabilito che la sola fattura commerciale, se il rapporto sottostante è negato, non costituisce prova sufficiente del contratto. Spetta a chi avanza la pretesa creditoria dimostrare, con altri mezzi, l'esistenza dell'obbligazione. Di conseguenza, il ricorso della cooperativa è stato respinto.
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Errore di fatto: quando l’appello è inammissibile?
La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una sentenza d'appello. Il giudice d'appello aveva erroneamente ritenuto mancante la sentenza di primo grado, dichiarando l'appello inammissibile. La Cassazione chiarisce che tale svista costituisce un errore di fatto, rimediabile con la revocazione e non con il ricorso per cassazione.
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Onere della prova del garante: il caso in Cassazione
Una società garante ha agito in giudizio per recuperare le somme versate a una società di leasing per conto di un utilizzatore inadempiente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La motivazione principale risiede nella mancata dimostrazione dell'onere della prova da parte della società garante, che non ha fornito prove sufficienti del titolo giuridico (la garanzia) su cui si fondava la sua pretesa. La Corte ha sottolineato che non è sufficiente agire in giudizio, ma è necessario provare i fatti costitutivi del proprio diritto.
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Liquidazione compenso gratuito patrocinio: come fare
Un'ordinanza della Cassazione stabilisce che la richiesta di liquidazione compenso per gratuito patrocinio non può essere rigettata solo perché manca la delibera di ammissione. Il giudice deve richiedere l'integrazione documentale, esercitando i propri poteri istruttori, senza considerare tardiva la produzione successiva.
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Valore probatorio constatazione amichevole: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2438/2024, ha chiarito il valore probatorio della constatazione amichevole (CID). In un caso di sinistro stradale, il ricorso di una società è stato respinto perché le risultanze di una consulenza tecnica d'ufficio, sebbene proveniente da un altro giudizio, sono state ritenute prevalenti rispetto a quanto dichiarato nel CID, in quanto quest'ultimo costituisce una presunzione superabile da prova contraria che dimostri un'incompatibilità oggettiva con la dinamica del sinistro.
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Specificità contratto a termine: la Cassazione chiarisce
Un lavoratore contesta la legittimità di contratti a termine con un'emittente televisiva. La Cassazione accoglie il ricorso, chiarendo che per la validità di un contratto a termine per più programmi, non basta indicarne i titoli. È necessaria una reale specificità contratto a termine che colleghi la prestazione lavorativa alle esigenze produttive, annullando la decisione della Corte d'Appello.
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Revoca amministratore socio pubblico: chi paga i danni?
Un amministratore di una società a partecipazione pubblica viene revocato senza giusta causa a seguito della trasformazione della società. L'amministratore fa causa alla società per ottenere il risarcimento del danno. I tribunali di merito condannano la società, ritenendo che il rapporto contrattuale intercorra con essa e non con l'ente pubblico socio che ha deciso la revoca. La società ricorre in Cassazione, sostenendo che la responsabilità dovrebbe essere dell'ente pubblico. La Corte di Cassazione, data la rilevanza della questione sulla revoca amministratore socio pubblico e l'assenza di precedenti, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Retribuzione ferie: indennità variabili incluse
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2431/2024, ha stabilito che la retribuzione ferie deve includere tutte le indennità variabili intrinsecamente connesse alla mansione, come quelle per la condotta o la riserva per i macchinisti. La decisione, fondata sul diritto europeo, mira a evitare che una paga ridotta durante le vacanze disincentivi i lavoratori dal godere del loro diritto al riposo. La Corte ha rigettato il ricorso di un'azienda di trasporti, confermando le sentenze dei gradi precedenti a favore dei dipendenti.
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Litispendenza e spese legali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'ordinanza con cui un giudice dichiara la litispendenza deve obbligatoriamente pronunciarsi anche sulla liquidazione delle spese legali e sulla richiesta di risarcimento per lite temeraria. Nel caso di specie, due clienti avevano eccepito con successo la litispendenza in una causa intentata dal loro ex avvocato, ma il Tribunale aveva omesso di decidere sulle loro richieste accessorie. La Suprema Corte ha cassato la decisione, affermando che tale omissione costituisce un vizio di procedura e ha rinviato la causa al Tribunale per una nuova valutazione.
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Delibera supercondominio: senza tabella è valida?
Un condomino impugna una delibera supercondominio per errato calcolo dei quorum. I giudici di merito annullano la decisione per l'assenza di una tabella millesimale supercondominiale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2406/2024, cassa la sentenza, stabilendo che la mancanza della tabella non invalida automaticamente la delibera. Spetta al condomino che impugna l'atto dimostrare l'effettivo mancato raggiungimento dei quorum legali, che il giudice può verificare anche a posteriori.
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Vigilanza del sindaco: onere della prova e compenso
Un sindaco di una società poi fallita richiede il pagamento del proprio compenso. Il curatore fallimentare si oppone sollevando l'eccezione di inadempimento per carenza di vigilanza. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione di merito, stabilisce un principio fondamentale sull'onere della prova: spetta al curatore allegare l'inadempimento, ma è il sindaco a dover dimostrare di aver adempiuto con diligenza ai propri doveri di vigilanza per poter pretendere il compenso.
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Retribuzione ferie: indennità variabili incluse
La Corte di Cassazione ha confermato che nella retribuzione ferie devono essere inclusi anche i compensi variabili, come gli incentivi per attività specifiche, se intrinsecamente legati alle mansioni svolte. La decisione, basata sull'interpretazione del diritto europeo, mira a non dissuadere i lavoratori dal godere delle ferie. È stato inoltre chiarito che la prescrizione dei crediti retributivi decorre dalla fine del rapporto di lavoro, a seguito delle modifiche legislative del 2012.
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Onere della prova: Cassazione su valutazione dei fatti
Un creditore perde la garanzia su quote societarie a seguito della vendita degli unici beni della società. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dei debitori, chiarendo che contestare la valutazione delle prove del giudice non costituisce una violazione delle norme sull'onere della prova.
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Compenso amministratore: quando è extra? La Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2396/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un professionista, presidente del C.d.A. di una società in crisi, che richiedeva un compenso extra per attività di consulenza. La Corte ha stabilito che, in assenza di una prova rigorosa, le attività di ristrutturazione svolte in un contesto di grave crisi aziendale rientrano nel mandato gestorio dell'amministratore e non giustificano un compenso amministratore aggiuntivo, essendo già coperte dalla carica sociale.
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Demansionamento: quando le email provano il danno
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda contro la condanna per demansionamento di una dipendente. La Corte ha stabilito che la valutazione del giudice di merito, basata su un'analisi complessiva di email e testimonianze, non è sindacabile in sede di legittimità se logicamente motivata. La decisione chiarisce che il ricorso non può mirare a un riesame dei fatti, ma solo a contestare vizi di legge.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di competenza presentato da un creditore. L'appello non contestava la corretta identificazione del giudice competente, ma la decisione di consentire il trasferimento della causa (translatio iudicii) invece di dichiarare l'opposizione al decreto ingiuntivo inammissibile. La Corte ha stabilito che il regolamento di competenza serve solo a designare il giudice corretto, non a contestare le conseguenze procedurali della dichiarazione di incompetenza, che devono essere impugnate con mezzi ordinari.
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Sanzione amministrativa e decesso: cosa succede?
La Corte di Cassazione dichiara la cessazione della materia del contendere in un caso relativo a una sanzione amministrativa, a seguito del decesso del presunto trasgressore. La decisione si basa sul principio di personalità della sanzione, che non si trasmette agli eredi, comportando l'estinzione dell'obbligazione pecuniaria e l'inefficacia dell'ordinanza-ingiunzione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate
Un comune ha presentato ricorso in Cassazione contro una società di trasporto persone, contestando una decisione che annullava una sanzione basata su un'ordinanza locale. Tale ordinanza limitava la navigazione nelle acque del centro storico alle imbarcazioni autorizzate da comuni diversi. A seguito di una nuova e decisiva sentenza delle Sezioni Unite sulla stessa materia, il comune ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l'estinzione del processo e ha compensato integralmente le spese legali tra le parti, riconoscendo l'importanza del pregresso contrasto giurisprudenziale risolto solo di recente.
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Regolamento condominiale: limiti all’uso della proprietà
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2403/2024, ha stabilito che un regolamento condominiale può limitare l'uso delle proprietà private, come vietare una sala giochi, solo se la clausola è di natura contrattuale, ovvero approvata all'unanimità. Una delibera a maggioranza non può introdurre nuovi divieti specifici se il regolamento originario non li prevede esplicitamente. La Corte ha chiarito che tali limiti costituiscono servitù reciproche e devono essere formulati in modo chiaro e inequivocabile, non potendo derivare da divieti generici.
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Errore di fatto revocatorio: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione cruciale tra errore di fatto revocatorio e errore di giudizio. Il caso riguardava una complessa vicenda ereditaria in cui la parte ricorrente sosteneva che la Corte avesse erroneamente percepito il contenuto di un'ordinanza istruttoria. La Suprema Corte ha stabilito che l'errata interpretazione di un atto processuale costituisce un errore di valutazione giuridica (error in iudicando) e non un errore percettivo su un fatto, presupposto indispensabile per la revocazione.
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