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Giurisprudenza Civile

Prescrizione recupero stipendio: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale che tentava di recuperare somme stipendiali pagate in eccesso a una dipendente. La decisione conferma che il diritto al recupero era estinto per prescrizione decennale. Il punto centrale riguarda l'interpretazione di un accordo sindacale che sospendeva il recupero: la Corte ha ribadito che l'interpretazione degli accordi spetta ai giudici di merito e non può essere ridiscussa in sede di legittimità, bloccando di fatto il tentativo dell'ente di recuperare le somme dopo oltre dieci anni.
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Fideiussore consumatore: quando la garanzia è un atto
La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per distinguere il fideiussore consumatore da quello professionale. In questo caso, la Corte ha negato la qualifica di consumatore a due soci che avevano garantito un debito della propria società. La decisione si fonda su due elementi chiave: la loro partecipazione non trascurabile al capitale sociale (20% ciascuno) e la sottoscrizione di una "lettera di patronage forte". Secondo i giudici, questi fattori dimostrano un collegamento funzionale tra la garanzia e l'attività d'impresa, escludendo l'applicazione del foro speciale del consumatore.
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Giudicato implicito giurisdizione: quando è tardi
Un condomino, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa contro le delibere assembleari, ha sollevato in Cassazione il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il motivo inammissibile, affermando che si era formato un giudicato implicito sulla giurisdizione, poiché la questione non era stata sollevata come specifico motivo di appello contro la sentenza di primo grado che, decidendo nel merito, aveva implicitamente affermato la propria competenza.
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Esclusione socio srl: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due soci avverso la sentenza che confermava la loro esclusione da una S.r.l. per morosità. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di ricorso e sull'introduzione di questioni nuove in sede di legittimità, ribadendo l'importanza del rispetto dei requisiti procedurali per l'impugnazione.
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Inammissibilità ricorso: no riesame fatti in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso di un dipendente comunale avverso la revoca di un incarico organizzativo. La Corte ha stabilito che il ricorso mirava a una rivalutazione dei fatti e a una diversa interpretazione di un atto amministrativo, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La decisione sottolinea che l'appello in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di merito, confermando la validità della decisione della corte territoriale basata sull'interpretazione del regime di 'prorogatio' dell'incarico.
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Onere di allegazione: quando la domanda è inammissibile
Un lavoratore, autista soccorritore, ha richiesto differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La sua domanda è stata rigettata in ogni grado di giudizio perché non aveva descritto in modo specifico e dettagliato le attività concretamente svolte. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando come la violazione dell'onere di allegazione impedisca al giudice di valutare nel merito la pretesa, rendendo la domanda inammissibile.
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Prescrizione indebito retributivo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di prescrizione indebito retributivo. Un ente pubblico aveva tentato di recuperare somme erogate a due dipendenti oltre dieci anni prima, a titolo di assegno ad personam. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'ente, confermando la decisione d'appello che aveva sancito l'avvenuta prescrizione del diritto al recupero. La sentenza sottolinea che la Cassazione non può riesaminare nel merito i fatti, ma solo la corretta applicazione della legge.
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Mediazione immobiliare: senza iscrizione, niente provvigione
La Suprema Corte ha respinto il ricorso di un consulente che richiedeva una provvigione per un'attività di procacciamento d'affari relativa a impianti fotovoltaici. La Corte ha confermato la nullità dell'accordo, qualificando l'attività come mediazione immobiliare, che impone l'obbligatoria iscrizione all'albo professionale. Poiché il consulente non era iscritto, non solo non aveva diritto ad alcun compenso, ma è stato condannato a restituire le somme già percepite. La decisione sottolinea che gli impianti fotovoltaici sono considerati beni immobili ai fini della mediazione.
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Agente contabile: l’uso della carta di credito
La Corte di Cassazione, di fronte a sentenze contrastanti, ha sospeso la decisione sulla qualifica di 'agente contabile' per un assessore regionale che utilizza una carta di credito aziendale. La questione, relativa all'obbligo di presentare un resoconto giudiziale alla Corte dei Conti, è stata rinviata a un'udienza pubblica per la sua complessità e rilevanza nazionale, al fine di stabilire un principio di diritto uniforme.
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Priorità scelta sede: il diritto dei riservisti
La Corte di Cassazione ha stabilito che la priorità nell'assunzione nel pubblico impiego, derivante da titoli di preferenza come le liste di mobilità, si estende anche alla scelta della sede di lavoro. Nel caso esaminato, alcuni lavoratori assunti da un ente pubblico erano stati ingiustamente assegnati a sedi lontane dalla loro residenza, nonostante la loro posizione prioritaria in graduatoria. La Corte ha cassato la sentenza d'appello, affermando che la priorità scelta sede è un corollario del principio di rispetto dell'ordine di graduatoria, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Mansioni superiori pubblico impiego: no anzianità
Un'assistente amministrativa a tempo indeterminato ha svolto per anni mansioni superiori a quelle di DSGA. Ha richiesto il riconoscimento dell'anzianità di servizio maturata nel ruolo superiore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che lo svolgimento di mansioni superiori nel pubblico impiego non equivale a un contratto a tempo determinato e non dà diritto alla progressione economica legata all'anzianità, ma solo a un'indennità differenziale.
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Inquadramento contrattuale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una compagnia aerea contro la sentenza che aveva riconosciuto a una lavoratrice la conversione del contratto a tempo indeterminato e il corretto inquadramento contrattuale superiore. La decisione si fonda sulla novità e non pertinenza dei motivi di ricorso, poiché la Corte d'Appello aveva accertato un errato inquadramento 'ab origine' e non una promozione per mansioni superiori.
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Ricorso inammissibile: quando è abuso del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un datore di lavoro contro la sentenza che riconosceva il rapporto di lavoro subordinato di un suo dipendente. Poiché il ricorso mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità, è stato considerato un abuso del processo, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento di una sanzione economica. La decisione sottolinea che presentare un ricorso inammissibile può avere conseguenze onerose.
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Prelazione conduttore: esclusa in vendita fallimentare
Una fondazione sanitaria, conduttrice di un immobile di proprietà di una società fallita, rivendicava il proprio diritto di prelazione del conduttore dopo la vendita del bene in un'asta fallimentare. Il contratto di locazione era stato stipulato direttamente dal curatore dopo la dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la prelazione legale non si applica automaticamente in questi casi. A differenza dei contratti preesistenti in cui il curatore subentra, un contratto stipulato dal curatore è un atto di 'gestione processuale' finalizzato a tutelare i creditori. Pertanto, il diritto di prelazione deve essere espressamente pattuito nel contratto con l'autorizzazione degli organi della procedura.
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Libretto postale cointestato: prelievo dopo decesso
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di libretto postale cointestato con facoltà di prelievo disgiunto, il cointestatario superstite ha diritto a prelevare la propria quota anche in presenza dell'opposizione di un erede del defunto. La sentenza chiarisce che la nuova normativa, applicabile ai rapporti sorti dopo il giugno 2002, distingue tra la titolarità del credito e la legittimazione alla riscossione. L'opposizione dell'erede incide sui rapporti interni tra eredi e superstite, ma non impedisce all'intermediario di effettuare il pagamento a chi è legittimato a riceverlo.
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Condotta antisindacale: sostituire scioperanti è lecito?
La Corte di Cassazione ha confermato che costituisce condotta antisindacale la sostituzione di lavoratori in sciopero con altro personale adibito a mansioni inferiori rispetto al proprio inquadramento. Tale pratica è illegittima perché neutralizza l'efficacia dello sciopero, violando il diritto costituzionale. La Corte ha chiarito che tale sostituzione è ammessa solo se le nuove mansioni sono marginali e accessorie a quelle abituali, condizione non riscontrata nel caso di specie, dove l'impiego dei sostituti era stato significativo.
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Posizione organizzativa: no al demansionamento automatico
La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata riconferma di una posizione organizzativa a un dipendente pubblico non costituisce automaticamente un demansionamento. Sebbene la posizione organizzativa sia un incarico a termine, il datore di lavoro pubblico ha l'obbligo di riassegnare al lavoratore mansioni professionalmente equivalenti alla sua categoria di inquadramento. Nel caso specifico, la Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto demansionanti le nuove mansioni di coordinatore della sicurezza, rinviando il caso per una nuova valutazione dei compiti effettivamente svolti dal dipendente.
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Inquadramento lavorativo: anzianità non basta
Un infermiere, trasferito dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ha richiesto un inquadramento lavorativo in una fascia economica superiore basandosi sulla sua anzianità di servizio pregressa. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la normativa mira a proteggere il livello retributivo già acquisito, non a concedere una promozione automatica. L'anzianità è riconosciuta per fini giuridici e previdenziali, ma la progressione economica nel nuovo comparto è legata a procedure selettive e non al mero decorso del tempo.
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Soccombenza virtuale: obbligo del giudice di decidere
Una società aveva rinunciato a un appello con la dicitura "a spese compensate". La Corte d'Appello, pur dichiarando cessata la materia del contendere, l'ha condannata a pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che il giudice, prima di decidere sulle spese, ha l'obbligo di valutare chi avrebbe avuto ragione nel merito, applicando il principio della soccombenza virtuale.
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Regolamento di competenza tardivo: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per regolamento di competenza perché notificato oltre il termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione della sentenza. L'ordinanza sottolinea che il mancato rispetto dei termini processuali, anche tenendo conto della sospensione feriale, impedisce l'esame nel merito della questione di competenza territoriale sollevata da alcuni fideiussori in una causa contro un intermediario finanziario. La decisione sul regolamento di competenza tardivo conferma la rigidità delle scadenze procedurali.
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