La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2686/2024, ha stabilito l'illegittimità di una procedura di Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) avviata da un'azienda per la chiusura di un'unità produttiva. La Corte ha ribadito che l'obbligo di comunicare in modo trasparente i criteri di scelta dei lavoratori da sospendere e le ragioni della mancata applicazione della rotazione è inderogabile. La genericità della comunicazione iniziale, che non motivava l'infungibilità delle mansioni, vizia la procedura, rendendo la sospensione illegittima e dando diritto ai lavoratori al risarcimento del danno, pari alla differenza tra la retribuzione piena e l'integrazione salariale percepita. La sentenza sottolinea che questi obblighi procedurali servono a garantire la trasparenza e la verificabilità delle scelte aziendali, anche in caso di cessazione di attività.
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