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Giurisprudenza Civile

Errore di fatto revocatorio: quando non si applica

Un’azienda di comunicazione ha tentato di revocare un’ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto revocatorio. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che una diversa ricostruzione dei fatti non costituisce un errore ai sensi della legge, ma un motivo di gravame non proponibile in quella sede.

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Istanza di inibitoria: no a nuove prove preesistenti

La Corte di Appello di Roma ha respinto una seconda istanza di inibitoria per la sospensione di una sentenza di pagamento. La Corte ha chiarito che non si possono addurre come ‘nuove circostanze’ fatti che, sebbene non menzionati prima, erano già esistenti al momento della prima richiesta. La decisione sottolinea i rigidi requisiti per riproporre una richiesta di sospensione in appello.

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Sequestro conservativo: no senza diritto al mantenimento

In una complessa vicenda di separazione, un marito richiede in appello un sequestro conservativo sui beni della moglie per garantire un futuro assegno di mantenimento. La Corte d’Appello di Roma rigetta l’istanza, chiarendo che, se il Tribunale di primo grado ha già negato il diritto al mantenimento, viene a mancare il requisito del ‘fumus boni iuris’, indispensabile per concedere il sequestro conservativo.

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Querela di falso: firma falsa, notifica nulla

Un contribuente ha impugnato una cartella esattoriale milionaria sostenendo di non aver mai ricevuto gli avvisi di accertamento. Attraverso una querela di falso, ha dimostrato che le firme apposte sulle relate di notifica non erano le sue. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità della notifica, stabilendo che la prova della falsità della sottoscrizione è sufficiente per invalidare l’attestazione del pubblico ufficiale, senza necessità di contestare l’intera attività di notificazione.

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Patteggiamento esdebitazione: stop alla cancellazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che un imprenditore fallito non può ottenere l’esdebitazione (la liberazione dai debiti residui) se ha precedentemente definito la sua posizione penale per bancarotta fraudolenta con una sentenza di patteggiamento. La Corte ha chiarito che, ai fini della legge fallimentare, il patteggiamento è equiparato a una sentenza di condanna e costituisce un ostacolo insormontabile per accedere al beneficio, a meno che non intervenga la riabilitazione. Questa decisione conferma che il nesso tra patteggiamento esdebitazione è negativo per il debitore.

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Remunerazione Specializzandi: No a Rimborsi Retroattivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzatisi tra il 1990 e il 2000, i quali richiedevano un adeguamento economico della loro borsa di studio a quella, più elevata, percepita dai colleghi iscritti dopo il 2006. La Corte ha stabilito che nessuna norma europea imponeva un importo minimo per la remunerazione specializzandi, lasciando la decisione alla discrezionalità dello Stato. Inoltre, ha chiarito che una legge più favorevole successiva non può essere applicata retroattivamente e non viola il principio di parità di trattamento, poiché le situazioni giuridiche, maturate in tempi diversi, non sono paragonabili.

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Giurisdizione Corte dei Conti: No su Consorzi Bonifica

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno escluso la giurisdizione della Corte dei Conti per i giudizi di conto nei confronti degli agenti contabili dei consorzi di bonifica. La decisione si fonda sulla natura di enti pubblici economici di tali consorzi, che operano con logiche imprenditoriali e privatistiche, rendendo inapplicabili le regole della contabilità pubblica in assenza di una specifica previsione di legge.

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Specificità motivi appello: la Cassazione chiarisce

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio la Pubblica Amministrazione per il mancato rispetto delle direttive europee sull’orario di lavoro. Dopo una prima sconfitta, il loro appello è stato dichiarato inammissibile per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che per la validità dell’appello è sufficiente una critica argomentata e puntuale delle ragioni della sentenza di primo grado, senza la necessità di redigere un progetto alternativo di decisione. La questione centrale è la corretta interpretazione dei requisiti di specificità motivi appello.

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Licenziamento oggettivo: prova della riorganizzazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce i principi fondamentali in materia di licenziamento oggettivo. Il caso analizza il licenziamento di un dipendente di una società automobilistica, motivato da una crisi aziendale. La Corte ha confermato l’illegittimità del recesso, poiché l’azienda non ha fornito la prova di un concreto e specifico progetto di riorganizzazione aziendale che giustificasse la soppressione di quella specifica posizione lavorativa, sottolineando l’importanza del nesso causale tra la scelta datoriale e il licenziamento.

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Modifica domanda sfratto: ecco quando è ammessa

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un procedimento di sfratto per morosità, il locatore può modificare la propria domanda iniziale dopo l’opposizione del conduttore. Se l’inquilino dimostra di aver pagato i canoni contestati, il locatore può, nella fase successiva del giudizio, basare la sua richiesta su altre mensilità non pagate relative allo stesso rapporto contrattuale. Questa modifica domanda sfratto è considerata un ammissibile adeguamento alle difese della controparte e non una domanda nuova. La Corte ha quindi respinto il ricorso del conduttore, confermando la risoluzione del contratto.

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Contributo di solidarietà: illegittimo per le Casse

La Corte di Cassazione ha confermato l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata sulla pensione di un suo iscritto. Secondo la Corte, tale prelievo costituisce una prestazione patrimoniale che solo la legge statale può introdurre, in virtù della riserva di legge prevista dall’art. 23 della Costituzione. L’autonomia delle casse non si estende fino a poter imporre trattenute su trattamenti pensionistici già determinati. Il ricorso della cassa è stato quindi respinto.

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Prova per presunzioni: i requisiti per la revocatoria

Un creditore ha impugnato con successo la vendita di un credito a un prezzo irrisorio. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito, sottolineando che per la prova per presunzioni della consapevolezza del terzo acquirente del danno arrecato ai creditori, il giudice deve esaminare una pluralità di indizi gravi, precisi e concordanti, non potendosi basare unicamente sulla sproporzione del prezzo. Una motivazione superficiale, infatti, costituisce una violazione di legge.

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Contributo solidarietà pensioni: illegittimo per le Casse

Un professionista in pensione ha contestato il contributo di solidarietà applicato dalla sua Cassa di previdenza. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha dichiarato illegittima la trattenuta. Secondo la Corte, un tale prelievo, qualificabile come prestazione patrimoniale, può essere introdotto solo da una legge dello Stato e non da un regolamento interno della Cassa. Di conseguenza, l’appello della Cassa è stato dichiarato inammissibile, consolidando un orientamento giurisprudenziale a favore dei pensionati.

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Risoluzione concordato: sì anche con rottamazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società in concordato preventivo contro la richiesta di risoluzione avanzata dall’Agenzia delle Entrate. La richiesta era stata presentata nonostante l’adesione della società alla ‘rottamazione quater’. La decisione si fonda su un vizio procedurale: la società non ha contestato una delle autonome ‘ratio decidendi’ della corte d’appello, ovvero la mancata prova che i debiti ‘rottamati’ fossero gli stessi del piano di concordato. Questo caso evidenzia l’importanza di impugnare tutte le motivazioni di una sentenza per la riuscita del ricorso.

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Onere della prova nei danni da custodia: analisi caso

Una società commerciale ha citato in giudizio un condominio per ottenere il risarcimento dei danni causati dall’allagamento dei propri locali a seguito di forti piogge. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d’Appello, ha rigettato il ricorso della società, chiarendo l’onere della prova in materia di danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.). Ha stabilito che spetta al danneggiato dimostrare il nesso causale tra la cosa in custodia (le parti condominiali) e il danno subito. La Corte ha inoltre precisato che il principio di non contestazione non si applica alle valutazioni di un perito, ma solo alle allegazioni di fatto delle parti, e che il giudice può sempre valutare diversamente le prove acquisite.

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Termine impugnazione: quando decorre per sentenze online

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un lavoratore, confermando che il termine lungo di impugnazione di una sentenza telematica decorre dalla data della sua pubblicazione nel sistema informatico della cancelleria. Questo momento coincide con il deposito telematico, l’inserimento nell’elenco cronologico e l’attribuzione di un numero identificativo, rendendo il provvedimento legalmente conoscibile a prescindere da successive comunicazioni. L’appello del lavoratore era stato quindi correttamente dichiarato inammissibile perché tardivo.

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Licenziamento per giusta causa: la Cassazione rinvia

Tre dipendenti, a seguito di una riorganizzazione aziendale, vengono trasferiti in una sede distante. Rifiutandosi di prendere servizio, vengono licenziati per giusta causa a causa dell’assenza ingiustificata. I lavoratori impugnano il licenziamento, sostenendo che il trasferimento fosse illegittimo e che l’azienda avrebbe dovuto seguire le procedure per i licenziamenti collettivi. Dopo la conferma del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, decide di rinviare la decisione. La Corte ha infatti rilevato che una questione simile, relativa all’interpretazione della normativa europea sui licenziamenti collettivi in casi di modifica sostanziale del contratto, è attualmente pendente dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Pertanto, la Cassazione ha disposto un rinvio a nuovo ruolo in attesa di futuri sviluppi giurisprudenziali europei.

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Ricongiunzione Contributi: Accordo Irrevocabile

Un medico ha contestato il calcolo della sua pensione dopo aver richiesto la ricongiunzione dei contributi versati in diverse gestioni. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che l’accettazione esplicita della proposta dell’ente previdenziale costituisce un accordo di natura pubblicistica, vincolante e irrevocabile. Una volta perfezionato, tale accordo preclude successive contestazioni sui metodi di calcolo, assumendo un’efficacia transattiva.

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Danno comunitario: no a contratto singolo e breve

La Corte di Cassazione ha stabilito che il risarcimento forfettario per danno comunitario non si applica all’illegittimità di un singolo e breve contratto di collaborazione occasionale stipulato con una società a partecipazione pubblica. La Corte ha chiarito che tale sanzione è prevista solo per l’abusiva reiterazione di contratti a termine, non per un unico episodio. Di conseguenza, pur confermando l’impossibilità di convertire il rapporto in un impiego a tempo indeterminato per la natura pubblica del datore di lavoro, ha annullato la condanna al risarcimento precedentemente disposta dalla Corte d’Appello.

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Estinzione canoni enfiteusi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a udienza pubblica la decisione sulla questione dell’estinzione canoni enfiteusi derivanti da concessioni antecedenti al 1941, come previsto dalla legge n. 16/1974. La Corte ha ritenuto la questione di particolare importanza per l’uniforme interpretazione del diritto (rilievo nomofilattico), data l’assenza di precedenti specifici e la presenza di giurisprudenza contrastante presso la Corte d’Appello di Roma. La decisione sul ricorso è sospesa in attesa della pronuncia a udienza pubblica.

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