LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Somministrazione illegittima: danno e prescrizione
Un ente pubblico ha utilizzato una serie di contratti di somministrazione a termine (somministrazione illegittima) per impiegare lavoratrici per anni sulle stesse mansioni. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di tale pratica, riconoscendo il diritto delle lavoratrici a un risarcimento forfettario ("danno comunitario") senza necessità di provare un danno specifico. Tuttavia, ha chiarito che il termine di prescrizione per i crediti retributivi (come i premi di produzione) decorre in costanza di rapporto e non dalla sua cessazione, accogliendo parzialmente su questo punto il ricorso dell'ente e rinviando la causa per un nuovo esame.
Continua »
Estinzione del giudizio: quando la rinuncia chiude il caso
Un gruppo di dipendenti del settore sanitario, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio una causa contro l'ente pubblico datore di lavoro per il pagamento di indennità specifiche, ha presentato ricorso in Cassazione. Prima della decisione finale, i ricorrenti hanno formalizzato la rinuncia agli atti. Di conseguenza, la Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente il procedimento senza una pronuncia nel merito. La Corte ha inoltre specificato che, data la rinuncia, non era dovuto alcun ulteriore versamento a titolo di contributo unificato.
Continua »
Indennità turni spezzati: spetta solo se eccezionale
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità turni spezzati non è dovuta per orari di lavoro regolarmente articolati su turni divisi, ma solo quando un lavoratore, normalmente impiegato su turni continui, viene chiamato eccezionalmente a svolgere una prestazione lavorativa frazionata per esigenze di servizio. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva riconosciuto l'indennità a lavoratori part-time basandosi sul principio di non discriminazione, senza verificare il requisito fondamentale dell'eccezionalità della modifica dell'orario.
Continua »
Cessazione materia del contendere: effetti sul giudizio
Un'azienda sanitaria ha impugnato una sentenza d'appello sfavorevole. Durante il giudizio in Cassazione, ha raggiunto un accordo transattivo con i propri dipendenti. La Suprema Corte ha quindi dichiarato la cessazione della materia del contendere, specificando che tale pronuncia prevale sulla semplice rinuncia al ricorso e comporta la caducazione della sentenza impugnata, a differenza della rinuncia che l'avrebbe resa definitiva. Le spese sono state compensate tra le parti.
Continua »
Clausole vessatorie: recesso e moduli standard
Una società di certificazione ha perso in Cassazione la causa contro un cliente che aveva esercitato il recesso anticipato. La Corte ha confermato che le clausole vessatorie nel contratto, predisposto unilateralmente dalla società, erano inefficaci perché non specificamente approvate per iscritto. Tali clausole imponevano una durata fissa e il pagamento totale anche in caso di recesso, limitando i diritti del cliente.
Continua »
Errore di fatto e revocazione: quando è inammissibile
Un intermediario finanziario, condannato per operazioni illecite, ha chiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione adducendo un errore di fatto sulla valutazione dell'eccezione di prescrizione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la valutazione degli atti processuali costituisce un errore di giudizio, non un errore di fatto, e quindi non è un valido motivo per la revocazione.
Continua »
Stabilizzazione precari: no diritto senza autorizzazione
La richiesta di una fisioterapista per la stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro precario è stata respinta. Nonostante l'inserimento in una lista di personale da stabilizzare e la ricezione di un telegramma per la scelta della sede, la Cassazione ha stabilito che la mancanza della specifica autorizzazione del Commissario ad acta, nominato per il risanamento dei conti della sanità regionale, è un elemento decisivo e ostativo. La Corte ha ribadito che la procedura di stabilizzazione precari non costituisce un diritto incondizionato all'assunzione.
Continua »
Errore di fatto: Cassazione annulla sentenza d’appello
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che aveva respinto una domanda di revocazione. Il caso riguardava un errore di fatto in una causa di esproprio, dove i giudici avevano confuso un importo in Lire con uno in Euro, arrivando a una conclusione errata sulla soccombenza e sulle spese legali. La Cassazione ha stabilito che la Corte d'Appello aveva a sua volta errato, interpretando in modo restrittivo la domanda dei ricorrenti e violando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Estinzione del processo: la rinuncia in Cassazione
Una società aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d'Appello. Successivamente, la stessa società ha rinunciato al ricorso e la controparte ha accettato tale rinuncia. La Corte di Cassazione, preso atto dell'accordo, ha dichiarato l'estinzione del processo, chiudendo definitivamente la questione senza una decisione nel merito e senza pronunciarsi sulle spese legali.
Continua »
Buona fede pendenza condizione: obblighi tra avvocati
Un avvocato collaborava con una collega su diverse pratiche, pattuendo una divisione dei compensi al 50% subordinata all'effettivo incasso delle somme dai clienti. Non ricevendo alcun pagamento, il legale agiva in giudizio. La Corte di Cassazione, focalizzandosi sul principio di buona fede pendenza condizione, ha stabilito che il giudice di merito ha errato nel non valutare se la condotta omissiva della collega avesse impedito, in violazione della correttezza, l'avveramento della condizione. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione di tali comportamenti.
Continua »
Ricorso inammissibile: l’importanza dei fatti
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della mancata esposizione sommaria dei fatti di causa, come richiesto dall'art. 366 c.p.c. Il caso riguardava una richiesta di restituzione di somme indebitamente percepite da parte di un'amministrazione pubblica. La Corte ha ribadito che, per consentire una corretta valutazione, il ricorso deve essere autosufficiente e descrivere in modo chiaro e sintetico l'intera vicenda processuale, senza costringere i giudici a consultare altri atti.
Continua »
Retribuzione feriale: quali indennità includere?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità intrinsecamente collegate alle mansioni, come l'indennità di utilizzo professionale e quella di assenza da residenza per un macchinista. Accogliendo il ricorso di un lavoratore contro una società di trasporti, la Corte ha affermato che escludere tali voci potrebbe dissuadere dal godere delle ferie, violando i principi del diritto dell'Unione Europea. La paga durante le ferie deve essere paragonabile a quella percepita durante i periodi di lavoro.
Continua »
Prescrizione crediti di lavoro: quando decorre?
Una società di infrastrutture ha perso il suo ricorso in Cassazione riguardo la prescrizione dei crediti di lavoro di un dipendente. La Corte ha confermato che, a seguito delle riforme del 2012 e 2015, il termine di cinque anni per la prescrizione crediti di lavoro inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto, a causa della diminuita stabilità del posto di lavoro che può generare timore nel lavoratore.
Continua »
Errore di fatto: i limiti alla revoca della Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14094/2024, chiarisce la distinzione tra errore di fatto e errore di giudizio. Ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, stabilendo che una valutazione errata delle prove processuali non costituisce un errore di fatto, ma un errore di giudizio, e pertanto non può essere motivo di revocazione della sentenza.
Continua »
Servitù padre di famiglia: quando si costituisce?
In una lite tra fratelli per delle tubature sotterranee, la Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la servitù per destinazione del padre di famiglia si costituisce solo se chi la invoca riesce a dimostrare che le opere (in questo caso, le tubature) erano già esistenti e visibili al momento della divisione dell'immobile originario. La Corte ha ritenuto decisiva la descrizione dell'immobile nell'atto di divisione come "privo di impianti", confermando la decisione che ne ordinava la rimozione.
Continua »
Decadenza cessione ramo d’azienda: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di decadenza per impugnare una cessione di ramo d'azienda, introdotto dalla Legge n. 183/2010, non si applica retroattivamente alle cessioni avvenute prima della sua entrata in vigore. La Corte ha rigettato il ricorso di una società, confermando il diritto dei lavoratori a vedersi ripristinato il rapporto di lavoro. Per un altro gruppo di lavoratori, invece, il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la presenza di un precedente giudicato sulla stessa materia.
Continua »
Estinzione del processo per notifica tardiva: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che un processo deve essere dichiarato estinto se la parte, venuta a conoscenza del fallimento di una notifica per decesso del destinatario, non si attiva immediatamente per riprendere il procedimento notificatorio. Un ritardo di oltre tre mesi è stato considerato un'inerzia ingiustificabile, che ha portato all'annullamento della sentenza di merito e alla dichiarazione di estinzione del processo.
Continua »
Costituzione in mora: non serve un nuovo atto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14051/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di interposizione illecita di manodopera. Nel caso esaminato, una lavoratrice, dopo aver ottenuto una sentenza che accertava il suo rapporto di lavoro con l'azienda utilizzatrice, si era vista negare le retribuzioni successive alla sentenza perché, secondo la Corte d'Appello, non aveva inviato un nuovo atto di costituzione in mora. La Cassazione ha ribaltato tale decisione, affermando che il ricorso introduttivo con cui si chiede l'accertamento del rapporto e la riammissione in servizio è già di per sé un atto idoneo a costituire in mora il datore di lavoro (mora credendi), facendo sorgere l'obbligo retributivo dal momento della sentenza senza necessità di ulteriori atti.
Continua »
Appello inammissibile: i limiti dei vizi di rito
La Cassazione ha confermato la decisione di inammissibilità di un appello contro una sanzione amministrativa. L'appello è stato giudicato inammissibile perché sollevava solo vizi di rito (tardività del ricorso originario) senza riproporre le questioni di merito. Secondo la Corte, fuori dai casi tassativi di rimessione al primo giudice, l'appellante deve sempre dedurre anche il merito della controversia, pena l'inammissibilità per carenza di interesse.
Continua »
Giurisdizione imposta di soggiorno: Cassazione conferma
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione della Corte dei Conti per l'omesso versamento dell'imposta di soggiorno da parte di gestori di strutture ricettive, per fatti antecedenti alle nuove normative. La Corte ha applicato il principio di *perpetuatio iurisdictionis*, affermando che la giurisdizione si cristallizza al momento dell'instaurazione del giudizio, rendendo irrilevanti le modifiche legislative successive, anche se retroattive.
Continua »