LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Clausola sociale: limiti al risarcimento del danno
Un lavoratore, escluso dall'assunzione in un cambio di appalto nonostante una clausola sociale, si vede riconosciuto il diritto all'assunzione dalla Corte d'Appello. La Corte di Cassazione, pur confermando il diritto del lavoratore, cassa la sentenza limitatamente alla quantificazione del risarcimento del danno. La Suprema Corte ha stabilito che la condanna non poteva estendersi oltre il periodo originariamente richiesto in primo grado, in applicazione del divieto di domande nuove in appello.
Continua »
Licenziamento disciplinare: non basta l’assenza fisica
Una società cooperativa ha promosso un licenziamento disciplinare contro una dipendente con ruolo di coordinatrice, accusandola di violare l'orario di lavoro e di abusare della fiducia aziendale. I tribunali di merito e, in ultima istanza, la Corte di Cassazione hanno respinto le pretese della società. La Suprema Corte ha stabilito che, data la natura autonoma del ruolo della lavoratrice e la comprovata possibilità di svolgere le mansioni da remoto, la mera assenza fisica dalla sede non era sufficiente a dimostrare l'inadempimento. L'azienda non è riuscita a provare una concreta mancanza di risultati o lo svolgimento di attività incompatibili con il lavoro, rendendo così il licenziamento illegittimo.
Continua »
Giudicato sulla giurisdizione: quando si consolida?
La Corte di Cassazione ha stabilito che si forma un giudicato sulla giurisdizione se la parte vittoriosa nel merito in primo grado non presenta un appello incidentale per contestare la decisione implicita sulla competenza del giudice. Nel caso specifico, un revisore di una cassa previdenziale, il cui incarico era stato revocato, si era visto rigettare la domanda nel merito dal Tribunale. La cassa, vincitrice, non aveva impugnato la questione di giurisdizione. La Corte d'Appello aveva poi erroneamente dichiarato il difetto di giurisdizione, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che la giurisdizione del giudice ordinario era ormai consolidata.
Continua »
Errore materiale: condanna alle spese a più parti
Una società ha presentato ricorso in Cassazione, ma è stato dichiarato inammissibile. L'ordinanza originale conteneva un errore materiale, condannando la parte soccombente a pagare le spese legali "alla controricorrente" (al singolare), nonostante le parti vittoriose costituite fossero due. A seguito di un'istanza d'ufficio, la Corte ha corretto l'ordinanza, chiarendo che le spese erano dovute a entrambe le parti vittoriose e specificando l'importo dovuto a ciascuna.
Continua »
Vizio procedurale licenziamento: la Cassazione decide
Una società di trasporti ha licenziato un dipendente. La Corte di Cassazione, con ordinanza 2782/2024, ha stabilito che il licenziamento è nullo a causa di un vizio procedurale, ovvero il mancato rispetto delle specifiche norme disciplinari previste per il settore. Questo errore ha portato all'annullamento della decisione della Corte d'Appello e ha garantito al lavoratore la tutela reintegratoria piena. La Corte ha chiarito che il rispetto della procedura non è una mera formalità, ma un requisito essenziale, la cui violazione rende l'atto espulsivo radicalmente nullo.
Continua »
Copertura assicurativa medici: obblighi dell’Azienda
Un medico dirigente ha citato in giudizio la propria azienda sanitaria per il mancato risarcimento dei danni derivanti da un'interruzione nella copertura assicurativa per responsabilità civile. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del medico, ha stabilito che l'obbligo di copertura assicurativa a carico dell'azienda sanitaria, previsto dal contratto collettivo, è ampio e deve garantire una tutela adeguata e continua, comprendendo tutte le spese di giudizio e non solo quelle previste in casi specifici di patrocinio legale diretto.
Continua »
Obbligo di repêchage: onere della prova sul datore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2739/2024, ha accolto il ricorso di una lavoratrice licenziata per giustificato motivo oggettivo a seguito dell'automazione delle sue mansioni di centralinista. La Corte ha ribadito che l'obbligo di repêchage impone al datore di lavoro l'onere esclusivo di provare l'impossibilità di ricollocare il dipendente, anche in mansioni inferiori, senza che sul lavoratore gravi alcun onere di indicare possibili posti alternativi. La sentenza della Corte d'Appello è stata cassata con rinvio.
Continua »
Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
Una società agricola, originariamente affittuaria di alcuni terreni, si era opposta in Cassazione alla revoca dei contratti d'affitto richiesta da un istituto di credito. Durante il processo, la stessa società ha acquistato gli immobili e saldato i debiti, risolvendo di fatto la controversia. La Corte di Cassazione, preso atto dell'accordo tra le parti, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, estinguendo il giudizio.
Continua »
Società in house: no assunzione senza concorso
Una lavoratrice ha richiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro diretto con una società in house, sostenendo un'interposizione illecita di manodopera. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, applicando il principio della "ragione più liquida". Ha stabilito che non è possibile costituire giudizialmente un rapporto di lavoro con una società a partecipazione pubblica totale, come una società in house, se l'assunzione non è avvenuta tramite procedure selettive pubbliche, trasparenti e imparziali, come previsto dalla legge. Questa regola prevale su qualsiasi accertamento relativo all'illegittimità dell'appalto.
Continua »
Quietanza liberatoria: cancella un debito precedente?
Il caso riguarda una controversia tra due ex partner su un debito riconosciuto con scrittura privata. La debitrice sosteneva che il debito fosse stato estinto da una successiva quietanza liberatoria di carattere generale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello. La Cassazione ha chiarito che la valutazione sull'effettiva portata della quietanza e sulla sua idoneità a coprire il debito specifico è una questione di merito, non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di secondo grado è immune da vizi logici o giuridici. L'appello era un tentativo inammissibile di riesaminare i fatti.
Continua »
Compenso avvocato d’ufficio: come si calcola?
Un avvocato si oppone a un decreto di liquidazione per un compenso avvocato d'ufficio ritenuto troppo basso. Il Tribunale accoglie l'opposizione, ricalcolando l'onorario sulla base delle fasi processuali effettivamente svolte e applicando la riduzione di legge, condannando l'Erario al pagamento del maggior importo.
Continua »
Concorso di colpa: tamponamento e velocità ridotta
Una sentenza della Corte d'Appello ha riformato una decisione di primo grado su un incidente stradale, introducendo il principio del concorso di colpa. Inizialmente, la responsabilità era stata attribuita interamente al conducente di un'auto che aveva tamponato un autoarticolato. La Corte ha invece stabilito una responsabilità del 70% per l'automobilista, a causa dell'eccesso di velocità, e del 30% per il conducente dell'autoarticolato, la cui marcia eccessivamente lenta e senza segnalazioni in galleria costituiva un ostacolo anomalo e pericoloso.
Continua »
Querela di falso: firma falsa e notifica nulla
Un contribuente impugna un avviso di accertamento sostenendo di non averlo mai ricevuto e che la firma sull'avviso di ricevimento è falsa. La Corte d'Appello conferma che la querela di falso è lo strumento corretto per contestare la notifica. Dimostrare la falsità della firma è sufficiente per provare il mancato ricevimento dell'atto e, di conseguenza, la sua nullità, senza necessità di provare che nessuno fosse presente al domicilio.
Continua »
Patti parasociali: limiti di efficacia in assemblea
Una società ha impugnato un lodo arbitrale che aveva convalidato una delibera di aumento di capitale sociale, sostenendo che il lodo fosse nullo per vizi procedurali legati a un accordo privato tra soci (patti parasociali). La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, affermando che i patti parasociali hanno efficacia solo tra le parti firmatarie e non possono invalidare le decisioni degli organi sociali. Inoltre, ha chiarito che nei giudizi di impugnazione di delibere, non è necessario coinvolgere tutti i firmatari dei patti.
Continua »
Onere della prova e contumacia: la guida completa
Una società fornitrice di servizi idrici impugna una sentenza che aveva annullato le sue fatture a causa della sua assenza (contumacia) nel primo grado di giudizio. La Corte d'Appello riforma la decisione, chiarendo che l'onere della prova spetta comunque a chi agisce, anche se la controparte è assente. La Corte ha riesaminato le prove, rideterminato la prescrizione del credito e ripartito le spese legali, sottolineando che la contumacia non equivale ad ammissione di colpa.
Continua »
Bancarotta fraudolenta documentale: basta il dolo generico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un amministratore condannato per bancarotta fraudolenta. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sulla bancarotta fraudolenta documentale: per integrare il reato è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza di tenere la contabilità in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio, senza che sia necessario provare il dolo specifico di voler danneggiare i creditori.
Continua »
Inammissibilità ricorso Cassazione: no a critiche sui fatti
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza che aveva accolto un'azione revocatoria. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso, sebbene formalmente presentati come violazioni di legge, in realtà celavano una richiesta di riesame dei fatti e delle prove, attività preclusa in sede di legittimità. La decisione conferma il principio secondo cui l'inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando si tenta di ottenere una nuova valutazione del merito della causa.
Continua »
Ricorso in Cassazione: l’onere della prova del termine
Una compagnia aerea, dopo la condanna per smarrimento bagaglio e la successiva declaratoria di inammissibilità dell'appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione per verificare la tempestività del ricorso, non avendo la ricorrente provato la data di comunicazione dell'ordinanza di inammissibilità, un requisito fondamentale per la procedibilità del ricorso in Cassazione.
Continua »
Affitto agrario verbale: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2726/2024, ha annullato una decisione della Corte d'Appello che aveva ritenuto valido un contratto di affitto agrario verbale stipulato nel 2004. Il caso riguardava la qualifica dell'affittuario come 'soggetto equiparato al coltivatore diretto'. La Suprema Corte ha stabilito che la legge del 2017, che equipara l'imprenditore agricolo professionale al coltivatore diretto, non è retroattiva e si applica solo ai contratti conclusi dal 1° gennaio 2018. Di conseguenza, per i contratti precedenti, la qualifica di imprenditore agricolo non è sufficiente a sanare il difetto di forma scritta, portando alla cassazione della sentenza impugnata.
Continua »
Ricorso per cassazione: oneri di deposito e termini
Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea per il ritardo nella consegna di un bagaglio. Dopo una condanna in primo grado e la dichiarazione di inammissibilità dell'appello, la compagnia ha adito la Corte di Cassazione. Con un'ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha sospeso la decisione sul merito per acquisire d'ufficio il fascicolo d'appello, al fine di verificare la tempestività del ricorso per cassazione, non avendo la ricorrente fornito la prova della data di comunicazione dell'ordinanza di inammissibilità.
Continua »