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Giurisprudenza Civile

Errore di fatto: quando la Cassazione lo esclude
La Cassazione chiarisce i presupposti per la revocazione di una propria sentenza per errore di fatto. Se il fatto contestato era un punto controverso nel giudizio, la decisione su di esso costituisce un errore di giudizio, non revocabile. Nel caso, la tempestività di un appello incidentale era materia del contendere, rendendo inammissibile il ricorso per revocazione.
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Obblighi informativi Dublino: la guida essenziale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17162/2024, ha rigettato il ricorso del Ministero dell'Interno, stabilendo che il provvedimento di trasferimento di un richiedente asilo verso un altro Stato UE è nullo se non vengono rispettati gli specifici obblighi informativi Dublino. La Corte ha chiarito che la consegna del modulo generico per la richiesta di asilo (modello C3) non è sufficiente a soddisfare il requisito di fornire l'apposito opuscolo informativo previsto dall'art. 4 del Regolamento UE n. 604/2013, che dettaglia la procedura di trasferimento e i diritti del richiedente.
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Domanda amministrativa: errore non la rende nulla
Un cittadino si è visto negare la trasformazione della sua prestazione previdenziale in pensione perché ha inviato la richiesta via PEC anziché tramite il canale telematico imposto dall'ente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17159/2024, ha stabilito che un mero errore nella modalità di trasmissione della domanda amministrativa non ne causa l'improponibilità, a condizione che l'istanza giunga a conoscenza dell'ente e sia idonea a manifestare la pretesa. La sentenza di appello è stata annullata con rinvio.
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Interessi moratori PA: sì per custodia di veicoli
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17173/2024, ha stabilito che il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e una depositeria per la custodia di veicoli sottoposti a sequestro amministrativo rientra nella nozione di 'transazione commerciale'. Di conseguenza, in caso di ritardato pagamento, la depositeria ha diritto agli interessi moratori previsti dal D.Lgs. 231/2002, e non solo a quelli legali. La Corte ha chiarito che tale rapporto è di natura contrattuale e privatistica, distinto dai casi in cui il custode agisce come ausiliario del giudice, giustificando l'applicazione della disciplina a tutela delle imprese contro i ritardi di pagamento della PA.
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Correzione errore materiale: cosa fare se la sentenza?
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. L'errore riguardava l'errata indicazione dei nominativi dei magistrati componenti il collegio giudicante. La Corte, agendo d'ufficio, ha disposto la rettifica dell'epigrafe del provvedimento, sostituendo i nomi errati con quelli corretti dei giudici che avevano effettivamente composto il collegio. Questa decisione sottolinea l'importanza del meccanismo di correzione per garantire l'accuratezza formale degli atti giudiziari.
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Obbligo di assunzione: vale il capitolato d’appalto
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un'azienda al risarcimento per non aver assunto un lavoratore dopo un cambio appalto. La decisione si fonda sull'obbligo di assunzione previsto non dal CCNL, ma da una clausola specifica e più ampia del capitolato speciale d'appalto, volta a salvaguardare i posti di lavoro della precedente società in liquidazione. Il ricorso dell'azienda è stato respinto perché non coglieva la vera ragione giuridica della decisione della Corte d'Appello.
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Clausola sociale appalti: vale il contratto di servizio
La Corte di Cassazione ha confermato l'obbligo di assunzione per un'azienda subentrante in un appalto pubblico, basando la decisione non sul contratto collettivo, ma su una specifica clausola sociale appalti inserita nel capitolato d'appalto con il Comune. Questa clausola, volta a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della precedente società, è stata ritenuta un obbligo contrattuale autonomo e vincolante per la nuova impresa.
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Prova del contratto: quando bastano le presunzioni
Una società editrice ha ottenuto un'ingiunzione di pagamento contro un professionista per una licenza d'uso non pagata. Il professionista ha negato di aver firmato il contratto. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, stabilendo che la prova del contratto può essere ricavata da prove presuntive, come l'utilizzo del servizio, l'accettazione di un dispositivo collegato e le comunicazioni relative all'attivazione del contratto, anche in assenza di una firma verificata. Il ricorso è stato respinto.
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Abusi edilizi e recesso: quando è legittimo
Una promissaria acquirente ha scoperto significativi abusi edilizi in un immobile dopo aver firmato un contratto preliminare. I venditori avevano falsamente dichiarato che l'immobile era stato costruito prima del 1967. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto dell'acquirente di recedere dal contratto e di ricevere il doppio della caparra versata, stabilendo che tali difformità costituiscono un grave inadempimento contrattuale, anche se non rendono nullo il contratto stesso.
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Sospensione feriale termini: quando non si applica
Un ex funzionario pubblico ha citato in giudizio un ente regionale per ottenere il trattamento di fine mandato e il versamento di contributi previdenziali. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché presentato in ritardo. La decisione chiarisce che la sospensione feriale termini non è applicabile alle controversie di natura previdenziale, come quella in esame, rendendo l'appello tardivo.
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Regolamento di competenza: estinzione del giudizio
Una società ha proposto un regolamento di competenza contro la decisione di un Giudice di Pace che, pur dichiarando la propria incompetenza territoriale come richiesto dalle parti, l'aveva condannata al pagamento delle spese. La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha esaminato il merito della questione perché la società ricorrente ha rinunciato al ricorso, portando alla dichiarazione di estinzione del giudizio.
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Fondo di garanzia TFR: obbligo anche post-cessione
La Corte di Cassazione ha stabilito che il Fondo di garanzia TFR dell'INPS è tenuto a corrispondere l'intero trattamento di fine rapporto ai lavoratori, anche per la quota maturata prima di una cessione d'azienda. L'obbligo scatta quando il nuovo datore di lavoro (cessionario) diventa insolvente, poiché è questo evento a rendere esigibile il credito. La Corte ha inoltre chiarito che l'obbligazione del Fondo non è sussidiaria, quindi i lavoratori non sono tenuti a rivalersi prima sull'originario datore di lavoro (cedente).
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Valutazione danno veicolo: prova da siti web valida
La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione del danno per un veicolo rubato può legittimamente basarsi su informazioni reperite da siti web specializzati e preventivi di altre officine. Quando il bene non è più disponibile, impedendo una stima precisa, il giudice può procedere con una liquidazione equitativa del danno. Questa sentenza conferma che la difficoltà nel provare l'esatto ammontare del danno non può tradursi in un diniego del risarcimento, una volta accertata la responsabilità.
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Estinzione del giudizio di cassazione per rinuncia
Una società chiede la revocazione di un'ordinanza della Cassazione per un presunto errore di fatto in una causa immobiliare. Prima della decisione, le parti raggiungono un accordo. La ricorrente rinuncia al ricorso, portando all'estinzione del giudizio di cassazione con compensazione delle spese.
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Ricorso inammissibile e la regola della doppia conforme
Un contribuente ha impugnato una cartella di pagamento per IRPEF 2008, contestando il mancato riconoscimento di detrazioni per ritenute d'acconto e assegni al coniuge. Dopo due sentenze sfavorevoli nei gradi di merito, il suo appello in Cassazione è stato giudicato un ricorso inammissibile. La Corte Suprema ha basato la sua decisione sull'applicazione della regola della "doppia conforme", che limita l'appello per vizi di motivazione quando due sentenze precedenti concordano sui fatti, e su vizi procedurali come la mancanza di autosufficienza e specificità del ricorso.
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Azione revocatoria: quale legge applicare a terzi?
La Corte di Cassazione chiarisce che in un'azione revocatoria, la scelta della legge applicabile effettuata dalle parti in un contratto non è vincolante per il creditore agente, in quanto terzo rispetto a tale accordo. La sentenza conferma l'applicazione della legge italiana per revocare atti di disposizione patrimoniale ritenuti pregiudizievoli, respingendo le tesi dei ricorrenti che invocavano l'applicazione della legge inglese. Viene inoltre ribadito che il termine di prescrizione dell'azione revocatoria decorre dalla data di pubblicità dell'atto ai terzi.
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Nesso di causalità: quando la banca non è colpevole
Un professionista ha citato in giudizio un istituto di credito per danni derivanti da un'indagine penale a suo carico. Sosteneva che l'indagine fosse scaturita dall'errata negoziazione da parte della banca di quattro assegni non trasferibili. I tribunali, inclusa la Corte di Cassazione, hanno respinto la richiesta, non riscontrando un nesso di causalità diretto. È stato stabilito che la vera causa dell'indagine risiedeva nel ruolo più ampio del professionista come beneficiario di numerosi assegni in un complesso contesto politico, e non nell'errore specifico della banca su quei quattro titoli.
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Recesso per giusta causa: motivi d’appello specifici
Un'agenzia assicurativa contesta il recesso per giusta causa intimato dalla compagnia mandante. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando che le contestazioni, sia procedurali (sull'uso di documenti da parte del CTU) sia di merito (sulla tempistica di un pagamento), dovevano essere formulate come motivi specifici nel precedente grado di appello, cosa che i ricorrenti non hanno dimostrato di aver fatto.
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Informativa preventiva segnalazione: ricorso inammissibile
Un garante ha citato in giudizio una banca per danni derivanti da una segnalazione a un sistema di informazioni creditizie, lamentando la mancata comunicazione preventiva. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni legali del garante erano troppo generiche e non contestavano in modo specifico l'applicazione della legge da parte del giudice d'appello riguardo all'informativa preventiva segnalazione.
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Iscrizione fondo pensione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17111/2024, ha stabilito che l'iscrizione a un fondo pensione integrativo è illegittima se la legge la subordina all'emanazione di un decreto ministeriale attuativo, e tale decreto non è mai stato pubblicato. Anche se l'ente previdenziale ha effettuato per anni le trattenute, ciò non sana l'irregolarità. La Corte ha quindi ritenuto legittima la cancellazione retroattiva dei lavoratori dal fondo, specificando che in assenza del decreto, i lavoratori vantavano solo un'aspettativa e non un diritto pieno all'iscrizione fondo pensione.
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