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Giurisprudenza Civile

Notifica PEC casella piena: il deposito è decisivo

La Corte di Cassazione ha stabilito che una notifica PEC non andata a buon fine per ‘casella piena’ non si perfeziona automaticamente. Per considerare valida la comunicazione e far decorrere i termini, è indispensabile che la cancelleria del tribunale esegua il ‘deposito in cancelleria’ dell’atto. In un caso recente, una Corte d’Appello aveva dichiarato un appello improcedibile senza verificare questo adempimento cruciale. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, sottolineando che il deposito è un passaggio garantista non trascurabile, necessario per completare la procedura di notifica PEC casella piena.

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Sgravi contributivi: quando il ricorso è inammissibile

Una società di costruzioni si è vista negare degli sgravi contributivi e ha impugnato la decisione fino in Cassazione. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarando la maggior parte dei motivi inammissibili. La sentenza sottolinea che i ricorsi in Cassazione non possono riesaminare i fatti e che i requisiti per ottenere benefici contributivi, come l’assenza di licenziamenti pregressi, devono essere rigorosamente rispettati. La Corte ha inoltre confermato che l’onere di provare il diritto a un’esenzione o a una riduzione contributiva spetta sempre al datore di lavoro.

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Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?

Una società di trasporti, dopo aver perso in appello una causa sulla retribuzione feriale di un dipendente, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha effettuato una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il processo, condannando la società stessa a pagare le spese legali della controparte in base al principio di causalità, secondo cui chi avvia un’azione legale e poi vi rinuncia deve rimborsare i costi sostenuti dall’altra parte.

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Prescrizione ripetizione indebito: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23259/2025, interviene su un caso di ripetizione di indebito bancario, chiarendo i criteri per il calcolo della prescrizione. La Suprema Corte ha cassato la decisione d’Appello che presumeva la natura ripristinatoria dei versamenti in conto corrente, sottolineando che tale natura va provata e non può essere data per scontata. Questa ordinanza è cruciale per la gestione del contenzioso bancario relativo alla prescrizione ripetizione indebito.

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Inquadramento superiore: la Cassazione sul diritto

Un dipendente di un ente pubblico economico, a cui erano state formalmente assegnate mansioni dirigenziali, si è visto negare il corrispondente inquadramento superiore dalla Corte d’Appello. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che, una volta accertato il conferimento formale dell’incarico, il giudice deve valutare la domanda di inquadramento e non può limitarsi a riconoscere solo le differenze retributive.

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Revisione prezzi appalti: quando decide il giudice?

Una società costruttrice ha citato in giudizio un ente pubblico per ottenere il pagamento di somme relative a un contratto d’appalto, inclusa una richiesta di revisione prezzi. La Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sulla giurisdizione: una volta che la Pubblica Amministrazione ha riconosciuto, anche implicitamente, il diritto alla revisione prezzi, ogni successiva controversia sulla quantificazione di tale compenso (incluso il calcolo e la data di decorrenza) spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo, poiché si tratta di un diritto soggettivo e non più di un interesse legittimo.

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Contributo di solidarietà: calcolo sulla pensione intera

Un gruppo di pensionati di un fondo speciale ha contestato l’applicazione del contributo di solidarietà sull’intero importo della loro pensione, sostenendo che dovesse applicarsi solo alla parte eccedente rispetto al regime generale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando un orientamento consolidato: il contributo si calcola sull’intera pensione maturata nel fondo speciale, in linea con la finalità della norma di riequilibrare le gestioni previdenziali speciali.

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Indennità di esproprio: quando è congrua?

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni proprietari terrieri che contestavano l’indennità di esproprio per un elettrodotto. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha correttamente valutato l’offerta, ritenendola congrua e respingendo la tesi dell’espropriazione parziale, in quanto l’opera non limitava l’uso del fondo residuo.

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Protezione internazionale: richiesta valida al giudice

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso cruciale riguardante la richiesta di protezione internazionale. Il caso solleva la questione se la manifestazione della volontà di chiedere asilo, espressa da un cittadino straniero davanti al Giudice di Pace durante l’udienza di convalida del decreto di accompagnamento alla frontiera, debba sospendere l’espulsione. La Corte ha ritenuto la questione complessa e priva di precedenti specifici, necessitando un’approfondita discussione per definire gli obblighi del giudice e gli effetti di tale richiesta sulla procedura di allontanamento, alla luce del diritto dell’Unione Europea.

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Indennità di esproprio: interessi e prescrizione

La Corte di Cassazione si pronuncia sul tema dell’indennità di esproprio, specificando il momento di decorrenza della prescrizione per gli interessi compensativi. Il caso riguardava un’indennità aggiuntiva il cui pagamento era subordinato a un’autorizzazione regionale. La Corte ha stabilito che la prescrizione inizia a decorrere non dalla data dell’accordo, ma dal momento in cui l’autorizzazione viene rilasciata, poiché solo allora il diritto può essere legalmente fatto valere. Viene rigettato il ricorso del consorzio espropriante, confermando la sua responsabilità al pagamento.

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Credito privilegiato distacco: no al rimborso stipendi

Un’impresa edile che aveva distaccato proprio personale presso un’altra società, poi fallita, non si è vista riconoscere il credito privilegiato per gli stipendi anticipati. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale credito ha natura di semplice rimborso e non di retribuzione, negando quindi la prelazione. La sentenza sottolinea la differenza tra il distacco di personale, che risponde a un interesse proprio dell’impresa distaccante, e la somministrazione di lavoro, l’unica a cui la legge riconosce un privilegio specifico.

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Indennità di espropriazione: chi è il proprietario?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha affrontato un caso di determinazione dell’indennità di espropriazione per la realizzazione di un’opera ferroviaria. La società espropriante aveva contestato la decisione della Corte d’Appello su diversi punti, tra cui la titolarità di una strada vicinale e la valutazione dei terreni. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo principi chiave: nei procedimenti di esproprio, fa fede l’intestatario catastale per garantire la celerità della procedura, senza che ciò configuri un litisconsorzio necessario con altri potenziali proprietari. Inoltre, la valutazione dei terreni, anche se soggetti a vincoli, deve considerare il loro potenziale economico effettivo, e tale valutazione di merito non è sindacabile in sede di legittimità.

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Bilancio s.a.s.: immobile socio e valore normale

Un socio impugnava il bilancio s.a.s. perché non includeva come ricavo il valore normale di un immobile societario utilizzato da un altro socio. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, stabilendo che, poiché l’immobile era occupato senza titolo e la società aveva avviato un’azione legale per riottenerlo, non si trattava di un’assegnazione al socio che giustificasse l’applicazione del criterio del valore normale, ma di un’occupazione illegittima.

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Fermo amministrativo: legittimo con fumus boni iuris

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la legittimità di un fermo amministrativo emesso da un Ministero nei confronti degli eredi di un imprenditore. Al centro della controversia, un presunto credito milionario vantato dall’Amministrazione per pagamenti in eccesso relativi a concessioni di lavori pubblici. La sentenza stabilisce che per l’adozione del fermo amministrativo non è necessario un credito certo e definitivo, ma è sufficiente la presenza di un ‘fumus boni iuris’, ovvero una ragionevole apparenza della fondatezza della pretesa, anche se il credito è ancora oggetto di contestazione in un separato giudizio.

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Sospensione lodo arbitrale: la scelta del rito giusto

La Corte d’Appello di Roma ha dichiarato inammissibile la richiesta di sospensione di un lodo arbitrale, presentata nell’ambito di un reclamo contro il decreto che ne dichiarava l’esecutività. La Corte ha chiarito che il procedimento di reclamo, per sua natura, non prevede tale facoltà. La sospensione del lodo arbitrale deve essere richiesta nel giudizio di impugnazione per nullità del lodo stesso, come previsto da specifiche norme procedurali.

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Querela di falso: firma falsa, sentenza nulla

Un avvocato contesta una multa con una querela di falso, sostenendo che la firma sulla notifica non sia sua. La Corte d’Appello annulla la sentenza di primo grado, emessa da un giudice monocratico anziché collegiale, e accoglie la querela dopo che una perizia (CTU) ha confermato la falsità della firma, condannando la controparte al pagamento di tutte le spese.

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Cessione ramo d'azienda: i requisiti di autonomia

La Corte di Cassazione conferma la nullità di una cessione ramo d’azienda nel settore del recupero crediti. La sentenza stabilisce che, per essere valido, il trasferimento deve riguardare un’entità economica che possieda autonomia funzionale e sia preesistente alla cessione stessa. Nel caso specifico, il ramo trasferito non era in grado di operare autonomamente sul mercato senza il supporto determinante della società cedente, rendendo l’operazione illegittima e inefficace nei confronti dei lavoratori trasferiti.

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Nullità parziale fideiussione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello per violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il caso riguarda una richiesta di nullità parziale fideiussione relativa a una clausola derogatoria dell’art. 1957 c.c., erroneamente interpretata dai giudici di merito come una richiesta di nullità totale. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice non può decidere su una questione diversa da quella sollevata, riaffermando l’importanza di distinguere tra nullità di una singola clausola e nullità dell’intero contratto.

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Prescrizione risarcimento reato: quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16132/2025, affronta il tema della prescrizione del risarcimento del danno derivante da reato. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento da parte dei familiari di una vittima di un’alluvione. La Corte ha stabilito che, se il danneggiato non si costituisce parte civile nel processo penale, il termine di prescrizione per l’azione civile decorre dalla data del fatto illecito e non dalla data in cui la sentenza penale diventa irrevocabile. Di conseguenza, l’azione dei danneggiati è stata dichiarata prescritta.

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Prescrizione contributi: la sospensione Covid la salva

Un ente previdenziale rischiava di perdere un credito per contributi a causa della prescrizione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la sospensione speciale introdotta per l’emergenza Covid-19 ha fermato il decorso della prescrizione contributi. La Corte ha chiarito che tale sospensione si applica ai termini sostanziali e non solo a quelli processuali, salvando di fatto il diritto dell’ente a riscuotere le somme dovute.

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