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Giurisprudenza Civile

Termine breve Rito Fornero: Cassazione inammissibile

Una lavoratrice impugna il licenziamento, ma il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile. La Corte Suprema ribadisce che il termine breve di 60 giorni per l’impugnazione, previsto dal Rito Fornero, decorre dalla semplice comunicazione via PEC della sentenza d’appello, confermando la rigidità di tale scadenza processuale.

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Compensazione spese di lite: stop alle formule di stile

Un cittadino ha contestato la decisione di un ente previdenziale. Sebbene il tribunale gli abbia dato ragione su un punto procedurale (incompetenza territoriale), ha disposto la compensazione spese di lite. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che motivazioni generiche come la “semplicità della causa” o la “natura processuale della decisione” non sono sufficienti per derogare al principio secondo cui la parte soccombente deve pagare le spese legali.

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Discriminazione stranieri bonus: no a residenza lunga

La Corte di Cassazione ha confermato il carattere discriminatorio di due delibere di una Regione che imponevano lunghi periodi di residenza (5 o 10 anni) per l’accesso di cittadini stranieri a un ‘bonus bebè’ e un ‘bonus affitti’. La Corte ha stabilito che tale requisito di residenza prolungata viola il principio di parità di trattamento sancito dalla normativa nazionale ed europea, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva ordinato la rimozione della clausola discriminatoria. Si tratta di un’importante pronuncia sulla discriminazione stranieri bonus.

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Costituzione in appello: valida se cartacea con PEC

La Corte di Cassazione ha stabilito che la costituzione in appello effettuata con deposito cartaceo è valida, anche se la notifica dell’atto è avvenuta tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Secondo la Corte, il deposito di copie cartacee delle ricevute PEC, accompagnate dall’attestazione di conformità dell’avvocato, non rende l’appello improcedibile. Tale modalità, al massimo, configura una nullità sanabile, che viene superata dal raggiungimento dello scopo dell’atto, ossia portare a conoscenza della controparte e del giudice la tempestiva impugnazione. La sentenza di secondo grado, che aveva dichiarato l’improcedibilità, è stata quindi annullata con rinvio.

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Querela di falso: i requisiti di ammissibilità

Un imprenditore contesta decreti ingiuntivi basati su una scrittura privata, proponendo una querela di falso. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile per vizi procedurali, sottolineando la necessità di specificare chiaramente gli elementi e le prove della falsità e di non mescolare motivi di ricorso eterogenei.

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Impugnazione testamento: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per l’impugnazione di un testamento olografo. Al centro della vicenda, la contestazione di falso di un testamento che nominava un erede a discapito di un altro, beneficiario di un testamento precedente. La Corte ha rigettato il ricorso applicando il principio della “doppia conforme”, secondo cui non è possibile un riesame dei fatti quando due gradi di giudizio hanno raggiunto la medesima conclusione. È stata inoltre respinta la censura di motivazione apparente, ritenendo valido il richiamo della Corte d’Appello alla sentenza di primo grado.

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Calcolo indennità esproprio: la data che conta

Una società alimentare ha contestato l’indennità per un terreno espropriato per la costruzione di una linea ferroviaria. La Corte di Cassazione ha respinto le richieste della società ma ha accolto parzialmente quelle del consorzio costruttore. È stato stabilito un principio fondamentale: il calcolo dell’indennità di esproprio deve basarsi unicamente sugli strumenti urbanistici in vigore alla data del decreto di esproprio, escludendo qualsiasi futura modifica non ancora approvata.

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Somministrazione illecita manodopera: Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’impresa contro la riqualificazione di contratti di appalto in somministrazione illecita manodopera. La decisione conferma la sentenza della Corte d’Appello, che aveva accertato la mancanza di autonomia organizzativa dell’appaltatore e l’interposizione fittizia di manodopera. La Cassazione ha ribadito che il suo giudizio non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, che in questo caso è stata ritenuta chiara e coerente.

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Condotta antisindacale: legge regionale e P.A. esenti

Un’associazione sindacale ha accusato una Regione di condotta antisindacale per aver dirottato, tramite leggi regionali, fondi destinati ai dirigenti verso il personale di comparto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, l’emanazione di una legge è un atto politico non sindacabile in sede giurisdizionale come condotta antisindacale. Secondo, la Pubblica Amministrazione, in qualità di datore di lavoro, ha l’obbligo di applicare le leggi vigenti e non può essere ritenuta responsabile per tale adempimento, anche se la legge è di dubbia costituzionalità. Inoltre, la Corte ha rilevato la mancanza del requisito dell’attualità del pregiudizio, necessario per la tutela ex art. 28 Stat. Lav., poiché gli effetti della condotta si erano ormai consolidati nel tempo.

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Onere della prova trasferte: chi deve dimostrare?

Una società di costruzioni ha contestato un accertamento INPS per contributi non versati su somme erogate ai dipendenti a titolo di trasferta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio chiaro sull’onere della prova trasferte. Spetta all’INPS dimostrare l’avvenuta erogazione delle somme, ma è il datore di lavoro a dover provare che tali somme costituiscono rimborsi per trasferte legittime e quindi esenti da contribuzione. La società non ha fornito prove sufficienti e specifiche a sostegno della propria tesi.

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Indennità di esproprio: quando spetta la rivalutazione?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23378/2025, ha respinto il ricorso di alcuni proprietari terrieri che chiedevano una rivalutazione dell’indennità di esproprio ricevuta. La Corte ha ribadito che l’indennità di esproprio costituisce un ‘debito di valuta’ e non si rivaluta automaticamente. Per ottenere un risarcimento per il danno da svalutazione (maggior danno), il creditore deve fornire una prova specifica, che nel caso di specie è mancata. I motivi di ricorso relativi alla stima del valore del terreno e del danno alla proprietà residua sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di autosufficienza.

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Prova documentale: il principio di non dispersione

Una società di autotrasporti ha agito in giudizio per il pagamento di un servizio. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito per non aver correttamente applicato il principio di non dispersione della prova documentale. Secondo la Corte, il giudice d’appello deve tenere conto dei documenti prodotti in primo grado, anche se non ridepositati, se il loro contenuto è desumibile da altri atti del processo, accogliendo così il ricorso incidentale e rinviando la causa al Tribunale.

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Pausa lavoro infermieri: diritto e organizzazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto alla pausa per gli infermieri, dopo sei ore di servizio, non può essere negato adducendo rischi per la continuità assistenziale. Confermando la condanna di un’azienda ospedaliera al risarcimento dei danni, la Corte ha chiarito che spetta al datore di lavoro organizzare i turni in modo da garantire sia il recupero psico-fisico del personale, sia la costante cura dei pazienti. La potenziale interruzione del servizio non deriva dalla norma che prevede la pausa lavoro infermieri, ma da un eventuale deficit organizzativo dell’ente.

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Mansioni superiori: quando non spetta la paga extra?

Un dipendente pubblico ha richiesto il pagamento di differenze retributive per aver svolto mansioni superiori di tipo dirigenziale per oltre un decennio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo aspetti cruciali sulla giurisdizione per le controversie a cavallo della privatizzazione del pubblico impiego e sull’onere della prova. La Corte ha stabilito che per il riconoscimento delle mansioni superiori non basta dimostrare di aver svolto compiti complessi, ma è necessario che esista formalmente una posizione dirigenziale nell’organigramma aziendale a cui fare riferimento.

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Appello tardivo: le questioni pregiudiziali prevalgono

Un’azienda pubblica ha presentato un appello tardivo, sostenendo che il termine non fosse decorso a causa di un vizio di notifica nel primo grado. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la questione dell’appello tardivo, essendo pregiudiziale, deve essere decisa prima di esaminare il merito della causa.

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Giudicato e calcolo retributivo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che una precedente sentenza, anche se di condanna generica al pagamento di differenze retributive, può formare un giudicato vincolante anche sui criteri di calcolo. Nel caso specifico, un’azienda sanitaria aveva perso una causa per il riconoscimento di una categoria superiore a un dipendente. In seguito, ha tentato di contestare il metodo di quantificazione del dovuto, ma la Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la questione era già stata decisa e coperta da giudicato, in quanto l’azienda non aveva fornito prove contrarie nel primo processo.

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Provvedimento bilingue: obblighi in Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito che, in un ricorso contro una decisione della Corte d’Appello di Bolzano, il deposito del solo provvedimento bilingue in lingua tedesca non è sufficiente. A causa delle specifiche normative sul bilinguismo, è necessario acquisire anche la versione in lingua italiana per poter procedere. La Corte ha quindi rinviato la causa, ordinando alla cancelleria di richiedere la copia italiana del provvedimento impugnato.

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Indennità di esproprio: il valore di mercato vince

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità di esproprio per un terreno deve essere calcolata in base al suo effettivo valore di mercato per garantire un “serio ristoro” al proprietario. Questa decisione respinge il ricorso di un Comune che voleva applicare parametri amministrativi inferiori. La Corte ha ribadito che i principi costituzionali e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo prevalgono sulle normative locali che fissano valori tabellari, affermando il diritto a un’equa compensazione per la perdita della proprietà.

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Obbligo di inventario usufruttuario: la guida

Una recente sentenza della Corte di Appello ha ribaltato una decisione di primo grado, stabilendo che l’usufruttuario non può ottenere il possesso di un immobile né richiedere un risarcimento danni se non adempie al suo obbligo di inventario. La Corte ha chiarito che tale adempimento è un presupposto fondamentale per l’esercizio del diritto di usufrutto, rendendo legittima la detenzione del bene da parte del nudo proprietario in sua assenza.

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Violazione diritto marchio: la responsabilità oggettiva

La Corte d’Appello di Roma ha confermato una sentenza di condanna per violazione diritto marchio e concorrenza sleale nei confronti di una società e del suo amministratore, responsabili della vendita online di prodotti contraffatti. La decisione ribadisce che la responsabilità per la violazione è oggettiva e non richiede la prova della malafede del venditore. Inoltre, l’amministratore è stato ritenuto personalmente responsabile in quanto titolare dei domini web utilizzati per la vendita. Il risarcimento è stato confermato sulla base di una presunzione legata all’ingente volume di merce sequestrata, stante la mancata produzione di documentazione contabile da parte degli appellanti.

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