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Giurisprudenza Civile

Retribuzione accessoria: no a tagli forfettari
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una Corte d'Appello che aveva ritenuto illegittimo un taglio del 30% sulla retribuzione accessoria di alcuni dirigenti medici. La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene le leggi sul contenimento della spesa pubblica impongano una riduzione dei fondi, un taglio forfettario è illegittimo. La metodologia corretta prevede di bloccare il fondo al livello del 2010 e ridurlo in proporzione al personale cessato, per poi ripartirlo. Il caso è stato rinviato per il corretto ricalcolo.
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Eccezione incompetenza territoriale: guida alla validità
Una società creditrice ottiene un decreto ingiuntivo contro una società debitrice e il suo garante. Il garante si oppone sollevando un'eccezione di incompetenza territoriale basata su una clausola contrattuale. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'eccezione è inammissibile. La clausola sul foro competente non era esclusiva e il garante, nell'opporsi, aveva l'onere di contestare tutti i possibili fori alternativi previsti dalla legge, incluso quello della sede della società debitrice. Non avendolo fatto, la sua eccezione è stata respinta e la competenza del tribunale originariamente adito è stata confermata.
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Fideiussione Omnibus: Cassazione sulla nullità parziale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni garanti che chiedevano la nullità di un contratto di fideiussione. L'ordinanza chiarisce che il provvedimento della Banca d'Italia del 2005 si applica solo alla fideiussione omnibus e non costituisce prova automatica per i contratti successivi. In un'azione 'stand-alone', spetta al garante l'onere di provare l'esistenza di un'intesa anticoncorrenziale, la natura 'omnibus' del contratto e la corrispondenza delle clausole.
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Giurisdizione amministrativa appalti: il caso brevetto
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che rientra nella giurisdizione amministrativa appalti la controversia sull'aggiudicazione di una gara pubblica, anche se la contestazione si fonda sulla violazione di un brevetto. Se un'offerta tecnica propone soluzioni coperte da brevetto altrui senza averne la disponibilità, la questione non riguarda la tutela della proprietà industriale (di competenza del giudice ordinario), ma la mancanza di un requisito essenziale dell'offerta, che spetta al giudice amministrativo valutare ai fini dell'annullamento dell'aggiudicazione.
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Concessioni balneari: limiti al potere del giudice
Una società di gestione balneare ha impugnato una decisione del Consiglio di Stato che, disapplicando le proroghe legislative nazionali, aveva confermato la scadenza della sua concessione demaniale marittima. La società lamentava un eccesso di potere giurisdizionale, sostenendo che i giudici avessero invaso la sfera del legislatore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che interpretare le norme e disapplicare quelle interne in contrasto con il diritto dell'Unione Europea rientra pienamente nella funzione del giudice e non costituisce un vizio di giurisdizione.
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Pignoramento del credito: obblighi del debitore
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il complesso caso del pignoramento del credito. Un debitore, soggetto a esecuzione forzata da parte di un ente creditore, si oppone sostenendo che il proprio debito verso l'ente era stato a sua volta pignorato da terzi. La Corte rigetta il ricorso, stabilendo che il pignoramento del credito non blocca automaticamente la prima esecuzione. Il debitore pignorato (debitor debitoris) ha l'onere di dichiarare la pendenza di altre procedure per non rischiare di pagare due volte.
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Libertà di insegnamento: i limiti secondo la Cassazione
Una docente, richiamata da un incarico all'estero per presunta incapacità didattica, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che il provvedimento fosse illegittimo e violasse la sua libertà di insegnamento. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, affermando che la libertà di insegnamento non è un diritto assoluto, ma è subordinato al diritto allo studio degli alunni e non può giustificare una manifesta inadeguatezza professionale.
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Onere della prova affidamento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28990/2025, ha rigettato il ricorso di un correntista, confermando che l'onere della prova dell'affidamento bancario, inclusa la specificazione del suo limite, spetta interamente al cliente. Tale prova è fondamentale per contrastare l'eccezione di prescrizione sollevata dalla banca riguardo alle rimesse effettuate sul conto. La Corte ha chiarito che senza la dimostrazione precisa del limite del fido, è impossibile distinguere tra rimesse solutorie (che estinguono un debito) e ripristinatorie (che ricostituiscono la disponibilità), rendendo di fatto inefficace la difesa del correntista. La documentazione della Centrale Rischi è stata ritenuta insufficiente a tal fine.
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Retribuzione dipendente in comando: chi paga?
La Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di un dipendente pubblico in comando, l'obbligo di corrispondere l'intera retribuzione, inclusi gli straordinari, spetta all'amministrazione di appartenenza. Quest'ultima rimane l'unico datore di lavoro formale e il soggetto legittimato passivo nell'azione legale del lavoratore. La norma che prevede il rimborso da parte dell'ente utilizzatore regola esclusivamente i rapporti interni tra le due amministrazioni e non incide sul diritto del dipendente a ricevere il proprio stipendio dall'ente di provenienza.
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Impugnazione lodo irrituale: il ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore contro un ente pubblico. A seguito dell'annullamento di un lodo arbitrale favorevole, il tentativo di riproporre la domanda in sede ordinaria è fallito per vizi procedurali. La decisione sottolinea l'importanza del principio di autosufficienza nell'impugnazione lodo irrituale, evidenziando come la mancata specificità dei motivi e l'omessa trascrizione degli atti essenziali precludano l'esame nel merito da parte della Suprema Corte.
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Iscrizione fondo previdenza: il CCNL è decisivo
Una società contestava l'obbligo di iscrizione al fondo previdenza di un proprio dipendente, in quanto non svolgeva mansioni tipiche del settore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il criterio determinante è l'applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di categoria al rapporto di lavoro, a prescindere dall'attività concreta svolta dal dipendente.
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Onere di allegazione per mansioni superiori
Un lavoratore, impiegato come autista soccorritore, ha richiesto il pagamento di differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il motivo principale risiede nel mancato assolvimento dell'onere di allegazione da parte del lavoratore, ovvero la mancata descrizione specifica e dettagliata delle attività concretamente svolte che avrebbero giustificato un inquadramento superiore. Senza una precisa allegazione iniziale, il principio di non contestazione non può operare e il giudice non può procedere alla valutazione della richiesta.
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Nullità atto introduttivo: la Cassazione fa chiarezza
Un'Azienda Sanitaria Locale chiedeva la restituzione di somme a una cittadina, basando la domanda su una sentenza penale di prescrizione. Il Tribunale rigettava la domanda per genericità dell'atto introduttivo. La Corte d'Appello, invece, accoglieva il gravame, ritenendo che l'atto di appello avesse sanato la carenza iniziale. La cittadina ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme sulla nullità dell'atto introduttivo e sul divieto di domande nuove in appello. La Suprema Corte, ravvisando la rilevanza nomofilattica della questione, ha rimesso la causa alla pubblica udienza per un esame approfondito.
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Perdita di chance: la prova della probabilità di successo
Un lavoratore ha richiesto il risarcimento per non essere stato selezionato per un incarico dirigenziale. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per ottenere un risarcimento per perdita di chance, non basta dimostrare un'irregolarità nella selezione. È necessario provare una probabilità concreta e significativa di successo, valutata confrontando il proprio profilo con quello di tutti gli altri candidati idonei, non solo con quello del vincitore. La Corte ha annullato la precedente decisione, rinviando il caso per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Prescrizione credito datore: accordo sindacale e termini
Una lavoratrice otteneva in giudizio l'accertamento della prescrizione del credito di un ente previdenziale per il recupero di un assegno 'ad personam'. L'ente sosteneva che i termini di un accordo sindacale fossero stati tacitamente prorogati, interrompendo la prescrizione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell'ente inammissibile, stabilendo che la valutazione sulla durata e l'interpretazione dell'accordo sindacale è una questione di fatto, non riesaminabile in sede di legittimità. La decisione sottolinea l'importanza dei termini definiti negli accordi e i limiti del giudizio di Cassazione in tema di prescrizione credito datore.
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Lex specialis concorso: vince la data del bando
Un lavoratore si vede negare l'assunzione per una riserva di posti in un concorso pubblico perché la legge di riferimento era stata abrogata. La Cassazione accoglie il suo ricorso, stabilendo che la "lex specialis concorso" si cristallizza con la pubblicazione del bando sul Bollettino Regionale (BUR), non con quella successiva sulla Gazzetta Ufficiale (G.U.). Pertanto, le regole del bando, valide al momento della loro pubblicazione, devono essere applicate.
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Giurisdizione amministrativa e autotutela: il caso
Una società di servizi ricorre in Cassazione contestando la giurisdizione amministrativa sulla declaratoria di inefficacia di una parte di un contratto pubblico. L'aggiudicazione era stata annullata in autotutela dalla stessa stazione appaltante. La Suprema Corte conferma la giurisdizione amministrativa, stabilendo che essa si estende alle sorti del contratto anche quando l'annullamento dell'atto presupposto deriva da un provvedimento amministrativo e non solo da una sentenza, poiché la controversia trae origine dall'esercizio di un potere pubblico.
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Rimborso contributi integrativi: la Cassazione nega
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28979/2025, ha stabilito un principio chiave in materia previdenziale forense. In caso di cancellazione di un professionista dalla Cassa per incompatibilità, non è previsto il rimborso contributi integrativi. Questi, a differenza dei contributi soggettivi, hanno una funzione solidaristica a sostegno dell'intera categoria e non sono legati alla singola posizione pensionistica. Pertanto, il loro versamento è legittimo finché il professionista è iscritto all'Albo e non costituisce un indebito da restituire.
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Perdita di chance: ricorso inammissibile senza prove
Una candidata ha impugnato l'esito di una selezione pubblica lamentando una perdita di chance a causa della mancata verbalizzazione del colloquio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per motivi procedurali. La ricorrente non ha infatti assolto all'onere di trascrivere gli atti necessari a sostenere le sue tesi e non ha contestato efficacemente la motivazione della corte d'appello, secondo cui la valutazione si basava esclusivamente sul colloquio e non sui curricula.
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Ricorso inammissibile: condanna per lite temeraria
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, in quanto mirava a una revisione dei fatti anziché sollevare questioni di diritto. La parte ricorrente, che contestava una condanna al pagamento di circa 9.000 euro, viene sanzionata per lite temeraria ai sensi dell'art. 96 c.p.c., con la condanna al pagamento di ulteriori somme in favore della controparte e della Cassa delle Ammende. La decisione sottolinea che il giudizio di legittimità non può essere utilizzato per ottenere un terzo grado di merito.
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