LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Societario

Fondo Garanzia INPS: liquidazione non basta
Un ex dipendente di una società cooperativa posta in liquidazione ha richiesto il pagamento delle ultime tre mensilità al Fondo di Garanzia INPS. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che la procedura di scioglimento e liquidazione di una cooperativa per cause diverse dall'insolvenza (come previsto dall'art. 2545-septiesdecies c.c.) non è equiparabile a una procedura concorsuale. Pertanto, non sussiste il presupposto dello stato di insolvenza necessario per l'intervento del Fondo Garanzia INPS.
Continua »
Fideiussione omnibus: il socio non è sempre informato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16822/2024, ha esaminato il caso di una fideiussione omnibus prestata da un socio per i debiti della propria società. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso del garante, stabilendo che la sua qualità di socio, anche di minoranza, gli conferiva la possibilità concreta di conoscere la situazione economica della società debitrice. Di conseguenza, la banca non ha violato i doveri di correttezza e buona fede nel concedere ulteriore credito senza un'autorizzazione specifica, non operando così la liberazione del fideiussore prevista dall'art. 1956 c.c.
Continua »
Ricorso inammissibile: la Cassazione e il fallimento
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro la propria dichiarazione di fallimento. L'ordinanza chiarisce che il ricorso è tale quando non contesta la vera 'ratio decidendi' della sentenza impugnata, come nel caso di specie, dove la società ha sollevato motivi non pertinenti riguardo alla legge applicabile, al diritto di difesa e al proprio stato di liquidazione, tutti aspetti già correttamente decisi e motivati dalla Corte d'Appello.
Continua »
Cancellazione società credito: non è rinuncia tacita
Una società, dopo aver vinto in primo grado contro una banca per la restituzione di somme indebite, si è cancellata dal registro delle imprese. La Corte d'Appello ha interpretato la cancellazione come rinuncia al credito. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la cancellazione società credito non è sufficiente a provare una volontà di rinuncia, che deve essere inequivocabile. Il credito si trasferisce ai soci.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è legittima?
Un decreto ingiuntivo emesso da una cooperativa contro un socio viene revocato in appello a seguito dell'annullamento della delibera sottostante. Tuttavia, il giudice dispone la compensazione spese legali. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, dichiara inammissibile il ricorso del socio contro tale compensazione, sottolineando che la valutazione del giudice di merito sulle 'gravi ed eccezionali ragioni' è insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e puntuale.
Continua »
Cessione d’azienda: responsabilità per debiti non iscritti
Un creditore ha agito contro una società e il suo ex liquidatore, il quale avrebbe continuato l'attività tramite una cessione d'azienda occulta. I tribunali di merito hanno ritenuto l'individuo responsabile per i debiti sociali, anche se non iscritti nei libri contabili, data la natura fraudolenta del trasferimento. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto di principi sulla necessità della registrazione contabile per la responsabilità del cessionario, ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per la complessità della questione. Il punto nodale è se il requisito formale dell'art. 2560 c.c. possa essere derogato in caso di cessione d'azienda fittizia o nascosta.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è legittima?
La Cassazione ha ritenuto legittima la decisione di un giudice di disporre la compensazione spese legali in un caso in cui la pretesa creditoria, inizialmente fondata, è venuta meno solo in corso di causa per l'annullamento di una delibera societaria. La sopravvenienza di un fatto decisivo, che ha modificato il quadro giuridico, giustifica la valutazione di soccombenza reciproca e la conseguente compensazione.
Continua »
Compensazione spese legali: quando il giudice può farlo?
Una società cooperativa otteneva un decreto ingiuntivo contro un socio basato su una delibera interna. Successivamente, la delibera veniva annullata con sentenza definitiva. La Corte d'Appello revocava quindi il decreto ma disponeva la compensazione spese legali per entrambi i gradi di giudizio. Il socio ricorreva in Cassazione contro tale decisione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo l'ampia discrezionalità del giudice di merito nel disporre la compensazione spese legali, a patto che la motivazione sia logica e puntuale, come nel caso di un annullamento di un atto presupposto avvenuto nel corso della causa.
Continua »
Legittimazione del socio: quando può annullare un atto
Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti del potere dell'amministratore e la legittimazione del socio non gestore. Se un atto di gestione, come la cessione dell'unica azienda, svuota di fatto la società del suo scopo, i soci accomandanti hanno il diritto di impugnarlo per nullità. La Corte ha stabilito che un'azione così radicale non è mera amministrazione, ma una decisione sul destino della società, riservata alla compagine sociale. La sentenza ha anche riaffermato che la difficoltà nel restituire i beni non impedisce l'ordine di restituzione.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è legittima?
Una socia di una cooperativa vince un appello contro un decreto ingiuntivo, poiché la delibera su cui si fondava è stata annullata. Nonostante la vittoria, il giudice dispone la compensazione spese legali. La Corte di Cassazione conferma questa decisione, ritenendo che la vittoria, basata su un fatto sopravvenuto (l'annullamento), giustifichi la decisione del giudice di non addebitare le spese alla parte soccombente, esercitando la propria discrezionalità.
Continua »
Cancellazione società crediti: si rinuncia all’azione?
Un'ordinanza interlocutoria affronta il tema della cancellazione società crediti incerti e illiquidi. Una società, in causa con una banca per la restituzione di somme, viene cancellata dal registro imprese. La Cassazione, riscontrando un contrasto giurisprudenziale sul se tale cancellazione implichi rinuncia tacita al credito, rimette la questione alle Sezioni Unite per un chiarimento definitivo.
Continua »
Impugnabilità revoca amministratore: no della Cassazione
Un amministratore, revocato per gravi irregolarità gestionali ai sensi dell'art. 2409 c.c., ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'impugnabilità della revoca amministratore è esclusa. Tali provvedimenti, infatti, non hanno carattere decisorio e non sono appellabili in Cassazione, se non per la parte relativa alla condanna alle spese legali.
Continua »
Difetto di legittimazione: Cassazione senza rinvio
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di merito che aveva dichiarato inefficace una donazione immobiliare. La decisione si fonda sulla sopravvenuta produzione in giudizio di una sentenza passata in giudicato che accertava il difetto di legittimazione del liquidatore dello studio associato che aveva intentato la causa. Questo vizio originario ha travolto l'intero procedimento, rendendo superflua ogni altra valutazione sul merito della controversia.
Continua »
Socio cooperativa edilizia: i limiti ai pagamenti
Una società cooperativa edilizia ha richiesto un pagamento aggiuntivo a un socio per coprire un debito societario. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: per un socio cooperativa edilizia, i costi legati all'acquisto dell'immobile non possono essere aumentati con delibere successive all'assegnazione. La Corte distingue nettamente tra il 'rapporto di scambio' (l'acquisto) e il 'rapporto associativo' (la vita societaria), annullando la decisione precedente e rinviando il caso per una nuova valutazione.
Continua »
Liquidazione quota socio: il rinvio in Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando la decisione su un caso di liquidazione quota socio in una società di fatto. La controversia vede il socio superstite agire in regresso contro gli eredi del socio defunto per il recupero di debiti societari. La Corte ha ritenuto opportuno unire il procedimento a un'altra causa pendente, avente ad oggetto la revocazione della stessa sentenza d'appello, per garantirne la trattazione congiunta.
Continua »
Interruzione del processo: la PEC è notifica formale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16141/2024, ha stabilito che la comunicazione via PEC della morte di una parte, inviata dal suo avvocato alle controparti, equivale a una notifica formale e fa scattare immediatamente l'interruzione del processo. Di conseguenza, il termine per la riassunzione decorre da tale data, e un deposito tardivo dell'atto di riassunzione comporta l'estinzione del giudizio. La Corte ha chiarito che l'assenza del certificato di morte o l'intenzione di formalizzare la dichiarazione in udienza non inficiano l'efficacia della comunicazione.
Continua »
Arbitrato estero societario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza la decisione sulla validità di una clausola di arbitrato estero societario. La questione, sorta da un ricorso contro il riconoscimento di un lodo svizzero, riguarda la compatibilità di tale clausola, inserita nello statuto di una S.p.A. italiana, con le norme imperative dell'ordinamento italiano. Data la complessità, il valore nomofilattico e l'assenza di precedenti specifici, la Corte ha ritenuto opportuno un approfondimento in pubblica udienza.
Continua »
Patto leonino: motivazione contraddittoria, sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che, pur negando l'esistenza di una società di fatto tra le parti, aveva paradossalmente dichiarato nullo il loro accordo per violazione del divieto di patto leonino. La Suprema Corte ha censurato la motivazione come irrimediabilmente contraddittoria, poiché il divieto di patto leonino presuppone l'esistenza di un vincolo societario. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Finanziamento soci e prescrizione: la Cassazione chiarisce
Un socio, dopo aver pagato personalmente i debiti di due società, ha chiesto il rimborso agli altri soci. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16122/2024, ha stabilito che l'azione per la restituzione di un finanziamento soci si prescrive in dieci anni e non nel termine breve di cinque anni. Quest'ultimo, infatti, si applica solo agli obblighi derivanti direttamente dal contratto sociale o da delibere societarie, e non a un prestito che, sebbene erogato da un socio, resta un rapporto autonomo. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente applicato la prescrizione quinquennale, rinviando la causa per un nuovo esame.
Continua »
Clausola compromissoria preliminare: valida e autonoma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16118/2024, ha stabilito la piena validità ed efficacia di una clausola compromissoria preliminare anche se non espressamente riportata nel successivo contratto definitivo. Il caso riguardava una compravendita di quote societarie in cui il venditore contestava la validità di un lodo arbitrale, sostenendo che la clausola arbitrale, presente solo nel contratto preliminare, fosse stata superata dal definitivo. La Corte ha rigettato il ricorso, riaffermando il principio consolidato dell'autonomia della clausola compromissoria, la quale costituisce un negozio giuridico a sé stante con effetti processuali, la cui validità va valutata indipendentemente dal contratto a cui si riferisce. La sua mancata riproduzione non ne implica, quindi, una tacita rinuncia.
Continua »